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30/01/2024 alle 09:22

I santi di oggi 30 gennaio:

I santi di oggi 30 gennaio:

nome Santa Martina- titolo Vergine e Martire- nascita III Secolo, Roma- morte 228, Roma- ricorrenza 30 gennaio- Santuario principale Chiesa dei Santi Luca e Martina a Roma- Questa santa Vergine romana discendeva da celebre famiglia consolare. Rimasta orfana ancora in tenera età, si dedicò con tutto l'ardore della sua anima giovanile alle opere della cristiana pietà, distribuendo con la massima liberalità le ricchezze che i suoi le avevano lasciato in grande abbondanza. Non ci fu miseria che non soccorresse: nessuno mai bussò invano alla sua porta. Nei poverelli ella vedeva Gesù stesso, il Maestro Divino che aveva detto: « Quello che avrete fatto al minimo dei vostri fratelli, l'avrete fatto a me ». Siccome la carità cristiana era sconosciuta nel mondo pagano, ben presto si sospettò che Martina fosse seguace di quel Nazareno che veniva a predicare, per mezzo dei suoi Apostoli, una fratellanza universale anche nella stessa Roma. I nemici del nome cristiano le tennero gli occhi addosso. e accertatisi della cosa, non esitarono ad accusarla come cristiana. Temendo ella quanto le poteva accadere, e che difatti le accadde, d'essere arrestata ed uccisa, distribuì immediatamente tutto quello che ancora le rimaneva ai poveri ed alla Chiesa, per avere in cielo quel tesoro che «i ladri non rubano e la tignola non intacca ». Aveva appena realizzato questo suo disegno che fu accusata e condotta davanti al preside romano. Fu tentata in mille modi, le furono fatte promesse e minacce perché sacrificasse agli dèi dell'impero. Ma la Vergine, forte della fortezza di Cristo, rispose sempre con fermezza che « era cristiana » e che come tale si sarebbe sempre comportata. Passando il giudice dalle minacce ai fatti, fu battuta colle verghe, scarnificata con uncini di ferro, poi, intrisa di grasso bollente, fu gettata alle belve dell'anfiteatro. Ma le bestie la risparmiarono. Allora fu fatto un grandissimo rogo, e la Vergine vi venne legata sopra: quando il fumo e le fiamme furono esaurite, i carnefici e la folla immensa che assisteva al crudele spettacolo, videro la santa giovane perfettamente illesa in mezzo al braciere, in attitudine di preghiera: il suo Dio l'aveva scampata. Molti della folla e qualcheduno dei suoi stessi carnefici, alla vista di quel prodigio, si convertirono e si dichiararono cristiani.

Ma il giudice, più che mai irritato, ordinò che fosse decapitata. La pia fanciulla chinò il capo sotto la spada del carnefice. Allo spettacolo del martirio altri pagani si convertirono alla vera fede, ed ebbero la grazia di udire distintamente una voce superna che chiamava la Vergine alle celesti dolcezze del cielo. Ma i prodigi non erano finiti: un terremoto scosse paurosamente tutta la città, e le statue degli dèi caddero a terra. La Vergine subì il martirio sotto l'imperatore Alessandro Severo, mentre era Sommo Pontefice Urbano I. Fu sepolta nella chiesa del carcere Mamertino assieme ai martiri Concordio, Epifanio e compagni. PRATICA. Impariamo da questa giovane santa ad essere forti nella fede e a non vergognarci del nome di Cristiani. PREGHIERA. O Dio, che fra gli altri miracoli di tua potenza, anche al sesso debole hai accordata la vittoria del martirio, per la tua bontà, concedi a noi che celebriamo la festa della beata vergine e martire Martina, di salire a te per mezzo dei suoi esempi. MARTIROLOGIO ROMANO. santa Martina, Vergine e Martire, il cui natale si commemora il primo di questo mese.

nome Santa Savina- titolo Matrona- nascita III Secolo, Lodi- morte 30 gennaio 311, Milano-ricorrenza 30 gennaio- Santa Savina, vedova, vivea in Lodi ai tempi della persecuzione di Massimiano. Fu donna di gran senno e di grande pietà. Assistè al martirio dei santi Naborre e Felice e trovò modo di trasportarli a Milano e deporli nella basilica di S. Filippo. Là si prostrò e pregò, invocando che il cielo la togliesse ai pericoli di que' dì sì miserandi, e Dio l'esaudì; giacché si addormentò nel Signore, e fu deposta accanto ai martiri, sotto l'altare maggiore, fino al giorno in cui l'arcivescovo Filippo II li trasferì nella basilica ambrosiana. MARTIROLOGIO ROMANO. A Milano santa Savina, donna religiosissima, la quale, mentre pregava sul sepolcro dei santi Martiri Nàbore e Felice, si addormentò nel Signore.

