@Pali

18/07/2024 alle 15:18

Ridargli vita o abbatterlo?

Ridargli vita o abbatterlo?

In questi giorni il presidente dell'ACI - Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, in un'intervista ha riaperto alla possibilità di ridare vita al vecchio anello Alta Velocità dell'Autodromo Nazionale di Monza, oggi abbandonato. La vecchia pista era originariamente parte del circuito, e si collegava con il rettilineo principale del tracciato odierno. Negli anni '50 fu provvisto delle due curve sopraelevate.

“Si tratta di un qualcosa fattibile ed ancora possibile. In questi lavori, abbiamo infatti lasciato la possibilità di ricongiungere il rettilineo box con l’uscita e l’entrata della pista di alta velocità. C’è dunque la chance tecnica di collegare le due piste, la stradale e l’alta velocità, e aprire quel discorso dei 10.5 km percorrendo i due circuiti... Sappiamo che è una è una struttura che ha 75 anni, più o meno. Ci sono dei ferri dal diametro molto piccolo. Col tempo hanno avuto un fenomeno di ossidazione, ad alcuni è saltato il copriferro ed ora sono a vista”. Naturalmente va rifatta tutta la parte in asfalto e, soprattutto, le barriere”, ha concluso Sticchi Damiani. “Oggi, infatti, sono bassissime e non hanno la capacità di tenuta. Serviranno barriere moderne, quali sono quelle attuali, e con la possibilità, appunto, di tenuta in caso di fuoriuscita di strada”.

Dunque, secondo il presidente dell'ACI ridare vita alla pista Alta Velocità non è solo possibile, ma è un obbiettivo concreto che dev'essere fatto. La SIAS, la società che gestisce l'autodromo per conto dell'ACI, ha sempre giustificato la sua presenza in qualità di importante reperto di archeologia industriale. Su questo tracciato infatti l'ENI sperimentò per la prima volta nella storia l'asfalto drenante, oggi largamente utilizzato non solo nelle piste di tutto il mondo, ma soprattutto nelle strade che percorriamo tutti i giorni. Gli ambientalisti invece vedono questo gigante di cemento come una minaccia per il parco. Dopotutto, i terreni dove sorge l'autodromo sono in concessione e la parte a nord del Parco della Villa Reale è la parte più ricca di alberi secolari. C'è dunque un equilibrio delicato da rispettare, e se un'opera del genere richiedesse l'esigenza di abbattere la flora del parco sarebbe totalmente inammissibile. Se al contrario, fosse possibile recuperarla e rimetterla in funzione con particolari interventi mirati sulla struttura esistente, ben venga secondo me.

Sono dell'idea che se per forza bisogna tenere in piedi le storiche sopraelevate, tanto vale darle uno scopo, piuttosto che lasciarle lì abbandonate. Comunque ne ho già parlato tempo fa delle sopraelevate: mentre la nord è chiusa perché pericolante, la sud e il rettilineo alta velocità sono aperti al pubblico e percorribili tutti i giorni... È un ottimo luogo per una corsa in bici o a piedi, per ora, sperando che un giorno tornino a correre auto da corsa.

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6 commenti

@Just_a_Guy_02

2 mesi fa

Purtroppo non torneranno mai a Correre su queste imbancate, sono considerate troppo scostanti e pericolose, però vanno preservato per il Loro Valore Storico, e anche Ingegneristico

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@Geeuse

2 mesi fa

Lasciare tutto esattamente così com'è, sennò dove mi piazzo a vedere i track day mentre fumo un cannone se non sulla parabolica che da sulla prima variante

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