@FromSovietRussiaWithLove
è la fine dell'anno, e come ormai è d'abitudine, torno a casa dalla stazione, dopo essere tornato nel mio paese col treno. fa freddo, c'è umidità, ho
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mal di testa, ma è nulla in confronto a ciò che ho dentro.
non posso non pensare agli anni passati, al tempo che voli, e sentire la sofferenza dei dolori che ho dentro.
ho iniziato veramente a vivere dalle superiori, e dal 2020 sono su questo sito, un luogo che bene o male è stata casa per me. qui ho conosciuto la persona che è stata la più importante nella mia vita, così come ci ho fatto confluire tutti i miei momenti di sofferenza per anni. era un riparo dalla solitudine totale, c'era qualcuno che leggeva e quello bastava per farmi stare meglio, seppure chi leggeva non aveva la benché minima idea di chi fossi né gli poteva fregar qualcosa di me.
oggi sono passati 4 anni a mezzo da quando sono qui, 4 anni e un giorno da quando ho iniziato a parlare con lei, 4 anni da un periodo di solitudine adolescenziale importante.
in quattro anni ho fatto tanto, finito la scuola, fatto viaggi, imparato nuove cose. ci sono stati periodi in cui sono anche stato felice. l'estate scorsa per esempio, con due settimane a new york e due settimane in interrail dopo la maturità.
in questi mesi, da settembre, mi sono ricominciato a sentire come quel periodo. solo, soprattutto emotivamente e un po' anche materialmente, senza nessuno a cui importi di me e senza nessuno che stia bene con me. mi pesa soprattutto la situazione sentimentale, con una ragazza che a me piace e a cui io piaccio ma con cui, da mesi, non riesco a trovarmi e ricevo bidoni da miei "amici" che prima mi promettono di darmi una mano e poi si tirano indietro.
quello che ho imparato è a tenere dentro e gestire il dolore. anni fa andavo in crisi, piangevo, scappavo. oggi, seppure in parte lo esprimo con nervosismo e stress, riesco a non darlo a vedere, a tenerlo dentro.
all'università, unico luogo in cui sto con altre persone, sono quello sorridente, il referente disponibile che conosce tutti, quello solare e simpatico. poi prendo il treno, mi metto la mia musica e il conto da pagare per quella finta felicità si presenta. e si li, quando torno a casa, non posso far altro che stendermi sul letto in preda alla tristezza e non far altro.
poco fa nel treno c'erano due fidanzatini che limonavano, e mi è tornato in mente di quanto la vita mi abbia negato. quando è toccato a me, la mia fidanzata era dietro uno schermo, l'ho potuta baciare una volta sola, mentre per gli altri è normalità. le vacanze con i miei amici d'estate non sono mai esistite perché ai miei amici non fregava nulla, mentre ho visto altri girare e divertirsi in lungo e in largo. e come questo tante altre cose.
so che l'unica cosa di cui ho bisogno per essere felice è avere qualcuno al mio fianco con cui stare bene, amico o fidanzata che sia. ma qualcuno con cui io possa trovarmi. e la cosa che più mi lascia indispettito è che di persone che sono sole perché sono strane ne conosco a decine, ma io sono una persona che più normale. ho tante persone con cui ho rapporti profondi, ho tante persone con cui sto e passo il tempo, ma mai si crea quel rapporto vero di amicizia, mai trovo qualcuno come me. a me piace viaggiare, vivere al massimo, ma al contempo impegnarmi per diventare qualcuno e creare qualcosa di concreto, mi piace l'adrenalina. tutte le persone che incontro però sono mosce, tristi, lente, e io piuttosto che farmi limitare dallo stare con persone che non mi rispecchiano mi allontano.
me ne basta una sola, e ogni giorno esco di casa chiedendomi se arriverà, e ogni giorno mi metto a dormire chiedendomi se il giorno successivo sarà quello buono.
ogni tanto mi chiedo cosa penserebbero gli altri se mi dovessi uccidere. perché tanto a suicidarsi sono sempre quelli come noi, quelli col sorriso fuori ma con l'inferno dentro. i compagni di università scenderebbero dalle nuvole, probabilmente anche i miei amici storici. sarei curioso delle reazioni dei miei genitori e di mio fratello, che mi vedono nel quotidiano che non sono felice, e di alcune, poche, persone con cui ho un rapporto profondissimo ma ormai terminato. chissà se sentiranno il peso della situazione o se semplicemente andranno avanti come se nulla fosse. ogni tanto ci penso, non sarebbe male smettere di soffrire.
e so che la soluzione ai miei problemi sta nelle mie mani, so che dovrei uscire di più, spronare di più, fare di più, ma sinceramente, se sto giù per la situazione, non ho le forze di uscire e fare finta di nulla. quando esco normalmente sto bene, quando mi capita di conoscere persone nuove, ma sono momenti rari che capitano solo grazie al guscio di felicità con cui mi proteggo. ma di mio dentro ho tristezza e rassegnazione, ed è difficilissimo contrastarle nella mia camera, dove passo la maggior parte del mio tempo, e dove non ho il guscio di felicità perché non c'è nessuno a cui dover fingere.
c'è un nuovo anno davanti, le cose del passato si allontanano, nuove opportunità si avvicinano, però mi resta dentro la malinconia per ciò che è stato e per ciò che non ho avuto, per ciò che sto facendo e ciò che vorrei fare.
l'amore vorrei.