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17/03/2024 alle 13:18

I santi di oggi 17 marzo:

I santi di oggi 17 marzo:

nome San Patrizio- titolo Vescovo- nascita V secolo, Scozia- Ordinato presbitero 420- morte VI secolo, Down, Irlanda- ricorrenza 17 marzo- Attributi bastone pastorale, mitra vescovile e trifoglio- Patrono di Irlanda, Nigeria, Montserrat, New York, Boston e degli ingegneri- Incarichi ricoperti

Vescovo d'Irlanda- S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell'Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l'amarezza dell'abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia. Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all'esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l'evangelizzazione dell'Irlanda, fu consacrato vescovo. Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell'isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l'Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente. L'opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa. Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli. Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita. PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio. PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e vescovo, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso la città di Down, in Irlanda, il natale di san Patrizio, Vescovo e Confessore, il quale per primo annunziò Cristo in quell'isola, e rifulse per grandissimi miracoli e per virtù.

BENEDIZIONE DEL VIAGGIATORE IRLANDESE. Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, Iddio ti protegga nel palmo della sua mano.

nome Santa Gertrude di Nivelles- titolo Badessa- nascita 626 circa, Landen, Belgio- morte 17 marzo 659, Nivelles, Belgio- ricorrenza 17 marzo- Attributi<br /> abito monastico, pastorale, topi- Patrona di gatti, pellegrini e viaggiatori. È invocata contro le invasioni di ratti e contro i tumori- Gertrude nacque nel 626 circa ed era la figlia più giovane di Pipino di Landen e della B. Itta. Pipino, nobile con vasti possedimenti, era il maggiordomo della corte d'Austrasia e governò il regno in nome di Dagoberto, figlio di Lotario II, che era stato posto dal padre a Metz. Itta era altrettanto ricca e profondamente religiosa. La loro prima figlia, Begga (17 dic.), fu data in sposa al figlio di S. Arnolfo di Metz, mentre l'altro figlio, Grimoaldo, subentrò all'incarico paterno. Quando Gertrude ebbe raggiunto l'età di circa dieci anni, il padre diede una festa a cui parteciparono Dagoberto e altri nobili del regno. Uno di questi la chiese in sposa per il figlio. Gertrude fu chiamata e le fu chiesto, alla presenza del giovane, di dare il suo consenso, ma ella rispose che non avrebbe sposato né lui né nessun altro perché era già promessa a Cristo. Alla morte di Pipino nel 640, Itta si ritirò nella sua proprietà a Nivelles, prendendo con sé Gertrude e, su consiglio di S. Amando (6 feb.), fondò un doppio monastero, maschile e femminile. Amando consegnò il velo a Gertrude che, dopo sette anni, subentrò alla madre, dimostrandosi un'abile badessa, stimata non solo dalle suore della comunità ma anche dai molti visitatori, dai poveri, dagli stranieri e dai pellegrini. Tra quelli che Gertrude accolse nell'abbazia vi furono due monaci irlandesi, S. Foillano (31 ott.) e suo fratello S. Ultano (2 mag.), che collaborarono con lei. Cacciati dal loro monastero di Burgh Castle nel Norfolk da Penda, re di Mercia, si erano recati a Péronne, dove un altro fratello, Fursey, era stato sepolto. Furono accolti nel corso dei loro viaggi da Gertrude e Itta, che ottenne da Grimoaldo un pezzo di terra a Fosses; i due monaci poterono costruirvi il loro monastero e divennero cappellani e consiglieri di Gertrude. Un giorno del 655, dopo aver celebrato la Messa per la comunità, S. Foillano fu assassinato mentre tornava al suo monastero. Itta lo aveva preceduto nel 652. L'abbazia sotto la guida di Gertrude prosperò: ella seguiva i suoi impegni amministrativi in modo tale da avere sempre tempo per la preghiera e la lettura, ma le sue preoccupazioni erano troppe e finì per ammalarsi. Decise quindi di passare la conduzione del monastero alla nipote, Vulfetrude, figlia di Grimoaldo. La sua fama era tale che mentre era ancora viva alcuni dei suoi monaci, trovatisi in pericolo per mare, invocarono il suo nome e furono salvati. Gertrude, sentendo avvicinarsi la morte, mandò un messaggio a S. Ultano a Fosses ed egli le disse che sarebbe morta il giorno dopo durante la Messa, ma che non doveva avere alcun timore poiché sarebbe stata accolta da S. Patrizio, dagli angeli e dagli altri santi nella gloria. Morì il 17 marzo 659 all'età di trentatré anni e fu seppellita nella chiesa di S. Pietro, una delle tre di Nivelles. Alla fine del secolo la sua tomba fu spostata per allargare la chiesa a motivo del grande afflusso di pellegrini. Nel 1046 l'imperatore Enrico III la spostò ancora in una nuova chiesa che venne poi restaurata dopo la seconda guerra mondiale. S. Gertrude è sempre stata venerata in Belgio e nei Paesi Bassi. Dall'XI secolo è stata considerata la patrona dei viaggiatori, probabilmente a causa della sua ospitalità verso i pellegrini e al miracolo dei monaci in mare ed è usanza prima di iniziare un viaggio bere l'ultimo bicchiere in suo onore. Viene anche invocata per i morenti. La sua festa il 17 marzo segna l'inizio della primavera e dei lavori nel giardino, per questo divenne la patrona dei giardinieri, invocata per proteggere i campi e i giardini specialmente dai topi e dai sorci, anche se nessuno ne sa la motivazione. Una vetrata dipinta del xvi secolo nel museo diocesano di Strasburgo la mostra mentre legge seduta, con tre topi che mordicchiano il suo abito. MARTIROLOGIO ROMANO. A Nivelles in Brabante, nell’odierno Belgio, santa Geltrude, badessa, che, nata da nobile famiglia, prese il sacro velo delle vergini dal vescovo sant’Amando e resse con saggezza il monastero fatto costruire dalla madre, fu assidua nella lettura delle Scritture e si consumò nell’austera pratica di veglie e digiuni.<br /> PROTETTRICE DEI GATTI<br /> Santa Gertrude di Niveless è nota per essere la protettrice dei gatti, pare che accogliesse dei gatti nel suo monastero per cacciatori i topi e, proprio per questo, curati con amore. Questa santa è diventata un'icona nella lotta contro i topi: persino l’acqua del pozzo e il pane cotto nel monastero erano utilizzati per tenere lontani i roditori. Si narra inoltre che in circostanze particolarmente difficili, la sua preghiera di scacciare i topi venne ascoltata dal Signore! L’associazione di Santa Getrude coi gatti pare essere quindi “trasversale” e legata più alla sua fama come scacciatrice di roditori, i nemici per antonomasia dei felini, che a un aneddoto specifico riguardante lei e i mici.

