@Vitupero

14/09/2024 alle 16:24

I santi del 13 settembre:

I santi del 13 settembre:

nome San Giovanni Crisostomo- titolo Vescovo e dottore della Chiesa, Patriarca di Costantinopoli- nascita 349 circa, Antiochia di Siria- Elezione 398- Fine patriarcato 404- morte 14 settembre 407, Comana sul Mar Nero- ricorrenza 13 settembre, 27 gennaio messa tridentina- Attributi api, bastone pastorale- Patrono di Russia, Asola, studenti- Giovanni soprannominato Crisostomo, o bocca d'oro, per la sua meravigliosa eloquenza, nacque in Antiochia. In giovanissima età fu privato del padre. Gli rimase la santa genitrice che ad altro non pensò se non ad adempiere fedelmente tutti gli obblighi di una madre cristiana verso i suoi figli. Il Crisostomo studiò retorica e filosofia sotto la scorta dei migliori maestri del suo tempo e fece progressi tali che lo stesso suo insegnante ne rimase meravigliato, e, interrogato una volta dai suoi amici quale dei suoi discepoli avrebbe preferito gli succedesse nella cattedra: Io nominerei, rispose, a mio successore Giovanni; se i Cristiani non ce l'avessero già involato. Il vescovo di Antiochia, Melezio, conoscendo le rare qualità del Crisostomo, lo ordinò lettore. Flaviano, successore di S. Melezio, lo innalzò al sacerdozio, con l'incarico di predicar la parola di Dio, ufficio che Giovanni compì con zelo infaticabile e con grandissimo frutto. Egli spiegava Ie Scritture con molta chiarezza e proprietà; le sue istruzioni erano sode, le esortazioni vive e penetranti. Riprendeva con forza, esortava con carità e sapeva adattarsi alla mentalità di ciascuno. Dodici anni continuò nel suo ufficio, quando venne a morire il vescovo di Costantinopoli, Nettario. Nell'elezione il pensiero corse subito a Giovanni, che a voce di popolo fu eletto successore il 26 febbraio dell'anno 398. Lo zelo per riformare i costumi gli attirò molti nemici. Avendo pubblicamente ripreso dal pulpito alcune colpe dell'imperatrice, questa se ne volle vendicare. Lo fece quindi arrestare, e radunò il consiglio per escogitare cosa fare al Crisostomo. Chi proponeva l'esilio, chi la morte, chi la prigione perpetua, e chi altro. Finalmente uno che conosceva l'animo del Santo disse: « Ouanto avete proposto, altro non serve che a rallegrare il Vescovo. Con una cosa sola voi potete fargli del male, cioè facendogli commettere anche un solo peccato; ma fare questo non è in vostro potere ». Si decise di esiliarlo in Bitinia. La notte appresso vi fu in Costantinopoli un terribile terremoto che tutti riguardarono come un effetto della collera divina. L'imperatrice medesima si spaventò e scongiurò l'imperatore a richiamare il santo Vescovo. Tornò Giovanni in mezzo al suo popolo plaudente, ma per poco tempo, perché i suoi nemici non desistettero, e tanto fecero che l'imperatore fu costretto a esiliarlo nuovamente. Giovanni, per l'avanzata età e per gli strapazzi del viaggio, a stento poté arrivare alla città destinata; il giorno dopo il Signore lo chiamò a sè: era il 14 settembre del 407. Varie e pregevolissime sono le opere scritte da lui, e la Chiesa lo dichiarò Dottore.

PRATICA Non temete i mali di coloro che vi vogliono spaventare, ma temete il peccato che vi può mandare eternamente all'inferno.

