@Vitupero
I santi di oggi 21 novembre:
nome Presentazione della Beata Vergine Maria- titolo Maria offerta al Signore nel tempio- ricorrenza 21 novembre- Maria aveva raggiunta l'età di tre anni, ed i suoi genitori, secondo la promessa fatta, la portarono al tempio onde consacrarla al Signore. Possiamo immaginare il loro dolore nel doversi separare da Colei che per tanto tempo avevano aspettato, per cui tanto avevano sospirato e pregato, e che formava l'unica consolazione e l'unico conforto della loro vecchiaia. Ma la fedeltà al voto doveva trionfare sull'amor naturale, ed essi si disposero al grande sacrifizio. Maria invece, sebbene piccolina, appena seppe che doveva recarsi al tempio, ben volentieri acconsentì, per consacrarsi interamente al Signore e dimorare in mezzo alle vergini votate al ministero del tempio. Consolata da questo pensiero, Maria insisté presso i genitori, affinché venisse sollecitata la partenza verso il monte santo, su cui si ergeva superbo e magnifico il tempio di Gerusalemme. E l'ora giunse: Maria si avviò verso la grande città. Appena scorse da lontano il luogo della sua dimora innalzò i suoi occhi al cielo, ed adorò Colui che doveva incarnarsi nel suo seno. Il Sommo Sacerdote all'apparire di quella fanciulla rimase estasiato. Quel volto più divino che umano, quegli occhi limpidi e affascinanti, quelle labbra socchiuse ad un sorriso, davano alla fanciulla un'espressione angelica. Il Sacerdote quasi non osava toccarla e solo alle preghiere dei genitori si decise a prendere la fanciulla e ad offrirla al Signore, Dio d'Israele. E così Maria, docile alla voce celeste, dimentica del popolo e della casa paterna, offrì al suo Divino Sposo il sacrificio più puro, più gradito e più perfetto che abbia mai ricevuto la Divina Maestà dopo il sacrificio della croce. Intanto la Vergine, ritirata fra quelle mura, dava esempi sublimi di umiltà e modestia: sempre sorridente e gentile con le sue compagne, non faceva mai nulla che le potesse disgustare. La sua anima, sempre assorta in Dio, si intratteneva in lunghe orazioni e veglie, e non sapeva distaccarsi dalla contemplazione del suo Diletto. Studiava molto le Sacre Scritture, imparò a tessere la seta e le altre stoffe per preparare gli abiti ai sacerdoti e gli indumenti per il tempio. E così Maria, qual viola nascosta, trascorse circa undici anni nel ritiro. PRATICA. Impariamo da Maria a consacrare le nostre forze al Signore e a servirlo con la massima fedeltà.
PREGHIERA. O Dio, che hai voluto che la Beata Maria sempre Vergine, abitacolo dello Spirito Santo, quest'oggi fosse presentata al tempio, deh! fa' che noi per sua intercessione meritiamo di essere presenti nel tempio della sua gloria. MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall'infanzia colei che, sotto l'azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua Immacolata Concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.
