@Vitupero
I santi di oggi 6 settembre:
nome San Zaccaria- titolo Profeta- nascita VI secolo a. C.- morte V secolo a. C.- ricorrenza 6 settembre- Zaccaria fu un profeta biblico penultimo dei profeti minori dell'Antico Testamento. Figlio di Barachia e nipote di Addo, era di stirpe sacerdotale. Il libro di Zaccaria si compone di due parti ben distinte. La prima ha per autore un profeta vissuto nel VI secolo a.C. che operò al ritorno dall'esilio in un momento decisivo per la formazione del giudaismo. Contemporaneo di Aggeo, sostenne la necessità di ricostruire il tempio. Gli esuli tornati da Babilonia attraversavano un periodo di delusione e smarrimento a causa di alcune incomprensioni con la comunità giudaica rimasta in patria. Zaccaria li rincuora promettendo che Dio realizzerà le promesse messianiche. È indispensabile, tuttavia, che tutti recuperino l'integrità morale e operino per la ricostruzione del tempio e della nazione. La seconda parte inizia con il capitolo 9. Si tratta di materiale composito nel quale vengono riprese tematiche di Ezechiele e altri profeti. Lo scenario che fa da sfondo a questi oracoli risale alla fine del 300 a.C. quando la terra di Israele era stata conquistata da Alessandro Magno ed era iniziata l'epoca ellenistica. Questa parte del libro dilata ulteriormente l'orizzonte messianico. Il profeta annuncia la rinascita della casa di Davide e parla di un Messia umile e pacifico, in cui gli evangelisti hanno riconosciuto Gesù, il re pacifico che entra in Gerusalemme cavalcando un'asina. Viene infine annunciato un misterioso trafitto cui guarderanno gli abitanti di Gerusalemme, un testo che sarà citato dall'evangelista Giovanni parlando della lancia che trafisse Gesù al costato provocando la conversione del soldato romano e più in generale dei pagani. Per questo Zaccaria è uno dei profeti più citati nel Nuovo Testamento ed è venerato anche nella tradizione cristiana. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Zaccaria, profeta, che predisse il ritorno del popolo dall’esilio nella terra promessa, dando ad esso l’annuncio di un re di pace, che Cristo Signore attuò mirabilmente nel suo trionfale ingresso nella Città Santa di Gerusalemme
nome Sant'Eva- titolo Martire venerata a Dreux- nascita I secolo, Dreux, Francia- morte I secolo, Dreux, Francia- ricorrenza 6 settembre- Della patrona della città di Dreux la tradizione, sola fonte di informazione, non ha ritenuto che il martirio. La chiesa di S.Pietro conserva, forse, alcune sue reliquie. La Rivoluzione ha fatto scomparire una cappella del 1653 a lei dedicata ed una croce più antica, posta a segnare, si diceva, il luogo del suo martirio.
nome San Liberato da Loro Piceno- titolo Frate- nascita 1190 circa, Loro Piceno, Macerata- morte 1260 circa, Sarnano, Macerata- ricorrenza 6 settembre- Beatificazione<br /> 2 settembre 1713 (conferma del culto)<br /> Santuario principale Eremo di San Liberato, San Liberato- Attributi raffigurato con l'abito francescano, in contemplazione con uccellini posati su capo, spalle e braccia; o giacente, ristorato in punto di morte dalla Vergine accompagnata da uno stuolo di angeli e da tre sante vergini- Liberato è uno dei santi francescani più oscuri, e i dettagli della vita restano incerti. Secondo la tradizione, nacque a Loro Piceno, trenta miglia a sud di Macerata, ed era imparentato con la nobile famiglia Brunoforte. In età relativamente giovane, si unì ai frati minori a Soffiano, dove si possono ancora visitare i resti del convento. Da francescano, condusse una vita contemplativa, di tipo eremitico, e si presume s'impegnasse con i BB. Umile e Pacifico in un progetto per tutelare la stretta osservanza della regola dell'ordine. Ancora in base alla tradizione, dopo la morte, nel 1260 circa, i confratelli, portando con loro le sue reliquie e quelle di altri frati deceduti, lasciarono Soffiano per trovare un luogo più congeniale. nuovo convento fu successivamente intitolato a Liberato. È cosa certa che i frati che vissero nel convento poi chiamato San Liberato erano spirituali, membri del gruppo che insisteva su una severa osservanza della regola, che alla fine si separarono dall'ordine, formando il nucleo di questo movimento nelle Marche. Sono stati fatti dei tentativi per identificare Liberato con un frate anonimo di Soffiano, menzionato nei Fioretti, cui apparve la Madonna, che aprono una questione seria, vale a dire la teoria che Liberato e Pietro di Macerata siano la stessa persona. Il primo, capo del movimento degli spirituali nelle Marche, prese il nome Liberato quando il suo gruppo si separò dai frati minori. Liberato di Loro Piceno fu venerato quasi subito dopo la morte, ma trascorsero quasi cinque secoli prima che il culto diventasse ufficiale, nel 1747; infine, fu approvato da papa Pio IX nel 1868.
