@Robin_
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È sempre più difficile sopportare i pensieri. Ti catturano in un mondo inesistente, che sì è tranquillizzante, ma al tempo stesso divora un sacco di tempo ed energie. Da fuori può sembrare che non si stia facendo niente, si è fermi, seduti e in silenzio. Dentro invece c’è pure troppo, si creano storie, percorsi, riflessioni e situazioni senza alcuna consistenza. Si è lì fisicamente, ma con la testa su Marte. È frustrante perché non si può controllare. Io non ci riesco almeno. Mi sto rendendo conto che scrivere, come questo testo, fa parte di quel mondo. A scrivere questo è il vero me, si esprime così senza volermi conoscere di persona. Non vorrei stare qui a a perdere tempo (e uso di proposito la parola “stare”), fuori credo sia più bello, e invece continuo a tenere il telefono in mano e a scrivere. Non sono il “me” razionale mentre scrivo, altrimenti il risultato sarebbe una pagina bianca. Solo in questa dimensione riesco ad esprimermi, con parole che dal vivo non verrebbero comprese. Visto da dentro posso sembrare pazzo e iperattivo. Da fuori un individuo magro e banale, insipido e vuoto.