PREGHIERA. La grazia celeste, deh! Signore, amplifichi la tua Chiesa, la quale hai voluto illustrare con i meriti gloriosi e la dottrina del tuo beato Giovanni, vescovo e confessore.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giovanni, vescovo di Costantinopoli e dottore della Chiesa, che, nato ad Antiochia, ordinato sacerdote, meritò per la sua sublime eloquenza il titolo di Crisostomo e, eletto vescovo di quella sede, si mostrò ottimo pastore e maestro di fede. Condannato dai suoi nemici all’esilio, ne fu richiamato per decreto del papa sant’Innocenzo I e, durante il viaggio di ritorno, subendo molti maltrattamenti da parte dei soldati di guardia, il 14 settembre, rese l’anima a Dio presso Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia.

nome San Maurilio di Angers- titolo Vescovo- nascita IV secolo, Milano- morte 13 settembre 453, Angers, Francia- ricorrenza 13 settembre- Attributi Bastone pastorale- Patrono di giardinieri, pescatori e di Angers- La sola Vita di S. Maurilio ritenuta autentica fu redatta nel 620 circa da Magnobodo (Maimbodo), uno dei suoi successori, e racconta che Maurilio nacque a Milano ma si trasferì a Touraine, dove diventò un discepolo di S. Martino di Tours (11 nov.). Dopo essere stato ordinato sacerdote, si afferma che si sia trasferito a Chatillon-sur-Loire, dove svolse la sua attività missionaria duramente e instancabilmente, cogliendo ogni possibile opportunità per diffondere il suo messaggio. Per esempio, Magnobodo racconta che, quando un tempio pagano fu colpito da un fulmine, raccontò al popolo che era un segno dell'ira di Dio e immediatamente si accinse a costruire una chiesa al suo posto. Nel 423 fu infine nominato vescovo d'Angers, dove governò saggiamente e fermamente per trent'anni anni. Moti il 13 settembre 453 e fu sepolto ad Angers nella chiesa della Madonna, più tardi intitolata a S. Maurilio. Fra gli altri resoconti, non attendibili, ne troviamo uno riscritto nel 905 da un diacono di nome Arcanaldo, che lo spacciò per un lavoro di Venanzio Fortunato (14 dic.), corretto da Gregorio di Tours (17 nov.): l'inganno non fu scoperto fino al 1649. Queste versioni successive contengono molte falsificazioni, inclusa una, piena di fascino, che riprende elementi dalle leggende di altri santi, in particolare di S. Renato, e in base alla quale Maurilio non riuscì ad arrivare in tempo al capezzale di un ragazzo morente, e colto da rimorso, si diresse sulla costa bretone, dove scrisse queste parole su una roccia «Io, Maurilio di Angers, sono passato di qua», quindi salpò per la Gran Bretagna, facendo però inavvertitamente cadere in mare le chiavi della cattedrale durante il tragitto. Quando gli abitanti disperati d'Angers finalmente scoprirono i suoi spostamenti, alcuni di loro partirono per cercare di riportarlo indietro; mentre attraversavano il canale, un pesce saltò sulla loro barca e nella sua pancia furono trovate le chiavi perse da Maurilio. Quando lo rintracciarono, lavorava come giardiniere e lo pregarono di tornare ad Angers, ma lui rispose che non poteva perché non aveva più le chiavi della sua cattedrale, ma vista la chiave che era stata recuperata, molto felicemente li seguì. Una volta tornati ad Angers, si recò immediatamente sulla tomba del ragazzo che era morto senza poter ricevere i sacramenti e lo chiamò per nome. Il ragazzo allora si rialzò dalla tomba, fu ribattezzato Renato e visse per succedere a Maurilio nel ruolo di vescovo di Angers, dove è venerato come santo, come a Sorrento. Esiste una tradizione ad Angers che attribuisce a Maurilio l'istituzione della festa della Natività della Madonna nella diocesi dopo che qualcuno ebbe una visione degli angeli che cantavano, la notte dell'8 settembre, ma ciò non è più attendibile di altre storie che lo riguardano. Le reliquie furono trasferite solennemente in una nuova teca il 16 agosto 1239, ma nel 1791 andarono in parte disperse, quando la chiesa fu saccheggiata durante la Rivoluzione; i resti si trovano nella cattedrale di Angers. S. Maurilio è il patrono di Angers, ed è invocato dai pescatori e dai giardinieri. MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Angers nella Gallia lugdunense, nell’odierna Francia, san Maurilio, vescovo, che, nato a Milano, si recò da san Martino di Tours, dal quale fu ordinato sacerdote e posto a capo della chiesa di Chalonnes-sur-Loire; divenuto poi vescovo, si adoperò per sconfiggere le superstizioni pagane nelle campagne.

