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I santi di oggi 24 agosto:
nome San Bartolomeo- titolo Apostolo- nascita I sec, Cana, Galilea- morte I sec, Albanopolis, Caucasia- ricorrenza 24 agosto- Santuario principale Basilica di San Bartolomeo- Attributi coltello, pelle e libro- Patrono di Cristianesimo in Armenia, Arcidiocesi di Benevento, Arcidiocesi di Campobasso-Boiano, Diocesi di Patti, Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Isole Eolie, Pellare, Anghiari, Arsoli, Avezzano, Capezzano, Carpineto della Nora, Masi, Armenia, Barberino Val d'Elsa, Fiumalbo, Bannio Anzino, Barcola, Benevento, Bojano, Bornato, Brugherio, Busseto, Canale Monterano, Caprezzo, Capriana, Caramagna Ligure, Caresana, Cassano Irpino, Cassolnovo, Castenedolo, Carpenedolo, Orzinuovi, Civitella in Val di Chiana, Chiarano, Collodi, Corbara, Cunico, Cutigliano, Fontechiari, Formigine, Gaggio, Gallio, Geraci Siculo, Giarratana, Greci, Lipari, Giffone, Andrate di Fino Mornasco, Molazzana, Morrovalle, Ossi, Pavullo nel Frignano, Petruro Irpino, Ronciglione, Sala Comacina, Salzano, San Bartolomeo in Galdo, San Bartolomeo al Mare, San Bartolomeo Val Cavargna, Loggio di Valsolda, San Giuliano Terme, Tescaroli, Trino, Tufino, Vairano Patenora, Vallata, Vignale Monferrato, Villa Bartolomea, Casalpusterlengo, Opicina, Marciaso, Ustica, Altenburg, Francoforte sul Meno e Geraardsbergen, Valgattara; Calzolai, commercianti di pelli, conciatori di pelle, cuoiai, fabbricanti di guanti, fabbricanti di pelli, fattori, imbianchini, legatori, macellai, pellicciai, rilegatori di libri, sarti e stuccatori
Contro convulsioni, ernia, malattia dei nervi, peste e malattie contagiose-L'apostolo S. Bartolomeo era galileo e probabilmente pescatore come la maggior parte degli Apostoli. Scelto da Gesù, Natanaele, il suo nome originario, ebbe anch'egli la felice sorte di nutrire l'anima sua delle parole di vita che uscivano dal labbro benedetto del Divin Maestro per tutto il tempo della sua predicazione, e di essere testimonio dei suoi miracoli. Insieme con gli altri Apostoli, predicò il Vangelo nella Giudea, operando miracoli e cacciando i demoni dagli ossessi. Nel giorno di Pentecoste ricevette egli pure la pienezza dello Spirito Santo, dopo di che annunziò intrepidamente il S. Vangelo agli Ebrei e soffrì come gli altri Apostoli obbrobri e battiture per amore di Gesù Cristo. Rigettato dai Giudei, S. Bartolomeo si portò prima nella Libia, poi nell'Arabia, nelle Indie Orientali e nell'Armenia Maggiore. La sua parola, congiunta ad una vita mortificata e allo spirito di preghiera, operò un bene immenso. Celebre è specialmente la conversione del re Polimio e della regina sua consorte. Però tanto zelo eccitò la gelosia e il furore degli idolatri, i quali, spinti da odio diabolico, tramarono contro di lui. Per meglio riuscire nel sacrilego intento, attirarono dalla loro parte il fratello del re, Astiage, che incatenato il santo Apostolo lo condannò ad essere scorticato vivo. Mentre essi compivano quest'opera, San Bartolomeo scongiurava il Signore perchè volesse perdonare ai suoi carnefici. I manigoldi, dopo avergli tolta la pelle, lo decapitarono. Il corpo del santo Apostolo venne seppellito in Albanopoli, ove restò fino a quando l'imperatore Ottone II lo fece trasportare a Roma. Gli fu edificata una chiesa nell'Isola Tiberina e il suo corpo si trova sotto l'altar maggiore, in un sarcofago di porfido. PRATICA. Tutte le avversità, quando si mettono a confronto dei premi eterni che per esse ci saranno resi, non sono che ragnatele, ombra e fumo (S. Giovanni Crisostomo). PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno, che in questo giorno ci concedi di celebrare la festa del tuo beato Apostolo Bartolomeo e per questo ci riempi di santa gioia, deh! da' alla tua Chiesa d'amare ciò che egli credette e di praticare ciò che insegnò. MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Bartolomeo Apostolo, comunemente identificato con Natanaele. Nato a Cana di Galilea, fu condotto da Filippo a Cristo Gesù presso il Giordano e il Signore lo chiamò poi a seguirlo, aggregandolo ai Dodici. Dopo l’Ascensione del Signore si tramanda che abbia predicato il Vangelo del Signore in India, dove sarebbe stato coronato dal martirio.
