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I santi di oggi 20 aprile:
nome Santa Sara di Antiochia- titolo Martire- nascita III Secolo, Antiochia, Turchia- morte 20 aprile 305, Antiochia, Turchia- ricorrenza 20 aprile- Attributi
palma del martirio- Il Sinassario Alessandrino è l'unico documento a portare testimonianza scritta di Santa Sara vissuta fra il III ed il IV secolo, ponendo il giorno commemorativo della sua "rinascita al cielo" (dies natalis) il 20 aprile. Figlia di una famiglia benestante, andò in sposa ad un alto ufficiale impegnato nelle persecuzioni avviate da Diocleziano. Preferì non fare battezzare in città i figli, decidendo di farlo ad Alessandria d'Egitto, dove viveva una prosperosa comunità di cristiani che non erano ancora stati eccessivamente vessati dalle persecuzioni. Durante il viaggio, avversato da una tempesta che faceva presagire un naufragio, Sara si incise il petto con un coltello e con il sangue segnò con un segno di croce la fronte dei due bambini, poi li immerse per tre volte nell'acqua del mare, invocando la Santissima Trinità, secondo il rito battesimale. La tempesta passò e la nave giunse al porto di Alessandria d'Egitto, qui Sara si presentò dal prete Pietro per fare battezzare i figli. Giunto il momento di ricevere il battesimo, però, avvenne un fatto inspiegabile: ogni volta che Sara si avvicinava per far battezzare i figli, l'acqua del battistero si congelava all'istante. Sara domandò spiegazioni al prete, il quale, saputo del battesimo somministrato in un momento di grande pericolo, la rassicurò della validità del sacramento da lei impartito ai figli. Sara fece ritorno ad Antiochia con i figli. Giunta a casa raccontò il fatto al marito Socrate sperando nella sua conversione, ma l'ufficiale fece rapporto al suo comandante Diocleziano. Questi fece convocare Sara e la inquisì con asprezza, ella spaventata si chiuse in un totale mutismo. Irritato per il comportamento tenuto dalla donna, la condannò al rogo con i suoi due figli.
nome Sant'Agnese di Montepulciano- titolo Vergine- nascita 1268 circa, Gracciano, Siena- morte 20 aprile 1317, Montepulciano- ricorrenza 20 aprile- Canonizzazione 10 dicembre 1726 da papa Benedetto XIII- Santuario principale Chiesa di Sant'Agnese- Attributi agnello, giglio, abito monacale, bambino Gesù tra le braccia- Il nome di Agnese, Agnes, «deriva esattamente da Agnus, dice il beato Raimondo da Capua, che scrisse la vita della Santa, e noi troveremo che, tranne una vocale, tutte le lettere di quei due nomi sono identiche. Perciò, che cosa significa per noi il nome di Agnese, se non "agnella"? E che cosa significa agnella, se non "sposa dell'Agnello"?». Nella storia della santità, moltissime sono le agnelle spose dell'Agnello; candide, miti, mansuete, pure. E molte hanno anche nel nome il richiamo dell'innocenza dell'Agnello. Infatti, oltre a due Beate (Agnese di Boemia e Agnese di Baviera) quattro Sante hanno il candido nome di Agnese. La prima Agnese è quella giovinetta, martirizzata a Roma ai tempi dell'Imperatore Diocleziano, verso il 304. Il suo nome luminoso si trova scritto nel Cànone della Messa. La seconda, discepola di Santa Radegonda e amica del Santo poeta Venanzio Fortunato, morì abbadessa di un monastero, a Poitiers, nel 589. La terza, d'Assisi, venne condotta per mano dalla sorella Chiara, dietro le orme leggere e sanguinose di San Francesco. Morì nel 1253, e riposa nella basilica della sorella maggiore, ad Assisi. La quarta era nata nel borgo di Gracciano Vecchio, in riva al Trasimeno, nel 1274. Misteriose luci illuminarono la culla di colei che doveva essere una delle più dolci glorie dell'Ordine domenicano. Aveva nove anni, quando intraprese un pellegrinaggio a Montepulciano, ma, avvicinandosi alla città, uno stormo di corvi si gettarono su di lei, cercando di beccarla negli occhi. Evidentemente, le forze del male temevano ch'ella si stabilisse, come poi avvenne, a Montepulciano dove in seguito fondò un monastero, proprio nel luogo dove era stata assalita dai corvi. Fu come una rondine, bianca e nera, nell'abito domenicano, che fece il suo nido miracoloso in mezzo ai corvi del peccato e del vizio. A Chianciano, dove i superiori le imposero di curarsi, provocò lo sbocco d'una nuova fonte d'acqua salubre, che anche oggi si chiama di Santa Agnese. Questo miracolo doveva però servire per la salute degli altri, non per la sua, poiché la devota domenicana ritornò a Montepulciano più malata di prima. Morì nella notte del 20 aprile 1317. A quell'ora i bambini di Montepulciano si risvegliarono gridando ai genitori stupefatti: «Suor Agnese è morta; Suor Agnese è santa». La mattina dopo, tutta la città accorse nella chiesa del convento. Vi trovarono la salma di Agnese, che spandeva un grato odore di violette. Sessantatré anni dopo, un'altra grande Santa domenicana, Caterina da Siena, volle venerare il corpo di Agnese e baciarle il piede destro. Ma mentre la Santa di Siena si chinava sulla cassa, il piede della Santa di Montepulciano si sollevò, restando in quella posizione inclinata. E i miracoli continuarono a fiorire attorno alla sua tomba, più numerosi delle violette che sbocciano, in aprile, nei dintorni di Montepulciano. MARTIROLOGIO ROMANO. A Montepulciano, in Toscana, sant'Agnése Vergine, dell'Ordine di san Doménico, illustre per miracoli.