nome Beata Maria di Gesù- titolo Religiosa- nome di battesimo Maria Lopez de Rivas- nascita 18 agosto 1560, Tartanedo, Spagna- morte 13 settembre 1640, Toledo, Spagna- ricorrenza 13 settembre- Beatificazione 14 novembre 1976 da papa Paolo VI- Maria Lopez de Rivas nacque a Tartanedo, nella provincia spagnola di Guadalajara, il 18 agosto 1560. Alla morte del padre era ancora molto giovane, perciò fu mandata a Molina di Aragona per essere allevata dai nonni paterni. La sua istruzione spirituale fu affidata a un gesuita, A. de Castro, e all'età di diciassette anni, chiese di entrare a far parte dell'Ordine delle carmelitane scalze, appena istituito. S. Teresa d'Avila (15 ott.), che l'accettò nel monastero a Toledo, deve averla tenuta in alta considerazione, poiché scrisse alla priora: «Ti mando per suo tramite una dote di cinquemila scudi, ma vi assicuro che io stessa vorrei pagare lo stesso prezzo per poterla avere con me. Non dovrebbe essere considerata al pari del resto (a Dio piacendo, la mia speranza è che lo abbia nel suo cuore, perché diventi qualcosa di straordinario)». Maria ricevette la veste monacale il 12 agosto 1577, ma la sua salute era preoccupante, e un anno dopo si parlò della sua impossibilità di pronunciare i voti. Di nuovo intervenne Teresa: «Stiano attenti a quello che fanno, perché se non concedono a suor Maria di Gesù di pronunciare i voti, la porterò ad Avila, e la casa in cui entrerà sarà la più fortunata di tutte. Se me la lascerete, in qualunque monastero io andrò a vivere, la porterò sempre con me, anche se dovesse trascorrere la vita intera a letto». Queste parole fecero pendere l'ago della bilancia in favore di Maria, che pronunciò i voti l'8 settembre 1578. Anziché trascorrere il tempo a letto, continuò, nónostante le malattie continue e molte difficoltà personali, a condurre una vita attiva come carmelitana. Nel 1583, all'età di soli ventitré anni, fu nominata maestra delle novizie, un incarico che svolse in diverse occasioni nel suo monastero, e una volta a Cuenca. Ricevette anche l'incarico di priora e vice priora più di una volta, dal 1587 al 1627. Durante il suo ultimo mandato di priora, le furono rivolte false accuse, e fu costretta a cedere il posto. Non scoraggiata dall'atteggiamento di alcuni membri dell'ordine, inclusa la provinciale e la generale (Teresa era morta nel 1582), mostrò sempre un gran rispetto per l'autorità. Nel frattempo, le suore più sensibili del loro convento ignorarono le accuse e la reintegrarono nel suo incarico di maestra delle novizie. Teresa d'Avila aveva riconosciuto la forza interiore di Maria sin dall'inizio, e fu indubbiamente questo che le permise di perseverare. Visse costantemente nella presenza di Dio (a tal punto che sembra che Teresa si fosse espressa favorevolmente sulla necessità di "distrarla" facendola lavorare nella sacrestia dell'infermeria), inoltre aveva una particolare devozione per il Sacro Cuore di Gesù. Diventò famosa come santa mentre era in vita, e subito dopo la morte il 13 settembre 1640, alle monache fu chiesto di testimoniare sotto giuramento in merito alla sua santità. Per qualche motivo, ci fu un ritardo di tre secoli, ma la causa di Maria fu alla fine iniziata nel 1926, e la beatificazione è giunta nel 1976. MARTIROLOGIO ROMANO. A Toledo in Spagna, beata Maria di Gesù López de Rivas, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che aderì appieno nel corpo come nello spirito alla Passione del Signore, sempre umile e paziente in tutto.