nome Santa Maria Michela del SS. Sacramento- titolo Religiosa Fondatrice- nome di battesimo Micaela Desmaisières y López Dicastillo y Olmeda- nascita 1 gennaio 1809, Madrid, Spagna- morte 24 agosto 1865, Valencia, Spagna- ricorrenza 24 agosto- Beatificazione 7 giugno 1925 da papa Pio XI- Canonizzazione 4 marzo 1934 da papa Pio XI- Il primo gennaio del 1809 nasceva a Madrid Michela Desmaisières. Fin dai primi anni manifestò un'intelligenza eccezionale, un carattere fermo, un'indole gioviale e vivace, unita ad una innata disposizione per la pratica delle virtù. Sentiva potente l'attrattiva verso il Tabernacolo, tanto da farsi condurre spesso nelle chiese più solitarie e povere per stare in compagnia di Gesù Sacramentato. A nove anni fu inviata nel convitto delle Orsoline di Pau; a tredici anni iniziò in una stanza del suo palazzo di Guadalajara una scuola per fanciulle povere, alle quali oltre il catechismo insegnava tutto ciò che poteva renderle ottime donne di casa. Nel 1834 Michelina non temette di andare a servire i colerosi, senza curarsi della sua salute, tanto era ardente la sua carità verso il prossimo. In seguito alla morte della madre si ammalò e cominciò a soffrire di atroci dolori allo stomaco. Il fratello Diego, che era ambasciatore .della Spagna a Parigi, per farla curare la chiamò con sù. Nella capitale francese passò un breve periodo in mezzo agli svaghi mondani, tra lo sfarzo e il lusso, pur conservando l'innocenza e dedicandosi a opere di carità. Qui fondò l'Arciconfraternita della SS. Trinità. Per assistere alla Messa e fare la Comunione sfidava i pericoli della rivoluzione scoppiata il 24 febbraio 1848, cd era divenuta tanto nota che i rivoluzionari quando la vedevano dicevano: « Lasciate passare la cittadina ». Ritornata nella sua città natale, continuò ad esercitare le opere di pietà e di beneficienza verso i poveri e soprattutto un'azione di ricupero e di apostolato verso le donne di malcostume. Il 21 aprile 1845 inaugurò il suo collegio accettando sette giovani fra le più disgraziate che si trovavano nell'ospedale di S. Giovanni di Dio in Madrid. Da questo collegio si svilupperà in seguito l'Istituzione delle Ancelle del SS. Sacramento e della Carità. Poco tempo dopo il fratello Diego le ottenne il titolo di Viscontessa di Jorbalàn. Divenuta Sorella Maggiore dell'ospedale di S. Giovanni di Dio, non era vista di buon occhio dalle consorelle, le quali minacciavano di disertare in massa; ma Michela seppe con la sua umiltà e carità guadagnarsi la loro stima e benevolenza, tanto che in seguito non volevano accettare le sue dimissioni. Nel 1850 abbandonò totalmente il mondo per vivere con le sue giovani. Il Signore volle mettere alla prova la sua virtù; ma la Santa riuscì a vincere ogni difficoltà ed opposizione. Allorché le venne a mancare ogni sussidio, lavorava anche di notte. Una sera verso le undici, venne in casa sua il segretario del governatore e avendo visto che Suor Michela anche durante la conversazione continuava a ricamare, osservò:« Lei lavora come se si dovesse guadagnare il pane per domani ». « Appunto, rispose, se non termino questo lavoro, domani non avrò neppure un soldo per dar da mangiare alle giovani ». Desiderando che la Chiesa approvasse la Congregazione che aveva fondato, il cui fine è l'adorazione perpetua al SS. Sacramento, si accinse a scriverne le regole. Quando nel 1866 la Santa Sede emanò il decreto di approvazione, Madre Michela era già andata a ricevere il premio delle sue fatiche. Alla sua morte, avvenuta la notte del 24 agosto 1865, tutti furono unanimi nel proclamarla « La Teresa del secolo XIX ». PRATICA. - Chi usa carità, troverà carità! Siamo generosi verso i poveri. PREGHIERA. - Concedici, o Signòre, per l'intercessione di S. Maria Michelina del SS. Sacramento, il disprezzo degli onori e beni terreni, affinchè con più generosità ed amore possiamo aspirare a quelli eterni. MARTIROLOGIO ROMANO. A Valencia in Spagna, santa Maria Michela del Santissimo Sacramento Desmaisières, vergine e fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Santissimo Sacramento e della Carità, che, mossa da un grande amore e dal desiderio di guadagnare anime a Dio, dedicò la propria vita al riscatto delle ragazze moralmente traviate e delle prostitute.
