@Vitupero

16/08/2024 alle 15:04

I santi di oggi 16 agosto:

I santi di oggi 16 agosto:

nome San Rocco- titolo Pellegrino e Taumaturgo- nascita XIV secolo, Montpellier, Francia- morte XIV secolo, Voghera, Lombardia- ricorrenza 16 agosto- Attributi abito del pellegrino, cappello, bastone, zucca, conchiglia, segni della peste, croce sul petto, un cane a lato del santo e un angelo- Patrono di appestati, contagiati, emarginati, ammalati, viandanti e pellegrini, selciatori, invalidi, prigionieri, chirurghi, operatori sanitari, farmacisti, assicuratori, necrofori, volontari, cani, protettore delle ginocchia, delle articolazioni e del cinema- Di questo Santo, che fu uno dei più illustri del secolo XIV e uno dei più cari a tutta la cristianità, si hanno poche notizie. Oriundo di Montpellier (Francia), della sua giovinezza si narrano cose meravigliose. Ventenne, rimasto privo del padre e della madre, distribuì parte dei suoi beni ai poveri e parte li donò ad uno zio paterno. Quindi, vestitosi da pellegrino, si avviò elemosinando alla volta di Roma, per visitare il centro del Cristianesimo, sede della verità e della civiltà, e per vedere il Pastore Supremo dei popoli e delle nazioni, il Papa. Nell'attraversare le contrade della nostra bella Italia, seppe che la peste faceva strage in parecchie parti della penisola. Ed ecco S. Rocco nel genovesato, in Toscana, a Cesena, a Rimini e specialmente ad Acquapendente farsi consolatore dei poveri ammalati ed operare prodigi di cristiana carità. Fu salutato ovunque quale salvatore, ed in Roma il suo nome risuonò in benedizione. Ma egli schivava la lode e per evitarla, poco dopo aver soddisfatta la sua pietà, lasciò la Città Eterna e si portò a Piacenza, dove infieriva allora il morbo fatale. Qui il suo apostolato ebbe del meraviglioso, dell'eroico, del sovrumano, e Dio lo benedisse talmente, che gli bastava alle volte un segno di croce per rendere la sanità anche, a molti. Ma infine anch'egli fu attaccato dalla peste: per non essere di peso a nessuno si ritirò in un antro fuori della città, dove, consumato da febbre, soffrì dolori indicibili. La Divina Provvidenza però (come già un giorno al grande Anacoreta della Tebaide), quotidianamente gli inviava un pane per mezzo di un cane. Guarito per grazia di Dio e per l'aiuto datogli da un pio signore, che sulle orme del cane aveva rintracciato il povero sofferente, Rocco lasciò Piacenza e si ritirò in Francia. Quivi, creduto una spia, connivente lo stesso suo zio, a cui aveva lasciato parte dei suoi beni, fu messo in prigione. Passò quindi i suoi ultimi anni sconosciuto. Alla sua morte, avvenuta come si ritiene il 16 agosto 1378, furono udite voci di fanciulli che gridavano: È morto il Santo! E le campane suonarono a festa da sole. S. Rocco era passato a ricevere il premio delle sue fatiche e delle sue opere buone. Si seppe la storia della sua santa vita da uno scritto da lui lasciato all'edificazione dei posteri, ma più di tutto la sua santità ci fu resa nota dagli innumerevoli miracoli che la Provvidenza operò sulla sua tomba gloriosa. La devozione a S. Rocco è universale ed è invocato contro le malattie contagiose. PRATICA. Visitiamo ed aiutiamo gli infermi, preghiamo per essi. PREGHIERA. O Dio, che concedeste a S. Rocco la grazia di guarire col segno della croce quelli che erano infetti di peste, noi vi supplichiamo per i suoi meriti e per sua intercessione, di preservarci dal contagio e dalla morte subitanea ed improvvisa. MARTIROLOGIO ROMANO. In Lombardia, san Rocco, che, originario di Montpellier in Francia, acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per l’Italia curando gli appestati.

nome Santa Serena di Roma- titolo Imperatrice- nascita III Secolo, Roma- morte III Secolo, Italia- ricorrenza 16 agosto- Santuario principale Chiesa parrocchiale di Foglia- Patrono di Foglia, frazione di Magliano Sabina- Santa Serena di Roma visse nel III secolo e fu un'imperatrice moglie dell'imperatore romano Diocleziano colui che ordinò una delle più grandi persecuzioni contro i cristiani. Secondo fonti dell'epoca, nel periodo delle persecuzioni dioclezianee la moglie di Diocleziano si chiamava Prisca. Serena sarebbe stata dunque moglie di Diocleziano prima di lei e prima che questi divenisse imperatore. Negli Atti di san Marcello e di santa Susanna si dice che l'imperatrice Serena sia intervenuta per difendere i cristiani dalla persecuzione. Per questo la tradizione vuole che Serena sia stata ripudiata e in seguito sia morta martire proprio nelle persecuzioni attuate da Diocleziano. Ma il suo intervento fu proficuo, riguardo il termine della persecuzione, perché nel 305 Diocleziano abdicò e si ritirò a Spalato.

