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05/12/2024 alle 14:00

I santi di oggi 5 dicembre:

I santi di oggi 5 dicembre:

nome San Saba Archimandrita- titolo Abate- nascita 439, Mutalasca, Cesarea di Cappadocia- morte 5 dicembre 532, Mar Saba, Palestina- ricorrenza 5 dicembre- Santuario principale Monastero di Mar Saba- San Saba, uno dei più celebri patriarchi dell'ordine monastico della Palestina, nacque l'anno 439 in Mutalasca nel territorio di Cesarea nella Cappadocia da genitori ragguardevoli per il loro casato e per la pietà. Il padre era ufficiale negli eserciti imperiali e, dovendo prender parte ad una spedizione per Alessandria, condusse con sè anche la moglie; il piccolo Saba, che era ancora fanciullino, fu affidato alle cure di un suo zio di nome Ermia.

La moglie di Ermia trattò sì malamente Saba, che dopo tre anni il fanciullo scappò di casa e andò a rifugiarsi presso un altro suo zio paterno per nome Gregorio. Questo cambiamento fu cagione di gravi discordie fra i due zii, e Saba per porvi fine in una maniera radicale fuggì di nascosto e si ritirò in un convento di solitari, diretto dall'abate Flaviano a due chilometri circa dal suo paese. Saba aveva allora l'età di 8 anni. Colà lo raggiunsero ambedue gli zii rappacificati e lo esortarono vivamente a far ritorno in mezzo a loro. Ma il santo fanciullo si dimostrò fermo nella sua deliberazione di abbandonare per sempre il mondo e di vivere nella solitudine. Rimase dunque presso quei santi monaci ove fece rapidi progressi nella via della perfezione e operò parecchi miracoli.

nome Beato Filippo Rinaldi- titolo Sacerdote S. D. B. - nascita 28 maggio 1856, Lu Monferrato, Alessandria- morte 5 dicembre 1931, Torino- ricorrenza 5 dicembre- Beatificazione 29 aprile 1990 da papa Giovanni Paolo II- Filippo Rinaldi nacque a Lu Monferrato nell'Italia settentrionale, frequentò il collegio salesiano a Mirabello, dove ebbe come insegnante S. Giovanni Bosco (31 gen.), fondatore della congregazione salesiana. Successivamente entrò nel noviziato dell'ordine a Torino e divenne sacerdote il 23 dicembre 1882. Lavorò insieme a don Bosco, imparando da lui molti principi del nuovo movimento educativo, istituendo scuole a indirizzo generale, commerciale e agricolo. Alla morte di don Bosco, Filippo fu inviato in Spagna come provinciale dell'ordine, dove fu stimato moltissimo per la sua spiritualità e per le sue doti amministrative. Nel 1901 il successore di don Bosco, B. Michele Rua (6 apr.) Io richiamò a Torino in veste di suo deputato, e nel 1922 diventò superiore dell'ordine. Filippo fu molto stimato come insegnante e istruttore, e contribuì a migliorare l'attività dell'ordine; inoltre appoggiò e creò un ordine per le donne, quello di Nostra Signora Soccorso dei Cristiani. A quanto pare aveva capito chiaramente i problemi che le donne dovevano affrontare nella vita religiosa.<br /> Amava moltissimo la Chiesa, promosse organizzazioni ecclesiastiche in favore del lavoro sociale, e diresse le missioni salesiane in Asia e nell'Estremo Oriente rispondendo a un appello di papa Pio XI. Morì a Torino nel 1931 ed è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 29 aprile 1990. MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino, beato Filippo Rinaldi, sacerdote della Società Salesiana, che si adoperò per la diffusione della fede nelle terre di missione.

