@Vitupero

21/07/2024 alle 16:29

I santi di oggi 21 luglio:

I santi di oggi 21 luglio:

nome San Daniele- titolo Profeta- nascita 620 a.C. circa, Gerusalemme- morte 530 a.C. circa, Babilònia- ricorrenza 21 luglio- Attributi rotolo della profezia- Patrono di minatori- Dopo la conquista della sua patria, Daniele è portato a Babilonia dal re Nabucodonosor, insieme ai suoi compagni Anania, Misael e Azaria, e iniziato al servizio di corte. Daniele, ora detto Baltazzar, segue fedelmente le leggi mosaiche e ha il dono di interpretarc i sogni. Nabucodonosor assume al suo servizio Daniele e i suoi amici. Un sogno del sovrano, che egli ha dimenticato svegliandosi, e che quindi non può essere interpretato dai sapienti babilonesi, è raccontato e chiarito da Daniele. Il re in sogno ha passato in rassegna la storia del suo impero. La sapienza di Daniele convince Nabucodonosor: «Il vostro Dio è un Dio al di sopra di tutti gli dei, [...] in grado di rivelare misteri...». Daniele rifiuta la carica di governatore che gli viene offerta e che è assunta dai suoi amici. Resta però alla corte del re. I nuovi governatori sono accusati da maghi gelosi per non aver adorato, come tutti i dignitari del regno, una statua d'oro eretta da Nabucodonosor. Sono condannati a morire nella fornace ardente. Le fiamme, che vengono ancor più attizzate, bruciano gli uomini incaricati di gettare i tre ragazzi nel fuoco, mentre ai «tre giovani nella fornace» appare un messaggero di Dio, che li salva. In un periodo successivo è stato composto il "cantico dei tre fanciulli nella fornace", che è tramandato come aggiunta al libro di Daniele (Dn 3,5 1-90; nella traduzione di Lutero tra gli apocrifi dell'Antico Testamento). Ora Nabucodonosor rispetta ancor più la potenza divina, che protegge Daniele e i suoi amici. Per chi ne parla con disprezzo, la punizione è severissima: la sua casa dovrà essere trasformata in un mucchio di rovine. Il destino personale del re è interpretato da Daniele dopo un nuovo sogno. In un banchetto allestito da Baldassar, infine, Daniele, interpretando il sogno di questo sovrano, predice la fine dell'impero babilonese. Secondo le pagine dell'Antico Testamento, il modo Dario conquista Babilonia e nomina Daniele governatore della città. I suoi avversari cercano di coglierlo in fallo e convincono il re a emanare il seguente ordine: «Chi nei prossimi trenta giorni rivolgerà suppliche a qualcuno, dio o uomo, che non sia il re, dovrà essere gettato nella fossa dei leoni». Poiché Daniele prega Jahwe, si merita la punizione. Ma dopo un giorno nella fossa, Dario stesso gli fa visita di nascosto. Egli deve la salvezza a un angelo, che ha chiuso le fauci del leone. Ora tocca agli accusatori di Daniele essere gettati nella fossa. In un editto Dario ordina di onorare Dio in tutto il suo regno. La seconda parte del libro di Daniele è un abbozzo del corso della storia, esposto da Daniele in forma di profezia, la prima apocalisse biblica. La visione più nota, nella quale quattro animali escono dal mare uno dopo l'altro, si riferisce alla concezione dell'apocalittica giudaica di una successione di quattro imperi pagani universali, Babilonia, Media, Persia e il regno greco dei Diadochi. All'ultima bestia della visione, un mostro a forma di drago, segue il regno messianico del «Figlio dell'uomo». Daniele sviene senza capire il senso della visione. Parlando del tempo finale si fa menzione anche — per la prima volta nella Bibbia — della risurrezione dei morti. Nella traduzione di Lutero sono accolti come testo apocrifo due capitoli deuterocanonici contenenti la storia di Susanna, un episodio sul dio Bel smascherato come divinità falsa da Daniele e infine una seconda storia di Daniele nella fossa dei leoni, nella quale il profeta Abacuc gli porta da mangiare. MARTIROLOGIO ROMANO. In Babilònia san Daniéle Profeta.

