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14/07/2024 alle 16:28

I santi di oggi 14 luglio:

I santi di oggi 14 luglio:

nome San Camillo de Lellis- titolo Sacerdote- nascita 25 maggio 1550, Bucchianico, Chieti- morte 14 luglio 1614, Roma- ricorrenza 14 luglio, 18 luglio messa tridentina- Beatificazione 1742- Canonizzazione 1746 da papa Benedetto XIV- Santuario principale Chiesa della Maddalena- Attributi croce rossa sulla veste talare- Patrono di malati, ospedali, infermieri, sanità militare, Abruzzo- Annunziato da un sogno nasceva il 25 maggio del 1550 a Bucchianico nella diocesi di Chieti San Camillo de'Lellis, da madre di età assai avanzata, la quale morì poco dopo la nascita del figlio. All'età di 6 anni perdette anche il padre e quindi si spiega come il piccolo Camillo, abbandonato a se stesso, abbia avuto una giovinezza assai libera fino a quando il Signore lo chiamò a mutar vita nell'anno 1574. Appena l'età glielo permise, si diede al mestiere delle armi, già esercitato da suo padre e che per S. Camino' fu fatale. Appassionandosi infatti ognor più al gioco, e in esso arrischiando grosse somme, il poveretto si trovò ridotto in breve alla povertà più estrema. Abbandonò quindi il mestiere delle armi e per sostentarsi si ridusse a far il manovale in un convento di Cappuccini. Il guardiano, vedendolo di buona indole, gli fece una paterna ammonizione, che Camillo ascoltò con umiltà. Gettatosi poi ai piedi del frate, promise di riparare il male compiuto. Infatti dopo alcuni giorni di riflessione e di preghiera, chiese di essere ammesso tra i figli di S. Francesco e poté vestire l'abito dei Cappuccini. Ma una ferita riportata da soldato al collo del piede, resa sempre più molesta per l'urtare continuo che vi faceva l'abito, lo costrinse ad abbandonare il convento. Fu duro pel fervoroso novizio deporre quell'abito, Abbandonare quel luogo, ma rimessosi interamente alle disposizioni della Divina Provvidenza si recò a Roma. Qui era il campo del suo apostolato. Sotto la direzione di S. Filippo Neri passò al servizio degli incurabili nell'ospedale di S. Giacomo e lì maturò l'idea di fondare una Congregazione di religiosi con l'unico scopo di servire gl'infermi. Perciò, benché di età già avanzata, circa il 1580 si mise a frequentare con i fanciulli i primi corsi di studi. I condiscepoli, giovani e spensierati, lo deridevano, ma Camillo fu costante ed ebbe la gioia di divenire sacerdote. Le sue maniere affabili e dolci gli attirarono alcuni altri sacerdoti ed il Santo poté dar principio alla vagheggiata Congregazione dei Chierici Regolari ministri degli infermi. Non è facile dire il bene che questi religiosi hanno fatto e fanno nella Chiesa: S. Filippo Neri li diceva non uomini, ma angeli in carne, tant'era la loro delicatezza e premura cogli infermi. Il cuore di S. Camillo esultava vedendo tanti dolori leniti e tante anime soccorse proprio negli estremi momenti, ed era sempre il primo al letto degli infermi per prodigare le sue cure sapienti. Il Signore premiò questo zelo col dargli il dono dei miracoli e della profezia che il Santo usò per alleviare le miserie umane. Consumato dalle privazioni e dalle fatiche, e colpito contemporaneamente da cinque diversi penosissimi mali da lui chiamati « le misericordie del Signore », passò a ricevere il premio della sua laboriosa vita il 14 luglio del 1614 in età di 64 anni. Benedetto XIV l'iscrisse nell'albo dei Santi, e Leone XIII lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali. PRATICA. Benefichiamo, visitiamo, solleviamo i poveri nelle loro pene, per poter udire nel giorno del giudizio da Gesù le consolanti parole: «Ebbi fame e mi saziaste, ebbi sete e mi deste da bere, fui ignudo e mi vestiste, infermo e carcerato e mi visitaste... venite ora al premio che vi ho preparato ». PREGHIERA. O Dio, che decorasti S. Camillo della prerogativa di una singolare carità, a favore delle anime sofferenti, deh! infondici per suoi meriti lo spirito del tuo amore, affinchè nell'ora della nostra morte meritiamo di vincere il nemico e di giungere alla corona celeste. MARTIROLOGIO ROMANO. San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall’adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell’ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Chierici regolari Ministri degli Infermi.

