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I santi di oggi 7 maggio:
nome Santa Flavia Domitilla- titolo Martire- nome di battesimo Flavia Domitilla- nascita I Secolo, Roma- morte I Secolo, Isola di Ponza- ricorrenza 7 maggio- Nel fitto groviglio delle vicende storiche dell'antica Roma, emerge la figura luminosa di Santa Flavia Domitilla, donna di straordinaria fede e coraggio. La tradizione ci tramanda la sua storia, intrecciata con gli eventi tumultuosi dell'Impero Romano e segnata dalla sua devozione al Vangelo di Gesù Cristo. Nata da illustri natali, Flavia Domitilla era nipote dell'imperatore Domiziano e figlia di Plautilla, una cristiana che, sin dall'infanzia, la introdusse alla pratica del Vangelo. Fin da giovane, Domitilla sentì il richiamo a consacrarsi completamente al Signore, e intorno all'anno 91 prese il velo di vergine consacrata dalle mani di Papa Clemente, dedicando la sua vita al servizio di Dio. Tuttavia, la sua scelta di vita non passò inosservata agli occhi di Aureliano, figlio di un console romano, che rimase affascinato dalla sua bellezza. Ignaro delle sue convinzioni cristiane, le chiese la mano in sposa, ma di fronte al rifiuto di Domitilla, il giovane non si arrese. Infervorato dall'orgoglio pagano, iniziò a perseguitarla, spingendo persino l'imperatore a esiliarla sull'isola di Ponza con l'accusa di "giudaismo", termine con cui i Romani indicavano i primi cristiani. Lontana dalla sua terra natale, Domitilla si stabilì in una grotta ai piedi di un piccolo colle, oggi sede della Chiesa parrocchiale di Ponza. Seguita dai suoi compagni convertitisi al cristianesimo, Nereo, Achilleo e Teodora, durante il suo esilio forzato si distinse per la sua carità e le sue penitenze, attirando l'attenzione di molte ragazze locali desiderose di conoscere la fede in Gesù Cristo. Finalmente portata a Terracina, Domitilla confessò nuovamente la fede in Cristo e sotto l'imperatore Traiano, poiché dimostrò sempre maggiore costanza, per ordine del giudice la sua dimora fu incendiata insieme a lei e le sue sorelle di latte, le vergini Theodora e Euphrosyna, concluse il corso del suo glorioso martirio il 7 maggio. Le loro spoglie, inizialmente deposte nel cimitero locale, furono poi traslate a Roma nel XVI secolo, per volere di Papa Clemente VIII, nella chiesa dei Santi Martiri Nereo ed Achilleo, dove ancora oggi sono venerate e custodite con devozione. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di santa Domitilla, martire, che, nipote del console Flavio Clemente, accusata durante la persecuzione di Domiziano di aver rinnegato gli dèi pagani, per la sua testimonianza di fede in Cristo fu deportata insieme ad alcuni altri nell’isola di Ponza, dove consumò un lungo martirio.
nome Santa Rosa Venerini- titolo Religiosa- nome di battesimo Rosa Venerini- nascita 9 febbraio 1655, Viterbo- morte 7 maggio 1728, Roma- ricorrenza 7 maggio- Rosa nacque a Viterbo. Figlia di un medico, alla morte del fidanzato entrò nel convento delle domenicane di S. Caterina, nella stessa città. Dopo pochi mesi ritornò a casa per prendersi cura della mamma rimasta vedova e prese a invitare le donne del vicinato per recitare il rosario. Diretta spiritualmente dal gesuita Ignazio Martinelli scelse di essere insegnante nel mondo piuttosto che monaca contemplativa in convento. Nel 1685 a Viterbo aprì una scuola libera per ragazze: subito si disse di lei che era una "maestra nata", Nel 1692 il cardinal Barbarigo ricorse ai suoi consigli per organizzare la preparazione delle maestre e l'amministrazione delle scuole nella diocesi di Montefiascone. Lì ella divenne amica e confidente di S. Lucia Filippini (25 mar.). Rosa organizzò molte scuole in diverse parti d'Italia, promuovendo una serie d'iniziative che culminarono con la fondazione di una scuola a Roma. In tutte queste imprese rimase impavida anche davanti a gravi opposizioni, ivi inclusi alcuni attentati incendiari e aggressioni fisiche contro le maestre. Morì a Roma nel 1728, dove iniziò il suo culto dopo che le furono attribuiti diversi miracoli. Fu beatificata nel 1952. Solo dopo la sua morte il suo sodalizio fu elevato al rango di congregazione religiosa: le Maestre Pie Venerini sono oggi presenti anche negli Stati Uniti d'America e in altri paesi, dove operano tra gli emigrati italiani. È stata proclamata santa il 15 ottobre 2006 da Benedetto XVI. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, beata Rosa Venerini, vergine di Viterbo, che insieme alle Maestre Pie aprì le prime scuole in Italia per l’istruzione della gioventù femminile.
