@Vitupero

16/04/2024 alle 11:07

I santi di oggi 16 aprile:

I santi di oggi 16 aprile:

nome Santa Bernardetta Soubirous- titolo Vergine- nome di battesimo Marie Bernarde Soubirous- nascita 7 gennaio 1844- morte 16 aprile 1879- ricorrenza 16 aprile- Beatificazione 14 giugno 1925 da papa Pio XI- Canonizzazione Basilica Vaticana, 8 dicembre 1933 da papa Pio XI- Santuario principale Santuario di Nostra Signora di Lourdes- Patrona di ammalati, Lourdes, Hospitalité Notre Dame de Lourdes- Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d'un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese. La mattina dell'11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c'era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d'acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume. Antonietta e l'amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell'acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d'asma, portava le calze. Pregò l'amica di prenderla sulle spalle, ma l'amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume. Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d'una nube d'oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta. Istintivamente, la bambina s'inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l'Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s'univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri. Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d'oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L'apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco - diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ». Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l'Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d'interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva: « Ha detto così ». Né mai si smentì o si contraddisse. Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l'udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo. Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall'asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora. Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata. Morì all'età di 35 anni, il 16 aprile 1879 Bernadette fu beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata nel 1933 dallo stesso pontefice, non solo per essere stata testimone dell'apparizione mariana, ma anche per la semplicità e la santità della sua vita. MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

nome San Benedetto Giuseppe Labre- titolo Pellegrino- nome di battesimo Benedetto Giuseppe Labre- nascita 1748, Amettes, Francia- morte 16 aprile 1783, Roma- ricorrenza 16 aprile- Beatificazione 20 maggio 1860 da papa Pio IX- Canonizzazione 8 dicembre 1881 da papa Leone XIII- Santuario principale chiesa di Santa Maria ai Monti, Roma- Giuseppe Benedetto Labre nacque nel 1748 nel villaggio di Amettes, vicino a Boulogne, il maggiore dei quindici figli di un commerciante. A dodici anni 'andò a vivere con uno zio, parroco di una chiesa a circa sessanta chilometri di distanza, per perfezionare la propria istruzione e poi entrò in seminario per diventare sacerdote. Benedetto Giuseppe si appassionò alla lettura delle Sacre Scritture e delle Vite dei santi, fino a maturare il proposito di farsi monaco in un ordine di strettissima osservanza per dedicarsi totalmente al servizio di Dio. Quando ebbe diciotto anni i suoi genitori gli diedero con riluttanza il permesso di entrare nei trappisti, ma fu rifiutato per la giovane età; tentò allora di entrare nei certosini e poi nei cistercensi, ma non fu accettato: era devoto ma piuttosto eccentrico e inadatto alla vita di comunità. Intorno al 1770 aveva ormai rinunciato a diventare un religioso, optando per una vita da pellegrino permanente: si era già recato a piedi nei vari monasteri in cui aveva tentato di essere accolto e ora partì per Roma, camminando per l'intero percorso e sostentandosi solo di elemosine. Penò che avrebbe potuto seguire in tal modo i consigli evangelici sulla perfezione: sarebbe stato «nel mondo ma non del mondo», nori avrebbe posseduto altro che gli abiti che indossava e non avrebbe avuto «ove poggiare il capo», a imitazione del Signore. Durante il cammino tentò di mantenersi alla presenza di Dio con la preghiera e la meditazione, parlando di rado con altri viaggiatori. Con il passare degli anni visitò tutti i principali sanmari mete di pellegrinaggio nell'Europa occidentale, tra cui Loreto e Assisi in Italia, Compostella in Spagna, Paray-le-Monial in Francia cd Einsiedeln in Svizzera, che visitò cinque volte. Si affidava a ciò che la gente gli donava spontaneamente, senza mai chiedere, destinando anzi spesso le offerte in denaro ad altri più bisognosi. A causa iella trascuratezza nell'igiene personale era una persona non gradita: fu cacciato dalle chiese e spesso vittima di offese e percosse. Dal 1774 in poi visse a Roma, fatta eccezione per un pellegrinaggio annuale a Loreto, dormendo scomodamente nel Colosseo fin quando a causa di una malattia fu costretto a entrare in un ospizio per poveri; passava le giornate visitando le chiese, soprattutto quelle in cui si teneva l'adorazione eucaristica, divenendo così noto come "il santo delle Quarant'ore" e passando molte ore dinanzi al SS. Sacramento. Si ammalò durante la Quaresima del 1783 e infine ebbe un collasso il mercoledì della Settimana Santa dopo avere partecipato alla Messa alla Madonna dei Monti, sua chiesa preferita. Morì in quello stesso giorno, il 16 aprile 1783, all'età di trentacinque anni. Un culto a livello popolare ebbe inizio immediatamente e le richieste di canonizzazione furono sostenute da una biografia scritta dal suo confessore. Fu canonizzato nel 1883 dopo un'analisi particolarmente rigorosa del suo stile di vita, ed è un «esempio rappresentativo di tutti coloro che, in tutte le fasi della storia cristiana, hanno rifiutato in nome di Cristo di essere "rispettabili"» (N.D.S.). È il santo patrono dei vagabondi e dei senzatetto, può essere considerato il patrono non ufficiale dei pellegrini, poiché aveva fatto del pellegrinaggio una professione di vita non solo un esercizio occasionale, non diversamente da S. Godric di Finchale (21 mag.), prima che diventasse definitivamente un eremita. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, san Benedetto Giuseppe Labre, che, preso fin dall’adolescenza dal desiderio di un’aspra vita di penitenza, intraprese faticosi pellegrinaggi a celebri santuari, coperto soltanto di una povera e lacera veste, nutrendosi soltanto del cibo che riceveva in elemosina e dando ovunque esempio di pietà e penitenza; fece di Roma la meta ultima dei suoi viaggi, vivendo qui in estrema povertà e in preghiera.