nome San Francesco Solano- titolo Sacerdote- nome di battesimo Francisco Solano- nascita 1549, Montala, Cordova- morte 1610, Lima, Perù- ricorrenza 14 luglio- Beatificazione 30 giugno 1675 da papa Clemente X- Canonizzazione 27 dicembre 1726 da papa Benedetto XIII- Patrono di Argentina, Cile, Bolivia, Paraguay, Perù, Montilla- Francesco Solano, nato a Montala, Cordova, nel 1549, da genitori benestanti, si unì ai francescani all'età di vent'anni, e fu ordinato sacerdote nel 1576. Cinque anni dopo fu nominato maestro dei novizi e divenne famoso come popolare ed efficace predicatore, svolgendo la sua attività per tutta la Spagna meridionale per molti anni e aiutando le vittime della peste a Montoro nel 1583, dove anch'egli contrasse questa malattia. Pensò di andare in Africa come missionario, ma nel 1589 i suoi superiori gli ordinarono di recarsi invece in Perù, per richiesta di re Filippo II, poiché mancavano missionari, rispetto al Messico, che era più accessibile. Durante il viaggio la loro nave incontrò una tempesta e i passeggeri e l'equipaggio s'imbarcarono su singole scialuppe, abbandonando un gruppo di schiavi africani perché non c'era abbastanza spazio per loro. Francesco, che li stava istruendo sulla fede, rifiutò di lasciare la nave che stava affondando: restò sul relitto, battezzò gli schiavi, e quando la nave affondò, raggiunse con i superstiti una spiaggia, dove furono poi salvati. Francesco svolse il suo ministero per vent'anni tra la popolazione nativa e i colonizzatori spagnoli in varie parti del Perù e negli attuali Paraguay e Argentina. Quando vi giunse, il fervore iniziale dei missionari era notevolmente diminuito, nonostante le riforme ordinate da S. Turibio di Mogrovejo (23 mar.). Francesco fu uno dei missionari determinati a mettere in pratica tali riforme; intraprese un certo numero di viaggi pericolosi attraversando territori selvaggi, e imparò la lingua locale, nelle sue soste temporanee. Trascorse molti anni nella remota provincia di Tucumàn (nell'attuale Argentina nord occidentale), che era allora una regione distante, all'estremo opposto di Lima sulle Ande, e nel Paraguay. Tucumàn aveva sofferto perché un vescovo, già fonte di scandali, si era opposto a Turibio. Francesco battezzò molta gente, e fece accettare il cristianesimo in quella regione (sebbene, come altrove, gli indigeni "convertiti" continuassero a praticare il loro culto tradizionale affianco a quello cattolico). Si dice che abbia anche difeso gli indigeni dai maltrattamenti dei padroni spagnoli, intenti a ottenere il massimo profitto dai lavori forzati nelle vicine miniere d'argento di Potosí, e che introdusse una forma primitiva di violino nella vita della giungla, per suonare e danzare con le tribù che vivevano in quel luogo. Si sostiene anche che suonasse questo strumento nelle devozioni alla Madonna, a notte inoltrata. Fu nominato "guardiano" nel 1592, con l'incarico di supervisionare le varie missioni che aveva fondato durante i suoi viaggi, ma non si hanno molte informazioni precise sugli anni trascorsi in questa regione "selvaggia"; esistono solo leggende di guarigioni miracolose e di episodi di addomesticamento di animali selvaggi. Fu poi trasferito a Lima, forse nel 1594 o nel 1595, e sembra che abbia trascorso circa sette anni viaggiando estesamente attraverso il vicereame del Perù. La sua salute peggiorò, poi fu nominato guardiano del monastero a Lima, e, per un certo periodo, di quello di Trujillo. Interessandosi degli spagnoli di quella e di altre città, mise in luce un altro lato del suo carattere, il puritanesimo. Si diceva avesse spaventato il popolo così tanto con le sue omelie sulla fine del mondo e con il suo procedere attraverso le strade reggendo il crocifisso, che il viceré dovette intervenire e chiedergli di moderare i suoi sermoni. I ricchi di Lima probabilmente ebbero buone ragioni per aver paura delle sue restrizioni: sembra che facesse irruzione nei teatri e nelle case da gioco per rimproverarli del loro modo di vivere vizioso. Si pensava avesse il dono della profezia e della parola, e i suoi miracoli gli fecero guadagnare il titolo di "Taumaturgo del Nuovo Mondo", mentre il sacerdote, durante le esequie, lo definì «speranza ed edificazione di tutto il Perù, esempio e gloria di Lima, splendore dell'ordine serafico». Gli furono attribuiti più di duecentomila battesimi. Abbondano anche le storie sul suo buon umore, secondo cui avrebbe detto di recarsi a fare una serenata a una bella donna, mentre andava a pregare nella cappella della Madonna; fece portare a un frate avido una cassa pesante, dicendogli che era piena di tesori, quando in realtà conteneva il corpo di un bambino indigeno da seppellire. Fu ricoverato nell'infermeria dal 1608 fino al giorno della sua morte, il 14 luglio 1610, e al funerale la sua bara fu portata dal viceré, dall'arcivescovo e da altre autorità di Lima; il suo culto si estese rapidamente in America meridionale e in Spagna. Beatificato nel 1675, canonizzato nel 1726, merita di essere elencato tra i grandi missionari della Riforma cattolica; è patrono di molte città dell'America meridionale. MARTIROLOGIO ROMANO. A Lima in Perù, san Francesco Solano, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che per la salvezza delle anime percorse in lungo e in largo le regioni dell’America Meridionale e si adoperò con la predicazione e la testimonianza per insegnare ai popoli indigeni e agli stessi coloni spagnoli la novità della vita cristiana.

