@Pali

22/11/2024 alle 16:43

Sarebbe bello recuperare i volantini che venivano lanciati per avvertire la popolazione nel '44. Mio nonno ne aveva uno lanciato dagli alleati...

Sarebbe bello recuperare i volantini che venivano lanciati per avvertire la popolazione nel '44. Mio nonno ne aveva uno lanciato dagli alleati...

La linea gotica spezzava l'Italia a metà, e le principali città furono distrutte dalle bombe americane. Monza fu particolarmente colpita nel '43, con diverse abitazioni private distrutte. A pagare caro il prezzo della guerra furono anche i nostri Monumenti. A Milano, il Cenacolo Vinciano rischiò di scomparire del tutto; miracolosamente, del refettorio rimase in piedi proprio la parete che accoglieva la bellissima opera di Leonardo. La propaganda fascista premeva molto sui danni causati dagli Alleati.

Ma perché furono bombardate le nostre città? Vista l'impossibilità di liberare il nord Italia via terra, l'esercito anglo-americano decise di mettere pressione psicologica sulla popolazione, affinché si creasse sfiducia nei confronti delle truppe nazifasciste. Va specificato però che prima delle bombe, gli aerei americani lanciarono una serie di volantini. Quello che aveva mio nonno invitava i cittadini ad allontanarsi dalle fabbriche, che il giorno seguente sarebbero state "polverizzate". Sotto si richiamava alla viltà della propaganda di regime, che faceva di tutto per tenere all'oscuro la popolazione, e riportava le poche frequenze "libere", per essere correttamente informati. Inutile dire che erano guai grossi se ci si fosse fatti beccare ad ascoltare queste radio.

C'era anche la controinformazione... volantini falsi che premevano sulla colpevolezza degli italiani, alleati di Hitler. Sull'autenticità di questi volantini c'è molto dubbio, anche se diversi generali videro nei bombardamenti di Genova e Milano una vera e propria spedizione punitiva. Credo che l'ultima intenzione dell'esercito anglo-americano fosse quella di distruggere chiese e monumenti, tantomeno abitazioni civili.

A Monza ci fu anche una storia assai curiosa... ancora oggi avvolta nel mistero. È una fredda notte del febbraio 1945, il fascismo ormai è caduto e l'occupazione del Nord Italia da parte dei tedeschi vacilla. Un drappello di SS passa in piazza Carducci, di fronte al municipio di Monza. La cosa era solita... era abituale il passaggio anche a tarda ora di soldati tedeschi o uomini della Guardia Nazionale repubblicana in servizio di pattuglia. Questa volta però accade qualcosa di veramente inquietante.

I soldati si fermano di fronte al municipio. I due vigili urbani impegnati a fare la guardia, chiamano la polizia, per capire come comportarsi. Le SS intanto gli urlano parole incomprensibili in tedesco, puntando il mitra verso le loro teste e battendo con il calcio dell'arma contro il portone. Non fanno in tempo a ricevere ordini, perché nel frattempo un motocarro sfonda il portone del municipio. Il gruppo irrompe all'interno, puntando le armi sui due vigili urbani.

Dai sotterranei del palazzo municipale escono venti casse in legno... non sappiamo il contenuto, non sappiamo come e chi le avesse messe li dentro. Alle 2:00 arriva un uomo che dialoga brevemente con l'ufficiale tedesco e scompare nel nulla. Quegli attimi concitati si concludono con i soldati tedeschi che si allontano nel buio della piazza. I due vigili chiudono il portone e fanno rapporto. Il mattino seguente il podestà di Monza (la figura che sostituì il sindaco durante il regime fascista) chiama nel suo ufficio i due vigili. Poche parole e un premio di 50 lire per "l'ottimo comportamento".

La storia cade nell'oblio... la guerra stava finendo e c'era ben altro a cui pensare. Ma cosa c'era dentro quelle casse? Solo supposizioni... secondo alcuni c'erano documenti molto importanti, secondo altri c'erano opere d'arte trafugate dalla Villa Reale... non lo sapremo mai. Negli anni Cinquanta a Bolzano vennero ritrovate alcune casse che contenevano collezioni numismatiche, tele di grande valore e argenteria appartenenti alla Casa Savoia, ma non si può sapere se sono le stesse che furono trafugate nel municipio di Monza quella notte.

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