@Pali

10/03/2024 alle 21:07

#architettura Lo stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Tra gloria del passato e incertezza sul futuro...

#architettura Lo stadio Giuseppe Meazza in San Siro. Tra gloria del passato e incertezza sul futuro...

Già alla prima notizia in cui ho saputo che Milan e Inter volevano demolire lo Stadio Giuseppe Meazza, per costruirne uno nuovo, sono rimasta alquanto perplessa. Parlo da appassionata di architettura, mettete da parte un attimo se tifate e che squadra tifate. Questo stadio è indiscutibilmente un icona della città di Milano, oltre alle partite di Milan e Inter, le grandi star della musica italiana e internazionale si sono esibite in questo impianto leggendario. È inoltre il secondo impianto più utilizzato dalla nazionale di calcio italiana. Pur costruito per volontà del Milan, nel lontano 1926, lo stadio oggi è di proprietà del Comune di Milano, che lo dà in affitto a M-I Stadio (società composta 50-50 dai due club milanesi). Senza ricapitolare tutto quanto successo, perché se n'è parlato ampiamente, vorrei dirvi la mia sul futuro di questo leggendario impianto sportivo.

Per me Milan e Inter dovrebbero assolutamente rivalutare la scelta di ristrutturare il Meazza. Oltre al fatto che credo che sia sbagliato costruire uno stadio di quelle dimensioni a San Donato Milanese, in quanto troppo vicino all'abbazia di Chiaravalle, sito di importanza storica enorme. Sono dell'idea che entrambe le squadre siano dei milanesi, indipendentemente dal proprietario di turno, così come San Siro è del Comune e quindi dei milanesi. Vi spiego cosa farei io se mi affidassero la progettazione di ristrutturazione dello Stadio San Siro, ma partiamo dall’inizio. Stessa cosa per l’Inter ad Assago, vista l'impossibilità di potenziare adeguatamente un’asse stradale già saturo.

I lavori di costruzione dello stadio iniziarono nel 1925. Un nuovo stadio di proprietà del Milan, costruito nel piccolo paesino di San Siro, all'epoca in aperta campagna, ben lontano dal contesto urbano. Si scelse questa zona perché era già attrezzata per accogliere grandi eventi sportivi, grazie alla costruzione dell'ippodromo del trotto. Una grande strada, via dei Piccolomini, separava i due impianti sportivi. Nella foto potete vedere sulla destra l’ippodromo e sulla sinistra lo stadio nei suoi primi anni di vita.

Nel 1935 il Comune di Milano divenne proprietario dell'impianto, utilizzato all'epoca soltanto dal Milan. Tra il 1937 e il 1939 l'amministrazione comunale avviò i lavori di ampliamento di quello che oggi è il primo anello. Tra il 1954 e il 1955 venne costruita una gradinata sopraelevata continua che portò la capienza a centomila spettatori. La costruzione del secondo anello, come si può vedere in foto, avvicinò notevolmente lo stadio all'ippodromo, tanto che nacque una diatriba legale tra Comune e proprietari dell'ippodromo.

Tra il 1987 e il 1990 lo stadio fu ulteriormente ampliato in vista dei Mondiali di calcio del 1990. Venne costruito il terzo anello, sorretto dalle grandi torri che fungono anche da rampe di accesso, assieme alla copertura con le caratteristiche travi rosse. Per la vicinanza con l’ippodromo fu del tutto impossibile costruire il terzo anello sul lato di via dei Piccolomini.

San Siro ha i primi due anelli vincolati, fattore che però non rende impossibile ammodernare l’impianto. È possibile intervenire anche mantenendo in funzione l’impianto in ciascuna fase di ammodernamento. Questo è dovuto al fatto che primo, secondo e terzo anello sono tre corpi ben distinti. Mi sono immaginata dunque un mio possibile progetto di un nuovo San Siro.

Si parte con gli interventi che riguardano il terzo anello. Vista la recente eliminazione della storica tribuna dell’ippodromo è possibile intervenire nell’area vuota del terzo anello. Si procede con la chiusura temporanea di via dei Piccolomini e la conseguente riprogettazione dei flussi di entrata e uscita dei tifosi. Da qui è possibile costruire un elemento esterno all’impianto, pur collegato. Si tratta della Torre dei capitani, una struttura in acciaio e vetro che si estende a ridosso delle stalle, mantenute anche queste dal vincolo storico, fino alla torre 1. Questo edificio si alzerebbe a ridosso del secondo anello. Permetterebbe di aumentare i margini di profitto dai servizi accessori allo stadio, come richiesto dai club, all’interno accoglierebbe negozi, un ristorante, un centro commerciale e il nuovo museo dello stadio. Sulla sommità di questa torre ci sarebbe un elemento aggettante che si infila nello spazio vacante del terzo anello, appoggiato sul secondo. Sopra questo elemento sorgerebbe la nuova tribuna stampa. I piani sarebbero suddivisi al pari delle rampe elicoidali del secondo anello collegate ad esse con elementi in acciaio.

Liberando l’attuale area stampa sul secondo anello si otterrebbe un nuovo spazio. Attraverso il soppalco della gradinata su questo settore si ricaverebbe un esclusivo ristorante con vista campo, dedicato ai VIP.

Un ulteriore intervento interesserebbe il primo anello, interamente soppalcato da una gradinata superiore che renderebbe primo e secondo anello contigui, grazie al raccordo con la balconata del secondo. La tribuna nuova del primo anello poggia sui nuovi groundbox che circondano il terreno di gioco, in sostituzione dei precedenti skybox. Il sottotribuna, ovvero la gradinata attuale sarebbe mantenuta per gli accessi, questi raccordati alla nuova struttura. La liberazione dei vani dei precedenti skybox permetterebbe la realizzazione di una galleria commerciale, aperta tutto l’anno, al di là delle attività calcistiche.

Tutti gli interventi non sono invasivi sulla struttura portante dello stadio e permettono di continuare ad utilizzare lo stadio durante i lavori, aumenterebbero i ricavi per i club grazie allo sfruttamento delle nuove aree e della rifunzionalizzazione dei precedenti skybox.

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7 commenti

@eliminato

2 mesi fa

Madonna se è complicato da leggere

+1 punto