nome Beata Angelina da Marsciano- titolo Vedova- nome di battesimo Angelina di Marsciano- nascita 1357, Montegiove, Orvieto- morte 1435, Foligno, Perugia- ricorrenza 14 luglio- Beatificazione 8 marzo 1825 da papa Leone XII- Santuario principale Monastero di Sant'Anna, Foligno- La B. Angelina nacque a Montegiove nel 1357 dalla famiglia dei conti di Marsciano e pertanto è nota con l'appellativo sia dell'una sia dell'altra delle due località umbre. A 15 anni sposò Giovanni conte di Civitella del Tronto che morì due anni dopo lasciandola erede del feudo e Angelina decise di abbracciare la vita religiosa vestendo con alcune compagne l'abito di terziaria francescana e dedicandosi alla preghiera e alla cura dei bisognosi. Il suo proselitismo tra le giovani donne provocò la reazione delle comunità che l'accusarono di stregoneria e di eresia manichea per la sua contrarietà al matrimonio; Angelina si difese davanti al re Ladislao di Napoli che la prosciolse dalle accuse ma dispose che andasse in esilio per evitare ulteriori disordini. Recatasi ad Assisi nella basilica di S. Maria degli Angeli ebbe una visione in, seguito alla quale fondò a Foligno un monastero di terziarie con l'approvazione del vescovo del luogo, divenendo la prima badessa. Alla congregazione la cui vita apostolica era insolita per il tempo e che si diffuse anche in altre località prima della morte di Angelina nel 1435, fu imposta nel 1617 la clausura che fu revocata nel 1903 consentendo così alla suore terziarie di riprendere l'apostolato esterno. Il culto di Angelina fu approvato nel 1825. MARTIROLOGIO ROMANO. A Foligno in Umbria, beata Angelina da Marsciano, che, rimasta vedova, per oltre cinquant’anni si consacrò esclusivamente al servizio di Dio e del prossimo, dando inizio all’Ordine religioso delle Terziarie Francescane di clausura per la formazione della gioventù femminile.