nome Santa Giacinta Marescotti- titolo Religiosa- nome di battesimo Clarice Marescotti-nascita 16 marzo 1585, Vignanello-morte 30 gennaio 1640, Viterbo-ricorrenza 30 gennaio-Beatificazione 1º settembre 1726 da papa Benedetto XIII- Canonizzazione 16 luglio 1807 papa Pio VII- Patrona di Vignanello- Santa Giacinta Mariscotti, è vergine illustre del terzo ordine di S. Francesco. Da giovinetta amò le frivolezze, tanto che, messa in un educandato, non s'occupava che di leggerezze. Pigliò tuttavia il velo in S. Bernardino di Viterbo col nome di Giacinta, ma senza morire del tutto a' suoi capricci. Caduta inferma, un santo confessore la trasse sulla retta via: cosicché, ricuperata la salute, si diede ad asprezze al di là d'ogni credere. Meditava dì e notte la passione di Gesù e invocava d'essere con Lui crocifissa. Fruì il dono della contemplazione e salì ben alto nelle cose di Dio. A cinquantacinque anni fu assalita da male violento così che, ricevuto il sacramentato suo Gesù, si addormentò in Lui. MEMENTO. Base della santità è l'umiltà; la corona è la carità. PREGHIERA. Mio Dio, come sento la mia ingratitudine verso di Voi al pensare che una regina si fa santa, che una vedova anela alla gloria dei martiri ed una giovinetta, già vana, diviene una vostra sposa fedele! Io mi confondo! Posso farmi santo; io lo devo; oggi incomincio: avvalorate, o Signore, il mio proposito.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Viterbo, santa Giacinta Marescotti, vergine del Terz'Ordine regolare di San Francesco, che, dopo quindici anni passati tra vani piaceri, abbracciò una vita durissima e istituì confraternite per l’assistenza degli anziani e per l’adorazione della santa Eucaristia.

nome San David Galvan Bermudez-titolo sacerdote e Martire- nome di battesimo David Galván Bermúdez- nascita 29 gennaio 1881, Guadalajara, Jalisco, Messico- morte 30 gennaio 1915, Guadalajara, Messico- ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 22 novembre 1992 Piazza San Pietro, Vaticano da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 21 maggio 2000 Piazza San Pietro, Vaticano da papa Giovanni Paolo II- David nacque a Guadalajara (Jalisco, Messico). Era figlio di un operaio cristiano esemplare. Studiò alla scuola della Società Cattolica e nel 1895 entrò nel seminario di Guadalajara. Fu preso da una crisi spirituale e lasciò il seminario e lavorò per quasi tre anni in un negozio di scarpe, divenne alcolizzato e litigioso. Lavorava come insegnante di scuola quando fu incarcerato per aver picchiato qualcuno che ballava con la sua ragazza. Questo gli fece cambiare vita, tornò in seminario ed fu ordinato sacerdote nel 1909. Fino al 1914 fu professore di varie materie al seminario mentre dirigeva la cappellania dell'ospedale San José dell'orfanotrofio della luce. Nel 1914 fu nominato parroco della chiesa Amatitán durante la rivoluzione di Carranza. Qui una truppa al comando del tenente Vera lo trattenne e lo mandò al carcere di Escobedo da dove partirà poi presto. La sua carità per i poveri e gli operai gli fece organizzare e aiutare la corporazione dei calzolai, mestiere che esercitava insieme al padre. Difensore della santità del matrimonio, aiutò una giovane donna perseguitata dal colonnello Vera, il quale, già sposato, intendeva sposarla. Ciò portò a padre Galván l'inimicizia del luogotenente che, alla fine, divenne il suo carnefice.<br /> Quando padre Galván lo scoprì, cercò un compagno che lo aiutasse (padre Araiza) e andarono ad aiutare i caduti. Lungo la strada, un gruppo di soldati li arrestò e li condussero davanti al tenente Vera dove ordinò che fossero fucilati. Furono portati all'ospedale civile dove sparò solo a padre Galván, perché sebbene fosse stato rilasciato, l'ordine arrivò in ritardo. Le sue ultime parole furono rivolte ai soldati incaricati di sparargli: "Oggi andiamo a mangiare con Dio". Le sue spoglie sono conservate nella parrocchia di Nostra Signora del Rosario di Guadalajara. È stato canonizzato dal SS Giovanni Paolo II il 21 maggio 2000. MARTIROLOGIO ROMANO. A Guadalajara in Messico, san Davide Galván, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione messicana, avendo rivendicato la santità del matrimonio, fucilato dai soldati senza processo, ottenne la corona di gloria.

