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14/01/2025 alle 11:00

Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata

Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata

Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata- Abbatia territorialis B. Mariae Cryptaeferratae- Chiesa bizantina cattolica in Italia- Regione ecclesiastica Lazio- Sede vacante, Amministratore apostolico cardinale Marcello Semeraro- Abitanti 9- Battezzati 9 (100,0% del totale)- Stato Italia- Superficie 1 km²- Parrocchie 1- Erezione 26 settembre 1937- Rito cattolico bizantino- Cattedrale Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata- Santo patrono San Nilo da Rossano. L'abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata (in latino Abbatia territorialis B. Mariae Cryptaeferratae), conosciuta anche con il nome di Abbazia greca di San Nilo, è una sede della Chiesa bizantina cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2021 contava 9 battezzati su 9 abitanti, attualmente la sede è vacante. I monaci del Monastero esarchico, formanti la Congregazione d'Italia dei monaci basiliani (O.S.B.I.), sono provenienti maggiormente dalle comunità italo-albanesi e praticano liturgia e tradizione secondo il rito bizantino. Attualmente l'Abbazia di Grottaferrata è l'ultimo dei numerosi monasteri bizantini che nel Medioevo erano diffusi in tutta l’Italia meridionale e nella stessa capitale romana. Costituisce inoltre un unicum in quanto, fondato cinquanta anni prima dello scisma che portò alla separazione delle Chiese di Roma e Costantinopoli, è sempre stato in comunione con il Vescovo di Roma, pur conservando il rito bizantino-greco e la tradizione monastica orientale delle origini. È stata fondata nel 1004 da san Nilo da Rossano a cui è dedicata, cinquant'anni prima dello scisma fra la Chiesa cattolica e ortodossa. L'abate Nilo, nato nella Calabria bizantina e quindi greco di origine e di rito, fondatore di vari monasteri, decise di fondare un monastero sui colli di Tuscolo, sui ruderi di una grande villa romana, dove secondo la tradizione gli era apparsa la Madonna. L'abbazia non venne vista compiuta da san Nilo da Rossano, poiché questi morì a Tusculum l'anno successivo al suo arrivo nell'attuale zona di Grottaferrata. I lavori vennero terminati sotto il controllo di san Bartolomeo, cofondatore dell'abbazia. Le reliquie di Bartolomeo si dovrebbero ancora trovare nell'abbazia, anche se non sono state ritrovate assieme a quelle di Nilo. I primi archimandriti dell'abbazia dopo san Nilo, che non fu mai egumeno, furono Paolo, Cirillo e san Bartolomeo il Giovane: sotto la loro guida l'abbazia si arricchì di decorazioni, di ricchezze e di possedimenti: in breve, da Grottaferrata dipesero ventidue chiese succursali sparse in tutta l'Italia centro-meridionale. A partire dal XVII secolo, ma in particolare tra la fine del XVIII secolo e tutto XIX secolo, l'abbazia ha vissuto un momento decisivo di rifioritura spirituale, con molti monaci provenienti dalle colonie albanesi d'Italia, gli arbëreshë praticanti il rito orientale (dalle comunità di Sicilia e Calabria). Questi monaci, nel solco della fede orientale, hanno mantenuto vivo il rito bizantino, sopprimendo il pericolo nell'ormai secolare tracollo rituale e furono promotori di un attento ecumenismo tra Chiesa d'occidente e Chiesa d'oriente, con missioni di pace e ri-cristianizzazione di territori nei Balcani passati, durante la dominazione turca, all'Islam, in particolare in Albania. Gli effetti di questa missione, accolta generalmente in modo positivo dagli albanesi, aveva velocemente creato uno stretto ponte religioso e culturale tra le comunità albanesi d'Italia e d'Albania, con la rinascita della Chiesa cattolica bizantina albanese e l'ordinazione di diversi sacerdoti. Tra questi si distinse il martire e santo dell’Albania, che ha amato le comunità arbëreshë, Papàs Josif Papamihalli (1912-1948), testimone ed apostolo della fede cristiana orientale, perseguitato, arrestato, condannato ai lavori forzati e ucciso durante la dittatura comunista d'Albania. La Santa Sede ha elevato a monastero esarchico il cenobio di Grottaferrata nell'anno 1937, aggiungendola come terza circoscrizione dalla Chiesa bizantina cattolica in Italia insieme alle già presenti eparchie di Lungro e Piana degli Albanesi, raggiungendo così, grazie alla presenza nella badia di monaci provenienti da famiglie delle comunità albanesi d'Italia, la piena osservanza del rito bizantino. Nel 2004 è ricorso il millenario della fondazione dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata: per l'evento sono stati organizzati numerosi eventi, la Città del Vaticano ha emesso una cartolina postale speciale e Poste Italiane ha diffuso un francobollo ed un annullo speciale figurato dedicati a san Nilo da Rossano ed all'abbazia. L'abbazia territoriale comprende la sola abbazia di Grottaferrata e la chiesa abbaziale, dedicata a Santa Maria delle Grazie, è l'unica parrocchia. Nel territorio sono presenti ordini religiosi che professano il rito bizantino, quali: la congregazione delle suore basiliane figlie di Santa Macrina e l'ordine basiliano.