nome San Marcellino d'Embrun- titolo Vescovo- nascita IV secolo, Africa- morte 374, Embrun- ricorrenza 20 aprile- Nacque S. Marcellino nell'Africa da genitori cattolici ricchi di beni e di virtù. Fin da bambino fu istruito nella religione cristiana. Amava la vita ritirata, bramando più la conversazione col suo Gesù, del quale aveva conosciuto la predilezione verso i pargoli, che non le parole vane degli uomini. Era forse ventenne, quando di comune accordo Con due suoi compagni, Vincenzo e Donnino, si ritirò in una grotta, lungi dai rumori e dalle distrazioni mondane, e quivi nella meditazione delle divine verità e nell'esercizio della penitenza, trascorsero vario tempo consolati dalle interiori dolcezze che Gesù suol dare a coloro che Io amano. Desiderando far conoscere Gesù e il suo Vangelo alle genti che ancora erano nelle tenebre, Marcellino passò nelle Gallie e gli altri due lo seguirono. Predicarono il Vangelo nei paesi presso le Alpi con abbondanti conversioni. Più tardi il nostro Santo venne ad Embrum ove si costruì un oratorio per recarvisi la notte a fare orazione, mentre durante il giorno si dedicava alla predicazione del Vangelo. Ed i suoi esempi ed i suoi discorsi, avvalorati dalla grazia, condussero a Dio gran numero di idolatri. Tutta Embrum in breve fu da Marcellino conquistata alla religione cristiana, per la qual cosa egli pregò S. Eusebio di Vercelli di consacrare il suo Oratorio, perchè servisse da chiesa; cosa che gli fu ben volentieri accordata. Era tanto il bene che il Santo aveva operato, che fu necessario eleggere un vescovo che governasse quel popolo. La scelta non poteva essere migliore e più opportuna: fu infatti Marcellino stesso ad essere consacrato vescovo di Embrum e primo pastore di quella Chiesa. Ardendo di nuovo zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, si adoperò in tutto per far fiorire la pietà e con essa alimentare in ognuno la virtù. Non potendo portarsi in tutti i luoghi della sua diocesi come avrebbe desiderato, vi mandava i suoi coadiutori Vincenzo e Donnino. Frequenti se non continue, erano le sue missioni che riuscivano efficaci specialmente per i numerosi e strepitosi miracoli che vi operava. Nel tempo stesso che Marcellino si dedicava alla salvezza delle anime, non trascurava la sua, ma sempre più la rendeva bella e grata. a Dio colla meditazione, colla preghiera e colla penitenza. Dio lo chiamò al premio l'anno 374. La sua tomba, per i miracoli, divenne celebre nel Delfinato, nella Provenza e nella Savoia. Poi il suo corpo fu trasportato nella città di Digne ove riposano pure i corpi dei suoi santi compagni Vincenzo e Donnino. Quel sepolcro, ancora oggi, è una fonte inesauribile di grazie e favori. PRATICA. Aiutiamo quanto più ci è possibile le Missioni, con offerte, sacrifici e preghiere. PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno, che ti degnasti elargire tanti favori Celesti al Beato Marcellino del quale oggi celebriamo il giorno suo natalizio, deh! te ne preghiamo, concedi a noi pure tutte le grazie che a nome suo ti chiediamo, e fa' che per la sua intercessione possiamo con lui esser felici per sempre. MARTIROLOGIO ROMANO. A Embrun nella Francia meridionale, san Marcellino, primo vescovo di questa città, che, giunto dall’Africa, convertì alla fede di Cristo molti abitanti della regione delle Alpi Marittime e fu ordinato da sant’Eusebio da Vercelli vescovo di questa sede.
