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1 settimana fa

I santi di oggi 25 aprile:

I santi di oggi 25 aprile:

nome San Marco- titolo Evangelista- nascita I secolo, Cirene- morte I secolo, Alessandria, Egitto- ricorrenza 25 aprile- Santuario principale Basilica di San Marco, Venezia- Attributi uomo intento a scrivere il suo vangelo, molte volte accompagnato da un leone alato (per distinguerlo dagli altri evangelisti); uomo che regge un libro o un rotolo di solito con la scritta Pax tibi Marce evangelista meus; spesso è accompagnato da un leone, più raramente regge anche una palma;

uomo che soccorre marinai veneziani, vescovo su un trono decorato con leoni, uomo che libera degli schiavi cristiani dai Saraceni, il leone è il simbolo del tetramorfo che lo rappresenta- Patrono di notai, ottici, vetrai, allevatori, farmacisti, pittori, calzolai, conciatori di pelle, segretari e interpreti; Egitto, Venezia, Regione Veneto, vari comuni italiani, Podgorizza; invocato per il raccolto e contro la scabbia- S. Marco fu eletto da Dio ad essere il portavoce dello Spirito Santo, scrivendo la vita e la dottrina di N. S. Gesù Cristo nel Vangelo che porta il suo nome. Nacque a Cirene ed era cugino di S. Barnaba: sua madre si chiamava Maria. Rimase ubbidiente alla legge di Mosè fino dopo la risurrezione di Gesù, quando fu da S. Pietro convertito alla fede cristiana, istruito e creato sacro ministro. Dalla sua conversione in poi non si staccò più dal Principe degli Apostoli, da cui era amato qual tenero figliuolo, come lo chiamò in una sua lettera: «Vi saluta anche Marco, mio figlio». S. Marco era il segretario, l'interprete di S. Pietro. Il suo Vangelo, come dicono i Ss. Padri, non è altro che la predicazione di S. Pietro fissata sulla carta. Accompagnò l'Apostolo nei suoi viaggi a Roma, ove appunto scrisse il suo Vangelo in lingua greca, la più parlata in quei tempi. Lo scopo del Vangelo secondo S. Marco è di dimostrare la potenza di Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si manifesta nell'operare molti e grandi miracoli. Simbolo del suo Vangelo è il leone, il re degli animali, che molto bene rappresenta la potenza di Gesù Cristo. Scrisse il suo Vangelo tra l'anno 40 e 60, dopo quello di S. Matteo, e prima di quello di S. Luca, come ci assicura la tradizione. Incomincia con un preambolo, quindi parla della divina missione di Gesù in Galilea, poi delle varie escursioni apostoliche in altre parti della Palestina, e termina col descrivere l'ultimo viaggio a Gerusalemme, l'ultima Pasqua, le sofferenze, la morte, la risurrezione e la gloria di Gesù Cristo. Nessuno tra i fedeli poteva possedere le divine verità meglio di S. Marco, il quale continuamente le apprendeva dalle labbra del Principe degli Apostoli. Ordinato vescovo, fu mandato da S. Pietro in Egitto a predicare il santo Vangelo. Confermando la sua predicazione con l'esempio d'una vita santa e penitente, con innumerevoli prodigi, aiutato dalla divina grazia fondò in Alessadria una fiorente comunità la quale divenne la celebre Chiesa Alessandrina, che ci diede un S. Chino, un S. Antonio, una S. Caterina e tanti altri servi del Signore. Dopo una vita di travagli, tutta spesa a gloria di Dio e al bene delle anime, subì un martirio lungo e crudele. Fu legato ad una fune e trainato da un cavallo per luoghi sassosi e scoscesi, finchè il 25 aprile dell'anno 68 l'anima sua entrò nella gloria con la triplice aureola del vergine, dello scrittore e del martire. Le sue reliquie furono trasportate a Venezia, e riposte nella basilica di S. Marco, ove sono oggetto di grande venerazione. PRATICA. S. Marco ci offre il S. Vangelo: leggiamolo, e impareremo a conoscere Gesù, ad amarlo e a seguirlo. PREGHIERA. O Dio, che hai nobilitato il beato Marco mediante la grazia della predicazione evangelica, deh concedici di approfittare sempre del suo insegnamento e di essere difesi dalla sua predicazione. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Alessandria il natale del beato Marco Evangelista. Questi, discepolo ed interprete dell'Apostolo Piétro, pregato in Roma dai fratelli, scrisse il Vangelo, col quale se ne andò in Egitto, e per primo annunziando Cristo in Alessàndria, vi fondò la Chiesa. Poi, preso per la fede di Cristo, legato con funi e trascinato fra i sassi, fu gravemente tormentato; quindi, chiuso in carcere, prima fu confortato da un'angelica visione, e finalmente, apparendogli lo stesso Signore, fu chiamato ai gaudii celesti, nell'anno ottavo di Nerone.

