@Robin_

Ho pensato a tante cose nel mentre, ovviamente non ho prestato molta attenzione a quello che diceva il prete. L’ho ascoltato giusto per 5 minuti, e alla fine lui, come tutti i preti, ripete sempre le stesse parole nelle frasi, le frasi stesse non hanno un senso e non formano un discorso. Infatti è un rito, una serie di passaggi in cui non si va più di tanto a considerare il morto in sé. In ogni frase c’è Dio, misericordia, pane e vino, agnello, peccato, risorto, gioia, fratello, padre, beato, vergine, e così via. Niente da dire, più che altro risulta come un’ora in cui non capisci nulla di nuovo, letteralmente le frasi non formano un discorso, ascolti passivamente e basta. A meno che uno non abbia una volontà di ferro, credo nessuno stia ad ascoltare veramente cosa dice il prete, nessuno si sforza di capire più di tanto il senso di ciò che dice. Sono parole che entrano senza difficoltà attraverso le orecchie ma che hanno poca sostanza. Ho pensato soprattutto a come saranno i funerali tra qualche decennio. Molti meno giovani sono credenti e praticanti rispetto a gente over 60. Chissà come cambierà il modo di dire addio ad un morto. In cimitero poi uno dei figli del defunto ha avuto una specie di crisi di pianto, anche se non so se sia la definizione giusta. Oltre a piangere e singhiozzare, ha iniziato a straparlare, nel senso che diceva nomi di altri familiari e frasi senza senso. Non riusciva a parlare da quanto singhiozzava forte, sono andate due persone ad abbracciarlo e l’hanno portato via. Logicamente mi è venuto da pensare anche a come sarà il mio di funerale. In realtà spero nemmeno ci sarà, anche su questo la penso come James. È meglio morire in silenzio, senza gente attorno.