nome San Marcellino di Cartagine- titolo Martire- nascita IV secolo, Toledo, Spagna- morte 413 circa, Cartagine, Tunisia- ricorrenza 13 settembre, 6 aprile- Canonizzazione Pre-canonizzazione- Marcellino Flavio, nato probabilmente a Toledo in Spagna, divenne un tribuno e notarius al servizio dell'imperatore Onorio (395-423). Descritto come «un aristocratico colto, generoso, interessato alla teologia», fu amico di S. Agostino (28 ago.), che gli dedicò tre opere, insieme a una parte del De civitate Dei. Una parte della corrispondenza tra i due è stata conservata, e Marcellino ne tenne una anche con S. Girolamo (30 set.). Nel 411 fu coinvolto nella controversia donatista, che era cominciata nell'Africa settentrionale subito dopo il 311 e che un secolo dopo ancora proseguiva. I donatisti, un gruppo all'interno della Chiesa, dalla linea dura e che alla fine si distaccò, affermavano che i cristiani che avessero commesso un peccato mortale dopo il battesimo, e in particolare coloro che avessero rinnegato la loro fede durante le persecuzioni, non avrebbero più potuto essere riammessi in comunione. Nel corso degli anni si tentò di risolvere la questione, talvolta coinvolgendo le autorità civili, ma lo scisma non fu mai veramente sanato, e infatti continuò in Africa settentrionale per altri due o tre secoli. Nel 409, Onorio aveva garantito ai donatisti il permesso di praticare il culto pubblicamente; poi due anni dopo, Marcellino fu nominato presidente di un sinodo che riuniva i vescovi dell'Africa settentrionale ortodossi e quelli donatisti, allo scopo di riparare la frattura tra le due parti, ma alla fine non si riuscì a raggiungere nessun accordo. Marcellino, dopo aver ascoltato le argomentazioni, decise a sfavore dei donatisti, ordinando loro di rinunciare alla loro condizione di separatisti e di ritornare in comunione con i loro oppositori. Si assunse dunque la responsabilità, con il fratello Apringio, proconsole dell'Africa, di ribadire quell'ordine. I due compirono il loro dovere con tanta severità da suscitare la protesta di Agostino stesso, mentre i donatisti nel frattempo riuscirono ad allontanare la persecuzione accusando i fratelli di corruzione e prendendo parte a un'insurrezione contro l'imperatore. Ignorando i tentativi di Agostino di salvarli, il generale incaricato di soffocare la rivolta li fece giustiziare senza processarli; la corte imperiale successivamente riconobbe che erano stati uccisi ingiustamente. Sia Agostino che Girolamo scrissero un panegirico per i due fratelli, ma non c'è prova dello sviluppo di un loro culto specifico e il card. Baronio iscrisse il nome di Marcellino nel Martirologio Romano del XVI secolo a motivo della morte subita difendendo l'ortodossia.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Marcellino, martire, che, tribuno e intimo amico di sant’Agostino e di san Girolamo, per l’ostilità dell’usurpatore Eracliano fu, benché innocente, ucciso dagli eretici donatisti per aver difeso la fede cattolica.