nome Sant'Agostino Roscelli- titolo Sacerdote- nome di battesimo Agostino Roscelli- nascita- 27 luglio 1818 Bargone di Casarza Ligure, Genova- morte 7 maggio 1902, Genova- ricorrenza 7 maggio- Nacque a Bargone di Casarza Ligure (Genova) il 27 luglio 1818 da Domenico e Maria Gianelli; i genitori lo affidarono ben presto al parroco, che gli impartì i primi elementi del sapere. Nel maggio 1835 intraprese gli studi per diventare sacerdote: il 19 settembre 1846 ricevette l'ordine del presbiterato. Attento confessore, Agostino si accorse presto del dramma in cui vivevano i suoi parrocchiani e, accogliendo la proposta di alcune sue penitenti, cominciò ad aiutare tante ragazze bisognose di assistenza morale, di una guida sicura, e di essere messe in grado di guadagnare onestamente da vivere. Per consolidare la sua opera, il 22 ottobre 1876 consegnò l'abito religioso del nuovo ordine che fondava alle prime discepole, che chiamò Suore dell'Immacolata. La vita del "povero prete" si concluse il 7 maggio 1902. Il 10 giugno 2001 fu proclamato santo da Giovanni Paolo II. MARTIROLOGIO ROMANO. A Genova, sant’Agostino Roscelli, sacerdote, che istituì la Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria per la formazione delle fanciulle.
nome Beata Gisella d'Ungheria- titolo Regina, badessa- morte 1060, Niedernburg, Germania- ricorrenza 7 maggio- Gisella è nota nella storia in modo particolare per essere stata la moglie di S. Stefano d'Ungheria (1 1038, 16 ago.), il primo effettivo re cristiano del popolo che egli aveva unito in un solo stato (molto più vasto di quanto risulta ai nostri giorni), dotandolo di un forte sistema legislativo e limitando il feudalesimo. Gisella probabilmente sostenne il marito in questi sforzi, come pure nelle opere caritative e nella costruzione di chiese, ma le fonti disponibili sono avare di notizie. Era figlia di Enrico II di Baviera e di Gisella di Burgundia, sorella di S. Enrico II imperatore (t 1024, 13 lug.). La nostra Gisella sposò Stefano nel 996, poco prima che divenisse re. Per quasi quarant'anni collaborò con il marito nell'opera di conversione, fondando e sovvenzionando chiese e monasteri con generosi doni. Suo figlio maggiore (Emerico) morì nel 1031, seguito da Stefano solo sette anni dopo. Il suo successore, Pietro Orseolo, era ostile alla politica di Stefano e alle proprietà di Gisella, così si distaccò dalla prima e confiscò le seconde. Gisella sentì di non essere più accettata e si ritirò nel monastero benedettino di Niedernburg, vicino a Passau, dove divenne badessa; ivi morì, nel 1060, e fu sepolta. La sua tomba fu per secoli meta di pellegrinaggi, segno di un culto antichissimo. Serie prove 'della sua venerazione si trovano nei martirologi delle abbazie benedettine dell'Ungheria e della diocesi di Passau ovunque la festa è celebrata il 7 maggio). Nel 1908 le sue reliquie furono riesumate e venne fatta una ricognizione ufficiale. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Niedernburg nella Baviera, in Germania, beata Gisella, che, sposata con santo Stefano re d’Ungheria, aiutò il marito nell’opera di propagazione della fede e, dopo la sua morte, spogliatasi di tutti i suoi beni e in esilio dal regno, si ritirò in questo monastero, di cui fu poi badessa.
