@Vitupero

12/09/2024 alle 15:16

I santi di oggi 12 settembre:

I santi di oggi 12 settembre:

nome Santissimo Nome di Maria- titolo L'amore di Maria verso il Figlio- ricorrenza 12 settembre- Dopo il nome di Gesù non v'è nome più dolce, più potente, più consolante che quello di Maria; nome dinanzi a cui s'inchinano riverenti gli Angeli, la terra si allieta, l'inferno trema. Tre sono i principali significati di questo nome: Mare: dall'ebraico Maryam, nome adatto ad esprimere la sovrabbondanza delle grazie sparse sopra di lei. Come invero tutti i fiumi sboccano nell'oceano, così tutti i tesori delle grazie celesti, tutte le eccelse prerogative e carismi furono versati sopra l'anima della Vergine, la quale è chiamata: « Madre di grazie ». Amarezza: anche questo conviene moltissimo alla Vergine il cui cuore nuotò in un mare di angoscia, precisamente come aveva predetto il Profeta: « Immenso come il mare è il tuo cordoglio ». Come la Vergine era stata colmata più di tutti i Santi di grazia, così più di tutti loro doveva bere il calice amaro della passione del suo Figliuolo Gesù. Stella: con questo appellativo la Chiesa invoca la Vergine nel bellissimo inno « Ave, Maris Stella ». S. Bernardo intreccia sapientemente a questo significato le più belle pagine di eloquenza e le più consolanti considerazioni: « Ella è la pura e gloriosa stella che sorge da Giacobbe ed illumina tutto il mondo; la sua luce brilla nei cieli e penetra negli abissi, percorre la terra, infiamma d'amor divino ogni cuore, suscita le virtù e distrugge il vizio. Ella è la candida e dolce stella dalla Provvidenza innalzata sopra il profondo mare dell'universo, per illuminarlo con lo splendore del suo esempio ». Maria è ancora giubilo al cuore, melodia soave all'orecchio, balsamo salutare ad ogni sorta di miserie; come l'arcobaleno indica la fine della tempesta ed annunzia il ritorno della calma, così il nome di Maria entrato in un'anima ne allontana il peccato e la dispone alla pace col Signore. Il culto del Santissimo Nome della beata Vergine Maria che il Martirologio Romano ricorda in questo giorno, rievoca l' amore della Madre di Dio verso il suo Figlio santissimo ed è proposta ai fedeli la figura della Madre del Redentore, perché sia invocata con profonda devozione. E' un culto che si diffuse nel corso dei secoli in tutta la Chiesa, ed i Pontefici arricchirono d'indulgenze l'invocazione dei nomi di Gesù e di Maria. Nel 1513 il Papa Giulio II da Roma concesse alla Spagna una festa in onore del nome di Maria. San Pio V la sopprese, Sisto V la ripristinò e si estese poi nel 1671 al Regno di Napoli fino a raggiungere Milano. Dopo la vittoria riportata nel nome di Maria contro i Turchi da Giovanni Sobieski, re di Polonia, il Beato Pontefice Innocenzo XI il 12 settembre 1683, in memoria e grato del prodigio, estese questa festa a tutta la Chiesa, fissandola alla domenica fra l'Ottava della Natività. Fu infine san Pio X a riportarla al 12 settembre.

PRATICA. S. Bernardo ci raccomanda: «Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, invoca Maria. Un sì bel nome non si parta dalla tua bocca, non si parta dal tuo cuore ». PREGHIERA. Deh! concedi, Dio onnipotente, che tuoi fedeli, i quali si rallegrano del nome e della protezione della SS. Vergine Maria, siano liberati, per la sua amorevole intercessione, da tutti i mali in terra, e meritino di giungere ai gaudii eterni nel cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. In questo giorno si rievoca l'ineffabile amore della Madre di Dio verso il suo santissimo Figlio ed è proposta ai fedeli la figura della Madre del Redentore perché sia devotamente invocata.

nome San Guido di Anderlecht- titolo Pellegrino- nascita 950 circa, Anderlecht- morte 1012, Anderlecht- ricorrenza 12 settembre- Santuario principale Collegiata dei Santi Pietro e Guido- Patrono di braccianti, campanari, sacrestani, cocchieri e persone affette da dissenteria- I racconti che riguardano S. Guido sono basati su fonti tarde e non attendibili, arricchite con dettagli ritenuti edificanti, ma incredibili. È chiaro, in ogni caso, che merita di trovare spazio in quella categoria di santi che include Giovanni Calibita (15 gen.), Isidoro l'Agricoltore (15 mag.) e Benedetto Giuseppe Labre (16 apr.). Nacque nelle campagne fuori Bruxelles, probabilmente nella seconda metà del X secolo, ma i genitori erano così poveri che non poterono permettersi di mandarlo a scuola, anche se, data la loro salda fede cristiana, si assicurarono che fosse pienamente istruito nella verità e nel culto religioso. Guido era molto ricettivo, e considerò molto seriamente l'osservazione di S. Agostino (28 ago.) che piangere per la perdita delle comodità personali è altrettanto pericoloso che riceverle tutte insieme qui sulla terra. Pregava costantemente per la grazia di amare la povertà in cui si viveva, ed era sempre generoso con quel poco che possedeva. Quando fu adulto, visse un'esistenza peregrina per un breve periodo, finché giunse alla chiesa di S. Maria a Laeken, vicino a Bruxelles, dove il parroco, colpito da quell'uomo semplice ma volitivo e devoto, lo assunse come sacrestano. Il lavoro era adattissimo al carattere e alle capacità di Guido, e tutto sarebbe restato invariato, se non avesse incontrato un mercante che proveniva da Bruxelles, che lo invitò a investire i suoi pochi risparmi in un affare. Essendo un uomo molto semplice, Guido accettò, pensando di ricavare più denaro per aiutare i poveri. Lasciò il lavoro per mettersi in società con quell'uomo, ma quando la nave con il loro carico affondò, uscendo dal porto, rimase senza impiego, né denaro. Per riparare a ciò che considerava un errore, nell'aver lasciato un impiego umile, ma buono, per imbarcarsi negli affari del mondo, fece un pellegrinaggio, a piedi, prima a Roma e poi a Gerusalemme, viaggio che durò sette anni. Al suo ritorno in Belgio, si recò ad Anderlecht, dove morì di malattia ed esaurimento. Fu seppellito nel cimitero dei canonici di Anderlecht, che trasferirono i resti in una cappella; una volta si raccontò che avvenivano miracoli sulla sua tomba. È sempre stato popolare presso i saerestani, e chi lavora con i cavalli o nei campi. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Anderlecht in Brabante, nell’odierno Belgio, san Guido, che fu dapprima custode della chiesa di Mariensee; noto per la sua generosità verso i poveri, si fece pellegrino per sette anni ai luoghi santi e, tornato infine nella sua terra, vi morì piamente.

