@Vitupero

26/03/2024 alle 14:50

I santi di oggi 26 marzo:

I santi di oggi 26 marzo:

nome Martedì Santo- titolo Gesù tradito e rinnegato- ricorrenza 26 marzo (data variabile)- Nel secondo giorno della Settimana Santa che precede la Pasqua si riflette sul brano del Vangelo che descrive l'annuncio del tradimento di Gesù, che Egli fa ai suoi discepoli. “In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: -In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà.- I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.” Ovviamente sono tutti esterrefatti, increduli che uno di loro possa fare una cosa del genere, e lo stesso Giuda capisce che Gesù è a conoscenza delle sue intenzioni, ma non cambia idea e va avanti nel suo proposito. Quando gli chiedono chi compirà questo orribile gesto, Gesù risponde “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui.” Dove prima c'erano dubbi, calcoli, ragionamenti, adesso c'è il male, l'oscurità, la tenebra, è Satana che ha portato l'odio nel cuore del discepolo, che si allontana poi nella notte dopo l'esortazione “Quello che devi fare fallo al più presto”. È tutto deciso, tutto va come dovrebbe, e allora il Figlio di Dio afferma “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.” La sua morte non è una sconfitta ma un trionfo, è appunto la sua glorificazione che porterà il ritorno al Padre. Dopodiché annuncia “Amici, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma dove vado io voi non potete venire” E alla protesta di Pietro “perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” la risposta “in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte” è in fondo l'annuncio di un ulteriore tradimento.

nome Sant'Emanuele- titolo Martire- nascita III Secolo, Anatolia- morte III Secolo, Anatolia- ricorrenza 26 marzo- La fama e anche la bellezza del nome di Emanuele non è legata ad un Santo, ma allo stesso Salvatore. Leggiamo infatti il Vangelo di Matteo, che dice, parlando della nascita del Bambino di Betlemme: «Tutto ciò avvenne affinché s'adempisse quanto aveva detto il Signore a mezzo del Profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà detto Emmanuele». Il Profeta, a cui si richiama San Matteo, è il Profeta Isaia, il quale con queste parole luminose annunzia la venuta dei tempi nuovi e di colui che saprà «rigettare il male e scegliere il bene».<br /> Ma che cosa vuol dire Emanuele? Lo ha chiarito lo stesso San Matteo: vuol dire «Dio è con noi». E perciò l'attributo tipico, completo e consolante del Messia, cioè del vero inviato da Dio per la salvezza del suo popolo. Veramente, in ebraico tale termine suona Immanuel. I Settanta, nella loro versione della Bibbia, l'hanno trasformato in parola greca, modificandone leggermente il suono, traducendo cioè Emmanuel. E come Emanuele è diventato per i cristiani nome proprio, come altri attributi di Gesù. «Emmanuele» è infatti il titolo glorioso di Gesù soprattutto nella sua Resurrezione, nell'avvenimento che suggella e prova come «Dio sia con lui», e anche «con noi», con il popolo cioè dei redenti da quella Redenzione e dei credenti in quella Resurrezione. Perciò, più o meno consapevolmente, i genitori che impongono ad un figlio il nome di Emanuele, o ad una figlia quello di Emanuela, più che richiamarsi alla devozione di un Santo particolare, onorano Gesù con uno dei suoi più belli attributi, come accade anche per i nomi di Salvatore e di Crocifisso. Nonostante ciò, esiste anche un Sant'Emanuele, che la Chiesa festeggia oggi insieme con Sabino, Quadrato e Teodosio, in un gruppo di quaranta Martiri d'epoca incerta. La loro storia è presto detta. Pare che fossero originari dell'Oriente, e in tempi di persecuzione, il primo di essi, Quadrato, che era Vescovo, venne allontanato dalla sua diocesi e diffidato di proseguire la sua opera. Egli seguitò però a predicare, a battezzare, ad assistere i fedeli, fino a che non venne catturato e condannato a morte. Dietro il suo esempio, altri 39 cristiani, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, si presentarono al governatore della provincia dichiarando la loro fede. Furono tormentati nella speranza di vederli apostatare, e poiché nessuno cedette, tutti furono messi a morte. Anche negli antichi menologi greci, Emanuele viene talvolta chiamato Manuele o Manuel, diminutivo che è restato molto diffuso, specialmente in Spagna: tanto da apparire, ormai, come un nome tipicamente spagnolo. MARTIROLOGIO ROMANO. In Anatolia, nell’odierna Turchia, santi Emanuele, Sabino, Codrato e Teodosio, martiri.