nome San Drogone- titolo Recluso a Sebourg- nascita 1118 circa, Epinoy, Francia- morte 1189 circa, Sebourg, Francia- ricorrenza 16 aprile- Patrono di<br /> pastori- Drogone (o Dreux o Druon) proveniva da una nobile famiglia fiamminga e nacque a Epinoy in Artois; il padre era morto prima della sua nascita e la madre morì nel parto. Crescendo e venendo a sapere che la madre aveva sacrificato la vita per farlo nascere, Drogone si accusò della sua morte e soffrì di forti sensi di colpa e depressione. Imparò gradualmente ad abbandonarsi alla misericordia divina e, intorno ai diciott'anni, cominciò a dedicarsi a pellegrinaggi penitenziali. In questo modo riuscì a superare i precedenti scrupoli e, infine, si stabilì a Sebourg, vicino a Valenciennes (Francia nordorientale), dove si mise a lavorare come pastore. Divenne presto noto per la santità e il dono della bilocazione. La gente sosteneva infatti di averlo visto servire Messa mentre egli era invece nei campi con le pecore e ciò fece nascere il detto locale: «Non essendo S. Drogone, non posso essere in due posti contemporaneamente». Dopo circa sei anni riprese a viaggiare; era già stato a Roma nove volte quando una grave ernia che lo affliggeva lo rese ripugnante. Passò il resto della sua vita in solitudine, vivendo in una cella costruita contro il muro di una chiesa di Sebourg e partecipando alla Messa attraverso una finestrella obliqua. A quanto risulta, visse là per quarant'anni, cibandosi di pane e acqua e soffrendo molto. Secondo la tradizione, accadde una volta che parte della chiesa e la sua cella fossero distrutte da un incendio; ciononostante Drogone rifiutò di muoversi da là e fu poi trovato illeso inginocchiato nelle ceneri. Appena morì, si diffuse il culto a livello locale e la sua tomba nella chiesa di S. Martino a Sebourg divenne luogo di pellegrinaggio. È uno dei santi patroni dei pastori. MARTIROLOGIO ROMANO. A Sebourg nell’Hainault, nel territorio dell’odierna Francia, san Drogone, che, desideroso di una vita semplice e solitaria, visse come pastore e pellegrino per il Signore, finendo i suoi giorni rinchiuso in una piccola cella.

