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12/08/2024 alle 01:37

2005: 76º Gran Premio Vodafone d'Italia - Montoya fa 6

2005: 76º Gran Premio Vodafone d'Italia - Montoya fa 6

- Data: 04/09/2005 ☀️

- Circuito: Monza

- Percorso: 5,793 chilometri

- Distanza: 53 giri, 306,720 chilometri

- Pole position: 🇨🇴 Juan Pablo Montoya (McLaren)

- Giro Veloce: 🇫🇮 Kimi Räikkönen (McLaren) in 1'21"504

- Vincitore: 🇨🇴 Juan Pablo Montoya (McLaren)

- Vettura: 🇬🇧 McLaren MP4-20

Settembre 2005, Gran Premio d’Italia. È l’anno in cui Michael Schumacher abdica, con una Ferrari che mal si amalgama alle nuove Bridgestone. Lo scettro passa allora a due giovincelli scatenati, Fernando Alonso e Kimi Raikkonen. E proprio a Monza, il feudo Ferrari, arriva la parola fine sulle speranze matematiche di conquista del titolo 2005 della Rossa. Già, perché quello, dicevamo, è l’anno di Alonso e della Renault capeggiata da Flavio Briatore.

Antagonista è la McLaren di Raikkonen, in un’annata che segue un copione visto anche altre volte. Alonso, il fuggitivo, capitalizza nella prima parte del campionato, per poi amministrare. Raikkonen invece comincia a inanellare vittorie quando ormai è troppo tardi per acciuffare Fernando. Un copione che ricorda quello del 1991, quando Ayrton Senna si avvantaggiò nella prima parte del campionato per poi gestire i punti sulla furiosa rimonta di Nigel Mansell nei Gran Premi finali.

Come a Mansell in quell’anno, anche a Raikkonen ci si mette di mezzo pure la jella. A Monza, il finnico strapazza il suo motore Mercedes durante le libere, rimediando dieci posizioni di penalità in griglia. Ma la superiorità McLaren è ormai conclamata: Kimi sigla lo stesso una platonica pole (che gli varrà l’undicesimo posto in griglia), seguito a 0″176 dall’auto gemella di Juan Pablo Montoya. Alonso centra un crono quasi mezzo secondo più lento del finnico… Perché in quell’autunno del 2005 va così: la McLaren domina, ma continua a incappare in guai di affidabilità. E Fernando ne approfitta alla grande.

Per di più, alla viglia del GP Italia 2005 lo stesso Montoya spegne sul nascere ogni possibilità di aiutare Kimi, che in classifica è ancora in lotta per il Mondiale. “Ditemi come posso dare una mano al mio compagno che parte dieci posizioni dietro di me… – risponde il colombiano, spazientito, alla stampa – Mi sembra pura utopia. Ognuno farà la sua gara. Io lotterò in testa, quanto a Kimi sono certo che rimonterà, forse anche fino al podio”.

Non sarà esattamente così, anche se Montoya ci va vicino, nelle previsioni. Il GP di domenica vive dello show di Raikkonen. Il finlandese risale fino al quarto posto, e in mezzo gli accade ogni cosa: una foratura, qualche sorpasso andando fuori pista, e il giro veloce della corsa. Non gli basterà per lasciare Monza da vincitore. Davanti a lui, Alonso amministra comodamente il secondo posto e porta a 27 i suoi punti di vantaggio sul finnico: per il sistema di punteggio di allora, significava avere quasi tre GP di margine. E, dopo Monza, non è che mancassero tante altre gare. Scordatevi i calendari extra large attuali: a metà anni Duemila, il campionato si concludeva a metà ottobre, altro che dicembre…

Davanti è un monologo di Montoya, la cui performance è utile alla McLaren in ottica Costruttori, dove la battaglia è serrata. La spunterà, anche là, la Renault di Briatore, che però dovrà attendere Shanghai per vincere il titolo marche. Fondamentale sarà l’apporto di Giancarlo Fisichella, buon terzo a Monza. Opposti gli stati d’animo dei due contendenti al titolo. “Non so cosa sia successo alla mia gomma – dichiara affranto Raikkonen – Purtroppo per la foratura ho perso un sacco di tempo, ma mi sono battuto come un leone. E altrettanto farò in Belgio settimana prossima”.

Alonso deve rimarcare a chi parla di fortuna: “Io fortunato? Non direi. Kimi ha rotto il motore in prova, per cui gli è andata bene: lo avesse rotto in gara, non avrebbe fatto punti qui. Va poi detto che alla fine Montoya aveva una gomma a pezzi: gli è andata bene che la gara non sia durata un giro in più”.

E la Ferrari? Monza segna la resa, dicevamo. Con l’aggravante di un doppio arrivo fuori dai punti: Schumacher decimo, Barrichello dodicesimo, a rischio foratura durante il GP. “Sono sorpreso di essere stato al vertice per così tanti anni. Sapevo che la sequenza di titoli, prima o poi, si sarebbe interrotta” commenta amareggiato Schumi.

Meglio parlare d’altro. Così la stampa pungola Jean Todt sulla questione Valentino Rossi: quell’anno il pesarese si aggiudicava il settimo alloro nel Motomondiale ed era in pieno flirt con la Rossa. Ma l’allora diesse Ferrari è laconico: “Valentino non ha mai detto che vuole diventare un pilota di Formula 1. Se e quando lo dirà, lo prenderemo in considerazione”. La storia poi la sappiamo.

🇬🇧 McLaren MP4-20 - Progettista: Adrian Newey; Telaio: monoscocca in fibra di carbonio; Motore: Mercedes-Benz FO110R, V10 3.0; Potenza: 930 CV; Trasmissione: McLaren, cambio sequenziale a 7 rapporti + retromarcia; trazione: posteriore; Lunghezza: - mm; Larghezza: - mm; Passo: - mm; Peso: 600 kg; Gomme: Michelin; Carburante: Mobil 1; Risultato: 01 h 14'28".659

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