nome Beato Sebastiano Valfrè- titolo Sacerdote oratoriano- nascita 9 marzo 1629, Verduno, Cuneo-morte 30 gennaio 1710, Torino-ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 15 luglio 1834-Attributi Apostolo di Torino e del Piemonte- Il Beato Valfrè nacque a Verduno, il 9 marzo 1629. Dio lo suscitò ad accrescere la pleiade di quegli uomini benefici, che resero vivente ed operante la carità di Cristo nella cattolica Torino. Il Valfrè infatti sentì sviscerato amore pei poverelli fin dall'infanzia: e tal virtù dominò l'intera sua vita. Nel corso de' suoi studi si imponeva rigide privazioni per avere di che dare ai famelici. Fu per meglio esercitare cotesta nobile virtù, che si ascrisse alla Cong. dell'Oratorio, dove fu trovato degno del sacerdozio e già maturo per riordinare con prudente consiglio la disciplina dell'Istituto. Ebbe da Dio il dono della scrutazione dei cuori; perciò, avvicinati che avesse eretici e peccatori, attiravali al pentimento. Gli ospedali, le congregazioni, i monasteri furono le cure del paterno suo cuore, e dovunque recava la pace. Per oltre trent'anni predicò nella chiesa dell'Oratorio al popolo ogni domenica; e lo dica Torino quanto bene vi fece! Nell'anno 1673, essendo stato chiamato a confessore del giovine re Vittorio Amedeo, questi lo propose ad arcivescovo di Torino; ma l'umile servo di Dio ricusò, dicendo, che tal dignità non era per i suoi omeri. E tuttavia Valfrè era consultato da vescovi e dignitari su ardue materie. Mai egli si accingeva ad opera qualunque se prima non avesse invocato i lumi dello Spirito Santo. E le quante volte coloro lo visitavano lo trovavano genuflesso a piè del Crocifisso e dell'effige di Maria! La divozione alla Regina de' cieli spiccava in ogni parola, ne sapeva rifinire di spiegare al popolo le divine prerogative di Lei. Tutto carità e pietà pei viventi il Valfrè non lo era meno per le anime sante del Purgatorio, per le quali impegnava la pietà e la generosità dei fedeli. Di mezzo ad una vita così attiva trovò tempo di scrivere opere ascetiche e persino l'Arte di santificare la guerra. Coronò egli i suoi ottant'anni di vita con una morte sì edificante, che tutta Torino accorse a' suoi funerali: e mentre i fedeli offrivano preci parve che vedessero l'anima di lui benedetta trasferirsi dagli angeli in cielo. Il largo retaggio di opere sante, i miracoli operati mossero Gregorio XVI ad ascriverlo nell'albo dei beati; Torino gli eresse modesta Cappella e sotto i gloriosi auspici del Beato Valfrè la Gioventù cattolica Torinese fondò un Circolo che l'onora.<br /> MASSIMA. La carità è il balsamo di tutte le virtù. PREGHIERA. Il B. Sebastiano Valfrè così pregava: « Mio Dio e mio amore, se gli uomini Vi conoscessero quanto Vi amerebbero! Quale dolcezza, qual paradiso siete Voi ! » Indi volto alla Madonna continuava: « O Maria, dolce Madre del mio Dio, ricorrere a Voi è indirizzarsi alla tesoriera delle cose celesti. Deh adunque, divina soccorritrice, aiutatemi e ricevetemi sotto il vostro manto nel tempo e nella eternità. Così sia. » MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino, beato Sebastiano Valfré, sacerdote della Congregazione dell’Oratorio, che si dedicò con impegno all’assistenza dei poveri, degli infermi e dei carcerati e con la sua amicizia e la sua operosa carità condusse molti a Cristo.