nome San Gabriele Lalemant- titolo Gesuita, martire in Canada- nome di battesimo Gabriel Lalemant- nascita 10 ottobre 1610, Parigi- morte 17 marzo 1649, Canada- ricorrenza 17 marzo- Canonizzazione 1930 da papa Pio XI- Gabriele Lalemant nacque a Parigi nel 1610. Seguendo l'esempio degli zii Carlo e Girolamo, entrò nella Compagnia di Gesù e, successivamente, andò missionario nella Nuova Francia. Fece la professione religiosa nel 1632 aggiungendovi il voto di dedicare la sua vita agli indiani. Avrebbe dovuto attendere quattordici anni prima di poterlo adempiere. Una volta ordinato sacerdote, venne nominato cappellano del collegio gesuita di La Flèche, dove insegnò filosofia per un anno. Dal 1644 al 1646 fu il responsabile degli studi a Bourges e infine, dopo aver implorato i suoi superiori per anni, andò in Nuova Francia per unirsi alle missioni in quel paese. Non bisogna meravigliarsi della perplessità di questi nel soddisfare le sue richieste, dal momento che era di costituzione fragile e delicata. Anche suo zio, superiore a Quebec, esitò per un certo periodo a mandarlo in Urone come egli aveva chiesto. Lo spirito. di Lalemant, però, era tutt'altro che fragile: una sua preghiera a Cristo rende l'idea della sua consapevolezza profonda circa la vocazione missionaria: «Fa che il tuo sangue, che fu versato per i selvaggi non meno che per noi, sia davvero dato loro per la loro salvezza, e fa che io possa cooperare con la tua grazia ed essere immolato per loro». Trascorse due anni a Quebec durante i quali segui ogni minimo evento in Urone. Nel 1649 era al fianco di de Brébeuf (16 mar.) in uno dei centri missionari, quando gli irochesi infierirono contro gli uroni. Da quel momento in poi il suo destino fu il medesimo di de Brébeuf, con la differenza che le torture a cui venne sottoposto furono più crudeli e la sua agonia durò quindici ore. Alla fine un colpo di ascia lo liberò dalla sofferenza. Si dice che quando la sorella, suora carmelitana, fu informata della sua morte, abbia cantato il Magnificat in ringraziamento. La madre, vedova, da quel momento in poi decise di consacrare la sua vita a Dio. Gabriele Lalemant fu canonizzato nel 1930. Viene ricordato l'11 ottobre, insieme con gli altri martiri del Nord America. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio degli Uroni in Canada, passione di san Gabriele Lalemant, sacerdote della Compagnia di Gesù, che con strenua dedizione diffuse l’anuncio della gloria di Dio nella lingua delle popolazioni del luogo, prima di essere tratto da alcuni ostili idolatri a crudelissimi supplizi. La sua memoria si celebra unitamente a quella dei suoi compagni il 19 ottobre.

