@JemFinch

03/07/2023 alle 22:59

Pensavo de scrive ‘na cosa der genere quando andrò a Parigi

Pensavo de scrive ‘na cosa der genere quando andrò a Parigi

Questa città è un fiume, che scorre lungo i margini d’un’altra città scomparsa, nascosta alla vista, alle orecchie insulse di chi veste di nero la notte.

Le luci che riempiono le piazze, i lampioni in ferro ridenti nelle strade strette, fra siepi di vetri infranti e carotidi di vino perso,

palesano il suo animo di cagna, di rosa privata delle spine, nera come un cielo senza stelle, come gli alberghi del Père Lachaise.

La Senna è riempita dalle gambe che passano rapide, dalle voci vuote e crudeli dei passanti, che passano senza osar guardare l’acqua, ancora disgustosamente nera.

Le auto, tristi, brillano come lucciole imboscate, a vibrare sui mattoncini spremuti, sull’asfalto volgare, ad urtare le mie membra di ghiaccio, il mio respiro di vento. Mi ammalo d’una malattia incurabile, che affligge le urla degli amanti, nudi sul corpo del diciottesimo arrondissement, scappano da un presente tremendamente avanguardistico, da un futuro folle e normalissimo, più normale della normalità, più quotidiano della quotidianità, spaventa anche il tremore della mia giovinezza.

Storia di un mondo nell’Ile de Paris,

vissuta da pazzi che videro i colori prima degli altri, le parole prima dell’inchiostro, e storie più piccole di libertà e d’amori contrari, odio Parigi perché il tramonto perde di significato, odi Parigi perché i Banlieu sono arte sulle spalle della gente, odia Parigi perché non ci è mai stato, odiamo Parigi, perché è la prima persona del verbo amare, a finire la frase.

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5 commenti

@Moop

un anno fa

quante belle parole per un posto pieno di ratti e criminali

+1 punto

@lasorelladiindie4edicemariaioesco

un anno fa

mia zia ci è andata, evita vah 😂

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@lasorelladiindie4edicemariaioesco

un anno fa

meglio Barcellona

0 punti

@eliminato

un anno fa

Con quanta voglia

-2 punti