nome Sant'Emilia de Vialar- titolo Vergine- nascita 1797, Gaillac, Francia- morte 24 aprile 1856, Marsiglia, Francia- ricorrenza 24 agosto- Beatificazione 18 giugno 1939 da papa Pio XII- Canonizzazione 24 giugno 1951 da papa Pio XII- Anna Margherita Adelaide Emilia de Vialar era la figlia più grande, unica femmina, del barone Giacomo Agostino de Vialar e di sua moglie, Antonietta, figlia del barone de Portai, fisico di Luigi XVIII e di Carlo X di Francia. Nacque a Gaillac in Linguadoca nel 1797. Abbandonò gli studi a Parigi all'età di quindici anni per restare vicina al padre rimasto vedovo, che viveva a Gaillac. La decisione di non sposarsi le fece perdere la stima del padre. Senza un sacerdote sensibile o un amico che la consigliasse, Emilia si chiuse in se stessa, trascorrendo molto tempo in conversazioni con Dio, che ella interpretò come visioni. Nel 1818, all'età di ventun'anni, un giovane curato di nome padre Mercier arrivò a Gaillac e si dichiarò disposto ad aiutarla a capire la sua vocazione. Emilia iniziò un lavoro che sarebbe durato quindici anni durante il quale si prese cura dei bambini poveri c abbandonati. Il padre si oppose, soprattutto al fatto che la sua terrazza venisse usata per alloggiare i malati, i poveri e i bisognosi. Nel 1832 Emilia ereditò una considerevole somma di denaro dal nonno materno, il barone de Portai, con cui acquistò una grande casa a Gaillac per lei e tre compagne, Vittoria Teyssonnière, Rosa Mongis e Paolina Gineste, a cui si unirono presto altre donne. Tre mesi dopo l'arcivescovo di Albi autorizzò padre Mercier a fare indossare l'abito religioso a dodici postulanti, che scelsero il nome di congregazione delle Sorelle di S. Giuseppe dell'Apparizione. Erano impegnate nell'educazione dei ragazzi e nella cura dei poveri e dei malati. La congregazione sviluppò un carattere principalmente missionario. Nel 1835 l'arcivescovo ricevette formalmente la professione di Emilia e di diciassette altre sorelle e approvò la regola. Nel 1834 fu fondata una seconda casa ad Algeri, dove il fratello di Emilia, Agostino, consigliere cittadino, le invitò a occuparsi di un ospedale. Fondarono un'altra casa a Bone, a Tunisi e a Costantina. La casa di Tunisi ebbe una sede distaccata a Malta, da cui nacquero le case nei Balcani e in Vicino Oriente. Le suore di S. Giuseppe furono le prime suore cattoliche a stabilirsi a Gerusalemme in epoca moderna. Emilia era una donna schietta, vivace e con una forte volontà e quando nacque una disputa tra lei e il vescovo Dupuch di Algeri per questioni di giurisdizione, si dimostrò irremovibile. Roma decise a suo favore, ma il vescovo era appoggiato dalle autorità coloniali francesi e le sorelle dovettero lasciare la casa di Algeri. Emilia concentrò allora le sue energie a Malta e in Tunisia. Nel 1845 padre Mercier morì. Quando Emilia fece ritorno a Gaillac nel 1846, trovò che un cattivo amministratore aveva lasciato la congregazione in condizioni economiche disastrose. Dopo vani tentativi per vie legali, la casa madre fu trasferita a Tolosa, fatto che causò l'uscita dall'ordine di alcune suore anziane. Emilia decise allora di partire per la Grecia, dove fondò un convento sull'isola di Syra. Fu il suo ultimo viaggio, anche se altre fondazioni nacquero durante gli ultimi anni della sua vita. Sei suore furono mandate in Birmania nel 1847; altre furono inviate a Freemantle in Australia nel 1854. In ventidue anni la congregazione crebbe da una a circa quaranta case. Nel 1852 la casa madre fu di nuovo spostata a Marsiglia, dove rimase. Tutti i cambiamenti furono dovuti principalmente alla ferrea determinazione di Emilia. Emilia soffriva da lungo tempo d'ernia, la conseguenza di un atto di carità giovanile. Dal 1850 il male si aggravò sempre più, portandola alla morte il 24 aprile 1856. Venne canonizzata nel 1951. MARTIROLOGIO ROMANO. A Marsiglia in Francia, santa Emilia de Vialar, vergine, che, dedita alla diffusione del Vangelo in regioni lontane, istituì la Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione e la diffuse con dedizione.