nome San Giovanni Sarkander- titolo Sacerdote e Martire- nome di battesimo Jan Sarkander- nascita 20 dicembre 1576, Skoczow- morte 17 marzo 1620, Olomouc, Moravia- ricorrenza 17 marzo- Beatificazione 6 maggio 1860 da papa Pio IX- Canonizzazione 21 maggio 1995 da papa Giovanni Paolo II- Giovanni Sarkander nacque il 20 dicembre 1576 a Skoczow, vicino a Ciaszyn nell'impero asburgico. Suo padre, Gregorio Maciej Sarkander, era di origine ceca, mentre la madre, Elena Gorecka, era polacca. Non fu battezzato nella chiesa parrocchiale, che all'epoca era occupata dai protestanti, ma in una piccola chiesa adiacente l'ospedale, che era in mano cattolica: le controversie religiose dell'epoca, che sarebbero state la causa del suo martirio, si fecero subito sentire nella sua vita. Il padre morì quando Giovanni aveva solo tredici anni. Desiderando garantire un'educazione sicura ai suoi quattro figli, Elena decise di stabilirsi nella più cattolica Moravia. Giovanni frequentò la scuola parrocchiale a Przybor, dove abitavano, e nel 1593, all'età di diciassette anni, continuò la sua educazione nel collegio gesuita di Olomouc. Dopo aver ottenuto la laurea in filosofia, andò a Gratz per studiare teologia. Fu ordinato sacerdote nel 1609. Per sette anni fece il curato in diverse parrocchie fino a che nel 1616 fu nominato parroco nella città di Holeszov, a maggioranza protestante. Fino al xv secolo il distretto era stato un rifugio per gli ussiti, i seguaci del riformatore eretico Jan Hus e dei Fratelli della Boemia, un gruppo inizialmente impegnato a ottenere che anche i laici potessero fare la comunione al calice ma che poi si legò agli ussiti e quindi ai luterani. Il barone locale, von Lobkovitz, aveva strappato da queste sette la chiesa a cui Giovanni venne assegnato dietro consiglio dei gesuiti. Quest'azione era manifestamente contro l'editto, il Majesteít, promulgato da re Rodolfo di Boemia nel 1609, che garantiva la libertà di culto ai cattolici e agli ussiti, così come ai firmatari delle altre sette della cosiddetta Confessione Boema. Tuttavia, in un'amministrazione decentralizzata nella quale i nobili locali facevano ciò che volevano, un'azione di questo tipo non era inusuale, anche se nel 1618, due anni dopo la nomina di Sarkander, una supposta violazione dell'editto spinse gli stati protestanti a portare in processo due governatori e quindi a gettarli dalla finestra (la "Defenestrazione di Praga"). Questo fatto fu seguito da una ribellione di tutta la Boemia e dalla sostituzione dei governatori reali con dei direttori. Questi si rifiutarono di appoggiare re Ferdinando II, che era succeduto allo zio Rodolfo nel 1619, e a quel punto la Moravia si dissociò dalla ribellione. Il nuovo parroco si immerse nella sua attività pastorale e ricevette centinaia di convertiti nella sua chiesa. Cosi facendo si guadagnò l'inimicizia di un potente proprietario terriero, Bitowsky von Bystritz, un anticattolico rivale di Lobkovitz. Anche gli ussiti e i protestanti reagirono violentemente, e qualcuno tentò di uccidere Giovanni. Nel 1618, all'inizio della guerra dei Trent'anni, scoppiò una rivolta anche in Moravia; i protestanti assediarono il governo e iniziarono a devastare le istituzioni cattoliche: Lobkovitz fu arrestato e i gesuiti espulsi dalla città, Ferdinando fu deposto e il trono passò nel 1619 al calvinista Federico V, principe elettore della Renania. Su consiglio di amici e parrocchiani, Sarkander fuggì in Polonia, fermandosi a Cracovia per alcuni mesi fino a che venne a sapere che i luterani avevano occupato la sua parrocchia. Non appena poté, fece ritorno dal suo gregge, ma il paese era ancora in guerra. Nel febbraio 1620 le truppe polacche conosciute con il nome di lissovtchiks passarono per la Moravia, saccheggiandola. Erano un esercito scelto di cavalleggeri, tanto crudeli quanto efficienti, mandati dal re polacco dietro richiesta del kaiser per aiutarlo a reprimere la ribellione in Boemia. Volendo che l'esercito in avanzata riconoscesse che la sua gente era cattolica, Giovanni uscì loro incontro alla testa dei parrocchiani portando il Santissimo. Immediatamente i polacchi si ritirarono e Holeszov fu risparmiata, ma non il loro parroco: egli venne accusato da Bitowsky di collaborazionismo con il nemico e inoltre, come agente di Lobkovitz, di avere negoziato, durante il recente soggiorno in Polonia, la spedizione delle truppe polacche nel paese. Venne arrestato dietro ordine di Federico V il 13 febbraio 1620. Il tribunale che lo giudicò era composto interamente da ussiti con a capo il successore protestante di Lobkovitz, Hetman Zerocin. Gli fu chiesto di rivelare il nome di chi aveva condotto le truppe polacche nel paese e che cosa gli avesse detto il barone von Lobkovitz, che era un suo penitente. Sarkander negò di avere a che fare con l'arrivo dei polacchi e rifiutò assolutamente di dire ciò che il barone gli aveva confessato.<br /> «Non so nulla» diceva «e non mi è stato confidato nulla durante il santo sacramento della riconciliazione. Qualsiasi cosa mi sia stata confidata durante la confessione è stata cancellata dalla mia memoria. L'ho seppellita nell'oblio e preferisco, con l'aiuto di Dio, venire tagliato a pezzi piuttosto che violare il sigillo della confessione.» Fu sottoposto al cavalletto nella sua forma più crudele, e dopo quattro giorni fu ripetuta la tortura; in seguito fu torturato con delle torce. Il giorno seguente fu nuovamente messo sul cavalletto e poi ricoperto di strisce imbevute di pece, zolfo e olio a cui venne dato fuoco. Sopravvisse a queste atrocità e rimase agonizzante per un mese, incapace di fare alcunché ma pregando incessantemente. Morì il 17 marzo 1620 e fu beatificato nel 1859. Nel maggio 1995 venne canonizzato a Olomouc da Giovanni Paolo II, che utilizzò l'occasione per chiedere perdono ai non cattolici dei torti loro inflitti dai cattolici nei secoli passati e implorò i cattolici di perdonare quelli subiti. Questo atto addolcì in un certo modo i Fratelli Boemi, che inizialmente avevano rifiutato di incontrare il papa. MARTIROLOGIO ROMANO. A Olomouc in Moravia, nell’odierna Repubblica Ceca, san Giovanni Sarkander, sacerdote e martire, che, parroco di Holesov, rifiutatosi di violare il segreto della confessione, fu sottoposto al supplizio della ruota e, gettato in carcere ormai in fin di vita, morì un mese più tardi.