nome San Lorenzo da Brindisi- titolo Sacerdote e dottore della Chiesa- nome di battesimo Giulio Cesare Russo- nascita 22 luglio 1559, Brindisi- morte 22 luglio 1619, Lisbona- ricorrenza 21 luglio- Beatificazione 1 giugno 1783 da papa Pio VI- Canonizzazione 8 dicembre 1881 da papa Leone XIII- Santuario principale Villafranca del Bierzo (tomba)- Patrono di Brindisi- San Lorenzo da Brindisi fu religioso francescano. Uomo singolare per intelligenza, seppe compiere le più belle opere per la gloria di Dio ed il bene delle anime. Compì i suoi studi nel convento di Verona, dove si distinse per pietà e scienza; in breve tempo riuscì riuscì ad apprendere la lingua greca, ebraica, francese, spagnola e tedesca così bene da saper predicare in tutte queste lingue. Sebbene godesse dell'universale stima il nostro Santo praticò sempre l'umiltà, aiutato in ciò dalle frequenti mortificazioni. Digiunava molto spesso, camminava a piedi nudi ed a capo scoperto: meditava continuamente, pregava e predicava ai poveri la Buona Novella. A Vienna ed a Praga aprì conventi del suo ordine. Vide in spirito l'assalto dei musulmani a Vienna, per la cui difesa osservò il digiuno di un giorno e celebrò la S. Messa. Dopo, montato a cavallo e tenendo il Crocifisso in mano, levò alto il grido: "Avanti! Dio lo vuole, Dio è con noi!" E la vittoria fu dei Cristiani. Nel convento francescano della città di Innsbruck si conserva ancora oggi il Crocifisso che ostentava S. Lorenzo. Esemplare in tutto, fu eletto Ministro Generale. Oltre alla buona riputazione che godeva presso i re, godeva pure il favore e la fiducia del Papa, che lo volle inviare quale delegato in Portogallo, presso il re Filippo III di Spagna, in difesa dei nobili e dei sudditi napoletani oppressi dal viceré spagnolo Pietro Giron. Ma poco dopo essere giunto, S. Lorenzo fu colto da una grave malattia, per cui morì nel Signore a Lisbona il 22 luglio 1619. Venne beatificato nel 1783 da papa Pio VI e nel 1881 fu canonizzato da papa Leone XIII. Nel 1959 venne proclamato dottore della chiesa, col titolo di doctor apostolicus, da papa Giovanni XXIII. È oggi patrono di Brindisi e di numerose altre città e paesi. È ricordato anche per la sua straordinaria conoscenza della Bibbia nelle tre lingue originali e per la sua fede eucaristica. PRATICA. Siamo ubbidienti a tutte le leggi della Chiesa. PREGHIERA. Fa, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che questa solennità del tuo beato Lorenzo accresca la nostra devozione e ci assicuri la salvezza. MARTIROLOGIO ROMANO. San Lorenzo da Brindisi, sacerdote e dottore della Chiesa: entrato nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, svolse instancabilmente nelle regioni d’Europa il ministero della predicazione; esercitò ogni compito in semplicità e umiltà nel difendere la Chiesa contro gli infedeli, nel riconciliare tra loro i potenti in guerra, nel curare il governo del suo Ordine. Il 22 luglio morì a Lisbona in Portogallo.

nome Santa Prassede di Roma- titolo Vergine e martire- nascita I Secolo, Roma- morte I Secolo, Roma- ricorrenza 21 luglio- Prassede era figlia del senatore Pudente, vissuto nel I secolo d. C., si convertì al cristianesimo dall’apostolo Paolo e morì per difendere la sua fede con tutta la famiglia. Prassede era solita nascondere nella loro casa i cristiani perseguitati, ne raccoglieva il sangue versato durante il martirio e gli trovava sepoltura nel terreno di sua proprietà. Un giorno vennero scovati, arrestati e condannati a morte dall'imperatore Antonino Pio. Fu Papa Pasquale I, nell'817, a voler costruire una basilica degna di accogliere le reliquie dei Santi martiri, la cui presenza generò una profonda devozione nei confronti di questo luogo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di santa Prassede, sotto il cui nome fu dedicata a Dio una chiesa sul colle Esquilino.