nome Santa Batilde- titolo Regina dei Franchi- nascita VII Secolo, Britannia- morte VII Secolo, Chelles, Francia-ricorrenza 30 gennaio- Santa Batilde è rampollo d'illustre famiglia anglosassone, ma fu portata prigioniera, bambina ancora alla corte di Neustria. Crebbe nel timor di Dio, e Clodoveo II, ammirando le virtù di lei, l'innalzò a regina (649). Non salì però in superbia per la dignità sua, che anzi se ne servì per far risplendere le virtù rarissime che possedeva. Protesse i vescovi e i religiosi, soccorse i poveri come se fossero suoi figliuoli. S. Eligio fu il moderatore della di lei coscienza. Il re morì giovino, ma di morte esemplare, lasciando tre figli sotto la reggenza della sposa. Batilde riformò la corte, moderò l'ambizione dei grandi, diede la libertà agli schiavi ed operò la giustizia con tutti. Appena il figlio Clotario III raggiunse l'età voluta per regnare, Batilde compì il voto del suo cuore; si ritirò nel monastero di Chelles, da lei fondato e vi visse salendo di virtù in virtù fin che volò all'amplesso dei giusti l'anno 680. MARTIROLOGIO ROMANO. A Chelles vicino a Parigi in Francia, santa Batilde, regina: fondò cenobi sotto la regola di san Benedetto secondo il costume di Luxeuil; dopo la morte del marito Clodoveo II, assunse il governo del regno dei Franchi e, durante il regno del figlio, visse i suoi ultimi anni nell’assoluta osservanza della regola di vita monastica.

nome Beata Carmela Garcia Moyon-titolo Martire- nascita 13 settembre 1888, Nantes, Francia- morte 30 gennaio 1937, Torrent, Spagna- ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 11 marzo 2001 da papa Giovanni Paolo II-ordine religioso Suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia- Carmela nacque a Nantes, in Francia. Era la figlia di un padre spagnolo e di una madre francese, il padre era un carlista esiliato in Francia e decise di tornare in Spagna stabilendosi a Barcellona, ​​dove Carmela trascorse tutta la sua giovinezza. Credeva che la sua vocazione fosse la vita religiosa e per questo entrò nel noviziato delle Suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, emettendo i primi voti nel 1920, ma scoprì che questa non era la sua strada e lasciò la comunità. Si proponeva di essere una vera apostola secolare e insieme alla sua amica Asunción Fernández Roig, che era stata anche lei nello stesso convento, si trasferì a Manises. Si guadagnava da vivere come sarta e tutto il suo tempo libero era dedicato ai lavori apostolici. Intorno al 1928, entrambi le amiche si stabilirono nel Torrente e lavorarono alcune ore nel convento della Terziaria Cappuccina della Virgen de los Dolores, con la quale collaborarono apostolicamente. Era un catechista. Quando la sua amica si sposò, Carmela aprì un laboratorio di cucito dove svolse un ottimo lavoro apostolico tra i suoi studenti. Svolse anche numerose opere di carità, visitando i poveri ammalati. Quando nel convento fu creato il ramo femminile della Pía Unión de San Antonio, Carmela fu una delle prime a registrarsi e collaborare come catechista per le ragazze. Quando arrivò la rivoluzione del 1936, non esitò a esporsi per sostenere gli spiriti dei cattolici perseguitati. Portava l'Eucaristia nelle case e fungeva da collegamento tra sacerdoti e fedeli. Quando le Terziarie Cappuccine del convento del Torrente furono uccise, il loro spirito non si affievolì. Non si nascose e non nascose il suo status di cattolica. Fu arrestata e portata sulla strada di Montserrat e vicino al Barranc de les Canyes cercarono di violentarla, ma lei si difese dicendo che preferiva la morte. Poi fu inzuppata di benzina e trasformata in una torcia accesa, gridava applausi a Cristo Re, da una parte all'altra, non riuscendo a reprimere grida di dolore, mentre i miliziani la prendevano in giro, finché non morì così crudelmente MARTIROLOGIO ROMANO. Nel villaggio di Torrent in Spagna, beata Carmela García Moyón, martire: fervida insegnante di dottrina cristiana, durante la persecuzione religiosa, per la sua fede in Cristo fu violentata e bruciata mentre era ancora viva.

