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Diocesi di Sulmona-Valva
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Diocesi di Sulmona-Valva- Dioecesis Sulmonensis-Valvensis- Chiesa latina- Suffraganea dell'arcidiocesi dell'Aquila- Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise- Vescovo Michele Fusco- Vicario generale Maurizio Nannarone- Vescovi emeriti Giuseppe Di Falco- Presbiteri 57, di cui 41 secolari e 16 regolari (1.383 battezzati per presbitero)- Religiosi 19 uomini, 82 donne- Diaconi 8 permanenti- Abitanti 79.681- Battezzati 78.842 (98,9% del totale)- Stato Italia- Superficie 1.815 km²- Parrocchie 76 (5 vicariati)- Erezione V secolo (Sulmona), V secolo (Valva), in plena unione dal 30 settembre 1986- Rito cattolico romano- Cattedrale San Panfilo- Concattedrale San Pelino- Santi patroni San Panfilo di Sulmona, San Pelino di Brindisi. La diocesi di Sulmona-Valva (in latino Dioecesis Sulmonensis-Valvensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi dell'Aquila appartenente alla regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. Nel 2022 contava 78.842 battezzati su 79.681 abitanti. È retta dal vescovo Michele Fusco. Le città di Sulmona e Valva (l'antica Corfinium, capitale dei popoli italici durante la guerra sociale, oggi Corfinio) risultano essere sedi vescovili almeno a partire dalla fine del V secolo. La tradizione attribuisce la fondazione della diocesi di Valva a san Feliciano, martire a Foligno nel 249. Due vescovi distinti, Geronzio di Valva e Palladio di Sulmona, sono menzionati sul finire del V secolo, il primo documentato nell'epistolario di papa Gelasio I (492-496), il secondo noto per la sua partecipazione al concilio romano indetto da papa Simmaco nel 499. A partire dal VII secolo le due diocesi si trovano unite, con un unico vescovo a reggere entrambe le sedi. Questa unione fu sancita ufficialmente da bolla di papa Leone IX al vescovo Domenico, che fu riconosciuto titolare sia della sede di San Pelino (Valva) che di quella di San Panfilo (Sulmona). Con la stessa bolla il pontefice determinò i confini delle due diocesi, che d'ora in avanti dovevano avere un solo vescovo, eletto dai due capitoli. Nella prima metà del XVII secolo si riaccese l'antica disputa tra Valva e Sulmona; la causa fu portata a Roma prima davanti alla Congregazione del concilio e poi alla Sacra Rota che nel 1628 si decise a favore della parità di diritti di Sulmona e Valva, istituendo la doppia denominazione di "diocesi di Valva e Sulmona". Le tensioni fra i due capitoli fu una delle cause per cui furono celebrati pochi sinodi per l'attuazione dei decreti riformatori del concilio di Trento; infatti la scelta di una sede per la celebrazione del sinodo portava inevitabilmente alla reazione dell'altra sede episcopale che era stata esclusa. Si conoscono solo sei sinodi diocesani celebrati nel 1572, 1590, 1603, 1620, 1629 e 1715 e per trovarne uno celebrato in epoca moderna bisogna arrivare al 1929, con il sinodo celebrato dal vescovo Nicola Jezzoni. Agli inizi dell'Ottocento la diocesi visse un periodo assai lungo di sede vacante, dal 1799 al 1818, e la diocesi rischiò di venir soppressa. Svanita questa possibilità, la diocesi vide ampliato il proprio territorio con l'annessione nel 1818 di alcuni feudi che dipendevano dalla soppressa abbazia celestina di Santo Spirito al Morrone, tra cui Pratola e San Benedetto in Perillis. Nel 1824 fu aperto a Sulmona il seminario diocesano ad opera del vescovo Felice Tiberi, che andò a sostituire quello che era stato fondato a Pentima (oggi Corfinio) nel XVIII secolo, ma che funzionò per pochi anni. Dopo il concilio Vaticano II, con la bolla Cum cognitum del 15 agosto 1972, papa Paolo VI dispose che le diocesi di Valva e Sulmona, fino a quel momento immediatamente soggette alla Santa Sede, fossero suffraganee dell'arcidiocesi dell'Aquila, contestualmente elevata al rango di sede metropolitana. Con il decreto Instantibus votis del 30 settembre 1986 la Congregazione per i Vescovi stabilì la plena unione delle diocesi di Valva e Sulmona nella nuova circoscrizione ecclesiastica di Sulmona-Valva. Il 4 luglio 2010 la diocesi ha ospitato papa Benedetto XVI, in visita pastorale a Sulmona. Il territorio diocesano comprende 49 comuni abruzzesi: 43 in provincia dell'Aquila (valle Peligna): Alfedena, Anversa degli Abruzzi, Ateleta, Barrea, Bugnara, Calascio, Campo di Giove, Cansano, Capestrano, Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Castel di Ieri, Castel di Sangro, Castelvecchio Calvisio, Castelvecchio Subequo, Civitella Alfedena, Cocullo, Corfinio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Introdacqua, Molina Aterno, Ofena, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Prezza, Raiano, Rivisondoli, Rocca Pia, Roccacasale, Roccaraso, San Benedetto in Perillis, Santo Stefano di Sessanio, Scanno, Scontrone, Secinaro, Sulmona, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, Villalago, Villetta Barrea e Vittorito; 4 in provincia di Chieti: Gamberale, Palena, Pizzoferrato e Quadri; 2 in provincia di Pescara: Popoli Terme e Bussi sul Tirino. Sede vescovile è la città di Sulmona, dove si trova la cattedrale di San Panfilo; a Corfinio si trova la concattedrale di San Pelino. Nel centro storico di Pescocostanzo sorge la basilica minore di Santa Maria del Colle.