nome San Magno delle Orcadi- titolo Conte e martire- nascita 1075, Isole Orcadi, Regno Unito- morte 1116, Egilsay, Regno Unito- ricorrenza 16 aprile- Canonizzazione 11 luglio 1898 da papa Leone XIII- Attributi palma, nave- Patrono di Norvegia- Magno era figlio di Erling, uno dei gemelli vichinghi, conti delle isole Orcadi nella seconda metà dell'XI secolo, e prima della sua conversione al cristianesimo sembra essere stato un pirata. L'altro gemello, Paolo, aveva un figlio, Haakon, inviato alla corte norvegese nel tentativo di interrompere i suoi intrighi politici in patria. Il progetto, però, falli tanto che Haakon convinse il re di Norvegia a lanciare una vittoriosa campagna contro le Orcadi, e Magno fu costretto a partecipare a nuove incursioni lungo le coste occidentali della Scozia e del nord dell'Inghilterra. La flotta norvegese navigò fino ad Anglesey, dove si scontrò in battaglia con una flotta congiunta gallese e inglese. Magno si rifiutò di combattere, affermando che non avrebbe voluto ferire chi non gli aveva causato nessun male; fu tenuto prigioniero nelle celle di una delle navi ma riuscì a scappare e a raggiungere la Scozia. Si pentì della sua vita precedente conducendo una vita di preghiera e penitenza, ma quando Haakon cercò di diventare unico governatore delle Orcadi, egli fu determinato a rivendicare il proprio diritto all'ereditarietà e guidò un esercito contro il cugino. Per un certo periodo i due governarono insieme in una tregua poco tranquilla. Poi Haakon, sempre determinato a sbarazzarsi di Magno, convinse quest'ultimo con l'inganno a partecipare a una conferenza di pace e lo fece uccidere a Egilsay. Secondo la tradizione, Magno rifiutò di difendersi e morì pregando per i suoi assassini; da questo racconto nacque l'uso tradizionale di considerarlo un martire, ma il suo assassinio sembri avere avuto un significato totalmente politico. Fu dapprima sepolto nella Christ Church a Birsay e intorno al 1136 le sue spoglie furono trasportate a Kirkwall; alcune ossa trovate nel 1919 nella cattedrale sono state identificate come sue. Il suo culto si diffuse nel nord della Scozia, in Islanda, nelle isole Faer Oer e numerosi miracoli furono attribuiti alla sua intercessione. Gli furono dedicate varie chiese, tra cui una nella City di Londra e la cattedrale di Kirkwall nelle isole Orcadi. MARTIROLOGIO ROMANO. In Scozia, san Magno, martire, che, conte delle isole Orcadi, abbracciò la fede cristiana; respinto dal re di Norvegia per aver protestato contro l’arroganza del suo popolo, fu poi trucidato con malvagio inganno mentre si recava inerme a trattare la pace con il cugino suo rivale nel dominio dell’isola.

nome Beato Gioacchino da Siena- titolo Religioso- nascita 1258, Siena- morte 1305, Siena- ricorrenza 16 aprile-Beatificazione 21 marzo 1609 da papa Paolo V- Santuario principale Chiesa dei Servi di Siena- Attributi abito servita e un giglio in mano- Patrono di epilettici- Chiaromonte nacque a Siena nel 1258; secondo resoconti più tardi era membro della famosa famiglia dei Piccolomini, ma di ciò non si fa menzione nella Vita più antica, come ci si potrebbe aspettare se fosse appartenuto a una famiglia tanto importante. Si riporta che fu un bambino molto pio, particolarmente devoto alla Vergine Maria, e che a quattordici anni ricevette l'abito dei serviti da S. Filippo Benizi (23 ago.), assumendo il nome religioso di Gioacchino. Per umiltà rifiutò di diventare sacerdote, pur amando servire Messa e talora cadendo in estasi durante la celebrazione. La casa dei serviti di Siena era famosa per la rigorosa osservanza e il valore dei suoi membri e, quando la notizia della santità di Gioacchino si diffuse al di fuori del monastero, questi chiese di essere trasferito a un'altra casa per evitare la notorietà. Trascorse circa un anno ad Arezzo, ma la popolazione di Siena insistette perché fosse richiamato e passò quindi il resto della sua vita nella città natale, pregando per i suoi concittadini ed edificando chiunque venisse a contatto con lui. Ancora in vita, gli furono attribuiti alcuni miracoli. Morì nel 1305, a quarantasette anni; il suo culto fu approvato nel 1609 da papa Paolo V (1605-1621), anch'egli nativo di Siena. Alle sue spoglie, ancora oggi venerate a Siena, è attribuito un particolare potere protettivo dall'epilessia, malattia che Gioacchino si dice avesse consapevolmente contratto mentre curava qualcuno che ne soffriva. MARTIROLOGIO ROMANO. A Siena, beato Gioacchino, religioso dell’Ordine dei Servi di Maria, che rifulse per singolare devozione verso la beata Vergine e adempì i precetti di Cristo portando su di sé gli affanni dei poveri.<br />