nome San Vittore- titolo Martire a Marsiglia- nascita III secolo- morte III secolo, Marsiglia, Francia- ricorrenza 21 luglio- Santuario principale Chiesa di San Vittore a Marsiglia- Attributi palma, spada, macina, cavallo e stendardo- Le origini del cristianesimo a Marsiglia sono oscure, ma sembrano relativamente tardive; è anche difficile trovare informazioni su S. Vittore, il suo patrono principale. Le opere del VI secolo di S. Gregorio di Tours (17 nov.) e di Venanzio Fortunato (14 dic.) affermano che la sua tomba a Marsiglia era uno dei luoghi di pellegrinaggio più popolari in Francia. Vittore forse appartenne a una famiglia senatoriale e fu un ufficiale cristiano nell'esercito romano, che, durante la visita dell'imperatore Massimiano (286-305) a Marsiglia, incoraggiò i cristiani del luogo a resistere alla persecuzione. La città subì un assedio nel 287, e forse la persecuzione ebbe inizio quando i cristiani rifiutarono di combattere, fare sacrifici agli dèi e riconoscere la divinità dell'imperatore. Vittore fu denu-ciato, condotto davanti all'imperatore e torturato. Secondo la sua passio, riuscì a convertire al cristianesimo tre guardie, che furono immediatamente giustiziate, e dopo ulteriori torture e rifiuti di onorare gli dèi pagani, anche Vittore fu decapitato. I quattro corpi furono gettati in mare, ma recuperati da amici e seppelliti in una cavità nella roccia nel luogo su cui fu poi costruito il cimitero della città. Vittore può essere stato uno dei diversi martiri con questo nome citati nel Martirologio Geronimiano, ma la prima citazione completa che lo riguarda è contenuta nel Martirologio Lionese (806). È strano che un culto così popolare non abbia prodotto degli epitaffi che lo testimoniassero. S. Giovanni Cassiano (ca. 360-435; 23 lug.) fondò due conventi a Marsiglia, di cui uno dedicato a S. Vittore; inoltre qualcuno ha suggerito che sia l'autore della passio di S. Vittore, mentre altri pensano che l'opera sia stata scritta molto più tardi e che si basi sulle poche informazioni contenute nei martirologi. È possibile che Cassiano abbia preso un martire orientale e lo abbia importato a Marsiglia, riscrivendo i dettagli della sua vita per adattarlo al nuovo luogo, poiché non esistevano martiri locali antichi in Gallia, che potessero diventare patroni e di cui restassero delle reliquie. Bisogna notare che Vittore è un nome latino, non greco, come quello dei patroni-martiri di altre vicine città della Provenza. Ricerche recenti dimostrano che la passia può aver avuto un certo valore. Gli scavi eseguiti nella cripta di San Vittore nel 1963 portarono alla luce una necropoli nella roccia con diverse tombe e un altare, sotto i resti di una cappella del vi secolo. Sotto cinque o sei tombe sovrapposte ce n'erano due di marmo, che contenevano i resti di due uomini, e le rovine di una costruzione paleocristiana, simile a quelle costruite frequentemente sulle tombe dei martiri, originariamente sepolti nei cimiteri pagani. Quest'edificio può risalire ai primi anni del V secolo e le tombe essere dei primi del IV secolo; inoltre esistono prove di un culto nato all'incirca in quest'epoca. È probabile che le tombe contenessero i resti dei due martiri, che potevano essere Vittore e un compagno (sebbene il nome Vittore possa chiaramente essere stato un tentativo di attribuire un nome simbolico a un martire senza nome). Cassiano forse scrisse la passio per fornire informazioni sul patrono del nuovo monastero e può aver usato una tradizione orale, almeno come fonte di alcuni dettagli. MARTIROLOGIO ROMANO. A Marsiglia nella Provenza in Francia, san Vittore, martire.

