@Vitupero

03/08/2024 alle 14:36

I santi di oggi 3 agosto:

I santi di oggi 3 agosto:

nome Santa Lidia di Filippi- titolo Testimone del primo secolo- ricorrenza 20 maggio e 3 agosto- Ecco una Santa il cui nome non si legge in nessun Martirologio, ma che si incontra in una celebre pagina degli Atti degli Apostoli, vergata dalla mano dell'Evangelista Luca. « Imbarcatici a Troade ? racconta dunque San Luca, in prima persona perché anch'egli, quella volta, era tra i discepoli che seguivano San Paolo ? facemmo vela direttamente per la Samotracia, e il giorno seguente per Neapoli; e di lì a Filippi, che è la città principale di quella parte della Macedonia, ed è colonia romana, e vi passammo alquanti giorni. Venuto il sabato, andammo fuor di porta presso al fiume, dove pareva che fosse il luogo della preghiera; e postici a sedere ci mettemmo a parlare alle donne là adunate. Una di loro, per nome Lidia, della città di Tiatira, che vendeva la porpora ed era timorata di Dio, stava ad ascoltarci. E il Signore le aprì il cuore per ricevere le cose dette da Paolo. E battezzata che fu con la sua famiglia, ella c'invitò dicendo: "Se mi tenete per una credente nel Signore, venite a stare in casa mia", e ci costrinse a seguirla ». Era dunque una donna energica; molto probabilmente, come vedremo, era a capo di una tintoria. Energica e coraggiosa nella ospitalità verso quegli sconosciuti. Santa Lidia fu così la prima credente e battezzata della colonia romana di Filippi, resa celebre, un secolo prima, dalle lotte tra Cesare e Pompeo. Donna cordiale e generosa, Lidia ospitò nella sua casa San Paolo e il gruppetto di Apostoli e di discepoli che lo seguivano nella predicazione. Durante la loro permanenza a Filippi, San Paolo e San Sila, o Silvano, furono anche impri­gionati e flagellati dai littori come perturbatori della quiete pubblica. Rilasciati perché cittadini romani, prima di allontanarsi dalla città, passarono per un'ultima volta dalla casa ospitale di Lidia, per salutarvi i nuovi fratelli in Cristo, raccoltisi attorno alla prima convertita della città. Dopo, non si sa più nulla di Lidia, apertasi alla fede la sera di quel sabato, fuori delle mura, tra le donne convenute nel luogo della preghiera. Né di lei, né della sua famiglia battezzata insieme con lei, né della sua attività industriale e mercantile. La si può immaginare custodire il ricordo di quel passaggio degli uomini di Dio così vicino a lei, nella sua casa, accanto alle care fattezze dei familiari, come una presenza luminosa e benefica; un trasalimento breve, ma che ha mutato per sempre il corso della vita, per la donna « timorata di Dio ». Altro non si sa; e quindi sul conto di Santa Lidia tutto è congettura. Un particolare però, accennato da San Luca, le ha valso una precisa attribuzione. Si legge infatti che ella vendeva la porpora. E la porpora, tipico prodotto orientale, veniva usata per tingere le stoffe di un color rosso brillante e indelebile. Era quindi la materia prima e più preziosa dei tintori. Per questo Santa Lidia, ospite degli Apostoli e mercante di porpora a Filippi, viene considerata Patrona dell'antica e nobile arte della tintoria. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di santa Lidia di Tiátira, che, commerciante di porpora, a Filippi in Macedonia, oggi in Grecia, ascoltando la predicazione di san Paolo Apostolo prima fra tutti credette al Vangelo.

nome Sant'Aspreno di Napoli- titolo Vescovo- nascita I Secolo, Napoli- morte II Secolo, Napoli- ricorrenza 3 agosto- Attributi Bastone pastorale- Patrono di Napoli; invocato contro l'emicrania- Incarichi ricoperti Vescovo di Napoli- Aspreno nacque nel primo secolo a Napoli, della sua vita si hanno poche notizie. Si narra che San Pietro dopo aver fondato fondata la Chiesa d’Antiochia si mise in viaggio per Roma e nel mezzo incontrò una vecchietta di nome Santa Candida La Vecchia la quale promise di adorare il signore se fosse guarita dal suo male. Pietro invocando la forza del Signore Dio pregò per la donna che guarì in breve tempo, ella, grazie al prodigiosa guarigione decise di presentare a San Pietro Aspreno un suo amico malato per poter ricevere la medesima grazia. Così Pietro riuscì a guarire anche Asperno decidendo poi di battezzarlo. A guarigione avvenuta Aspreno si convertì e quando Pietro dovette lasciare Napoli per Roma consacrò l'uomo vescovo poiché nel frattempo la comunità cristiana era divenuta ampia e necessitava di un pastore. Aspreno fece costruire un edificio di culto Santa Maria del Principio, dove poi sarebbe sorta la Basilica di Santa Restituta e quindi il Duomo di Napoli. Aspreno fu il primo vescovo di Napoli e secondo il Calendario Marmoreo di Napoli, un'antica stele in cui ci sono i nomi dei vescovi di Napoli sino al IX secolo, la sua guida pastorale durò circa 23 anni. La sua vita si svolse sotto gli imperatori Traiano e Adriano. Fu particolarmente ricolmo d'amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale, il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana. Secondo la tradizione Sant’Aspreno guariva in modo miracoloso le persone dal mal di testa e per questo è invocato contro l’emicrania. Fu il primo patrono di Napoli, dal 1673 è venerato come secondo patrono della città. MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, sant’Asprenato, primo vescovo della città.