nome Beata Maddalena Caterina Morano- titolo Religiosa- nome di battesimo Maddalena Caterina Morano- nascita 15 novembre 1847, Chieri, Torino- morte 26 marzo 1908, Catania- ricorrenza 26 marzo, 15 novembre- Beatificazione- Catania, 5 novembre 1994 da papa Giovanni Paolo II- Santuario principale Alì Terme- Attributi fiori e crocifisso- Nacque a Chieri in Piemonte, in una famiglia dell'alta borghesia in rovina. Durante le guerre di unificazione italiana, la famiglia si trasferì a Buttigliera de Asti. Nel 1855 suo padre morì a causa della guerra e all'età di 9 anni, Maddalena aiutò sua madre come tessitrice. Nel 1864 ottenne il titolo di insegnante e lavorò come tale. Nel 1866 fu nominata insegnante presso la scuola comunale di Montaldo Torinese, dove si distinse per il suo lavoro e per il suo comportamento apostolico. Diventò presto un punto di riferimento, e fece sì che le persone si prendessero cura dei poveri vecchi, malati. Nel 1874 fondò la Pia Unione delle Figlie dell'Immacolata, dedicata all'educazione spirituale delle giovani donne più devote. Era un'educatrice esemplare di donne povere in tempi di oppressione ed emarginazione sociale per convertirle attraverso la cultura e la formazione religiosa. Nel 1878, su consiglio di San Giovanni Bosco, entrò nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e fu accolta da Santa Maria Dominica Mazzarello. Il suo motto era: "Non ostacolerò mai la grazia cedendo all'egoismo personale". L'anno successivo fu mandata a Trecastagni in Sicilia, per rilevare l'orfanotrofio femminile in pessime condizioni. Sull'isola fondò numerose scuole per 26 anni, fu nominata superiora della comunità, essendo sempre madre di tutti i religiosi. Fu nominata superiora della regione Sicilia e il cardinale di Catania, san Giuseppe Benedetto Dusmet disse che "non aveva mai incontrato una religiosa così attiva, così pia e affabile come Madre Morano". Gli fu affidata l'azione catechetica della Diocesi di Catania. Morì a Catania di un tumore. MARTIROLOGIO ROMANO. A Catania, beata Maddalena Caterina Morano, vergine dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si dedicò all’istruzione catechistica, percorrendo in lungo e in largo senza sosta tutta la regione.

nome San Pietro di Sebaste- titolo Vescovo- nascita 340 circa, Cesarea di Cappadocia- morte 391 circa, Sivas, Turchia- ricorrenza 26 marzo- Canonizzazione precanonizzazione- Attributi Bastone pastorale- Pietro da Scbaste era il più piccolo dei dieci figli di S. Basilio il Vecchio e di S. Emmelia, e membro di una delle più eccezionali famiglie di santi. Sua nonna era S. Macrina l'Anziana (14 gen.), guidata nella via della santità da S. Gregorio il Taumaturgo (17 nov.), sua sorella maggiore era S. Macrina la Giovane (19 giu.) la cui influenza, dopo quella dei genitori, fu fondamentale nella formazione dei fratelli Basilio Magno (2 gen.), Gregorio di Nissa (10 gen.) e Pietro stesso. Basilio il Vecchio morì quando Pietro aveva pochi mesi, e fu Macrina, la più anziana della famiglia, a prendersi cura di lui. Il suo unico scopo era di prepararlo per la vita eterna, per cui considerò praticamente inutili gli studi profani, scottata anche dal comportamento del fratello Basilio che aveva fatto ritorno dopo gli studi universitari pieno di presunzione e che ella aveva dovuto ricondurre nella via cristiana. È vero che Basilio non smise mai di dare valore ai suoi studi secolari, specialmente quelli in filosofia, ma Macrina era assolutamente pragmatica nel suo approccio alla fede. A tempo debito Pietro scelse la vita monastica ed entrò nel monastero maschile fondato dalla madre e guidato allora dal fratello Basilio. Quando Basilio fu chiamato fuori da Eusebio di Cesarea nel 362, nominò Pietro suo successore, e divenuto vescovo di Cesarea, lo ordinò sacerdote. Pietro rimase alla guida del monastero per alcuni anni e diede prova di grande carità: durante un periodo di carestia, nel corso del quale il monastero era assediato tutti i giorni da persone affamate, egli mise a disposizione tutti i loro beni per dar da mangiare alla folla. Macrina e Basilio morirono nel 379, un anno dopo Pietro divenne vescovo di Sebaste al posto dell'ariano Eustazio, precedentemente persecutore di suo fratello. Nonostante la mancanza di un'educazione universitaria, Pietro possedeva per natura il dono dell'eloquenza. Nel 381 partecipò al concilio ecumenico di Costantinopoli e il fratello Gregorio di Nissa, come anche Teodoro e altri scrittori, ne ricordano la santità d'animo, la prudenza e il fervore. Morì nel 391 circa. Esiste una sua lettera al fratello Gregorio con la richiesta di completare il suo trattato contro Eunomio. MARTIROLOGIO ROMANO. A Sivas nell’antica Armenia, san Pietro, vescovo, che, fratello minore di san Basilio Magno, fu insigne difensore della retta fede contro l’eresia ariana.