nome Santa Franca di Piacenza- titolo Badessa- nascita 1175, Vitalta, Piacenza- morte 25 aprile 1218, Pittolo, Piacenza- ricorrenza 25 aprile- Canonizzazione settembre 1273- Santuario principale Piacenza, monastero benedettino di San Raimondo- Franca da Vitalta fu fatta entrare nell'abbazia benedettina di S. Siro a Piacenza, quando aveva solo sette anni. Fece professione monastica sette anni più tardi, già famosa per il diniego di sé e l'obbedienza alla regola. Fu eletta badessa a tempo debito, ma dopo una breve "luna di miele" cominciò a incontrare l'opposizione della comunità per la rigida interpretazione della regola e il rifiuto di accettare quelle piccole deviazioni che erano invece divenute abituali; in modo particolare le consorelle sembravano infastidite dall'austera disciplina del cibo e del digiuno e alla fine la deposero, eleggendo al suo posto la sorella del vescovo, più indulgente. Vittima di calunnie e falsità e segnata anche da profondi turbamenti interiori, Franca ebbe come unica soluzione il trasferimento a un altro convento. A causa del voto benedettino di stabilità non fu facile ottenere il permesso ma, grazie agli sforzi di una giovane, Carenzia Visconti, indirizzata da lei a diventare novizia cistercense, una strada si aprì. Riconoscente per l'aiuto ricevuto, Carenzia convinse i propri genitori a costruire una nuova abbazia cistercense a Montelana, dove lei e Franca furono trasferite e di cui Franca divenne badessa. La comunità si trasferì poi a Pittolo dove venne mantenuta la rigida regola cistercense in tutta la sua severità. Di Franca si disse che passava la maggior parte delle notti in preghiera nella cappella, nonostante la salute cagionevole. Morì nel 1218 e il suo culto fu approvato per Piacenza da papa Gregorio X (1271-1276; 9 gen.), parente di Carenzia. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel territorio di Piacenza, santa Franca, badessa, che volle entrare nell’Ordine Cistercense, trascorrendo notti intere in preghiera davanti a Dio.

nome San Pietro di Betancur- titolo Fondatore in Guatemala- nome di battesimo Pedro de San José de Bethencourt- nascita 1619 circa, Villaflor, Tenerife- morte 25 aprile 1667, Antigua, Guatemala- ricorrenza 25 aprile- Beatificazione 22 giugno 1980 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 30 luglio 2002 da papa Giovanni Paolo II- Santuario principale Santuario del Santo Hermano Pedro e Cueva del Hermano Pedro, Chiesa di San Francisco- Attributi campana, bastone e lancia, pastore delle isole Canarie- Patrono di Popolarmente conosciuto come patrono delle Isole Canarie e Guatemala. Patrono dei catechisti di Guatemala, di coloro che sono senza casa e di coloro che servono i malati. Sindaco onorario dei comuni nel sud di Tenerife e di Antigua Guatemala- Pietro, il cui nome completo era Pietro di S. Giuseppe, nacque a Villaflor (Tenerife) nelle isole Canarie, nel 1619; secondo alcune narrazioni il luogo di nascita fu Chasna (Tenerife), altre implicano che l'anno fu il 1626. Tutte le versioni riportano che la famiglia discendeva da un originario conquistatore normanno delle Canarie, Giovanni Béthencourt, da cui il "Betancur" solitamente associato al nome di Pietro. Qualunque fosse la data di nascita, si sa che nel 1649 Pietro smise di fare il pastore e partì per il Nuovo Mondo. Dopo un breve soggiorno a L'Avana, si trasferì in Guatemala, dove trascorse il resto della vita. Tentò di diventare un religioso ma non riuscì a farsi accettare come novizio così divenne, nel 1652, terziario francescano, seguendo uno stile di vita austero e dedicandosi a opere di carità. Era particolarmente devoto al Bambino Gesù di Betlemme e sviluppò un apostolato per i poveri fondando l'ospedale di Nostra Signora di Betlemme che aveva annessa una scuola per bambini poveri. Assisteva anche gli schiavi e gli indigeni, che lavoravano in condizioni disumane e i cui bisogni spirituali e fisici erano totalmente ignorati dai colonizzatori spagnoli. La sua stessa salute non era mai stata buona e, per assicurarsi che il suo apostolato non terminasse alla sua morte, fondò due istituti secolari, uno maschile chiamato i Fratelli di Betlemme e uno fcmmini le chiamato le Suore di Betlemme, che seguivano entrambi la regola del Terz'ordine di S. Francesco. Pietro morì il 25 aprile 1667. Il suo istituto fu approvato pochi giorni dopo: fu poi trasformato dal successore in una congregazione con voti perpetui secondo la regola di S. Agostino, approvata nel 1687. Vari suoi scritti spirituali furono pubblicati nel XVIII secolo ed egli fu dichiarato "venerabile" nel 1771 e beatificato nel 1980. È stato dichiarato santo il 30 luglio 2002. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Antigua presso Città del Guatemala nell’America Centrale, san Pietro di Betancur, membro del Terz’Ordine di San Francesco, che sotto il patrocinio di Nostra Signora di Betlemme si adoperò con tutte le forze nell’assistenza agli orfani, ai mendicanti, agli infermi, ai giovani incolti e abbandonati, agli stranieri e ai condannati ai lavori forzati.

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