nome San Magno di Fussen- titolo Abate- nascita 699 circa- morte 772 circa, Fussen- ricorrenza 6 settembre- Attributi cocolla, bastone pastorale, orso, drago- La Vita di questo popolare santo bavarese è costellata di miracoli e relazioni improbabili. É identificato, per esempio, con Magnoaldo, un discepolo di S. Gallo (16 ott.), e si afferma che abbia viaggiato dall'Irlanda fino al continente in compagnia di Gallo e S. Colombano (23 nov.). Questa situazione, che riguarda la prima parte della Vita, è chiaramente impossibile, a meno che Magno non avesse più di centocinquant'anni alla sua morte che avvenne nel 772 circa. La seconda parte della Vita (escludendo i riferimenti alla relazione con Colombano e Gallo, e i racconti di draghi e altri mostri) è più attendibile, e afferma che Magno era un monaco del monastero di San Gallo (Sankt-Gallen). Per richiesta, o almeno con il sostegno, di Vicperto, vescovo di Augsburg, cominciò a predicare il Vangelo alla popolazione della regione di Allgàu, in Baviera. Secondo la Vita, partì con due compagni: un monaco di nome Teodoro, che giunse a Kepten, dove si fermò per predicare per un breve periodo, prima di ritornare a San Gallo; e un sacerdote chiamato Tozzo, che rimase con lui finché raggiunsero un luogo tra Kepten e Fiissen, dove costruirono una chiesa. Si. dice che Tozzo vi si sia fermato fino al 771, quando succedette a Vicperto come vescovo di Augsburg. Magno, nel frattempo, si spostò a Fiissen dove, nel 746 circa, costruì una cella che alla fine divenne il centro della sua attività missionaria. Alcuni giovani ecclesiastici, mandati da Vicperto come assistenti, formarono il nucleo di una congregazione monastica. Il monastero stesso (successivamente conosciuto come Sankt-Magn) fu costruito sulla terra donata, per richiesta di Vicperto, dal re franco Pipino il Breve, nel 752 circa. Con il sostegno del re, Magno non predicò semplicemente il cristianesimo ai popoli della zona, ma si preoccupò delle condizioni in cui vivevano, e aveva molte idee pratiche su come avrebbe potuto porvi rimedio. Dopo aver mostrato loro il modo migliore per preparare le terre per le coltivazioni e gli insediamenti, si dedicò alle trivellazioni, in cerca di minerali preziosi nelle montagne vicine, nella speranza che la ricchezza mineraria avrebbe alleviato la loro povertà. Dopo ventisei anni di costante attività missionaria, Magno morì a Fiissen; la data della sua morte, contenuta nella Vita, è il 6 settembre 772; successivamente godette di enorme popolarità, specialmente in Baviera, anche se nel xiii secolo il culto era già esteso in tutta la Germania e all'estero. A un certo punto, tra l'843 e l'848, fu costruita una chiesa sulla sua tomba a Fiissen. Dopo l'847, quando un sinodo tenuto a Magonza decretò di esporre le reliquie, Magno cominciò a comparire nei calendari monastici e non monastici. Dal XV secolo è spesso nominato come uno dei Santi Protettori (Nothelfer), forse grazie ai suoi presunti poteri contro le tempeste, gli insetti, i draghi e altri fenomeni. Esistono numerose chiese in suo onore, specialmente in Baviera e Svizzera, e un priorato benedettino a Colbitz in Sassonia, a lui intitolato nel 1010. La sua festa è celebrata il 6 settembre nelle diocesi di Augsburg, Bressanone, Chur, oltre a Frisinga e Monaco. Anche a proposito della Vita c'è un certo disaccordo sulla modalità e la data in cui fu scritta. Una teoria di lunga data