La cattedrale, appartenente alla Chiesa bizantina cattolica in Italia, è la sede dell'Ordine basiliano italiano di Grottaferrata. L'Abbazia, conosciuta anche con il nome di Santa Maria di Grottaferrata e consacrata nel 1024 dal Pontefice Giovanni XIX, ospita religiosi Basiliani che seguono il rito bizantino, proprio della Chiesa di Costantinopoli. Il Monastero venne fondato circa 50 anni prima dello Scisma d’Oriente e dopo di esso il cenobio criptense si mantenne sempre fedele alla Chiesa di Roma, dunque i cattolici possono partecipare al rito bizantino celebrato nell’Abbazia di San Nilo ed accostarvisi ai Sacramenti.<br /> All’esterno il Monastero si presenta racchiuso da una massiccia cinta muraria merlata dotata di camminamento di ronda e da una rocca munita di torre semicircolare, la cui edificazione fu decisa nel 1482 dal Cardinale Giuliano della Rovere per il controllo e la difesa del luogo di culto. La progettazione del Castello Roveriano venne affidata probabilmente agli architetti Antonio da Sangallo e Baccio Pontelli. L’edificazione della struttura venne interrotta nel 1503, quando Giuliano della Rovere venne eletto Papa con il nome di Giulio II. Attualmente si conserva ancora il portone principale decorato da bassorilievi celebrativi, che all’epoca era dotato di ponte levatoio. L’attuale ponte di accesso all’Abbazia introduce al cortile con la grande statua di San Nilo ed al portico del Sangallo. La Chiesa di Santa Maria è affiancata da un campanile in stile romanico e presenta una facciata ornata da un enorme rosone. Attraverso la porta detta “speciosa” a motivo delle ricche decorazioni che la ricoprono, si accede all’interno della Basilica. Gli ornamenti interni, originalmente in stile romanico, sono stati ricoperti nel 1754 da un fitto rivestimento in stucco di stile barocco. Il soffitto in legno è del 1577, il pavimento in marmo policromo si raccorda al gusto del XIII secolo, mentre l’arco trionfale che divide la navata centrale dal presbiterio è decorato da mosaici del XII secolo con scene della Pentecoste. La navata laterale contiene la cosiddetta Grotta Ferrata (cryptaferrata) e la Cappella Farnese con affreschi del Domenichino. All’ingresso dell’abside spicca l’icona di Maria col Bambino di Gian Lorenzo Bernini, alle spalle abbiamo il Santuario con il baldacchino da cui pende la Colomba argentata che custodisce il Santissimo Sacramento.

Card. Marcello Semeraro- cardinale di Santa Romana Chiesa- Titolo Cardinale diacono di Santa Maria in Domnica- Incarichi attuali Prefetto del Dicastero delle cause dei santi (dal 2022), Gran priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (dal 2023), Amministratore apostolico di Santa Maria di Grottaferrata (dal 2013), Delegato pontificio per l'Ordine basiliano italiano di Grottaferrata (dal 2016)- Incarichi ricoperti Vescovo di Oria (1998-2004), Vescovo di Albano (2004-2020), Segretario del Consiglio dei cardinali (2013-2020), Amministratore apostolico di Albano (2020-2021), Prefetto della Congregazione delle cause dei santi (2020-2022)- Nato 22 dicembre 1947 (77 anni) a Monteroni di Lecce- Ordinato presbitero 8 settembre 1971 dal vescovo Francesco Minerva (poi arcivescovo)- Nominato vescovo 25 luglio 1998 da papa Giovanni Paolo II- Consacrato vescovo 29 settembre 1998 dall'arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi- Elevato arcivescovo 15 ottobre 2020 da papa Francesco- Creato cardinale 28 novembre 2020 da papa Francesco. Blasonatura dello stemma: D'oro, alla fascia d'azzurro, caricata da una stella di otto punte del campo e accompagnata da sette fiamme di rosso, disposte 4 in capo, 2 e 1 in punta. L'immagine delle sette fiamme richiama i doni dello Spirito Santo, mentre la stella a otto punte è l'emblema della Vergine Maria, piena di grazia e tempio dello Spirito Santo, icona, in cielo, della Chiesa nel suo compimento e, sulla terra, segno di consolazione e di sicura speranza per il peregrinante popolo di Dio. Il colore della fascia è l'azzurro, simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l'alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l'ascesa dell'anima verso Dio. Il campo dello scudo è in oro, il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima tra le Virtù teologali: la Fede, grazie alla quale possiamo attingere all'energia salvifica che lo Spirito ci invia con i Suoi sette doni. Il motto che compare sullo stemma è: In Spiritu seminare, tratto da una lettera dell'apostolo San Paolo (Gal 6,8), con il quale il vescovo auspica che il suo ministero sia a vantaggio del popolo di Dio, per l'edificazione della Chiesa. Questo motto rende lo stemma "agalmonico" o "parlante": tale definizione si applica agli stemmi che richiamano il nome del possessore o attraverso i simboli scelti o, come in questo caso, per le parole espresse nel motto che sono un palese riferimento al cognome del cardinale, Semeraro.

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