@Alessi_
Quando nasce l'onomatopea?
Dopo il mio segreto mi sono convinto a fare anche io shout di argomenti relativi alla letteratura, all'arte e alla mitologia.
Questo shout è di argomento letterario.
Oggi risponderò alla domanda: quando nasce l'onomatopea?
In primis per onomatopea si intende la riproduzione scritta di un suono, il termine viene dal greco antico e la parola si compone di tue termini: ὄνομα (si pronuncia ónoma, significa "nome" e nei testi greci si può trovare anche con la upsilon che non è nulla di meno, semplificando ai minimi termini, la nostra u) e ποιεω (il verbo "fare" che si pronuncia poieo).
L'onomatopea si definisce primaria e secondaria.
L'onomatopea primaria è quella che semplicemente riproduce i suoni. Un esempio è crash.
L'onomatopea secondaria, invece, è la trasformazione del suono in parola. Queste parole sono dette anche parole onomatopeiche. Un esempio è il verbo bisbigliare (in questo si può dire anche "verbo onomatopeico"). Non tutti i grammatici sono d'accordo nel definire onomatopee secondarie le parole onomatopeiche.
La prima attestazione è latina e la ritroviamo negli Annales di Quinto Ennio, poeta nato nel 239 avanti Cristo come ci attesta indirettamente Cicerone nel de rhetorica.
Il verso in cui è contenuta l'onomatopea recita "At tuba terribili sonitu taratantantara dixit" che significa "e la tromba disse il terribile suono taratantantara". Vediamo nello stesso verso anche una personificazione.
Ennio fu accusato da autori successivi di eccessivo sperimentalismo letterario per questo ed altri motivi.
Anche se è vero che troviamo un onomatopea solo con Ennio ci sono attestazioni più antiche di parole onomatopeiche. Un esempio è il frammento 42 Degani attribuito ad Ipponatte nel quale il poeta usa il verbo βαμβαλυζω (bambaluzo) che significa battere i denti (in quel caso per il freddo).