nome Sant'Adelelmo di Burgos- titolo Abate- nascita XI secolo, Francia- morte XI secolo, Burgos, Spagna- ricorrenza 30 gennaio- Adelelmo (in francese Aléaume) nacque in Francia e si diede alla carriera militare, seguendo poi l'ispirazione di recarsi in pellegrinaggio a Roma dove, influenzato dalla personalità di S. Roberto dí Turlande (17 apr.), abate del monastero di Chaise-Dicu in Alvcrnia, decise di farsi monaco. Dopo aver completato il suo pellegrinaggio tornò a Chaise-Dicu: qui prese l'abito benedettino e, successivamente, potrebbe essere stato eletto abate. La sua grande fama di santità spinse Costanza di Borgogna, moglie di Alfonso VI di Castiglia, a convincerlo a trasferirsi a Burgos, allora alla testa della riconquista della Spagna contro i saraceni. Alfonso costruì per lui un monastero e Adelelmo partecipò attivamente alle guerre di riconquista. Era anche l'epoca del grande eroe nazionale spagnolo Rodrigo de Vivar, soprannominato El Cid, autore delle imprese raccontate nel poema epico, morto nel 1097, La Vita di Adelelmo venne scritta poco dopo la sua morte da un monaco francese, Rodolfo, recatosi a Burgos appositamente. Egli attribuisce ad Adelelmo vari miracoli, compresa la guarigione della regina Edith, vedova di S. Edoardo il Confessore. Lesme, che non è altro che la traduzione spagnola di Adelelmo, è il patrono della diocesi di Burgos.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Burgos nella vecchia Castiglia in Spagna, sant’Adelelmo, abate, che trasformò la cappella e l’ospizio di San Giovanni in monastero.

nome Santa Aldegonda- titolo Vergine e martire- morte Maubeuge, Francia- ricorrenza 30 gennaio- Patrona di malati di tumore- Aldegonda era figlia di nobili e sorella di S. Valdetrude, sin da giovane Aldegonda desiderò ritirarsi per condurre vita monastica. Dapprima orientatasi verso il monastero di Meaux, sotto la guida spirimale dell'eremita Ghislano, in seguito ne fondò uno a Maubeuge, di cui fu badessa fino alla morte. Ivi fu anche sepolta. Le sue nipoti, Adeltrude e successivamente Madelberta, le succedettero nella guida della comunità di Maubeuge. Una Vita di Aldegonda, in parte romanzata, fu scritta nel sec. VIII, cui ne seguì un'altra nel sec. IX di Ubaldo di Saint-Amand. Ad Aldegonda vengono attribuite visioni mistiche che avrebbe poi descritto in un suo diario. Aveva grande fama di santità cd era invocata contro il cancro, la malattia di cui morì. MARTIROLOGIO ROMANO. A Maubeuge in Neustria, nell’odierna Francia, santa Aldegonda, badessa al tempo del re Dagoberto.

nome Beato Columba Giuseppe Marmion- titolo Abate- nome di battesimo Joseph-Aloysius Marmion- nascita 1 aprile 1858, Dublino, Irlanda-morte 30 gennaio 1923, Maredsous, Belgio- ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 3 settembre 2000 da papa Giovanni Paolo II- Joseph-Aloysius Marmion nacque a Dublino 1'1 aprile 1858. Entrò nel seminario diocesano di Dublino all'età di 16 anni e venne ordinato sacerdote il 16 giugno 1881. Sognava di essere monaco-missionario in Australia, ma rimase affascinato dall'atmosfera liturgica della "neonata" abbazia di Maredsous in Belgio. A metà novembre del 1886, ottiene dal vescovo il permesso di partire per farsi monaco; si stacca così volontariamente da una carriera ecclesiastica che si annunciava promettente. La professione solenne fu emessa il 10 febbraio 1891. Nominato a far parte del gruppetto di monaci che dovevano fondare l'abbazia del Mont-César a Lovanio, presto si vide affidato il ruolo di priore, accanto al padre abate de Kerchove. Venne eletto terzo abate di Maredsous il 28 settembre 1909. Si trovava a capo di una comunità di più di 100 monaci, con una scuola di Umanesimo, una scuola di Arti applicate, una grande fattoria e una fama consolidata nelle ricerche e negli studi sulle origini della fede, con la Revue Bénédictine in particolare, e con varie altre pubblicazioni. La grande prova dell'abate Marmion sarà la prima guerra mondiale. La sua decisione di mettere i giovani monaci al riparo in Irlanda, in modo che possano proseguire tranquillamente nella loro formazione, provocherà gravosi impegni, viaggi pericolosi, preoccupazioni e incomprensioni fra le due generazioni di una comunità scossa e divisa dalla guerra. Morì durante un'epidemia d'influenza, il 30 gennaio 1923 alle 10 di sera. Per tutta una generazione di sacerdoti, religiosi e religiose, Columba Marmion è stato un maestro di vita spirituale. Riportando i cattolici alle fonti bibliche e liturgiche della loro fede, li ha resi coscienti realmente della loro vita di figli di Dio, animati dallo Spirito, umili e semplici nel ricorrere alla misericordia e all'amore del Padre. È stato beatificato il 3 settembre 2000. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di San Benedetto a Maredsous sempre in Belgio, beato Columba (Giuseppe) Marmion: nato in Irlanda, ordinato sacerdote e divenuto poi abate nell’Ordine di San Benedetto, eccelse come padre del cenobio e guida di anime, per santità di vita, dottrina spirituale ed eloquenza.