nome Beato Giovanni Nepomuceno Zegrí y Moreno- titolo Sacerdote e Fondatore- nome di battesimo Juan Nepomuceno Zegrí y Moreno- nascita 11 ottobre 1831, Granada, Spagna- morte 17 marzo 1905, Malaga, Spagna- ricorrenza 17 marzo- Beatificazione<br /> 9 novembre 2003 da papa Giovanni Paolo II- Nacque a Granada e proveniva dall'antica nobiltà araba. Studiò al Sacro Monte e fu ordinato sacerdote nel 1855. Parroco in diverse parrocchie dell'arcidiocesi di Granada, nel 1869 si trasferì a Malaga come vicario generale e consigliere, essendo anche canonico e professore in seminario. Diventò un predicatore della regina Elisabetta II. Mosso dalle miserie in cui vivevano gli abbandonati, nel 1878 fondò la Congregazione delle Suore Religiose della Carità della Beata Vergine Maria della Mercede, al fine di liberare gli esseri umani dalla schiavitù e, la protezione della Madonna Misericordiosa gli portò numerose prove, tra cui il divieto romano di intervenire nel nuovo Istituto ma da esso fu espulso per ordine pontificio. Accettò umilmente e si ritirò dall'Ordine. Quando, nel 1894, la sua innocenza fu finalmente provata, la Congregazione rifiutò di riammetterlo. Morì da solo a Malaga. Solo nel 1925 le Mercedarie della Carità riconobbero il suo fondatore e si ispirarono al suo esempio. Nel 1978 che questa Congregazione iniziò il suo cammino. Il motto che lasciò ai posteri era: "Tutto per il bene dell'umanità in Dio, da Dio e per Dio". Il suo carisma era un servizio di carità, per la piena liberazione degli uomini e per la missione di “guarire le ferite, rimediare ai mali, calmare i dolori, bandire i bisogni, asciugare le lacrime; non lasciare in Spagna e, se possibile, nel mondo intero, un solo essere abbandonato, afflitto, indifeso, senza educazione religiosa e senza risorse ”.<br /> È stato beatificato da San Giovanni Paolo II il 9 novembre 2003. MARTIROLOGIO ROMANO. A Málaga in Spagna, beato Giovanni Nepomuceno Zegrí y Moreno, sacerdote, che consacrò il suo ministero al servizio della Chiesa e al bene delle anime e, per meglio rendere gloria a Dio Padre in Cristo, fondò la Congregazione delle Suore della Carità della Beata Maria Vergine della Mercede.

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