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I santi di oggi 5 giugno:
nome San Bonifacio- titolo Vescovo e martire- nome di battesimo Wynfrith- nascita 680, Crediton, Inghilterra- Consacrato vescovo 716- Consacrato arcivescovo 722 a Roma- morte 5 giugno 754, Frisia- ricorrenza 5 giugno- Canonizzazione 756- Santuario principale Abbazia di Fulda- Attributi ascia, bastone pastorale e spada, la cui lama infilza un Vangelo- Patrono di Germania e Turingia- Incarichi ricoperti Vescovo per l'evangelizzazione dei Germani, Nunzio apostolico per la Baviera, l'Alemannia, l'Assia e la Turingia; Arcivescovo di Magonza- S. Bonifacio nacque in Inghilterra verso l'anno 680. Educato nella religione cristiana, fin dalla più tenera età mostrò grande amore verso Dio e di Lui parlava con grande gusto. Due missionari di passaggio per quelle contrade domandarono alloggio nella sua casa, e durante la sosta parlarono di Dio. Il piccolo Bonifacio, approfittando dell'occasione, domandò cosa dovesse fare per salvarsi. Ascoltò attentamente quanto dissero i due padri e Dio, premiando quest'anima candida, fece sentire distintamente nel cuore del fanciullo la sua voce che lo chiamava al suo servizio. Da quel momento l'idea di farsi sacerdote non si partì più da lui. Ma il padre avendo fondato sul giovane le più lusinghiere speranze, si oppose energicamente, finché una grave malattia non gli fece comprendere il suo dovere di lasciar libero il figlio. Bonifacio allora pensò sol più a corrispondere alla divina chiamata ed entrò nel monastero di Exter dove ricevette la prima educazione. Alla santità della vita univa pure grande ingegno e amore allo studio, massime della Sacra Scrittura, che fu sempre la fonte inesauribile della sua predicazione. Dopo il regolare corso di studi venne ordinato sacerdote l'anno 710. Le sue rare doti di santità e di scienza si manifestarono meglio in lui, con ammirazione dei suoi superiori, quando fu mandato all'Arcivescovo di Canterbury per sistemare una delicata questione. Aborriva qualsiasi lode e approvazione; e temendo di poter essere in seguito elevato ad altre cariche, partì dall'Inghilterra e andò in Francia. Ma presto fu costretto al rimpatrio. Morto poco dopo il suo ritorno l'Abate del monastero, la comunità lo elesse a successore; egli umilmente si rifiutò e andò a predicare tra gli infedeli. Venuto a Roma, Gregorio II lodò il suo zelo e la sua virtù e gli affidò l'evangelizzazione della Germania. Nella Turingia cominciò il suo apostolato. Quando però morì Rodbodoro re di Frisia, il paese fu inaccessibile ai missionari e Bonifacio si recò da S. Willebrordo, vescovo di Utrecht e insieme esercitarono il sacro ministero. San Willebrordo conosciuta presto la santità e lo zelo di Bonifacio nell'esercizio del sacro ministero, lo volle a suo successore. Ma egli bramando essere semplice missionario, lasciò Utrecht e passò nell'Ansia. Gregorio II quasi in premio del gran bene da lui compiuto lo consacrò vescovo della Germania, e Gregorio III gli aggiunse il titolo di arcivescovo. Tuttavia le nuove dignità e i nuovi onori non furono di danno alla propria santificazione, ed egli continuò come prima la vita di travagli apostolici e di lotte interiori. Nel 738 rivide ancora una volta il Papa nella città eterna e nel 753 successe nella sede episcopale di Magonza. Bonifacio ottenne il titolo di arcivescovo e quindi di legato pontificio con poteri straordinari sulla regione da lui governata. Per i suoi servigi alla Chiesa gli venne concesso ben presto il titolo di "apostolo dei cristiani tedeschi". Il suo pellegrinaggio terreno intanto volgeva al termine; per meglio prepararsi al gran passo, rinunziò al vescovado e attese sol più alla predicazione. Il 5 giugno del 754 sorpreso insiemwine a molti altri sacerdoti da una banda di furibondi idolatri, diede il suo sangue per il nome di Gesù Cristo, dopo aver esortati tutti gli altri sacerdoti a prepararsi coraggiosamente al martirio. PRATICA. Distacchiamo il cuore dagli onori, beni e piaceri della terra e prepariamoci un tesoro nel cielo, umiliandoci e mortificandoci. PREGHIERA. Dio, che per lo zelo del beato Bonifacio tuo vescovo e martire, ti sei degnato chiamare alla conoscenza del tuo nome una moltitudine di popoli, concedi, propizio, che mentre celebriamo la sua solennità, sperimentiamo anche il suo patrocinio. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Frisia san Bonifacio, Vescovo di Magónza e Martire. Questi, dall'Inghiltérra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germania per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germàni; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eóbano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio.