nome Beata Maria di Gesù Buon Pastore- titolo Religiosa Fondatrice della congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth- nome di battesimo Franciszka Siedliska - nascita 12 novembre 1842, Roszkova Wola, Polonia- morte 21 novembre 1902, Roma- ricorrenza 21 novembre- Beatificazione da papa Giovanni Paolo II il 23 aprile 1989- Francesca Siedliska nacque il 12 novembre 1842, a Roszkova Wola, in Polonia, da genitori benestanti e proprietari terrieri, Adolfo Siedliski e Cecilia Morawska. Francesca ereditò dalla madre la salute cagionevole che la perseguitò tutta la vita, ma in compenso aveva molte lodevoli doti; era molto intelligente, sensibile e dotata di una particolare simpatia che la rendeva molto disponibile. Francesca ereditò anche il temperamento volitivo del padre, causa di scenate burrascose tra i due, durante la sua adolescenza. I genitori non si interessarono molto di educare alla fede cattolica Francesca e il fratello più giovane, Adamo; la prima fu battezzata una settimana dopo la nascita, ma a quei tempi in Polonia, il cattolicesimo generalmente era più in relazione al patriottismo e al nazionalismo, che alla spiritualità e al culto. In modo diverso, comunque, ricevettero una buona istruzione; Adamo frequentò il collegio gesuita di Metz, mentre a casa Francesca fu seguita da tutori eccellenti. Francesca fece la sua prima esperienza religiosa, quando, all'età di nove anni, in preda alla disperazione, stava pregando davanti a un'immagine della Beata Vergine Maria di Czestochowa, affinché sua madre, gravemente malata, non morisse; ma la sua adesione ufficiale alla vita religiosa avvenne grazie a un frate cappuccino, Leandro Lendzian, che incontrò nella casa dei nonni a Varsavia e che ebbe un ruolo importante in tutta la sua vita. Nel 1855, la preparò per la prima comunione e la cresima, e nello stesso anno Francesca cominciò a pensare di dedicare la sua vita al Signore. Gli anni successivi furono difficili; per un certo periodo continuò ad assecondare i progetti del padre di introdurla in società, ma l'esaurimento che le causò, unito all'ostilità dimostrata dalla sua famiglia quando Francesca ammise la sua vera vocazione, portarono lei e sua madre a grave malattia. La preoccupazione di Adolfo superò l'ira; accompagnò sua moglie e sua figlia in Italia, in un lungo viaggio attraverso la Baviera, la Francia e la Svizzera, arricchendo Francesca spiritualmente e intellettualmente. Mentre si trovavano a Cannes, Adolfo, finalmente anche se con rammarico, diede il suo consenso affinché la figlia seguisse la sua vocazione. Dopo molti anni trascorsi con la guida di p. Leandro, s'impegnò duramente nel raggiungere l'autoconsapevolezza e la padronanza di sé, e giunse a capire che la sua vocazione era fondare un nuovo ordine religioso. Nel 1873 chiese a papa Pio IX (1846-1878) di approvare la Congregazione delle suore francescane della Sacra Famiglia, i cui membri avrebbero «offerto le loro preghiere, il lavoro e la loro vita intera alla Chiesa e al Santo Padre, e avrebbero imitato la vita e le virtù della Sacra Famiglia». Il papa diede la sua approvazione li ottobre 1873, e Francesca, ora madre Maria di Gesù Buon Pastore, dopo aver scartato altre possibilità, inclusa la Polonia, decise che la prima casa sarebbe stata fondata a Roma. Comprò un locale adatto in via Machiavelli e la prima domenica di Avvento del 1875 fu ufficialmente fondata la congregazione. Madre Maria iniziò subito a scrivere la regola, alla fine approvata da papa Pio X (1903-1914; 26 ago.), il 2 agosto 1909; nel suo interesse di mettere in rilievo la preminenza dello spirito sulla parola (ebbe una visione come quelle di altre fondatrici del XIX secolo) precorse i tempi. La vera carità, insistette Francesca, non impone limiti e nessuna regola dovrebbe fare altrettanto. «A Nazareth» Francesca scrisse a p. Antonio Lechert, un sacerdote che aveva conosciuto in viaggio nel 1863 e che l'aveva aiutata e consigliata durante i primi anni di vita della congregazione, «ci