nome Beata Chiara Bosatta- titolo Vergine, religiosa delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza- nome di battesimo Dina Bosatta- nascita 27 maggio 1858, Pianello Lario, Como- morte 20 aprile 1887, Pianello- ricorrenza 20 aprile- Beatificazione Papa Giovanni Paolo II, domenica 21 aprile 1991- Santuario principale Santuario Sacro Cuore di Como- Attributi Martire della carità (attributo conferito da Papa Giovanni Paolo II nell'omelia di beatificazione)- Patrona di Guanelliani- Chiara era una giovane che aspirava a una vita di preghiera e di contemplazione. Si trovò, invece, immersa nella fervida opera educativa e sociale promossa dal movimento cattolico nella seconda metà dell'Ottocento. Incontrò ed ebbe come guida spirituale san Luigi Guanella, il quale la comprese nella sua aspirazione. Insieme i due diedero avvio a un'opera originale nella quale la contemplazione della paternità di Dio si traduce in servizio verso i più poveri e abbandonati. Dina Bosatta nacque a Pianello Lario (Corno) nel 1858. Rimasta orfana di padre, venne presto avviata al lavoro in filanda. La sorella maggiore Martellina convinse i parenti della necessità di garantirle una formazione. A tredici anni, dunque, Dina poté aggiungere l'istituto delle Canossiane di Gravedona, dove trascorse sei anni. Chiese poi l'ammissione alle Canossiane le quali, però, non la ritennero adatta al loro genere di vita. Ritornata in famiglia, aderì alla Pia Unione delle Orsoline, un gruppo di ragazze che si prendevano cura degli anziani e dei ragazzi della parrocchia. Emise i voti nel 1878, ricevendo il nome di suor Chiara. Il nuovo parroco, don Luigi Guanella, favorì la trasformazione della pia unione in Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, la cui sede principale venne stabilita a Como. Con l'amabilità che le derivava dalla contemplazione della bontà di Dio, suor Chiara divenne il centro di irradiazione della nuova fondazione, capace di attrarre e guidare le su ore, le postulanti, gli ospiti. Morì ancora giovane nel 1887. Esempio di felice collaborazione in vita, san Luigi Guanella e la beata Chiara Bosatta sono ora venerati insieme nel santuario del Sacro Cuore a Como. MARTIROLOGIO ROMANO. A Pianello sul lago di Como, beata Chiara (Dina) Bosatta, vergine, che, con l’aiuto del beato Luigi Guanella, fondò la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
nome Sant'Aniceto- titolo 11º papa della Chiesa cattolica- nascita Emesa, Siria- Elezione 155- Fine pontificato 166- morte 166 circa, Roma- ricorrenza 20 aprile- Aniceto fu papa circa dal 155 al 166. Il Liber Pontificalis riporta che nacque a Emesa in Siria, ma poche sono le notizie, che riguardano lui o il suo pontificato, delle quali si possa essere certi. Prese parte alle controversie sullo gnosticismo e incontrò quasi certamente S. Egesippo (7 apr.), erudito autore di scritti antignostici. Fu anche coinvolto nei dibattiti sulla data della Pasqua, di cui discusse con S. Policarpo (23 fcb.), vescovo di Smirne, che era andato a Roma per cercare di dirimere una serie di dispute che si risolsero amichevolmente ma senza accordo sulla data. Il Liber Pontificalis attribuisce ad Aniceto vari decreti disciplinari, di cui però la sua reale paternità è dubbia. Fu probabilmente responsabile della costruzione dell'edicola di S. Pietro (29 giu.) sul colle Vaticano, attribuita tradizionalmente a papa Anacleto. È stato sempre considerato un martire e risulta avere sofferto durante la persecuzione di Antonino Pio, ma non vi sono prove storiche a sostegno. B.T. N. sostiene che «se non altro ottenne il titolo di martire per le sofferenze e le prove che dovette sopportare». MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, sant’Aniceto papa, della cui fraternità godette l’insigne ospite san Policarpo, quando venne per discutere insieme con lui la determinazione della data della Pasqua.