nome Santa Crispina- titolo Martire a Tebessa- nascita IV secolo, Tagora, Numidia- morte IV secolo, Tebessa, Africa- ricorrenza 5 dicembre- Santuario principale Basilica di Theveste- Attributi Palma del martirio- Sant'Agostino (28 ago.) cita frequentemente Crispina, martire ben conosciuta dell'Africa settentrionale del suo tempo, affermando che era una donna di rango elevato, nata a Thagara in Numidia, sposata, con diversi figli, e degna di stima, alla pari di martiri famose come S. Agnese (21 gen.) e S. Tecla (15 ott.). Il racconto del suo processo probabilmente non è una trascrizione esatta del suo interrogatorio: senza dubbio i racconti successivi resero le affermazioni contenute più taglienti, rielaborando anche parte del materiale, per dare come risultato un dialogo piuttosto ampolloso, ma che presenta l'immagine di una donna coraggiosa e complessa nel difendere la sua religione. Crispina fu portata al cospetto del proconsole Anulino a Theveste durante la persecuzione di Diocleziano, accusata di non obbedire agli ordini dell'imperatore. Il proconsole le chiese: «Hai capito il significato dcl decreto?» e Crispina replicò: «Non so che decreto sia». ANULINO: Dice che dovresti sacrificare tutti i tuoi dèi per il benessere degli imperatori, secondo la legge dei nostri capi Diocleziano e Massimiano, il pio Augusto e Costanzo, l'illustrissimo Cesare. CRISPINA: Non farò sacrificio ad altri, se non al mio solo Dio, e a Nostro Signore Gesù Cristo, che è nato e morto per noi. A: Rinuncia alla tua superstizione, e inchinati davanti ai nostri sacri dèi. e Adoro il mio Dio ogni giorno, e non ne conosco altri. A: Sei ostinata e irrispettosa, e ti punirò con una legge severa. C: Se necessario soffrirò per difendere la mia fede. A: Sei una creatura così vana da non rinunciare alla tua follia e adorare sacri dèi? C: Adoro il mio Dio ogni giorno, e non ne conosco altri. A: Ti mostrerò il sacro editto affinché tu lo onori. e Onoro un solo editto, quello del mio Signore Gesù Cristo. A: Ti taglierò la testa se non ubbidisci ai comandi dell'imperatore. Tutta l'Africa si è sottomessa, e tu farai altrettanto.<br /> C: Mi sacrificherò in nome del Signore che ha creato i cieli e la terra, il mare e tutto quello che contengono, ma non compirò mai un sacrificio in nome degli spiriti maligni. A: Dunque non accetterai questa religione in cambio della salvezza? C: Non è una vera religione se costringe chi è riluttante. A: Dunque non accetti questi dèi, e non andrai a capo chino nei sacri templi a offrire l'incenso? Non ho mai fatto una cosa simile in vita mia, e non lo farò mai. A: Fallo almeno per sfuggire alla condanna. Non ho paura delle tue minacce, ma temo il Dio che è nei cieli. Rinnegandolo, compirci un sacrilegio, e mi scaccerebbe, c non potrei essere presente alla sua venuta. A: Non compi un sacrilegio se obbedisci alla legge. C: Volete che io compia un sacrilegio davanti a Dio, anziché davanti agli imperatori? No davvero! Dio è grande e onnipotente. Ha creato il mare e le piante e la terraferma. Come posso tenere in considerazione gli uomini, che sono Sue creature, prima di lui? A: Ti ordino di professare la religione romana dei nostri imperatori invincibili, come la osserviamo noi. C: Conosco un solo Dio. I vostri dei sono pietre, oggetti creati dalle mani dell'uomo. A: Sei blasfema, non è questo il modo di salvarti la vita. Poi il proconsole ordinò di tagliarle i capelli e rasarle il capo, esponendola allo scherno della folla, e quando vide che rimaneva imperturbabile, le chiese: «Vuoi continuare a vivere? O vuoi morire in agonia come le tue compagne Massima, Donatella e Seconda?».<br /> e Se volessi morire e abbandonare la mia anima al fuoco eterno della dannazione, tratterei i vostri demoni secondo i vostri desideri. A: Ti farò tagliare la testa, se continui a deridere i nostri venerabili dèi. C: Grazie a Dio, se accadrà. Certamente perderei la testa, se cominciassi ad adorarli. A: Allora persisti nella tua follia? e Il mio Dio, che era ed è, ha voluto che io nascessi. Mi ha portato la salvezza con l'acqua del battesimo. Ed Egli è con me per aiutare la mia anima a non commettere il sacrilegio che voi volete io compia. A: Possiamo sopportare ancora l'empietà di questa Crispina? Il proconsole poi ordinò di leggere le accuse ad alta voce, e condannò Crispina a essere trafitta con la spada, al che ella replicò: «Lode a Dio, che mi ha guardato da lassù e mi ha tolto dalle vostre mani!». Fu giustiziata a Thevcstc il 5 dicembre 304, probabilmente assieme ad altre martiri. Esiste una grande basilica a Theveste (l'attuale Tabessa) in cui forse si trovava la sua cappella. MARTIROLOGIO ROMANO. A Tebessa in Numidia, nell’odierna Algeria, passione di santa Crispina di Tagora, madre di famiglia, che, al tempo di Diocleziano e Massimiano, fu decapitata per ordine del proconsole Anulino per essersi rifiutata di sacrificare agli idoli.

