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Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia
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Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia- Dioecesis Centumcellarum-Tarquiniensis- Chiesa latina- Regione ecclesiastica Lazio- Vescovo Gianrico Ruzza- Vicario generale Rinaldo Copponi- Provicario generale Diego Pierucci- Presbiteri 68, di cui 45 secolari e 23 regolari, (1.524 battezzati per presbitero)- Religiosi 25 uomini, 103 donne- Diaconi 19 permanenti- Abitanti 106.660- Battezzati 103.660 (97,2% del totale)- Stato Italia- Superficie 876 km²- Parrocchie 27 (2 vicariati)- Erezione IV secolo (Civitavecchia), V secolo (Tarquinia), in plena unione dal 30 settembre 1986- Rito romano- Cattedrale San Francesco d'Assisi- Concattedrale Santa Margherita. La diocesi di Civitavecchia-Tarquinia (in latino: Dioecesis Centumcellarum-Tarquiniensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 103.660 battezzati su 106.660 abitanti. È retta dal vescovo Gianrico Ruzza.La diocesi comprende sei comuni del Lazio a cavallo di due province: in provincia di Viterbo i comuni di Tarquinia, Monte Romano e Montalto di Castro; in provincia di Roma i comuni di Civitavecchia, Allumiere e Tolfa (eccetto la frazione di Santa Severa Nord che appartiene alla sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina). L'odierna diocesi è frutto dell'unione, stabilita nel 1986, di due antiche sedi episcopali: Civitavecchia (Centumcellae), attestata nel IV secolo e restaurata nel 1825; e Tarquinia, nota a partire dal V secolo e restaurata, con il nome di Corneto, nel 1435. Sede vescovile è la città di Civitavecchia, dove si trova la cattedrale di San Francesco d'Assisi. A Tarquinia sorge la concattedrale di Santa Margherita.
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La Cattedrale di Civitavecchia, dedicata a San Francesco d'Assisi, è la principale chiesa della città. Si trova nel centro storico in Piazza Vittorio Emanuele ed è la sede della cattedra episcopale della Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia. E’ qui che il Vescovo è solito celebrare la santa messa durante ricorrenze ed occasioni particolari. La Cattedrale fu costruita sui resti di una piccola chiesa francescana edificata sotto il pontificato di Paolo V nel 1610. Papa Clemente XIV successivamente la fece ricostruire affidandone i lavori all'architetto Francesco Navone. Ultimata definitivamente nel 1782 sotto il pontificato di Papa Pio VI, divenne Cattedrale a partire dal 1805. Dopo i bombardamenti del 1943 fu gravemente danneggiata per poi essere completamente restaurata nel 1950 su progetto dell'architetto Plinio Marconi. La chiesa consta di una sola navata. Si presenta con un'alta facciata barocca a doppio ordine ionico, un'unica porta centrale inserita in essa e un'ampia scalinata. È priva di transetto ed è completamente disadorna nella parte posteriore. In una cappella laterale, sul lato destro, vi si trova una Natività attribuita alla scuola del Domenichino. Sopra il timpano sono poggiate due grandi figure scultoree, rappresentanti la Fede e la Giustiza, opera di Pietro De Laurentiis, sotto di esso si può notare un affresco di Antonio Nessi rappresentante San Francesco che riceve le Stimmate. All'interno è presente un organo a canne della Fabbrica Artigiana Organi Pinchi di Foligno. Lo strumento è stato restaurato ed ampliato dalla stessa casa costruttrice nell'autunno 2019. Religione cattolica di rito romano- Titolare San Francesco d'Assisi- Diocesi Civitavecchia-Tarquinia- Stile architettonico barocco- Inizio costruzione XVII secolo.
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Gianrico Ruzza- vescovo della Chiesa cattolica- Titolo Civitavecchia-Tarquinia, Porto-Santa Rufina- Incarichi attuali Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia (dal 2020), Vescovo di Porto-Santa Rufina (dal 2022)- Incarichi ricoperti Vescovo titolare di Subaugusta (2016-2020), Vescovo ausiliare di Roma per il settore centro (2016-2019), Vescovo ausiliare di Roma per il settore sud (2019-2020), Vicario generale di Ostia (2019-2020), Amministratore apostolico di Porto-Santa Rufina (2021-2022)- Nato 14 febbraio 1963 (61 anni) a Roma- Ordinato presbitero 16 maggio 1987 dal cardinale Ugo Poletti- Nominato vescovo 8 aprile 2016 da papa Francesco- Consacrato vescovo 11 giugno 2016 dal cardinale Agostino Vallini. Blasonatura dello stemma: Troncato di rosso e d’oro: nel 1° al libro aperto dello stesso caricato delle lettere Α e Ω del primo; nel secondo al pellicano con la sua pietà al naturale, sanguinoso di rosso. In questo caso si è scelto uno scudo “bucranico”, frequentemente usato anche in araldica ecclesiastica e una croce astile in oro, trifogliata, con cinque gemme rosse per indicare le Cinque Piaghe di Cristo. Il motto: SERMO TUUS VERITAS (Gv 17,17) Le parole del motto episcopale di Mons. Ruzza sono tratte dal Vangelo di Giovanni laddove l’Evangelista riporta la lunga, intensa preghiera di intercessione e oblazione che Gesù rivolge al Padre, nell’ora imminente del sacrificio, per gli uomini che lo hanno seguito, che hanno creduto alle Sue parole; chiede che vengano protetti dal male con la santificazione: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità”-“Sanctifica eos in veritate. Sermo tuus veritas est”. E’ appunto una preghiera di consacrazione, che accompagna l’invio dei discepoli a perpetrare la missione evangelizzatrice e la consacrazione avviene attraverso la Parola che è la verità assoluta, la verità della rivelazione al Figlio che la tramanda, santificandoli, ai discepoli inviati nel mondo da Gesù Cristo. Nella metà superiore dello scudo appare il libro aperto, simbolo della parola rivelata; esso riporta le lettere greche A e Ω (Alfa e Omega) per richiamare quanto Gesù ha affermato nell’Apocalisse di Giovanni: “Io sono l’Alfa e l’Omega” e subito dopo “il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap 22,13). L’Alfa e l’Omega sono rispettivamente la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, quindi dire che Gesù è l’Alfa e l’Omega è come dire che Egli è il primo e l’ultimo; le espressioni nella sostanza sono identiche. Il fatto che Gesù abbia detto di essere l’Alfa e l’Omega corrisponde ad una dichiarazione della propria divinità perché Giovanni, nell’Apocalisse, dice che sentì Dio Padre affermare queste parole: “È compiuto. Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita….” (Ap 21,6). Se solamente il Padre fosse Dio, solo Lui potrebbe dire di essere l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine, il primo e l’ultimo; il Figlio non potrebbe dirlo, potrebbe o dovrebbe dire di essere il secondo ma non il primo. Il libro è in oro, metallo più nobile, simbolo quindi della prima Virtù, la Fede; infatti, è grazie alla Fede che possiamo comprendere compiutamente il messaggio di redenzione proprio della Parola rivelata. Nella metà inferiore dello scudo è rappresentato il pellicano che, secondo la tradizione, nutre i propri piccoli con il proprio sangue: è il Pie pellicane, simbolo cristologico ed eucaristico per eccellenza, usato dagli antichi e citato da San Tommaso d’Aquino nel celebre inno Adoro Te devote: “Pie pellicane, Iesu Domine, me immundum munda Tuo sanguine”. Per i cristiani, quindi, rappresenta l’estremo sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo che sulla croce immola se stesso per la salvezza dei Suoi figli.