nome San Ludgero di Munster- titolo Vescovo- nascita 742 circa, Utrecht, Paesi Bassi- morte 26 marzo 809, Billerbeck, Germania- ricorrenza 26 marzo- Santuario principale C hiesa di San Ludgero a Münster- Attributi Rappresentato spesso con accanto un'oca- Patrono di Helmstedt- Paesi Bassi. Thiadgrim e Liafburga, i suoi genitori, appartenevano a nobili famiglie della Frisia e mandarono il figlio alla scuola dell'abbazia di Utrecht, retta allora dal santo e gentile abate Gregorio (25 ago.), amico di S. Bonifacio (5 giu.), che probabilmente Ludgero vide mentre studiava là. Egli lo descrive infatti come un «uomo anziano, con í capelli bianchi, segnato dagli anni ma colmo di bontà». Il monaco Aluberto arrivò dall'Inghilterra (contea di York) nel 767 circa, in un momento in cui Gregorio amministrava sia l'abbazia con la sua scuola sia la diocesi di Utrecht. La sede episcopale era vacante e l'abate, che non avrebbe mai accettato la nomina a vescovo per non cadere nelle tentazioni del mondo ma che era sempre disponibile a aiutare la diocesi, aveva assunto la reggenza fino a che non si fosse trovato il vescovo successore. Aluberto sembrò un dono divino e Gregorio non esitò a proporgli di diventare vescovo e suo collaboratore. Aluberto obiettò che non poteva chiedere al proprio vescovo l'ordinato episcopale senza motivazioni e propose che altri due compagni si presentassero con lui come candidati per mostrare che stavano perseguendo uno scopo comune. Furono chiamati Sigboldo e Ludgero, e i tre si recarono a York per essere ordinati: Aluberto divenne vescovo, Sigboldo sacerdote e Ludgero diacono. Durante questo tempo, però, Ludgero maturò una tale ammirazione per Alcuino, con il quale aveva vissuto per un anno, che dopo essere tornato in patria decise di ripresentarsi a York per seguire le sue lezioni, trascorrendo i tre anni e mezzo seguenti nella scuola di Alcuina. Egli ritornò a Utrecht solo quando l'assassinio di un figlio del conte da parte di un (risone mise in pericolo la sicurezza dei frisoni in Inghilterra. L'abate Gregorio morì poco dopo il suo ritorno e fu sostituito da Alberico, suo nipote. Alberico mandò Ludgero a Deventer per ricostruire la chiesa in rovina che si credeva sorgesse sulla tomba di S. Lebuino (12 nov.). In sogno venne rivelato a Ludgero il vero posto di sepoltura ed egli l'incorporò nella nuova costruzione. Dopo la consacrazione della chiesa, Ludgero fu mandato a predicare alla frontiera della Frisia: convertì molte persone e distrusse numerosi santuari pagani. Egli era però ancora un semplice diacono, così quando Alberico andò a Colonia nel 778 per esservi ordinato vescovo, lo prese con sé, lo fece ordinare sacerdote e poi gli affidò la cura dell'Ostergau, i cinque distretti alla foce dell'Ems che ancora erano occupati da tribù pagane. Ludgero costruì una chiesa a Dokkum, luogo del martirio di S. Bonifacio, e in occasione della dedicazione dell'edificio Alcuino gli mandò dei versi da lui stesso composti. In seguito lavorò duramente per sette anni fondando e guidando una fiorente comunità, per vedere poi tutto distrutto da un attacco dei sassoni guidati da Widukindo. Dopo questi fatti Ludgero sí recò con il fratello e il nipote in pellegrinaggio a Roma e Montecassino, dove si fermò per un anno e mezzo. Non divenne benedettino ma studiò e osservò la loro regola, perché, come scrive il suo biografo «era desideroso di costruire un monastero nel suo paese, e così fece a Werden». Nel 787, venuto a conoscenza della conversione di Widukindo, ritornò in patria per ricostruire la missione in Frisia, questa volta con maggior successo. Andò a predicare anche in Heligoland, convertendo e battezzando molti pagani nella fontana in