@la_samu
vi presento la maledizione della mia auto. desc.
L’incidente è avvenuto il 28 maggio, all’ora di pranzo. Dopo essere stata in un parco a studiare, mi venne la folle idea di ritornare in un centro commerciale vicino al mc dove lavoravo perché, qualche ora prima, una commessa di una gioielleria mi sistemò (male) un orologio a cui ero affezionata. Ero allo stop, freno, guardo da entrambi i lati e vado avanti. La sensazione provata durante lo schianto è stata stranissima: mi sembrava di essere in un sogno, di essere alle giostre, in un autoscontro. Non so come abbia fatto ad uscire da sola dalla macchina. Anzi, meno male che il finestrino era abbassato, perché non funzionava più il pulsante per abbassarlo e la maniglia era rotta da un pezzo. Dolorante, esco e faccio il più grande errore della mia vita: inizio a piangere, chiedo scusa, dico che è colpa mia e non mi sto seduta. La gente che si era fermata insisteva per farmi stare seduta ma io no, cogliona onesta non riuscivo a non vedere l’altro uomo sdraiato tutto dolorante. A chiunque io abbia raccontato questa storia, me ne ha dette di tutte su questo fatidico uomo: ha finto. E vedendo il verbale, inizio a rendermene conto pure io. Solo che lui in ospedale ci andò tutto infortunato con la barella, a me tolsero il collare appena arrivata al pronto soccorso. Avevo un dolore atroce alla cassa toracica, non riuscivo neanche a respirare bene. Tutto ciò ovviamente piangendo, non ho mai smesso. Ho chiamato i miei familiari, la mia amica più stretta del mc, il mc, chiunque. Con il telefono al 18%, ovviamente. Vado al pronto soccorso in ambulanza, durante l’attesa mi vengono a trovare la mia amica che menzionai, che mi prestò il suo telefono, e un’altra collega, per portarmi un po’ di cibo. Sempre durante l’attesa, dopo essermi un minimo calmata, arriva la polizia, e lì in mezzo a tutti feci la dichiarazione di ciò che successe poche ore prima. Un articolo su anconatoday era già uscito, dopo neanche un’ora, tutti i miei ex colleghi seppero tutto sin da subito. Faccio le mie prime radiografia ed ecografia, ne sono uscita indenne. Avevo solo un occhio nero, un ematoma enorme sulla coscia e una contusione alla costola. Fa ridere che al pronto soccorso mi diedero solo codice verde, o comunque uno basso. Non riuscivo neanche a muovermi. Sono entrata al pronto soccorso per le 14 e qualcosa, ne sono uscita alle 21:30: mia madre e mio fratello vennero ad ancona appena gli fu possibile. Passano le settimane, iniziano i problemi con l’assicurazione: non vogliono che io abbia torto sulla vicenda, ma ci mettono tre settimane a mandare un cazzo di perito a rilevare il tutto.
La situazione era questo: sembra che io non abbia rispettato lo stop perché non ho visto questo tizio, ma lui andava oltre il limite di velocità. Le prove? Due macchine distrutte. E io avevo una atos prime del 2001, una carretta, la mia amata ex carretta. La sua macchina era distante, dopo l’impatto, metri e metri. Il limite in quella strada è di 50km/h.
Sapete come è finita? Il verbale ci venne mandato qualche settimana fa. Lui ebbe la mia stessa prognosi dal pronto soccorso (10 giorni di riposo, anche se io stetti un mese a casa perché iniziai a riuscire a muovermi dopo 20 giorni), niente multe di velocità per lui perché NON LA RILEVARONO, due multe a me. Una per lo stop non rispettato. Una per aver danneggiato il palo contro cui sono finita. Allora, iniziamo dal fatto che il palo è drittissimo e non ha nessuna ammaccatura. E non solo, siccome ero ancora neopatentata mi toglieranno il doppio dei punti (la multa segna -5 punti di patente). Mio padre vuole contestare la multa ma io so già che non riuscirò ad avere neanche un minimo di ragione.
Anche perché sento di avere le mie colpe, tutto questo non sarebbe successo se fossi stata più attenta, se fossi stata per più tempo ferma allo stop. Ora non riesco a superare i 50km/h, neanche fuori città, e alle precedenze e agli stop ci sto otto ore.
La mia macchina è stata demolita, il mio piccolo simbolo di libertà. A marzo dissi che mi sarei svagata tantissimo con la macchina al mare vicino ad ancona, non feci più niente. Nonostante alla fine io abbia fatto una marea di cose questa estate.
Questa è la mia maledizione della macchina.