nome Santa Giovanna Antida Thouret- titolo Vergine- nome di battesimo Giovanna Antida Thouret- nascita 7 novembre 1765, Sancey-le-Long, Francia- morte 24 agosto 1826, Napoli- ricorrenza 24 agosto- Beatificazione 23 maggio 1926 da papa Pio XI- Canonizzazione Basilica Vaticana, 14 gennaio 1934 da papa Pio XI- Santuario principale Chiesa di Santa Maria Regina Coeli- Attributi giglio- Giovanna Antida Thouret nacque il 7 novembre 1765 a Sancey-le-Long, vicino a Besangon in Francia, quinta figlia di una famiglia numerosa. Suo padre era un conciatore di pelli; la madre morì quando Giovanna aveva sedici anni ed ella dovette occuparsi della casa per sei anni, fino a quando la chiamata alla vita religiosa non divenne così pressante da farle chiedere di entrare nelle Sorelle della Carità di S. Vincenzo de' Paoli di Parigi. Accolta nell'istituto, si ammalò gravemente due volte. Quando scoppiò la Rivoluzione a Parigi, le sorelle continuarono a lavorare, fino a che, nel 1793, l'ordine religioso fu disperso. All'epoca, Giovanna non aveva ancora pronunciato la professione. Scappò dalla città e riuscì ad arrivare a Sancey a piedi. Il padre era morto e un suo fratello si era unito ai rivoluzionari. Giovanna andò a vivere con la nonna e aprì una scuola, dove al mattino insegnava ai bambini del villaggio, trascorrendo il resto delle sue giornate in visite a malati e bisognosi. Nel 1796 Giovanna si rifugiò in Svizzera presso le Suore del Ritiro Cristiano, accompagnandole anche in Germania ma facendo ritorno a piedi in Svizzera, a Landeron, nel cantone di Neuchatel, mendicando per vivere. A Landeron conobbe il vicario generale di Besangon, che la invitò a ritornare per dirigere una scuola, dal momento che la situazione in Francia era migliorata. La mancanza di esperienza le creò qualche problema, ma alla fine la scuola venne aperta nell'aprile 1799. In ottobre, con altre quattro suore, si trasferì in un'ampia casa con una grande cucina e un dispensario. Nel 1800 la comunità contava dodici membri, e fu iniziato un noviziato regolare. Ricevette delle critiche per non essere tornata alla propria congregazione di Parigi, ma in realtà la comunità non era stata ancora ristabilita, Giovanna non aveva preso i voti e aveva fondato il nuovo istituto in obbedienza al volere dei suoi superiori. Il prefetto della città le chiese di dirigere l'asilo femminile municipale a Belleveaux, che accoglieva orfani, mendicanti, criminali e malati di mente. Anche in questo caso ricevette delle critiche e venne perseguitata. Nel 1807, tuttavia, l'arcivescovo approvò la regola delle sorelle. Nel 1810 si erano già diffuse in Svizzera e in Savoia, quando il re di Napoli invitò Giovanna a occupare il convento di Regina Coeli e a dirigere l'ospedale nella sua capitale, Giovanna accettò e si recò a Napoli con altre sette sorelle, rimanendovi fino al 1821. Nel 1818 papa Pio VII approvò l'istituto e nel 1819 lo confermò con una Lettera, che apportò alcune modifiche minori alla regola, stabilendo che per il futuro tutti i conventi della congregazione delle Figlie della Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de' Paoli (come sarebbero state chiamate) sarebbero stati sottomessi al proprio vescovo locale e non a quello di Besangon. L'arcivescovo dell'epoca, monsignor Cortois de Pressigny, di