nome San Teofilo il Giovane- titolo Soldato e martire- morte 30 gennaio 792, Cipro- ricorrenza 30 gennaio- Al tempo degli imperatori bizantini Costantino e Irene (712-797), Teofilo era, in quanto capo militare, preposto al comando del tema dei Cibyrrheoti. Durante un attacco della flotta araba contro Cipro, Teofilo fu fatto prigioniero e condotto alla presenza del califfo che cercò di ottenere la sua apostasia. Teofilo fu trattenuto per quattro anni in prigione, fin quando venne decapitato nel corso di una festa musulmana, cui il prigioniero non volle partecipare. La data del martirio sembra essere il 30 gennaio 792. MARTITOLOGIO ROMANO. Passione di san Teofilo, detto il Giovane, martire, che, a capo di una flotta cristiana, fu catturato dai nemici presso Cipro e condotto davanti ad ‘Arun capo supremo dei Saraceni e, non piegandosi né con doni né con minacce a rinnegare Cristo, fu trafitto con la spada.

nome Beato Bronislao Bonaventura Markiewicz- titolo Sacerdote e fondatore- nome di battesimo Bronisław Markiewicz- nascita 13 luglio 1842, Pruchnik, Polonia- morte 1912, Miejsce Piastowe, Polonia-ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 19 giugno 2005 da papa Benedetto XVI- Santuario principale<br /> Santuario di S. Michele Arcangelo e del B. Bronislaw Markiewicz di Miejsce Piastowe- Patrono di Suore di San Michele Arcangelo- Bronislao nacque a Pruchnik, in Polonia, in una famiglia borghese. Suo padre era un sindaco della città. Durante i suoi studi classici a Przemysl, sperimentò una certa vacillazione nella sua fede, dovuta in gran parte al clima fortemente antireligioso che regnava nella scuola. Riuscì, tuttavia, a superarlo ritrovando la pace interiore. Terminati gli studi nel 1863, entrò nel seminario maggiore di Przemysl. Fu ordinato sacerdote nel 1867. Dopo aver lavorato come vicario nella parrocchia di Harta e nella cattedrale di Przemysl, studiò pedagogia, filosofia e storia all'università di Leopoli e Cracovia, per servire meglio i giovani. Nel 1875 fu nominato parroco a Gac e nel 1877 a Blazowa. Nel 1882 fu nominato professore di teologia pastorale nel Seminario maggiore di Przemysl. Sentendosi chiamato alla vita religiosa, nel 1885, andò in Italia e si unì ai Salesiani dove incontrò San Giovanni Bosco dal quale ricevette i voti religiosi nel 1887. Si dedicò con zelo a tutti gli uffici che gli venivano inviati. A causa della sua vita austera e del clima, si ammalò di tubercolosi che lo portò sull'orlo della morte. Guarito dalla malattia, nel 1892 tornò in Polonia dove fu nominato parroco di Miejsce Piastowe. In questa città, dedita alla formazione dei giovani, aprì un Istituto per aiutarli nella loro formazione professionale e spirituale. Nel 1897 decise di fondare due nuove Congregazioni religiose basate sulla spiritualità salesiana chiamate San Michele Arcangelo, con un ramo femminile e uno maschile. Questo gli valse molti incontri con i suoi superiori salesiani che lo consideravano "un prete ribelle e disobbediente". Ha continuato il suo lavoro con la benedizione del suo vescovo, il beato Giuseppe Sebastiano Pelczar, data ai giovani orfani e abbandonati. Aprì una nuova casa a Pwlikowice, dove più di 400 orfani trovarono una casa e opportunità di formazione spirituale e professionale. La sua dedizione ai ragazzi, l'eroica abnegazione, consumò le sue forze e morì a Przemysl. È stato beatificato il 19 giugno 2005 dal card. Jozef Glemp a nome di Benedetto XVI. MARTIROLOGIO ROMANO. A Pawlikowice, Polonia, il Beato Bronislao Markiewicz, sacerdote, fondatore della Congregazione di San Michele Arcangelo.