nome San Franco da Assergi- titolo Eremita- ricorrenza 5 giugno- Attributi accanto a un lupo che stringe fra le fauci un bambino- Patrono di Assergi e Forca di Valle- San Franco nacque a Roio tra il 1154 e il 1159, crebbe in una famiglia di contadini benestanti, iniziò i suoi studi sotto la guida del sacerdote Palmerio. In seguito, Franco entrò nel monastero benedettino di San Giovanni di Collimento di Lucoli, fondato dal conte Odorisio nel 1077. Qui, trascorse venti anni prima di intraprendere la vita da eremita, cercando la perfetta armonia spirituale nella solitudine e nella natura. Inizialmente, Franco visse nei boschi di Lucoli, poi si spostò nelle montagne circostanti. Si stabilì infine sulle pendici del Monte San Franco, in una zona chiamata "Il Vasto". Qui, costruì una capanna di pietra dove oggi sorge la piccola cappella dell'acqua miracolosa, nota anche come L'acqua di San Franco. Tuttavia, il continuo afflusso di pellegrini lo spinse a cercare un luogo più isolato. Seguendo, secondo la leggenda, un'orsa e i suoi cuccioli, si ritirò nella Grotta dei Peschioli. In seguito, cercando una maggiore altitudine, si stabilì in un antro sul Monte Cefalone. San Franco è noto per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione, spesso legati alla vita semplice dei pastori e alla montagna. Tra le storie più famose ci sono quelle di montoni resuscitati, lupi ammansiti, sorgenti d'acqua miracolosa e salvataggi miracolosi da frane e bufere. Un episodio particolarmente celebre narra di come salvò un bambino dalle fauci di un lupo ad Assergi, rappresentato iconograficamente accanto a un lupo che tiene un bambino tra le fauci. Gli ultimi momenti della vita di San Franco sono avvolti da un'aura di mistero e santità. Sentendo avvicinarsi la fine, l'eremita ricevette gli ultimi sacramenti e fu lasciato solo nella sua grotta. La notte tra il 4 e il 5 giugno, in un anno imprecisato tra il 1220 e il 1230, gli abitanti di Assergi furono svegliati dal suono delle campane della chiesa di Santa Maria in Silice e dal canto dei galli, segni che li portarono a scoprire la morte del santo, trovato con le braccia incrociate sul petto in una grotta illuminata da una luce misteriosa. Il corpo di Franco fu trasportato con grande venerazione nel paese e seppellito nella cripta della chiesa del monastero di Santa Maria in Silice, che divenne subito meta di pellegrinaggi. Nel tempo, su questo edificio venne costruita una nuova chiesa più grande, Santa Maria Assunta. San Franco fu canonizzato rapidamente, come attestato da un calendario manoscritto dai monaci di Assergi nei primi anni del Trecento. Tra il 1480 e il 1481, le sue reliquie furono trasferite in una preziosa urna d'argento, opera del maestro orafo Giacomo di Paolo da Sulmona. Nel 1757, la festa liturgica in onore di San Franco fu estesa a tutta la diocesi dall'arcivescovo dell'Aquila, Sabatini, e cade il 5 giugno, data della sua morte. La devozione a San Franco si diffuse rapidamente in tutto l'aquilano e il teramano, con numerosi luoghi che celebrano la sua memoria. È venerato ad Assergi, dove visse e di cui è Patrono, a Roio Piano, dove nacque, a Lucoli, dove trascorse venti anni nel monastero di San Giovanni di Collimento, ad Arischia, dove si trova "L'Acqua di San Franco", a Ortolano, frazione di Campotosto, che ospita una chiesa a lui dedicata, e a Forca di Valle, frazione di Isola del Gran Sasso, nel teramano, dove è festeggiato come Santo Patrono. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Assergi in Abruzzo, san Franco, eremita, che si costruì una stretta cella in una grotta tra le rocce, dove condussse una vita aspra e umile.