nome Sant'Antonio Pecierskij- titolo Eremita- nascita 983, Lubec- morte 10 luglio 1073, Kiev, Ucraina- ricorrenza 7 maggio- Iniziatore del monachesimo russo, nacque nel 983 a Lubec e sin da giovane si sentì attratto dalla vita eremitica. Nel 1028 entrò nel monastero di Esphigmenon mutando il nome secolare di Antipa in Antonio. Tornato in patria, si stabilì in una grotta che scavò da sé nei pressi di Kiev. Alcuni giovani chiesero ed ottennero il permesso di rimanere con lui. Verso il 1055 fu costretto a rifugiarsi nel principato di Tchernigov, dove fondò un altro monastero. Molto probabilmente tornò a Kiev dove morì nella sua cella il 10 luglio 1073. MARTIROLOGIO ROMANO. A Kiev nell’odierna Ucraina, sant’Antonio, eremita, che proseguì nel monastero delle Grotte la vita monastica che aveva appreso sul monte Athos.
nome San Giovanni di Beverley- titolo Vescovo- nascita VII secolo, Harpham, Yorkshire- morte 7 maggio 721, Beverley, Inghilterra- ricorrenza 7 maggio- Giovanni nacque ad Harpham (Yorkshire) e studiò al collegio di S. Teodoro (19 set.), una celebre scuola di Canterbury, sotto l'abate Adriano (9 gen.). Al suo ritorno nello Yorkshire divenne monaco nel monastero, sia maschile che femminile, di S. Hilda (17 nov.), dove si distinse per l'impegno nello studio e nella cura dei poveri. Nel 678 fu consacrato vescovo di Hexham. Era solito ritirarsi per periodi di preghiera nella vicina cappella di S. Michele. Fu lui a ordinare Beda prima diacono poi prete, il quale riferì poi di molti miracoli avvenuti durante il suo episcopato. Uno di questi miracoli è un interessante esempio antico di terapia del linguaggio: a poco a poco, sotto la guida di Giovanni, un giovane muto riuscì a passare dalla pronuncia delle lettere dell'alfabeto a parole e a frasi. In seguito un medico gli chiese di essere curato per una scabbia diffusa sul capo e il vescovo lo accolse in casa sua. Nel 705 Giovanni fu nominato alla sede di York, e S. Wilfredo reintegrato a IIexham. Si sa poco dell'episcopato di Giovanni: consacrò almeno una chiesa e fondò il monastero di Beverley, dove alla fine si ritirò e morì; curò una suora del convento di Watton, destinata a succedere a sua madre come badessa. In tarda età, quando la salute malferma gli impediva di adempiere pienamente ai suoi doveri, consacrò vescovo un suo prete, Wilfredo (detto "il secondo"), lo mise sulla sede di York e si ritirò serenamente a Beverley, dove morì. Gli vennero attribuiti miracoli anche quando nel 1644 furono scoperte alcune sue reliquie. Enrico V lo invocò durante la battaglia di Azincourt, perché quel giorno si celebrava la sua memoria: il re era solito scegliere, per quanto possibile, un giorno di festa di un santo inglese per attaccare battaglia. Su richiesta dello stesso re un sinodo del 1416 sancì che la sua festa fosse celebrata in tutta l'Inghilterra. MARTIROLOGIO ROMANO. A Beverley in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, transito di san Giovanni, vescovo prima di Hexham e poi di York, che associò l’impegno pastorale alla preghiera personale e, deposto l’incarico, visse per il resto della sua vita come monaco nel monastero da lui stesso fondato in questo luogo.