cui S. Villibrordo (7 nov.) aveva in passato battezzato tre convertiti. Distrusse i santuari pagani e convertì il figlio del capitano locale, ordinandolo in seguito sacerdote. Si dice anche che abbia guarito un giullare cieco di nome Bernlef. Quando dovette lasciare il paese una seconda volta a causa di nuove agitazioni, incaricò questo stesso Bernlef di battezzare i bambini morenti, ed egli ci si dedicò con diligenza. Ludgero tornò nuovamente in Frisia, ma Carlo Magno lo incaricò di un nuovo compito: l'evangelizzazione delle province, recentemente conquistate, della Sassonia nord-occidentale (Westfalia). Senza abbandonare completamente la missione in Frisia, Ludgero partì per la Sassonia, attraversando tutto il paese, insegnando, predicando e battezzando. La sua personalità gentile, persuasiva e piacevole fu molto più efficace nel sedare i sassoni che tutte le misure repressive messe in atto dall'imperatore. Si stabilì a Mimigerneford, dove costruì un monastero, dal quale deriva il futuro nome della città, Miinster, e nel quale istituì la regola di S. Cadroe (6 mar.) per chierici che conducevano vita comunitaria. Quando gli fu proposto di diventare vescovo, Ludgero inizialmente esitò (come avrebbe potuto dimenticare l'esempio dell'abate Gregorio?), ma alla fine fu consacrato nell'804. Gli rimanevano cinque anni di vita: con l'aiuto del fratello Hildegrim evangelizzò sia la Westfalia che la Eastfalia e sarebbe arrivato fino in Scandinavia se Carlo Magno glielo avesse permesso. Nonostante la grande attività, Ludgero non permetteva a nulla di interferire con le sue pratiche di devozione: era sempre così attento durante la recita dell'ufficio, anche in viaggio, che quando uno dei suoi chierici si fece avanti per spostare un fuoco che mandava il fumo in faccia al vescovo, finita la preghiera lo rimproverò. A un certo punto Carlo Magno accusò Ludgero di fare elemosine casuali e di trascurare le chiese a lui affidate, un'accusa molto grave secondo l'imperatore, e gli ordinò di presentarsi per rendere conto. Il giorno seguente all'arrivo del vescovo, un ciambellano andò per chiamarlo, ma lo trovò immerso in preghiera e dovette tornare tre volte prima di trovarlo pronto, terminate le sue orazioni. Indignato, Carlo Magno gli chiese perché non aveva obbedito immediatamente, e Ludgero rispose tranquillamente: «Credevo che il servizio a Dio fosse più importante di quello a te o a qualsiasi altro uomo. Non intendevi forse anche tu questo quando mi hai nominato vescovo? Ho pensato che non era possibile interrompere l'ufficio divino anche se il comando veniva da vostra maestà». Ludgero continuò a lavorare fino all'ultimo giorno della sua esistenza, pur soffrendo moltissimo. La domenica di passione, il 26 marzo 809, predicò a Coesfeld e poi si recò in fretta a Billerbeck dove celebrò la Messa e tenne un altro sermone. Morì pacificamente la sera stessa, circondato dai suoi discepoli e alla presenza della sorella, la badessa Gerburga. Venne seppellito nell'amato monastero di Werden. Le sue reliquie vennero poste nel 1175 in un reliquiario che, per l'anniversario della sua morte nel 1948, fu trasferito a Miinster. È il santo patrono della città e il secondo patrono della sede di Essen. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Werden nella Sassonia, in Germania, transito di san Liudgero, vescovo, che, istruito da Alcuino, predicò il Vangelo nelle terre di Olanda, Danimarca e Sassonia, costituì la sede episcopale di Münster e fondò molti monasteri, veri centri di propagazione della fede.

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2 commenti

@Katzenklavier

10 mesi fa

Ma io non sapevo fosse già iniziata la settimana santa 💀

+1 punto