nome San Vincenzo Madelgario- titolo Sposo, monaco- nascita VII secolo, Strépy, Belgio- morte VII secolo, Soignies, Belgio- ricorrenza 14 luglio- Madelgario, ricco signore di origine franca, nato a Strépy (nell'attuale Belgio), sposò S. Valdetrude, ed ebbe da lei quattro figli, Landerico, Aldetrude, Madelberta e Deutelino, tutti venerati come santi. Allorché i loro figli furono abbastanza grandi da pensare a se stessi, entrambi decisero di separarsi e di dedicarsi a Dio scegliendo la vita religiosa. Valdetrude si ritirò a Mons, mentre Madelgario fondò un monastero a Hautmont e divenne monaco, con il nome religioso di Vincenzo. Trascorso un certo periodo, nel 653, si trasferì a Soignies, di cui era signore, dove fondò un altro monastero. Poco prima della morte, affidò la direzione del convento al figlio Landerico, vescovo di Metz. Vincenzo morì il 14 luglio, molto probabilmente nel 677, e divenne il patrono della città di Soignies, dove si trova una bella basilica romanica che porta il suo nome. Uno scrigno del XIII secolo, che conteneva la testa, fu distrutto durante la Rivoluzione francese, ma è possibile che la reliquia sia stata salvata, e si dice sia conservata in uno scrigno sostitutivo creato nel 1803. Il suo culto è ancora forte al giorno d'oggi, ed è contrassegnato da due processioni principali che si svolgono a Soignies ogni anno, una il 14 luglio, l'altra il lunedì dopo Pentecoste; altrove il giorno della sua festa cadeva il 20 settembre. MARTIROLOGIO ROMANO. A Soignies in Austrasia, nel territorio dell’odierno Belgio, san Vincenzo o Madelgario, che, d’accordo con la moglie santa Valtrude, abbracciò la vita monastica e si dice abbia fondato due monasteri.

nome Beato Hroznata (Hrornata, Croznato)- titolo Martire premostratense- nascita 1160 circa, Teplá, Boemia- morte 1217, Kinsberg- ricorrenza 14 luglio- Hroznata nacque nel 1160 circa a Teplà, in Boemia, e divenne una figura importante alla corte di Ottocaro I a Praga, evidentemente destinato a una carriera militare e politica di successo. Hroznata fu talmente sopraffatto dal dolore per l'improvvisa morte della giovane moglie e del figlioletto, da lasciare la corte; dopo aver costruito e dotato un'abbazia premostratense nella natia Teplà, fece voto di recarsi in Terra Santa. Prese la croce come crociato, ma quando la crociata fu annullata, il papa lo sciolse dal voto, a condizione di fondare un altro convento. Ciò condusse alla istituzione di un'abbazia per canonichesse premonstratensi a Chotesov nel 1200 circa; l'anno seguente anche lui s'uni ai premonstratensi, e andò a vivere come fratello laico a Teplà. All'inizio, a quanto pare, fu in contrasto con un abate piuttosto negligente e, per un breve periodo di tempo, si trasferì altrove finché l'abate promise di correggersi. Qualche tempo dopo, ricevette l'incarico di amministrare gli affari temporali e le proprietà dell'abbazia, e, mentre si trovava lontano per tentare di riguadagnare parte delle terre di cui i briganti s'erano impossessati, fu catturato e imprigionato nel castello di Kinsberg, vicino a Eger. I rapitori chiesero un riscatto per il rilascio, ma prima che fosse pagato, l'ostaggio morì per i maltrattamenti ricevuti. Si affermò velatamente che era morto per il suo impegno nel difendere l'immunità ecclesiastica dall'interferenza laica, ed è questo il motivo per cui è stato tradizionalmente considerato come un martire. Fu sepolto nell'abbazia di Teplà, tuttora un convento premostratense, dove il corpo è ancora venerato; il culto fu approvato nel 1897. MARTIROLOGIO ROMANO. In località Stáry Kynsperk vicino a Eger in Boemia, beato Croznato, martire, che, morti la moglie e il figlio, si dice abbia lasciato la corte ducale per entrare tra i monaci premostratensi di Teplá; catturato poi dai predoni mentre tentava di difendere i diritti del monastero, fu lasciato morire di fame.