nome San Fruttuoso di Braga- titolo Vescovo- nascita inizio del VII secolo Spagna- morte 665, Portogallo- ricorrenza 16 aprile- Fruttuoso era il figlio di un generale al servizio dei re visigoti di Spagna. Alla morte dei genitori ereditò una vasta fortuna che usò per aiutare i poveri, i vecchi schiavi della famiglia e anche per fondare case religiose. Studiò da sacerdote nella scuola fondata da Conancio, vescovo di Palenza, poi fondò un monastero a Compiute sulle montagne vicino Vierze, nei suoi possedimenti; si occupò in prima persona dei monaci fin quando furono ben organizzati, lasciandoli poi soli per cercare maggiore solitudine. Andò in pellegrinaggio a Siviglia e Cadice e pare abbia fondato monasteri in entrambe le città. A quanto risulta, era impossibile che fosse lasciato solo e ovunque andasse attraeva discepoli; costruì per loro dei monasteri e un convento e si trovò ad affrontare un problema difficile quando gli si avvicinarono invece intere famiglie che chiedevano di professare i voti religiosi. Le loro motivazioni non sembravano sempre spirituali: alcuni desideravano evitare il servizio militare, altri essere esentati dal pagare le pesanti tasse imposte dal re. Fruttuoso fondò per loro alcune case miste, in cui però uomini e donne erano rigidamente separati; secondo la regola che aveva imposto loro, quando i bambini fossero divenuti capaci di scegliere, avrebbero dovuto essere trasferiti come oblati a un'altra casa per poter essere più liberi di esprimersi. Queste case familiari divennero tanto famose che il governatore provinciale convinse il re a emettere un decreto che legasse l'ingresso nella vita religiosa a un permesso reale. Fruttuoso elaborò due regole monastiche, la Regola dei monaci e la Regola comune, che rimarranno molto importanti in Spagna e Portogallo per almeno tre secoli dopo la sua morte; nella seconda di queste era contenuto il suo famoso "Patto", la formula legale per l'entrata nella vita religiosa e la professione. Quando, in seguito, Fruttuoso volle recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme e, possibilmente, in Egitto (forse per trovare la solitudine che gli mancava a casa) il re gli si oppose, per il timore di non vederlo tornare. Fu nominato vescovo di Dumio e nel 656 arcivescovo di Braga (nell'attuale Portogallo), incarico che tenne al X concilio di Toledo, svoltosi in quell'anno. Il suo sforzo di riformare la propria diocesi creò una grande opposizione, che alla fine sembra aver vinto grazie alla sua gentilezza e pazienza. Morì nel 665; le sue spoglie furono trasferite all'inizio del mi secolo nella chiesa di S. Jeronimo el Real a Compostella, dove sono ancora og-gi venerate. Rimangono due sue lettere, di cui una scritta a S. Braulio (18 mar.) vescovo di Saragozza. MARTIROLOGIO ROMANO. A Braga in Portogallo, san Fruttuoso, vescovo, che dapprima fu monaco e fondatore di cenobi, poi vescovo di Dume e, eletto infine vescovo metropolita di Braga dai Padri del decimo Concilio di Toledo, resse con prudenza al contempo sia questa Chiesa sia i suoi monasteri.

nome Santi Ottato e compagni- titolo Martiri di Saragozza- ricorrenza 16 aprile- Nel 304, durante le feroci persecuzioni sotto l'imperatore Diocle-ziano, Ottato e altre diciassette persone furono martirizzate a Saragozza in Spagna. Il poeta Prudenzio (ca. 348-410), originario della stessa città, scrisse un inno sui martiri, ma senza fornire alcuna notizia sul modo in cui morirono; nella sua lista di nomi di martiri ne compaiono quattro di nome Saturnino e due di nome Gaio e Cremenzio che pare siano morti per le torture ricevute. Talora ci si riferisce a loro come agli "Innumerevoli Martiri di Saragozza". L'inno tratta anche di una tale S. Encratis o Engrazia, vergine martire che durante la stessa persecuzione patì torture terribili, descritte dettagliatamente da Prudenzio. La chiama «giovane veemente» per il modo in cui difese la fede e, a quanto risulta, sopravvisse alle torture, poiché Prudenzio definisce la sua casa il santuario di una «martire vivente». Non sembra possibile che abbia subito la persecuzione contemporaneamente a Ottato, poiché probabilmente visse in un'epoca più vicina a quella di Prudenzio; il suo nome è riportato in varie forme e il suo culto si diffuse ampiamente in Spagna e nei Pirenei. Lo stesso Ottato con i suoi compagni furono venerati in speciale modo nella chiesa a lei dedicata. In occasione del sinodo di Saragozza del 592 il santuario fu riconsacrato e fu scritta una Messa speciale, nota come la «Messa di S. Engrazia o dei diciotto martiri». La nuova consacrazione avvenne il 3 novembre e in questo giorno, per un certo periodo, è stata celebrata la festa dei martiri, ma la data odierna è più precisa. MARTIROLOGIO ROMANO. A Saragozza in Spagna, commemorazione dei santi Ottato e diciassette compagni, martiri, che durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano furono sottoposti a tortura e uccisi; il loro nobile martirio fu celebrato in versi da Prudenzio.

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2 commenti

@socioconad

9 mesi fa

complimenti per la costanza

+1 punto