idee gallicane, rifiutò l'emendamento romano: separò tutti i conventi della sua diocesi dagli altri della congregazione e vietò loro di accogliere la loro fondatrice e la madre generale. Questo scisma addolorò Giovanna per il resto della sua vita. Nel 1821 si recò in Francia trascorrendo diciotto mesi a Parigi tentando di trovare una soluzione al problema. Si recò perfino alla casa madre, ma le sorelle, obbedienti al loro arcivescovo, non la ricevettero. Infine Giovanna fece ritorno a Napoli. Trascorse gli ultimi tre anni della sua vita fondando conventi in Italia, e morì il 24 agosto 1826. Venne canonizzata nel 1934. MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, santa Giovanna Antida Thouret, vergine, che proseguì la vita religiosa, interrotta durante la rivoluzione francese, insieme ad alcune compagne, che a Besançon aggregò a sé nella nuova Congregazione delle Suore della Carità per dedicarsi alla formazione cristiana e civile dei giovani e alla carità verso i bambini abbandonati, i poveri e i malati, finendo poi i suoi giorni stremata da grandi tribolazioni.
nome Beata Maria Incarnazione del Cuore di Gesù- titolo Fondatrice- nascita 26 ottobre 1820, Quetzaltenango, Guatemala- morte 12 agosto 1886, Tulcán, Ecuador- ricorrenza 24 agosto- Beatificazione 4 maggio 1997 da papa Giovanni Paolo II- Maria Vincenza Rosal Wsquez, la prima guateinalteca a essere beatificata, nacque a Quetzaltenango, capitale del Guatemala, il 26 ottobre 1820. Essendo già dall'età di quindici anni determinata a seguire la vita religiosa, 1'1 gennaio 1837 si aggregò alle Suore di Bctlemnie, fondate dal b. Pietro di Betancur (25 apr.), prendendo il nome di Maria Incarnazione del Sacro Cuore. Si accorse, però, che le sorelle si allontanavano dai princìpi della loro chiamata e si trasferì nel convento delle Cataline, ma non lo trovò di suo gradimento e ritornò alle Suore di Betlemme. Fu istituita priora nel 1855 e riformò le costituzioni per riportarle allo spirito originario. Questo irritò alcune delle suore più anziane e costrinse Maria a trovare un nuovo "beaterio", come erano chiamati i conventi, a Quetzaltenango nel 1861. Qui fu in grado di guidare una comunità riformata, veramente dedicata alla orazione, in particolare alla preghiera di riparazione al Sacro Cuore, al quale era dedicato il giorno 25 di ogni mese. Diede anche l'avvio a due scuole nella capitale, ma la sua opera fu interrotta quando il presidente Rufino Barrios (1873-1885) iniziò l'espulsione degli ordini religiosi. Partì, allora, per il Costa Rica, dove diede vita alla prima scuola per donne nel paese, e poi in Colombia, dove aprì un orfanotrofio e un asilo per donne, nella città di Pasto. Spostandosi, poi, in Ecuador, istituì le Suore Betlemmite a Tulca'n e Otavalo. Questa infaticabile campionessa dell'educazione e della difesa delle donne morì il 12 agosto 1886 cadendo da cavallo sulla via di ritorno da una delle sue fondazioni in Ecuador. Era la sera della festa delle sofferenze del Sacro Cuore, alla quale aveva ispirato il suo istituto. Il corpo fu in seguito trasferito a Pasto in Colombia, dove si trova oggi. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 insieme con altri quattro, tra cui il primo zingaro beatificato, Ceferino Giménez Malla (8 ago.). Le Suore Betlemmite ora operano in Italia, Spagna, Africa, India, U.S.A., Centro America, Venezuela, Ecuador e Colombia. La casa generalizia si trova a Bogotà. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tulcán in Ecuador, beata Maria dell’Incarnazione (Maria Vincenza) Rosal, vergine, che istituì le Suore Betlemite, soprattutto per rivendicare la dignità delle donne e formare cristianamente le ragazze.