sarà libertà di coscienza, libertà dei figli di Dio, attenzione verso lo spirito delle consorelle, il loro temperamento e le loro predisposizioni naturali.» La sua grande preoccupazione era la salute della famiglia, che si rifletteva in qualsiasi attività intrapresa dalle suore. A Roma iniziarono immediatamente a prendersi cura dei bambini trascurati e abbandonati, a insegnare religione ai giovani, a preparare le giovani coppie al matrimonio e a organizzare gruppi di incontro per le giovani; le suore intrapresero queste e altre attività simili ovunque si trovassero. Il primo convento fuori Roma fu fondato a Cracovia, nel 1881, e nel 1894 ne esistevano già quattro in Polonia; la prima casa americana fu aperta a Chicago nel 1885 e nel 1891 madre Maria riuscì a superare la resistenza dell'arcivescovo di Parigi, il cardinale Francois Richard, che giustificava la sua impossibilità di contribuire alle fondazioni per mancanza di fondi; le suore furono perciò mandate a insegnare alle figlie dei profughi polacchi della città. Era tale la domanda, che la richiesta avanzata nel 1893 dall'arcivescovo di Westminster, il cardinale Herbert Vaughan, di avere a disposizione delle suore che aiutassero i polacchi poveri di Londra, non poté essere accolta, nonostante la necessità urgente, fino al 1895. Quando madre Maria morì, il 21 novembre 1902, fu compianta, oltre che dalle sue consorelle, che sentivano di avere perso non solo una madre amorevole ma anche una guida ferma e forte, dai molti che dipendevano da lei e di cui si era guadagnata il rispetto. Papa Giovanni Paolo II l'ha beatificata il 23 aprile 1989; è ancora aperta la causa di undici suore della Sacra Famiglia, fucilate dai nazisti nel nord est della Polonia, N agosto 1943, che offrirono la loro vita in cambio di quella di alcuni uomini sposati e padri di famiglia del luogo, che erano stati arrestati e condannati a morte. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, beata Maria di Gesù Buon Pastore (Francesca) de Siedliska, vergine, che, partita dalla Polonia per motivi politici, fondò l’Istituto delle Suore della Santa Famiglia di Nazareth per provvedere agli emigrati dalla sua patria.
nome San Mauro di Cesena- titolo Vescovo- morte 946 circa, Cesena- ricorrenza 21 novembre- Incarichi ricoperti Vescovo di Cesena- Santuario principale Abbazia di Santa Maria del Monte, Duomo di Cesena- Romano, nipote di Papa Giovanni IX, che lo ordinò sacerdote; nel 926 fu eletto abate del monastero benedettino di Classe a Ravenna. Nel 934 fu consacrato vescovo di Cesena. Su una collina vicino alla città fu costruita una cella dove passava parte del suo tempo in preghiera. Dopo la sua morte, questa cella dette origine all'Abbazia benedettina di Santa Maria del Monte.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cesena, san Mauro, vescovo.
nome San Gelasio I- titolo 49º papa della Chiesa cattolica- nascita V secolo, Roma- Elezione 1º marzo 492- Fine pontificato 19 novembre 496 (4 anni e 263 giorni)- morte V secolo, Roma- ricorrenza 21 novembre- Beatificazione 1453- Canonizzazione 1703- Santuario principale Chiesa di San Gelasio I papa- Gelasio regnò per soli cinque anni, ma fu uno dei più energici e efficienti tra i primi papi, «famoso in tutto il mondo», come commentò un contemporaneo, «per la sua erudizione e per la santità». Non si conosce molto della prima parte della sua vita; di origini africane, nacque a Roma e a tempo debito divenne valido assistente e consigliere di papa Felice 11 (483-492; 1 mar.). Succedette a Felice nel 492 e dovette immediatamente affrontare alcuni problemi; su due fronti: una difficile situazione politica (i re ariani governavano tutto il primo impero occidentale, l'Italia era in guerra, Teodorico l'ostrogota aveva assediato il re Odoacre a Ravenna) e la conseguenza spiacevole causata dallo scisma acaciano (risultato della controversia sul monofisismo, condannato nel 451, al concilio di Calcedonia, sulla questione che Gesù Cristo avesse una sola natura). Per quanto