@nuvoledidrago
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Assurdo quando riusciamo ad amare e odiare nello stesso tempo.
Passiamo il periodo tra il secondo mese del primo anno di superiori e maggio del quinto anno a lamentarci dei professori, del sistema scolastico, di quanto quella verifica ci abbia buttati giù o di come i nostri genitori ci abbiano cazziati dopo quel voto.
Odiamo svegliarci al mattino, vedere sempre le stesse facce e inventare problematiche che tanto non risolveremo mai solo per avere l’assemblea di classe. Quel momento in cui riusciamo a ridere e insultarci per quella volta che abbiamo usato il telefono per una verifica, di come ci siamo fatti scoprire.
Poi arriviamo a giugno e cazzo, scusate se lo dico, ma quella canzone di Antonello Venditti diventa l’unica canzone in grado di farti piangere.
Pensi a quando hai aperto il tuo profilo ig, più o meno in seconda media, di come quella canzone ritornasse ogni anno in storie di mille studenti della tua città. Ammettete che per quanto bella sia speravate solo che sparisse dalle storie. La mettevano letteralmente tutti.
Poi arriva il tuo turno e un po’ capisci.
Capisci che ascoltare quella canzone ti fa ritornare in mente tutte le follie, i viaggi, i brutti voti, gli scherzi in classe e le battute sui professori.
Ti ricordi del film visto quando avevi 6 anni, con questi maturandi un po’ folli d’amore, che facevano scelte strane e apparentemente senza senso.
Era più attuale di quanto pensassimo.