nome San Dalmazio di Pavia- titolo Vescovo e Martire- morte 254- ricorrenza 5 dicembre- Da una famiglia senatoria romana, diffuse il Vangelo in tutta la città di Alba. Nominato vescovo di Pavia, nella sua foga evangelizzatrice arrivò, dopo una grande odissea, nelle terre francesi. Tornò nella sua diocesi dove la sua fatica si concluse con la persecuzione di Maximiano Hercúleo con un eroico martirio. Il suo episcopato è stato molto breve

nome Beato Nicola Stenone- titolo Vescovo- nome di battesimo Niels Stensen- nascita 11 gennaio 1638, Copenhagen, Danimarca- Ordinato presbitero 13 aprile 1675- Nominato vescovo 13 settembre 1677 da papa Innocenzo XI- Consacrato vescovo 19 settembre 1677 dal cardinale Gregorio Barbarigo- morte 5 dicembre 1686, Schwerin, Meclenburgo, Germania- ricorrenza 5 dicembre- Incarichi ricoperti Vicario apostolico della Germania, Settentrionale (1677-1686), Vescovo titolare di Tiziopoli (1677-1686), Vescovo ausiliare di Münster (1680-1683)- Beatificazione 23 ottobre 1988 da papa Giovanni Paolo II- Patrono di Geologi italiani- Nicola (Niels) Stenson nacque a Copenhagen, ed era figlio di un orafo; studiò in quella città e a Leyden, laureandosi in medicina, e diventando uno scienziato eminente. Nella seconda metà del XVII secolo, dopo le grandi scoperte della scienza moderna, fu pioniere in diversi campi: anatomia, fisiologia, cristallografia, geologia e paleontologia. Gli furono attribuite varie idee che sono ora fondamentali per lo studio della geologia: per esempio, che i fossili sono i resti pietrificati di organismi viventi, e che le rocce sono composte da strati che permettono di stabilirne la datazione. Fece inoltre alcune scoperte in campo medico, che riguardavano il funzionamento del sistema ghiandolare. Nel 1667 lavorava in un ospedale di Firenze, e la sua ricerca della verità lo portò a convertirsi al cattolicesimo. Al suo ritorno in Danimarca gli fu impedito di assumere la cattedra all'università di Copenaghen, esclusivamente luterana, ma la sua attività fu riconosciuta con la nomina di "anatomista reale". Fu ordinato sacerdote nel 1675 e nominato vicario apostolico di Hannover; successivamente diventò vescovo suffragante di Monaco, con facoltà di guidare i cattolici della Germania settentrionale e della Scandinavia. Le spoglie furono sepolte nella basilica di San Lorenzo a Firenze; papa Giovanni Paolo II l'ha beatificato il 23 ottobre 1988. MARTIROLOGIO ROMANO. A Schwerin nella regione di Mecklenburg in Germania, transito del beato Nicola Stensen, vescovo di Dindebol, che, di origine danese, fu tra i più illustri ricercatori di scienze naturali del suo tempo; abbracciata la fede cattolica, desideroso di servire Dio a difesa della verità, divenne sacerdote e, ordinato poi vescovo, si dedicò con zelo all’evangelizzazione dell’Europa settentrionale.

nome San Lucido di Aquara- titolo Monaco- nome di battesimo Lucido della Croce- nascita 960 circa, Acquara, Salerno- morte 1038, Montecassino, Frosinone- ricorrenza 5 dicembre, 28 luglio Acquara- Canonizzazione 1880 da papa Leone XIII- Santuario principale Santuario diocesano di San Nicola di Bari, Aquara- Patrono di Aquara- Lucido nacque ad Acquara e all'età di 15 anni i suoi genitori, Albino della Croce e Sabina Nicodemo, lo affidarono ai monaci benedettini del monastero di San Pietro presso Acquara. Si formò in quella scuola e quando fu pronto per l'apostolato andò a Montecassino. Da lì, per diversi intervalli di tempo, tornò al monastero di San Pietro e a Salerno, dove fu nominato consigliere del principe Guaimaro. Lucidio trovò il tempo, nella sua vita instancabile, per visitare il monastero della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni e la Terra Santa. Al ritorno dal pellegrinaggio fondò, presso Montecassino, il monastero di Santa Maria dell'Albaneta, di cui era priore; costruì anche, nelle vicinanze di Acquara, una cappella chiamata Maria Santissima del Piano dove morì recluso in una cella vicina. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel cenobio di San Pietro di Aquara in Campania, san Lucido, monaco.