nome San Martino- titolo Eremita- nascita 500 circa, Campania- morte 580 circa, Campania- ricorrenza 3 agosto- ll nuovo Martirologio Romano fa menzione in data odierna di Martino, un eremita vissuto in Campania, e riferisce le sue gesta narrate da S. Gregorio Magno (3 set.). Dice Gregorio che molti dei suoi amici avevano conosciuto personalmente Martino e assistito ai suoi miracoli e che egli aveva appreso molte cose su di lui dal suo predecessore, papa Pelagio II. Martino viveva da solo in una grotta sul monte Massico, a nord dell'odierna Mondragone (Caserta). Si dice di lui che abbia miracolosamente resistito alla mancanza di acqua, che abbia sopportato la compagnia del demonio sotto forma di serpente per tre anni, ogni giorno, e che, come un nuovo Prometeo, si sia incatenato una caviglia alla roccia, all'inizio della sua permanenza nella grotta, così da poter resistere al primo impulso di fuga. S. Benedetto (11 lug.) a Montecassino, dove forse Martino era monaco, seppe di quest'ultima penitenza e gli mandò il seguente messaggio: «Se tu sei servo di Dio, ti trattenga la catena di Cristo, non una catena di ferro». Di conseguenza quando sentì che i suoi compagni si lamentavano perché la fune del secchio del pozzo era consumata, Martino, che era attento alle osservazioni ma anche parsimonioso, si tolse la catena e la diede a loro. MARTIROLOGIO ROMANO. Sul monte Massico in Campania, san Martino, che condusse vita solitaria e rimase per molti anni recluso in un angustissimo speco.

nome Beato Agostino Kazotic- titolo Domenicano, Vescovo- nome di battesimo Augustin Kažotić- nascita 1260 circa, Trau, Dalmazia- morte 1323, Lucera, Foggia- ricorrenza 3 agosto- <br /> Beatificazione 4 aprile 1702- Attributi Abito vescovile, abito domenicano, bastone pastorale e teschio- Agostino Kazotic nacque a Traù, in Dalmazia, intorno al 1260. Non aveva ancora vent'anni quando si unì ai frati predicatori; andò a Parigi per fare studi all'università con un confratello domenicano, Giacomo, e mentre attraversavano Pavia furono attaccati. Giacomo fu ucciso e Agostino si riprese solo dopo alcune settimane di cure. Predicò con successo nel suo paese d'origine e vi fondò diverse nuove case. Dopo avere tenuto missioni in Italia e in Bosnia, fu mandato in Ungheria, paese che versava in condizioni miserevoli e di grande abbandono dopo una lunga serie di guerre civili. Vi incontrò il legato pontificio, card. Nicola Boccasini, che nel 1303, diventato papa con il nome di Benedetto XI, fece chiamare Agostino e lo consacrò vescovo di Zagabria (Croazia). Dato che il clero e la diocesi avevano bisogno di riforme, Agostino indisse sinodi diocesani i cui canoni furono da lui fatti valere anche con frequenti visite pastorali. Incoraggiò l'istruzione e gli studi biblici con la fondazione di un priorato domenicano nella città sede della cattedrale. Partecipò al concilio di Vienne nel 1311-1312, e dopo il suo ritorno fu perseguitato da Miladin, governatore della Dalmazia, poiché aveva protestato contro la sua tirannia. Si diceva che Agostino avesse il dono delle guarigioni e che avesse guarito dai reumatismi le mani che lo avevano unto alla sua consacrazione, ma quando il popolo andava in massa da lui per essere curato egli li rimproverava. Piantò un tiglio dicendo che le sue foglie sarebbero state più efficaci delle sue mani: l'albero ebbe infatti effetti prodigiosi e perfino i turchi invasori lo rispettarono. Dopo aver passato quattordici anni a Zagabria, nel 1300 Agostino divenne vescovo di Lucera in provincia di Benevento, dove cercò di sradicare la corruzione religiosa e morale che seguì alla partenza della maggior parte dei saraceni e alle incerte conversioni dei musulmani rimasti. 11 re di Napoli, Roberto d'Angiò, lo sostenne sovvenzionando la fondazione di un convento domenicano e sembra che in cinque anni Agostino sia riuscito a cambiare la situazione. Egli era rispettato da tutti per lo zelo e la carità, dalla famiglia reale in giù. Quando morì, il 3 agosto 1323, iniziò il suo culto che fu confermato ufficialmente nel 1702. MARTIROLOGIO ROMANO. A Lucera in Puglia, beato Agostino Kazotic, vescovo, dell’Ordine dei Predicatori, che dapprima resse la Chiesa di Zagabria e poi, per l’ostilità del re di Dalmazia, raggiunse la sede di Lucera, dove ebbe somma cura dei poveri e dei bisognosi.

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