nome Beati Apollinare Franco e compagni- titolo Martiri- ricorrenza 12 settembre- Nei primi anni del XVI secolo, a dispetto di persecuzioni sporadiche sotto il regime militare di Hideyoshi, morto nel 1598, i cristiani in Giappone erano circa trecentomila. Tokugawa Ieyasu, uscito vincitore dai conflitti scoppiati dopo la morte di Hidcyoshi, all'inizio sembrò favorevole al cristianesimo, ma cambiò il suo atteggiamento verso il 1612, ordinando un'altra persecuzione dei cristiani. Pubblicò un editto con cui bandiva il cristianesimo nel 1603, e poi nel 1614 un decreto che espelleva tutti i missionari stranieri, con la minaccia di ardere vivo ogni giapponese che avesse avuto a che fare con loro. Circa trentacinque missionari sfidarono l'editto e rimasero in quel paese, e diciotto di loro morirono in un martirio di massa nel 1617. Sebbene pochi giapponesi fossero sacerdoti ordinati, molti di loro erano catechisti, e subirono il martirio assieme ai missionari stranieri. Nel 1622, ventidue missionari e cattolici giapponesi furono arsi su un fuoco lento a Nagasaki il 10 settembre, mentre altri trenta giapponesi furono decapitati. Il 12 settembre i sei martiri commemorati in questa data furono condannati al rogo a smura, poche miglia a nord di Nagasaki, ed erano tutti conversi giapponesi: Mancio Shibata, Domenico Mogoshichi e quattro compagni, tutti compresi nei 205 martiri beatificati da papa Pio IX nel 1867.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Omura in Giappone, beati Apollinare Franco, del l’Ordine dei Frati Minori, Tommaso Zumárraga, dell’Ordine dei Predicatori, sacerdoti, e quattro compagni, martiri, che in odio alla fede cristiana furono gettati in carcere e poi messi al rogo.

nome Sant'Ailbeo di Emly- titolo Vescovo- nascita Irlanda- morte VI secolo, Irlanda- ricorrenza 12 settembre- In questo giorno S. Ailbeo (Aihlbe) è commemorato in tutta l'Irlanda e la diocesi di Imlech (Emly) nella contea Tipperay lo ricorda come suo patrono, tuttavia le informazioni che abbiamo su di lui sono contraddittorie e confuse, e molte appartengono alla leggenda piuttosto che alla storia (ad esempio, un racconto delle sue origini ricorda molto la storia di Romolo e Remo). Anche i resoconti della sua adesione al cristianesimo sono discordanti: in uno si afferma che fu istruito e battezzato da un sacerdote britannico che l'udì per caso porsi delle domande sulla bellezza del creato e sulla possibile esistenza di un creatore; in un altro si racconta che fu allevato e battezzato da alcuni membri di una colonia inglese in Irlanda. Si suppone sia stato consacrato vescovo durante una visita a Roma, anche se si dubita persino di questo. Sembra invece certo che abbia predicato per tutta l'Irlanda e con una tale autorità che non solo molti si convertirono nominalmente al cristianesimo, ma furono anche ispirati dal suo esempio a vivere davvero da cristiani. Inoltre, si pensa che abbia scritto una regola monastica e fondato la sede di Imlech. Secondo la sua leggenda, Ailbeo chiese a Oengus, re di Munster, di cedere le isole Aran a S. Enda (21 mar.). Il re non ne aveva mai sentito parlare, ma quando le vide in sogno fu felice di farlo. Per quanta verità ci sia in questo, il monastero fondato a Killeany (Cell Enda, chiesa di S. Enda) sull'Iris Mor fece guadagnare alle isole il titolo di Arati of the Saints (Aran dei santi). Sembra chc l'ipotesi che Ailbeo abbia svolto la sua predicazione in Irlanda prima di S. Patrizio (17 mar.) sia poco fondata. Questa e altre idee simili furono quasi certamente introdotte per indicare che Ailbeo fosse uguale, se non più grande, di Patrizio, ed è probabile che sia morto nel VI secolo.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Emly nel Munster in Irlanda, sant’Albeo, vescovo, che nel suo peregrinare predicò a molti il Vangelo.

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1 commento

@eliminato

4 mesi fa

Che storia cazzo

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