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Religione cattolica di rito romano- Titolare San Panfilo Vescovo di Sulmona- Diocesi Sulmona-Valva- Stile architettonico romanico (cripta), gotico (portale) barocco (interno)- Inizio costruzione XII secolo- Completamento XVIII secolo. La cattedrale di San Panfilo è il principale luogo di culto cattolico della città di Sulmona, in provincia dell'Aquila e diocesi di Sulmona-Valva; È stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. Si presenta oggi come il risultato di una serie di stratificazioni architettoniche sovrappostesi nei secoli a partire dall'originaria edificazione (secondo la tradizione) su un tempio di età romana. costruzione, fuori le mura della Città, avvenne nell'VIII secolo o in quello successivo (se è vera la notizia che fu fatta erigere dall'Imperatore Ludovico II come riportato nel Chronicon Casauriense), per ospitare il corpo del vescovo Panfilo, che fu traslato, secondo leggende locali, dalla vicina Corfinio. In origine dedicata a Santa Maria, subì una serie di trasformazioni già nel XII secolo e in tale epoca fu dedicata al santo patrono di Sulmona, san Panfilo appunto. La chiesa fu danneggiata una prima volta in maniera grave nel terremoto del 1456. Colpita e gravemente danneggiata in seguito al terremoto del 1706, fu ricostruita con forme barocche, in parte ancor oggi visibili, nonostante i recenti restauri. Nel sisma crollarono le sagrestie e subirono danni il campanile a torre, e l'adiacente palazzo vescovile, non più ricostruiti. I lavori di ripristino interessarono la parte alta dell'edificio, con le volte delle tre navate e l'elegante apparato decorativo di stucchi e dipinti in stile barocco. Di originale si conservò l'impianto planimetrico, la parte bassa della facciata e la cripta gotica. Nel 1818 è stata elevata da papa Pio VII al rango di basilica minore. La facciata si presenta dotata di una cornice di stile gotico nella parte inferiore, continuazione, lungo il fianco destro, del portale ogivale, quest'ultimo affiancato da colonne che reggono le edicole in cui alloggiano le statue di san Panfilo e san Pelino (opere di Nicola Salvitti, 1391). Di Leonardo da Teramo è invece l'affresco della fine del Trecento posto nella lunetta. L'accesso alla sagrestia è garantito da un piccolo portale laterale di epoca seicentesca, mentre il portale posto sul lato sinistro, dotato di belle iscrizioni a caratteri longobardi e un frammento di lapide romana, e le tre absidi segnate da motivi antropomorfi, sono invece chiaramente romaniche. Al centro della decorazione fa bella mostra di sé l'emistichio di Ovidio, celebre quanto importante per la città peligna che diede i natali al poeta: Sulmo mihi patria est. La chiesa è a pianta basilicale, conservatasi immutata, nonostante i numerosi rimaneggiamenti che il tempio ha subito nei secoli; le tre navate sono scandite da colonne romaniche. Due monumenti funebri, uno del vescovo Bartolomeo De Petrinis (1422 e l'altro probabilmente della sorella dell'alto prelato, sono visibili al muro della controfacciata. Alle spalle dei mausolei funebri si trovano due affreschi del Quattrocento, una Crocifissione e il Redentore tra due santi. L'organo posto sotto l'ingresso è del XVIII secolo e si presenta con fattura di legno dorato. La volta della navata principale è affrescata con Storie della vita di san Panfilo e san Pietro Celestino, opere su tempera di Amedeo Tedeschi (1906); il presbiterio immette verso un coro in legno del 1751, opera di Ferdinando Mosca ed un altare maggiore policromo di marmo del XVIII secolo. Nelle navate laterali sono da segnalare gli altari marmorei e il fonte battesimale di scuola napoletana (1757) e un Crocifisso del XIV secolo; nella