nome Sant'Amato di Remiremont- titolo Abate- nascita 570 circa, Grenoble, Francia- morte 630 circa, Francia- ricorrenza 13 settembre- Canonizzazione 1049 da papa Leone IX- Attributi vestito in abiti da colono vicino a una brocca, una pietra e un diavolo- Due santi di nome Amato (o Amé) sono commemorati in questo giorno. La Vita in latino del primo dei due fu originariamente attribuita a un monaco di Remiremont, quasi contemporaneo del santo, tuttavia, molti studiosi oggi credono che sia stata scritta almeno cinquanta anni, forse anche due secoli, dopo la morte di Amato e che sia completamente inattendibile. Detto ciò, la storia che racconta è la seguente: nacque a Grenoble, in una famiglia gallo-romana, probabilmente tra il 565 e il 570, e da bambino fu mandato all'abbazia di Agaunum, dove trascorse più di trent'anni, prima come studente, poi come membro della congregazione, e più tardi come eremita in una cella dietro il monastero. Nel periodo in cui visse da solo, coltivava un piccolo orto per il suo sostentamento. Nel 614, attirò l'attenzione di S. Eustasio (29 mar.), che lo persuase a ritornare con lui nel monastero fondato da S. Colombano (23 nov.) a Luxeuil. La storia che spesso si racconta su Amato riguarda un nobile signore merovingio chiamato Romarico, con cui stava cenando e che gli chiese: «Cosa dovrei fare per poter ottenere la vita eterna?». Indicando un piatto d'argento, Amato ripeté la risposta di Gesù al giovane ricco: «Va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri [...1 poi vieni e seguimi». Prendendo sul serio queste parole, Romarico liberò i suoi servi, donò le sue ricchezze, a parte la sua proprietà di Habendum sulla Mosella, ai poveri e alla Chiesa, e poi entrò nel monastero di Luxeuil. Successivamente nel 620 circa, sfruttò la proprietà per fondare un convento doppio, che prese il suo nome, Remiremont (Romanci Mons), che seguiva la regola di S. Colombano e di cui Amato fu il primo abate. Durante i primi anni di vita del monastero, Amato e Romarico furono loro malgrado coinvolti in una disputa sfortunata con Eustachic, che riguardava anche un altro monaco di Luxeuil chiamato Agrestio. Alla morte di quest'ultimo (vi sono testimonianze che affermano fosse stato ucciso da un marito geloso) la pace tornò tra loro. Negli ultimi anni di vita, Amato ritornò a condurre l'esistenza solitaria che preferiva, vivendo separatamente, in una piccola cella, coltivando l'orto, accudendo alle api delle monache, e partecipando al coro di domenica e nelle feste maggiori. Alla morte di Amato nel 630 circa, Romarico assunse la direzione delle due congregazioni, e come Amato fu alla fine venerato come santo (8 dic.) MARTIROLOGIO ROMANO. Sui monti Vosgi in Neustria, sempre in Francia, sant’Amato, sacerdote e abate, insigne per austerità, digiuni e desiderio di solitudine, che resse con saggezza il monastero di Habend da lui fondato insieme a san Romaríco.

nome Sant'Amato di Sens- titolo Vescovo- nascita VII secolo- morte 690 circa, Breuil, Francia- ricorrenza 13 settembre- Attributi bastone pastorale- Patrono di Douai- Si pensa che entrambe le Vite in latino di questo Amato (Amé) ancora esistenti possano risalire all'xi secolo; non definiscono la data e il luogo della sua nascita e non dicono che tipo di istruzione ricevette, ma narrano che nel 660 circa diventò vescovo di Sion (Sitten), nell'attuale Svizzera. Dopo un altro intervallo di circa sedici anni, di cui non si sa nulla, per ragioni sconosciute Teodorico III re d'Austrasia (675-691) esiliò Amato nel monastero di Peronne, diretto a quel tempo dall'abate S. Ultano di Fosse (2 mag.), fratello del fondatore S. Fursa (16 gen.). Alla sua morte, Amato fu affidato alle cure di S. Mauronto (5 mag.), che aveva recentemente fondato un'abbazia a Breuil, nelle Fiandre. Mauronto, che riconoceva la santità di Amato, trovò la situazione imbarazzante, ma questo sembrava non preoccupare affatto Amato, che viveva in una cella vicino alla chiesa del monastero, dove trascorreva la maggioranza del tempo in preghiera, e che diventò una grande fonte di ispirazione per i monaci. Morì a Breuil nel 690 circa, ed i suoi resti furono successivamente portati in una chiesa a lui dedicata a Douai. Il Martirologio di Sion del XII secolo lo confonde con Amato di Remiremont (vedi sopra); il Martirologio Romano ha aumentato la confusione annoverandolo come vescovo di Sens; a ogni modo, mentre alcuni studiosi non considerano questo fatto come il risultato di un fraintendimento tra Senonensis e Sedunensis, altri obbiettano che riconoscere Sion come sua sede presenta già di per sé delle difficoltà, e che non si dovrebbe escludere Sens.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Breuil-sur-le-Lys nel territorio di Amiens, in Francia, transito di sant’Amato, vescovo di Sion nell’odierna Svizzera, che per ordine del re Teodorico III fu mandato in esilio e vi morì.

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7 commenti
OP

@Vitupero

4 mesi fa

@Raining

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