@Pali

2 settimane fa

"Dove manca lo Stato, dove c'è corruzione, io sono lo stato" una frase che racchiude l'unico, grande problema della giustizia in Italia e Europa.

"Dove manca lo Stato, dove c'è corruzione, io sono lo stato" una frase che racchiude l'unico, grande problema della giustizia in Italia e Europa.

C'è un enorme sistema che mira a distruggere dall'interno il sistema paese. Più lo Stato è debole più la mafia cresce economicamente. Perché questo accade? La risposta è molto complessa, ma ha alla base l'arricchimento di una élite, che non è più contro lo stato, come nella Palermo degli anni '80-'90, oggi la mafia e lo stato sono due cose mescolate, talvolta la mafia È lo Stato. Questo perché non abbiamo mai scelto correttamente una classe politica adeguata. Dopo l'inchiesta Mani Pulite, nel 1992, ci si è posti il problema di questi interventi a gamba tesa della magistratura, come se la classe politica dovesse essere intoccabile... ma spesso chi si nasconde dietro il principio di separazione dei poteri, nasconde bene le malefatte del proprio partito. Perché fa comodo a molti avere il politico che ti piazza il nipote a lavorare, fa comodo il politico che pilota un appalto per farti lavorare.

Dalla riforma Cartabia a oggi il sistema d'indagine è stato imbrigliato da norme demagogiche sempre più nocive, le procure sono spesso senza personale sufficiente e senza la giusta preparazione, le infrastrutture di rete gestite dallo stato sono inadeguate.

Penso che se volete farvi un idea vera di questa piaga sociale che sta distruggendo e lentamente sta prendendo sempre più il controllo del nostro paese e del nostro continente, bisognerebbe ascoltare a orecchie spalancate Nicola Gratteri, un uomo che da anni è in prima linea contro il crimine organizzato... "Serve veramente una giornata nazionale in memoria delle vittime di malagiustizia? Siamo esseri umani, tutti possono sbagliare, dovremmo istituire allora anche una giornata in memoria della malapolitica, dalla disastrosa gestione di Alitalia ai diversi sprechi del denaro pubblico"

Tutto questo baccano inconcludente mi fa rabbia, perché quando sento questi piccoli politici parlare di giustizia, mi immagino i boss che si spartiscono i territori delle nostre città... sorridenti, nelle loro ville di lusso, che contano i contanti insanguinati e sporchi di cocaina.

Ricorda molto la storia di Don Ferrante Gonzaga... Dopo la fine della dinastia Sforza, Milano cadde nelle mani degli spagnoli. La guarnigione dell'esercito spagnolo, la più grande d'Europa, si arroccò nel castello di Milano... a spese dei cittadini. Il Governatore Ferrante Gonzaga allora, per paura di una rivolta popolare, costruì le mura cittadine più grandi d'Europa, non contro potenziali attacchi dei francesi, ma contro la stessa cittadinanza.

La stessa cosa fa la politica di oggi, complica tutto per arroccarsi in quel castello... Lo sapete ad esempio che più della metà delle partecipate dei nostri comuni, è in ritardo con la comunicazione dei i bilanci 2023? Se tu privato osi ritardare di un giorno rischi di trovarti la G.d.F. in fabbrica... e alla faccia della trasparenza! se la maggior parte di aziende partecipate racchiudono altre partecipate, di dubbia entità... è bizzaro ad esempio che una società come Metropolitana Milanese, che dovrebbe, appunto, gestire la metropolitana di Milano, si ritrovi a gestire anche gli affitti delle case popolari, ma d'altronde ad ATM, che gestisce il trasporto pubblico, spetta pure controllare i parchimetri. Serve a risparmiare? Io non credo, credo piuttosto che sia fatto apposta per mescolare le carte, perché a che serve stare appresso al movimento di chi manovra, se sai che c'è il trucco? Ma guai se la magistratura osa dubitare che ci sia il trucco!

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23 commenti

@Weltanschauung

18 giorni fa

Il problema in sé non è questo, ma il fatto che chi dovrebbe risolverlo non lo fa. Coloro che si trovano negli uffici pubblici, che noi paghiamo profumatamente e che qualcuno, giustamente, chiama "zecche", forti del loro posto fisso, non fanno il loro dovere e sguazzano nei loro privilegi. Se un partito osasse toccargli quei privilegi [...]

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