riguarda il secondo problema, anche Acacio era ormai morto e il patriarca di Costantinopoli, Eufemio, desiderava risanare la frattura. Gelasio però era dell'avviso che fosse impossibile ripristinare l'unione, finché l'Henotikon (un documento di compromesso, approvato dall'imperatore bizantino, Anastasio 1 (491-518), che coincideva con alcuni insegnamenti monofisiti di Acacio) non fosse stato definitivamente censurato. Con la sua ripetuta insistenza che la scomunica di Acacio, considerata non conforme ai canoni in Oriente, fosse giustificata, si alienò le simpatie dell'imperatore e portò i vescovi orientali a supporre che il suo atteggiamento costituisse una minaccia all'unità della Chiesa. In vista di questo, Gelasio infine reintegrò uno dei vescovi che erano stati scomunicati dal suo intransigente predecessore. Si pensa che Gelasio sia stato uno scrittore produttivo, anche se della sua opera complessiva ci sono pervenute solo cento lettere e frammenti, insieme a diversi trattati teologici. Le lettere dimostrano che fu un acceso sostenitore della sede di Roma: manifestò le sue prerogative e fu probabilmente il primo papa a essere definito "vicario di Cristo". Più significativamente, esiste un brano, in una lettera ad Anastasio, in cui Gelasio spiega esattamente la giusta relazione tra autorità religiosa e secolare (ciò che definì come «l'autorità consacrata dei vescovi» e il «potere regale».) Ognuno, secondo lui, è indipendente nella proprio sfera, sebbene la spiritualità sia inerentemente superiore, in quanto è il canale attraverso il quale viene riscattato il "temporale". Anche se un sacerdote contemporaneo affermò che Gelasio aveva scritto un Sacramentario, il cosiddetto Sacramentario gelasiano, questo risale a un periodo successivo e senza dubbio non è opera sua. Gelasio emerge dalla controversia acaciana come una personalità in qualche modo inflessibile e severa, ma chiaramente aveva anche altri aspetti; per esempio, è conosciuta la sua duratura amicizia con Teodorico. Esiste poi il racconto di Dionisio Esiguo, scritto cinquant'anni dopo la morte di Gelasio, basato sui colloqui avuti con i discepoli del papa defunto, che fa riferimento alla sua umiltà, al suo desiderio di servire piuttosto che governare, al suo spirito di preghiera e alla sua grande generosità verso i poveri: credeva che i vescovi avessero il dovere di devolvere in carità un quarto dei loro guadagni. Gelasio morì nel 496. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma presso san Pietro, san Gelasio I, papa, che, insigne per dottrina e santità, onde evitare che l’autorità imperiale nuocesse all’unità della Chiesa, illustrò con vera profondità di analisi le prerogative dei due poteri, temporale e spirituale, sostenendo l’esigenza di una mutua libertà; spinto dalla sua grande carità e dai bisogni degli indigenti, per soccorrere i poveri morì egli stesso poverissimo.
nome Sant'Agapio di Cesarea- titolo Martire- nascita Cesarea, Palestina- morte 306 circa, Cesarea, Palestina- ricorrenza 21 novembre- Fu martirizzato a Cesarea in Palestina, durante la persecuzione di Massimino. Fu arrestato per ben 3 volte e alla fine fu incatenato insieme ad un assassino e portato all'anfiteatro per essere gettato in libertà; il suo compagno fu perdonato, gli fu offerta la libertà se avesse rinunciato alla sua fede, ma la rifiutò; poi fu gettato insieme ad un orso che lo lasciò morente. Di nuovo fu portato in prigione e il giorno dopo fu gettato in mare legato con pietre. Altri autori affermano che fu un martire a Gaza in Palestina, essendo prefetto urbano e che fu bruciato a fuoco lento.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cesarea in Palestina, sant’Agapio, martire: già più volte sottoposto ai supplizi, ma sempre rinviato a più grandi combattimenti, secondo la tradizione durante i giochi dell’anfiteatro fu dato in pasto ad un orso in presenza dello stesso Massimino e, poiché respirava ancora, il giorno dopo fu affogato in mare con delle pietre legate ai suoi piedi.