nome Beato Gaspare de Bono- titolo Religioso- nascita 1530, Valencia, Spagna- morte 1604, Valencia, Spagna- ricorrenza 14 luglio- Beatificazione 10 settembre 1786 da papa Pio VI-Gaspare de Bono nacque nel 1530 in una famiglia povera di Valencia in Spagna, e da giovane si unì ai domenicani, che però dovette lasciare subito dopo per aiutare la sua famiglia. Provò a dedicarsi al commercio della seta svolto dal padre, ma fallì e s'indirizzò alla vita militare, arruolandosi nell'esercito dell'imperatore Carlo V. Fu in Italia fino al 1560, quando, gravemente ferito in una battaglia vicino a Firenze, fece voto alla Madonna di abbracciare di nuovo la vita religiosa, se fosse sopravvissuto. Tornato in Spagna, entrò nella Congregazione dei Minimi di S. Francesco da Paola, professando i suoi voti finali nel 1565, e ricevendo l'ordinazione sacerdotale l'anno seguente. Eletto priore di Valencia e poi provinciale dell'ordine in Spagna nel 1580 circa, si fece apprezzare per la prudenza con cui incoraggiava i suoi membri all'interpretazione più rigida della regola, vivendo egli stesso in modo estremamente austero. Morì a Valencia il 14 luglio 1604 e fu beatificato nel 1786. MARTIROLOGIO ROMANO. A Valencia in Spagna, beato Gaspare de Bono, sacerdote dell’Ordine dei Minimi, che lasciò le armi di principe del mondo per la milizia di Cristo Re e per amore della casa dell’Ordine nella provincia spagnola, che resse con prudenza e carità.

nome San Marchelmo- titolo Sacerdote e monaco- morte 760 circa, Oldenzaal, Olanda- ricorrenza 14 luglio- Marchelmo era uno dei missionari inglesi che seguirono S. Villibrordo (7 nov.) tra i frisoni; sembra che all'inizio lavorasse sotto la guida di S. Gregorio di Utrecht (25 ago.), e che lo abbia accompagnato con S. Bonifacio (5 giu.) a Roma. In seguito lavorò in Frisia e Guelderland per circa quindici anni, prima di essere inviato a evangelizzare Overyssel, una zona pericolosa a est della Frisia, con S. Lebuino (12 nov.). Non è chiaro il suo ruolo nella costruzione di una chiesa a Deventer, a quanto pare intrapresa assieme a Lebuino, e nella sua trasformazione in un centro d'attività missionaria presso i sassoni e i frisoni. Morì nel 760 circa a Oldenzaal e le reliquie furono successivamente portate a Deventer. Non è nominato in nessuno dei martirologi primitivi ed esisteva solo un culto ridotto nel Medio Evo; nel XIV secolo si affermò che Marchelmo, rinominato Marcellino, era l'autore dei (falsi) acta di S. Suitberto, apostolo dei frisoni, che identificava Marchelmo tra gli undici missionari che accompagnarono S. Villibrordo in persona. Nessuna di queste affermazioni è vera, anche se hanno contribuito ad accrescere la devozione per Marchelmo nei Paesi Bassi e in Germania, determinando la sua inclusione nel Martirologio Romano del XVI secolo, con il nome di Marcellino. MARTIROLOGIO ROMANO. A Deventer in Frisia, oggi in Olanda, san Marchelmo, sacerdote e monaco, che, di origine inglese, fu sin dall’infanzia discepolo di san Villibrordo e suo compagno nelle opere sostenute per Cristo.

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