nome Sant'Anastasio di Antiochia- titolo Vescovo e martire- nascita VI secolo, Antiochia di Siria- Nominato patriarca<br /> 599- morte 609 circa, Antiochia di Siria- ricorrenza 20 aprile- Incarichi ricoperti Patriarca di Antiochia- Il patriarca Anastasio I di Antiochia (21 apr.) si oppose ai princìpi politico-teologici dell'imperatore Giustiniano e fu esiliato dal suo patriarcato per ventitré anni, riprendendo le sue funzioni nel 596. Morì tre anni dopo e gli succedette Anastasio II, monaco proveniente dal monastero del monte Sinai. Il nuovo patriarca era ansioso di stabilire buone relazioni con Roma e inviò congiuntamente una professione di fede e una nota della sua elezione a papa Gregorio Magno (3 set.). Nella sua risposta, Gregorio approvò l'ortodossia di Anastasio e lo esortò a purificare la Chiesa di Antiochia dalla simonia. Anastasio fu responsabile della traduzione in greco della Regola Pastorale di Gregorio, sebbene secondo alcune fonti ciò fu fatto dal suo predecessore e i due patriarchi sono erroneamente identificati. Nel 609 gli ebrei di Siria si sollevarono, allarmati dalle conversioni forzate dall'imperatore Foca. Il patriarca fu una delle loro vittime. Fu trattato duramente e messo a morte; il suo corpo fu mutilato prima di essere bruciato. La rivolta fu sedata con severità e ingiustizia non meno criminale. Anastasio è considerato un martire e il suo nome è stato inserito nel Martirologio Romano, sebbene in Oriente non sia soggetto a culto. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant’Anastasio, vescovo e martire, che, sotto l’impero di Foca, fu crudelmente ucciso da sicari.
nome Beato Simone da Todi- titolo Sacerdote dell'Ordine di Sant'Agostino- nome di battesimo Simone Rinalducci- nascita fine del XIII secolo, Todi, Umbria- morte 1322, Bologna- ricorrenza 20 aprile- Beatificazione 1833 da papa Gregorio XVI- Simone Rinalducci era nato a Todi, in Umbria; nel 1280 si unì agli agostiniani e divenne un famoso predicatore. Servì come priore in varie case dell'ordine e come provinciale per l'Umbria, ma poi dovette lasciare il suo incarico perché sospettato di fatti gravi; le accuse vennero mosse contro di lui durante un capitolo generale al quale non partecipò. Invece di provare a chiarire la sua innocenza, risulta che decise di soffrire in silenzio poiché un'inchiesta ufficiale avrebbe causato scandalo e diviso l'ordine. Morì a Bologna nel 1322 e la tomba divenne famosa per le molte guarigioni attribuite alla sua intercessione. Il culto fu approvato nel 1833. MARTIROLOGIO ROMANO. A Bologna, beato Simone Rinalducci da Todi, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che istruì i giovani studenti e il popolo di Dio con la parola della dottrina e con l’esempio di vita.
nome Beato Francesco Page- titolo Gesuita, martire- nome di battesimo Francesco Page- nascita 1575 circa, Anversa, Belgio- morte 20 aprile 1602, Londra, Inghilterra- ricorrenza 20 aprile- Francesco Page nacque ad Antwerp ma nel suo processo fu riportato che proveniva da Harrow-on-the-Hill nel Middlesex c che quindi era probabilmente collegato al B. Antonio Page. Fu cresciuto come protestante e lavorò come impiegato presso uno studio legale di Londra, dove si innamorò della figlia cattolica del suo datore di lavoro. Lei lo presentò a Giovanni Gerard SJ, all'epoca in prigione, e Francesco ne divenne amico. Mosso dall'insegnamento e dall'esempio di Giovanni, Francesco decise di diventare cattolico e sacerdote. Le sue visite alla Torre di Londra a padre Giovanni condussero al suo arresto, ma egli riuscì a comprarsi il rilascio e recarsi a Douai, sotto lo pseudonimo di Giovanni Hickman. Dopo l'ordinazione ad Arras nell'aprile 1600 venne inviato in Inghilterra dove fu catturato alcuni mesi più tardi, mentre celebrava la Messa a casa di S. Anna Line (27 feb.), da quest'ultima messa a disposizione di Giovanni Gerard e altri sacerdoti. Francesco scappò ma fu tradito l'anno seguente da una cattolica apostata che tradì i sacerdoti per denaro. Accusato di essere un prete cattolico e di avere celebrato la Messa in Inghilterra, fu condannato a morte e impiccato, sventrato e squartato a Tyburn il 20 aprile 1602, assieme a Roberto Watkinson e Tommaso Tichburn. Sul patibolo dichiarò di essere desideroso di morire per una buona causa «e cioè per la sua fede e il sacerdozio e per aiutare e assistere attraverso le sue funzioni sacerdotali le anime del prossimo» (Challoner). Mentre era carcerato nella prigione di Newgate, fu accettato nei gesuiti. Roberto Watkinson e Francesco Page furono entrambi beatificati nel 1929. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra sempre in Inghilterra, beati Francesco Page, della Compagnia di Gesù, e Roberto Watkinson, sacerdoti e martiri, che per il loro sacerdozio, per uno dei quali iniziato da appena un mese, furono costretti, sotto la regina Elisabetta I, a salire insieme sul patibolo di Tyburn.