nome San Simeone 'Salos'- titolo Il Folle- nascita Edessa- morte 550 circa, Emesa- ricorrenza 21 luglio- Non si hanno informazioni sui primi anni di vita di Simeone, eccetto che era siriano e che sua madre viveva a Edessa. Durante il suo pellegrinaggio nei luoghi santi, incontrò un altro siriano, Giovanni, con cui ritornò da Gerusalemme; entrambi erano ben istruiti, particolarmente dotti in lingua greca. Sulla via del ritorno attraversarono Gerico e videro i monasteri che erano stati eretti lungo il Giordano, furono attratti dalla vita eremitica e decisero di diventare monaci. La caratteristica peculiare dell'approccio di Simeone alla vita spirituale fu l'umiltà: credeva non solo di dover accettare di buon grado le umiliazioni mandateci da Dio nella vita di tutti i giorni, ma cercare anche di mortificarsi e di non farsi guidare dalla mente umana in queste questioni. Lasciò il deserto per andare a vivere a Emesa (l'attuale Homs) in Siria, dove ricevette il soprannome di salos (matto), perché deliberatamente imitava il comportamento di chi soffriva di disturbi mentali per far credere di essere pazzo. Alban Butler ha affermato che, anche se non siamo obbligati a imitare l'eccentricità di Simeone in tutti i suoi aspetti, salvo che si riceva una chiamata speciale di Dib, il suo esempio tuttavia dovrebbe farci vergognare per come ripudiamo tutto ciò che ferisce il nostro orgoglio. B.T.A. sostiene che Dio ricompensò l'umiltà di Simeone garantendogli una grazia straordinaria e il potere di far miracoli, ma aggiunge anche che è probabile che la sua mente fosse effettivamente sconvolta, a quel tempo. Un commentatore moderno suggerisce invece che il comportamento assurdo, oltre al disagio e all'abuso di forze fisiche che l'accompagnava, avesse un preciso scopo nella spiritualità di Simeone: nascondere la sua identità di santo e «trascendere il suo corpo» con questa insolita, anche se non unica, forma di ascetismo (Krueger). La versione in siriaco della Vita greca afferma che Siamone era monofisita (credeva che Cristo avesse un'unica natura divina), forse per annoverarlo come membro della Chiesa siriaca, anch'essa monofisita. È diverso anche il racconto della sepoltura di Simeone: la versione greca afferma che quando Giovanni fece aprire la piccola tomba per trasportare il corpo in un luogo più adatto, scoprì che era vuota, «poiché il Signore, per glorificarlo, l'aveva traslato». Ciò spiegherebbe la mancanza di un corpo da vienetate, tuttavia i siriani affermarono apertamente di possedere il corpo, che qualche religioso aveva preso e portato nel monastero alla periferia di Emesa, dove si venerava già come reliquia la testa di S. Giovanni Battista. In molti calendari antichi, si commemorava Simeone con il suo compagno, S. Giovanni, il 21 luglio; nel XVI secolo Baronio, per qualche ragione, li separò e spostò la festa di Simeone all'1 luglio. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Homs in Siria, san Simeone, detto il Folle, che, mosso dallo Spirito Santo, desiderò essere ritenuto stolto per Cristo e disprezzato tra gli uomini. Insieme a lui si commemora san Giovanni, eremita, che fu per circa trent’anni compagno di san Simeone nella santa peregrinazione e nell’eremo presso il lago di Mareotide in Egitto.

nome Sant'Arbogasto- titolo Vescovo- nascita VI secolo, Aquitania, Francia- morte VI secolo, Strasburgo, Francia- ricorrenza 21 luglio- Patrono di Strasburgo- Irlanda e Scozia sono state proposte come paesi d'origine di Arbogasto, tuttavia sembra più probabile che provenisse dall'Aquitania, in Francia, come suggerisce il suo nome. Si recò in eremitaggio in Alsazia, dove, secondo la tradizione, conobbe re Dagoberto (629-639), quando risuscitò con le preghiere il figlio colpito a morte durante una battuta di caccia nei boschi intorno alla sua cella. Altri racconti collocano questa vicenda successivamente, quando era già vescovo. Nominato vescovo di Strashurgo dal re, costruì la prima cattedrale della città, dedicando il resto della vita alla cura del popolo e offrendo un esempio d'umiltà. Si dice che abbia chiesto di essere sepolto sul fianco di una collina dove venivano tumulati solo i criminali, cosa che gli fu concessa; in seguito fu costruita una chiesa in quel luogo. Forse morì nel 600 circa, ed è il principale patrono della diocesi di Strasburgo e uno dei patroni di altre città della regione. La sua esistenza e la fama di costruttore di chiese sono state confermate dalla scoperta di alcuni mattoni su cui era stampato il suo nome. Una grande incertezza circonda la vita d'Arbogasto. Il suo secondo successore, il vescovo Ansoaldo, partecipò al concilio di Parigi del 614, perciò presumibilmente Arbogasto fu vescovo prima della fine del vi secolo, ma ciò non concorda con la storia della guarigione del figlio del re, tuttavia è interessante in questo contesto che la sua Vita antica citi solo «un certo Dagoberto» e non dica che era re. L'intera storia della guarigione potrebbe, ovviamente, essere stata inventata successivamente per spiegare perché Arbogasto fu nominato vescovo.<br /> È invocato: per il sollievo nella fatica MARTIROLOGIO ROMANO. A Strasburgo in Borgogna, sant’Arbogasto, vescovo.

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1 commento

@TristanPrince

6 mesi fa

Ma dai! Il Santo del prosciutto crudo! Mitico!

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