nome Santo Stefano di Ungheria- titolo Re- nascita 975 dopo Cristo, Strigonio, Ungheria- morte 15 agosto 1038, Kingdom of Hungary- ricorrenza 16 agosto, in Ungheria il 20 agosto- Canonizzazione 1083- Patrono di Ungheria, sovrani, morti prematuri, muratori, scalpellini- Nacque nel 977 a Strigonia in Ungheria. Il principe Geysa, suo padre, e la principessa Sarloth sua madre, da poco convertiti al Cristianesimo, fecero subito battezzare il figlio e lo educarono nella religione cristiana. Morto il padre, Stefano assunse il governo del principato. Suo primo pensiero fu di condurre i suoi sudditi ancora barbari e pagani all'ovile di Cristo esortandoli a non respingere il lume della verità. Ardente di zelo fondò molti monasteri, stabilì, coll'approvazione della S. Sede, parecchi vescovadi, chiamò nelle sue terre molti missionari i quali incivilirono quei popoli selvaggi e li resero a Cristo. Ammetteva tutti alla sua presenza ed ascoltava le domande di ciascuno. Si preoccupò particolarmente degli orfani e delle vedove e dichiarò pubblicamente di essere loro padre. Amava molto i poveri e per essi diminuì le imposte; fece fare lavori pubblici ed emanò leggi per la loro protezione. Aborriva talmente il peccato che non sapeva comprendere come un cristiano riscattato dal sangue di Cristo potesse ancora peccare. Per questo stabilì leggi severissime contro la bestemmia, il furto, l'adulterio. e proibì le nozze tra cristiani e pagani. Purtroppo anche questo Santo ebbe a combattere durante il suo regno varie guerre. Ma il santo principe, benchè di forze inferiori a quelle dei nemici, pieno di fiducia nel cielo, lottò per la sua buona causa e ne riportò sempre piena vittoria. Le sue opere di zelo già sulla terra gli meritarono una parte di quella ricompensa che doveva poi avere in cielo. Infatti il Sommo Pontefice gli accordò la corona di re e il privilegio di farsi precedere dalla croce. Dopo la solenne incoronazione, S. Stefano pose il suo stato sotto la protezione della Vergine SS. verso la quale nutriva tenera devozione. Ma anche alla porta della casa del re venne a battere la tribolazione. Ad uno ad uno perdette tutti i suoi figli. Dolorosa soprattutto fu la morte del suo primogenito Emmerico. Crudeli malattie tormentarono lui stesso: non solo, ma ebbe pure da soffrire per la sua carità. Difatti un giorno, mentre travestito distribuiva la elemosina, fu assalito da una ciurma di accattoni, malmenato e derubato di ogni cosa. Sopportò tutto con pazienza, contento di soffrire per Gesù Cristo. Durante il suo regno dettò un compendio di savie leggi. Sul letto di morte, chiamò a sè i suoi cortigiani; diede santi consigli per la scelta del successore; raccomandò l'ubbidienza alla S. Sede; mise di nuovo il suo regno sotto la protezione della Madre di Dio e nel giorno di Maria Assunta, 15 agosto 1038, spirò nel bacio del Signore all'età di 61 anni. Il suo corpo fu tumulato solennemente e da quel veneratissimo sepolcro il santo Re concede grazie e miracoli di ogni genere. PRATICA. - Ciascuno vale davanti a Dio quanto valgono le sue opere. PREGHIERA. - Ti preghiamo, Dio onnipotente, di concedere alla tua Chiesa che, come ebbe propagatore in terra il tuo beato confessore Stefano, così meriti averlo glorioso difensore in cielo. MARTIROLOGIO ROMANO. Santo Stefano, re d’Ungheria, che, rigenerato nel battesimo e ricevuta da papa Silvestro II la corona del regno, si adoperò per propagare la fede cristiana tra gli Ungheresi: riordinò la Chiesa nel suo regno, la arricchì di beni e di monasteri, fu giusto e pacifico nel governare i sudditi, finché a Székesfehérvár in Ungheria, nel giorno dell’Assunzione, la sua anima salì in cielo.