nome Beato Bartolomeo Fanti- titolo Carmelitano- nome di battesimo Bartolomeo Fanti- nascita 1428 circa, Mantova- morte 1495, Mantova- ricorrenza 5 dicembre- Beatificazione 1909 da papa Pio X- Bartolomeo Fanti era un frate carmelitano di Mantova, nato nel 1443; s'unì all'ordine all'età di diciassette anni e dopo l'ordinazione sacerdotale divenne un efficace predicatore, molto devoto al SS. Sacramento. Era noto come guaritore e usava l'olio della lampada che ardeva davanti al tabernacolo come medicamento. A Mantova istituì un ramo della congregazione di Nostra Signora di Monte Carmelo per i laici e scrisse di persona la regola e gli esercizi devozionali. La sua regola, esposta in dodici brevi capitoli, è semplice e chiara, oltre che essere totalmente in sintonia con la tradizione carmelitana. Istituì anche l'uso di registrare gli eventi principali della storia della congregazione. A quanto pare, Bartolomeo fu maestro del novizio e poeta carmelitano B. Battista Spagnuolo (20 mar.), per sei volte eletto vicario generale dei frati di Mantova e che alla fine diventò priore generale dell'ordine, ma attualmente quest'ipotesi sembra molto improbabile: Battista Spagnuolo trascorse il periodo di probazione a Ferrara, e non a Mantova, e a quanto pare Bartolomeo non fu mai maestro dei novizi; ad ogni modo Spagnuolo parla di Bartolomeo come della «guida e maestro spirituale santissimo». Il culto di Bartolomeo fu confermato da papa Pio X nel 1909.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Mantova, beato Bartolomeo Fanti, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che con le parole e con l’esempio accese nel cuore dei fedeli un santo amore per Dio e una filiale devozione verso Maria sua Madre.

nome Serva di Dio Alexia González-Barros González- titolo Laica Adolescente- ricorrenza 5 dicembre- Alexia González-Barros González nacque a Madrid il 7 marzo 1971, ultima di sette figli di Francisco e Moncha González-Barros, membri soprannumerari dell'Opus Dei. Due dei suoi fratelli morirono in tenera età. Alexia crebbe in un ambiente profondamente cattolico e ricevette la sua prima educazione nella fede dalla madre, che le insegnò il catechismo. Il 15 ottobre 1975 iniziò la scuola a Madrid e, durante un pellegrinaggio a Roma, fece la Prima Comunione l'8 maggio 1979 nella chiesa di Santa Maria della Pace, dove riposa il fondatore dell'Opus Dei, Josemaría Escrivá. Il giorno seguente partecipò a un'udienza generale in Piazza San Pietro e, quando Papa Giovanni Paolo II si avvicinò per salutare i pellegrini, Alexia corse verso di lui, ricevendo la sua benedizione e un bacio sulla fronte. Nel dicembre del 1984, Alexia iniziò a sentire un dolore alla spalla destra, che i medici attribuirono inizialmente a contrazioni muscolari. Tuttavia, dopo alcuni mesi, i dolori aumentarono e le si aggiunse una debolezza al braccio sinistro. Il 4 febbraio 1985 le fu diagnosticato un tumore maligno alla colonna vertebrale, identificato in seguito come un sarcoma di Ewing, con metastasi diffuse. Per alleviare la sua condizione, venne sottoposta a quattro operazioni tra febbraio e settembre 1985, in cui i medici cercarono di ridurre le lesioni spinali utilizzando innesti ossei prelevati dal suo stesso bacino. Alexia affrontò con coraggio e fede le difficoltà della malattia, offrendo le sue sofferenze a Dio. Il 30 novembre, fece la sua ultima confessione e ricevette il sacramento della Confermazione e l'Unzione degli infermi. Ormai immobilizzata a letto, trascorse gli ultimi giorni sostenuta dalla sua profonda spiritualità, circondata dalla famiglia e dagli amici che la consideravano già una santa per la sua serenità e devozione. Alexia morì il 5 dicembre 1985, all’età di quattordici anni, presso la Clinica Universitaria di Navarra a Pamplona. Il giorno seguente, la salma fu trasferita a Madrid per essere sepolta. Il processo di beatificazione di Alexia iniziò ufficialmente il 21 novembre 1991 e, nel 1993, il titolo di Serva di Dio le fu riconosciuto dalla Congregazione delle Cause dei Santi. Dopo un intenso lavoro di documentazione, il 5 luglio 2018, Papa Francesco la dichiarò Venerabile, riconoscendo in lei l’esercizio eroico delle virtù cristiane e il profondo amore verso Dio anche nei momenti di dolore.

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