cappella sulla destra del presbiterio, bella scultura in legno con l'Estasi di santa Teresa di Giacomo Colombo del 1707. La cripta, la parte più antica della chiesa, costituita dalle tre absidi semicircolari, risalente al restauro del vescovo Trasmondo. Le tre file di colonne sono poste a distanza irregolare e non sono allineate perfettamente, per cui la quadrature delle volte a crociera risulta irregolare. Ai piedi della gradinata centrale si trova la Cappella del Santo, con l'altare in pietra locale intarsiata di marmi policromi, eretta nel 1662 per ringraziare il santo dal miracolo contro la peste del 1656. Lungo le pareti laterali si trovano file di scanni lignei, appartenenti al coro cinquecentesco voluto da Bartolomeo Balcone, restaurato dopo il terremoto del 1706. In un ambiente attiguo si apre una sala dedicata a Celestino V, con la conservazione di alcune reliquie del santo e cimeli: una parte del cuore, in teca, indumenti e paramenti sacri, un busto, un Crocifisso ligneo proveniente dall'eremo di Sant'Onofrio al Morrone, alcuni documenti redatti di suo pugno e un cilicio penitenziale.
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Mons. Michele Fusco- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Sulmona-Valva- Incarichi attuali Vescovo di Sulmona-Valva (dal 2017)- Nato 6 dicembre 1963 (61 anni) a Piano di Sorrento- Ordinato presbitero 25 giugno 1988 dall'arcivescovo Ferdinando Palatucci- Nominato vescovo 30 novembre 2017 da papa Francesco- Consacrato vescovo 4 gennaio 2018 dal cardinale Crescenzio Sepe. Blasonatura dello stemma: Campo di cielo, alla croce di sant'Andrea d'oro, caricata di una stella (7) d'azzurro all'incrocio dei bracci e accantonata nel 1º alla torre merlata di cinque pezzi d'argento, aperta e finestrata del campo, nel 2º alla colomba volante del quarto recante nel becco un rametto d'ulivo di verde, nel 3º alla croce d'Amalfi d'argento, nel 4º a tre monti del quinto uscenti dalla punta. Scudo sannitico, croce astile e galero tipici da vescovo. Il motto prescelto è Pax vobis. Descrizione: in questo caso si è scelto uno scudo di foggia sannitica, classico e frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica e una croce trifogliata in oro, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano le Cinque Piaghe di Cristo. Il motto è costituito dalla traduzione latina, dall’ebraico, delle prime parole che Gesù Risorto, apparendo nel cenacolo in mezzo ai dodici il giorno di Pasqua, rivolge agli Apostoli: shalom, pace e tale parola è anche il saluto proclamato dal Vescovo ogni volta che incontra una comunità, all’inizio della liturgia. La Chiesa è vera se sperimenta nuovamente la presenza del Risorto in mezzo alla comunità e accoglie la sua Parola. La presenza della colomba con nel becco un ramoscello di ulivo richiama il motto e ricorda che Gesù, dopo aver detto: “Pace a voi !”, aggiunge: “Ricevete lo Spirito Santo” e la colomba richiama lo Spirito che opera nella Chiesa. Lo stemma è inquartato da una croce decussata o di Sant’Andrea e identifica il martirio del Santo le cui spoglie sono nella cripta della Cattedrale di Amalfi. La stella a sette punte ci ricorda Maria, venerata a Positano, verso cui Mons. Michele nutre una profonda devozione.<br /> La torre che sorge dal mare è il simbolo di Positano, le tre montagne riportano al Monte Sant’Angelo, montagna a tre pizzi che sovrasta Positano la cui cima più alta è San Michele. Inoltre, questo simbolo richiama lo stemma di Mons. Spina per essere in continuità con lui, alle montagne di Sulmona e alla Santissima Trinità. La croce di Amalfi a otto punte, scelta da Fra Gerardo Sasso come logo dei Cavalieri di Malta, simboleggia le otto beatitudini, programma evangelico di ogni cristiano.