nome Sant'Audoeno- titolo Vescovo di Rouen- nascita 600 circa, Sancy, Francia- morte 24 agosto 684, Clichy, Francia- ricorrenza 24 agosto- Audoeno nacque con il nome di Ouen (o Dado) da una famiglia franca a Sancy, vicino a Soissons in Francia, verso l'anno 600. Suo padre era S. Auterio. Audoeno e il fratello Adone erano ancora bambini quando il padre ospitò S. Colombano (23 nov.), esiliato da re Thierry II, c la bisnonna Brunehaut, nella sua casa di Ussy-sur-Marne. I fratelli ricevettero una buona educazione e vennero poi mandati alla corte di re Clotario II. Audoeno divenne membro di un gruppo di giovani di talento e molto pii tra cui v'era anche S. Eligio (1 dic.), S. Vandregisilo (22 lug.) e S. Desiderio di Cahors (15 nov.). Egli era benvoluto dal re e dal suo successore, Dagobcrto I, che lo nominò cancelliere e gli fece dono di alcune terre nella foresta di Brie: là, nel 636, Audoeno costruì un monastero, oggi conosciuto come Rebais. S. Faro (28 nov.), vescovo di Meaux, gli consigliò di chiamare Aile da Luxeuil, un discepolo di Colombano. Fattolo venire lo nominò abate. Avrebbe desiderato ritirarsi a Rebais, ma Dagoberto e i suoi nobili non erano d'accordo. Sebbene fosse un uomo politico, Audoeno era colto e pio. Quando Dagoberto morì nel 639 il figlio, Clodoveo II, lo mantenne come cancelliere e gli diede il permesso di ricevere gli ordini. Poco dopo Audoeno fu eletto vescovo di Rouen, a un'epoca in cui i vescovi esercitavano un potere essenzialmente politico. Il suo amico Eligio venne nominato vescovo di Noyon. Si prepararono lungamente alla nuova vocazione pregando e digiunando e vennero consacrati insieme a Reims nel 641. Audoeno era noto per l'umiltà, l'austerità e la carità. Fondò monasteri, promosse lo studio e represse la simonia. Combatté fermamente i residui di idolatria nella regione della bassa Senna e inviò missionari nelle zone ancora pagane della sua diocesi. Era un consigliere fidato del re Thierry III e pare che abbia sostenuto la politica di Ebroin, amministratore di palazzo, in maniera talmente zelante che fu, forse senza volerlo, coinvolto nel maltrattamento che Ebroin riservò a S. Leodegario (2 ott.) e S. Filiberto (20 ago.). Di ritorno da una missione politica a Colonia, Audoeno andò a Clichy-la-Garen-ne (la futura S. Ouen), dove si ammalò e morì il 24 agosto 684. Pare che le sue reliquie siano ancora a Rouen, dove esiste una chiesa a lui dedicata. Nella diocesi gli vennero intitolate quaranta chiese, la città di Boursiers sosteneva di avere la sua testa e quella di Chlichy un dito, mentre ad Evreux vi sono ventinove chiese a lui dedicate. La città di Canterbury, da parte sua, sosteneva di possedere il corpo del santo. Eadmer dice che all'epoca di re Edgar quattro chierici portarono a corte le ossa di Audoeno, che rivelarono possedere poteri di guarigione. S. Oda di Canterbury (4 lug.) ritenne i miracoli veri. I chierici portarono le ossa a Canterbury e si fecero monaci. MARTIROLOGIO ROMANO. A Clichy nel territorio di Parigi, transito di sant’Audoeno, vescovo di Rouen, che, da cancelliere del re Dagoberto fu ordinato all’episcopato e resse felicemente per quarantatrè anni la sua Chiesa, fondando molte chiese e favorendo la costruzione di monasteri.