nome Beato Sigismondo Pisarski- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Zygmunt Pisarski-nascita 24 aprile 1902, Krasnystaw, Polonia- morte 30 gennaio 1943, Gdeszyn, Polonia- ricorrenza 30 gennaio-Beatificazione 13 giugno 1999, Roma da papa Giovanni Paolo II- Nacque a Krasnystaw, in Ucraina. Nel 1921 entrò in seminario a Lublino. Fu ordinato sacerdote nel 1926. Dopo aver lavorato a Modliborzyce e Sol, fu mandato a Zamch per organizzare una parrocchia cattolica in mezzo a una popolazione a maggioranza ruteno-ortodossa. Dopo numerose difficoltà e accuse contro di lui, dovette essere trasferito. Dopo un breve soggiorno a Perespa, fu nominato parroco di Gdeszyn (Hmbieszów). Qui sarebbe stato 10 anni, in cui fu accreditato come zelante parroco e dedito al suo ministero. Era sobrio, austero, modesto, umile, aveva dominato il suo carattere forte e godeva della stima dei suoi parrocchiani. Il mese dopo la guerra, quando i tedeschi dominarono l'intero paese, la loro parrocchia fu confiscata e consegnata alla confessione ruteno-ortodossa. Trasformò una stanza della sua casa in una cappella e continuò a svolgere il suo ministero nel mezzo di un'atmosfera di terrore creata dai nazisti e dai nazionalisti ucraini. La polizia lo arrestò e fu sottoposto a un brutale interrogatorio per estorcere i nomi dei comunisti e di coloro che avevano conservato le chiavi della chiesa. Poiché si rifiutava di tradire qualcuno, fu portato fuori dalla città dove fu colpito. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato martire il 13 giugno 1999, insieme ad altri martiri di origine polacca vittime del nazismo. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Gdeszyn in Polonia, beato Sigismondo Pisarski, sacerdote e martire, che durante la guerra, per non avere accettato di rinnegare la fede davanti ai persecutori, fu fucilato presso la parrocchia del luogo.

nome San Muziano Maria Wiaux- titolo Religioso- nome di battesimo Louis-Joseph Wiaux- nascita 20 marzo 1841, Mellet, Belgio-morte 30 gennaio 1917, Malonne, Belgio- ricorrenza 30 gennaio- Beatificazione 30 ottobre 1977 da papa Paolo VI- Canonizzazione 10 dicembre 1989 da papa Giovanni Paolo II- Muziano Maria Viaux nacque a Mellet nel Belgio il 1841. Al secolo Luigi Giuseppe, all'età di quindici anni, nel 1856, entrò come novizio nella Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Iniziò subito l'attività di educatore nelle scuole del suo ordine di Chimay e Bruxelles. Nel 1859 alla morte fu nel collegio di Malonne dove però non venne ritenuto adatto all'insegnamento e dovette sobbarcarsi le mansioni più modeste. Umile e servizievole, volle insegnare il catechismo ai giovinetti delle famiglie povere del paese. Si distinse anche per la sua devozione e per la preghiera che praticava ininterrottamente. Salì al cielo nel 1917. È stato beatificato da Paolo VI il 30 ottobre 1977 ed è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 10 dicembre 1989. MARTIROLOGIO ROMANO. A Malonne in Belgio, san Muziano Maria (Luigi) Wiaux, fratello delle Scuole Cristiane, che con somma costanza e assidua sollecitudine dedicò quasi tutta la vita all’educazione dei giovani.

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2 commenti

@Raining

un anno fa

Thanks

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