nome Beato Lorenzo Loricato di Subiaco- titolo Eremita- nascita Siponto, Puglia- morte Subiaco, Lazio- ricorrenza 16 agosto- Lorenzo nacque a lacciolo, vicino a Siponto in Puglia. In seguito all'omicidio involontario di un giovane uomo, si recò in pellegrinaggio a San Giacomo di Compostella per espiare la colpa. Tornato in Italia nel 1209 andò a Subiaco dove entrò in una comunità di benedettini, ricevendo ben presto il permesso di ritirarsi in eremitaggio. Visse per trentatré anni in una grotta vicino al Sacro Speco di S. Benedetto (11 lug.), sottoponendosi a pratiche di mortificazione corporali particolarmente dure, anche per un'epoca nella quale erano diffuse e molti aspetti della vita quotidiana erano incredibilmente disagevoli rispetto ai parametri moderni: indossava a contatto con la pelle una cotta di maglia (lorica) ricoperta da punte aguzze; da qui il nome di Loricato "il corazziere". Si conosce poco altro della stia vita e delle sue azioni, a parte pii racconti generici. Nel suo caso manca completamente la prova di una più ricca e complessa personalità che permetta, se non di capire pienamente, almeno di collocare la sua mortificazione in un qualche contesto sociale prossimo (come, per esempio, per S. Teresa d'Avila, 15 ott.). Tuttavia, oggi siamo a conoscenza del fatto che molte persone malate, tra cui giovani che soffrono di intollerabili e generalmente immotivati sensi di colpa, d'inadeguatezza o di solitudine, tendono a essere autolesionisti e ad avere bisogno di cure. È noto anche che comportamenti cado-masochisti di auto-repressione praticati per il piacere sessuale, spesso possono essere mascherati da idealismi religiosi. Non si avevano queste conoscenze nel 1778, quando il culto del B. Lorenzo Loricato venne approvato. Egli quindi venne proposto come un modello che in realtà non può essere. MARTIROLOGIO ROMANO. A Subiaco nel Lazio, beato Lorenzo, detto Loricato, che, avendo ucciso una persona accidentalmente, si impose come espiazione una vita di estrema austerità e penitenza e visse da eremita nella grotta di una montagna.

nome Beato Angelo Mazzinghi- titolo Sacerdote carmelitano- nome di battesimo Angelo Agostino Mazzinghi- nascita 1377 circa, Firenze- morte 1438, Firenze- ricorrenza 16 agosto- Beatificazione 7 marzo 1761 da papa Clemente XIII- Angelo Agostino Mazzinghi nacque, nel 1377, da una importante famiglia di Firenze. Divenne un carmelitano e poi priore dei carmeli di Le Selve, Frascati, Firenze e infine padre provinciale di Toscana. Era famoso per la devozione e per l'abilità come amministratore, ma soprattutto per le doti di predicatore: viene rappresentato con una ghirlanda di fiori che gli spunta dalla bocca e che circonda i suoi ascoltatori. Scaduto il suo incarico come padre provinciale fece ritorno a Le Selve. Trascorse il resto della sua vita portando a termine la riforma dell'ordine iniziata da Giacomo Alberto nel 1413: abolì l'uso di ogni proprietà privata e impedì ai frati di accettare o di ricoprire una carica che li portasse a vivere fuori dal monastero. Morì a Firenze il 16 agosto 1438. Il suo culto venne confermato nel 1761. MARTIROLOGIO ROMANO. A Firenze, beato Angelo Agostino Mazzinghi, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani.

nome Sant'Armagilo- titolo Abate in Bretagna- nascita VI secolo, Gran Bretagna- morte 570, Ploërmel, Bretagna- ricorrenza 16 agosto- Armagilo (Ermel, Erme, Arzel, Arkel, Atrhmael o Ermyn) è il patrono di Ploermel e di altre città in Bretagna. Le prime testimonianze della sua esistenza risalgono al mi secolo, anche se con ogni probabilità gli eventi narrati sono leggendari. È citato nella nuova edizione del Martirologio Romano, anche se è presentato come eremita e non come abate. Pare che Armagilo fosse originario del Galles e che si formò sotto l'abate Carentmael. Armagilo decise di dedicare la sua vita interamente a Dio e, divenuto monaco, si recò ad Armorica con il suo maestro e altri compagni. Insieme con Plouarzel condussero una vita fedele al Vangelo, ma vennero ostacolati da Conmaro, un usurpatore che aveva ucciso Jona, capo delle tribù locali. Si recarono allora a Parigi per chiedere aiuto a re Childeberto. Dopo che nel 555 il figlio di Jona sconfisse e uccise Conmaro, Armagilo ricevette della terra vicino a Rennes, a S. Armel-des-Bochaux, dove ristabilì la sua comunità. Fondò un altro monastero a Ploermel nel Morbihan, dove morì in pace. Numerose sono le leggende sulla sua vita: una narra che sconfisse un drago portandolo sul monte S. Armel e ordinandogli di gettarsi nel fiume sottostante. Veniva anche invocato in caso di malattie e disgrazie: Enrico VII d'Inghilterra era convinto che la protezione del santo lo avesse salvato dal naufragio sulla costa bretone. La festa di S. Armagilo è citata nel calendario di Sarum del 1498. MARTIROLOGIO ROMANO. In Bretagna, sant’Armagílo, eremita.

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40 commenti

@Killing_Stalking

3 mesi fa

tanti santi

+2 punti

@un_chitarrista

3 mesi fa

San Rocco un bel santo

+1 punto