sostiene che il primo racconto fu scritto dal compagno, Teodoro, e completato da Ermenrico di Ellwangen (874), che successivamente, nell'890 circa, quando le reliquie furono trasferite a Sankt-Gallen, uno scrittore anonimo lo revisionò, aggiungendo nuovi dettagli e, alla fine, Otloth di Saint-Emmeran gli diede la sua forma definitiva, nella seconda metà dell'm secolo. Negli anni '60, comunque, questa teoria fu contestata dal bollandista Maurice Coens, che affermò che solo una cosa era certa: l'intero testo esisteva, nella forma in cui lo conosciamo, nel x secolo, e l'idea di scrivere la Vita di Magno era nata a Fiissen, ma in realtà era stata attuata ad Augsburg, insistendo che, anche se non sappiamo realmente come fu composta, il contributo di Otloth fu puramente stilistico. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Füssen nella Baviera, in Germania, san Magno, abate.
nome Santi Donaziano, Presidio, Mansueto e compagni- titolo Martiri- ricorrenza 6 settembre- Dalle fonti disponibili è difficile identificare i nomi specifici, per la prima volta menzionati in un Martirologio di Florio di Lione, durante il IX secolo, tuttavia non sembrano esserci dubbi sull'autenticità del martirio. Secondo un racconto, il re ariano dei vandali, Unerico, decretò nel 484 che tutte le chiese cattoliche in Africa fossero chiuse e i beni della Chiesa sequestrati e distribuiti al clero ariano. I vescovi, che si erano radunati per ascoltare il decreto del re, furono esiliati dalla città. Fuori delle mura, Unerico incontrò alcuni di loro, che si appellarono contro quest'ingiustizia, e la sola risposta di Unerico fu di gridare al suo seguito a cavallo di cavalcare sopra di loro. Un altro racconto sostiene che Unerico dispose che i vescovi cattolici discutessero la questione della consunstanzialità con i vescovi ariani. In entrambi i casi, il fine era quello di liberarsi dei vescovi cattolici, iniziando dai più intelligenti e abili. Donaziano c altri quattro vescovi, tutti provenienti dalla provincia di Byzacene, furono percossi e poi abbandonati nel deserto, dove morirono di fame, sete e per l'esposizione alle intemperie. MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Donaziano, Presidio, Mansueto, Germano e Foscolo, vescovi in Africa, che, durante la persecuzione dei Vandali, per ordine del re ariano Unnerico, furono orribilmente percossi per aver confessato la verità cattolica e mandati in esilio. Con loro si commemora anche Lieto, vescovo di Nefta nell’odierna Tunisia, uomo coraggioso e di grande cultura, che dopo un lungo periodo di sordida prigionia morì arso sul rogo.
nome Beato Bertrando da Garrigue- titolo Domenicano- nascita Garrigue- morte 1230 circa, Bouchet- ricorrenza 6 settembre- Beatificazione 1881 da papa Leone XIII- Bertrando, uno dei primi membri dell'Ordine dei Predicatori, nacque a Garrigue, vicino ad Alès, nella diocesi di Nimes, nella seconda metà del XII secolo. A quel tempo, la Francia era una nazione divisa, in cui gli albigesi, o catari, esercitavano un'influenza sproporzionata. Secondo questa setta dualista, il mondo materiale è malvagio, e la redenzione si può ottenere solo con la liberazione dell'anima dal corpo, offerta solo ai pochi perfecti, che si supponeva conducessero una vita virtuosa e austera, lasciando la maggioranza, i credentes, o credenti, più o meno liberi di comportarsi come volevano, poiché tanto in ogni caso non aveva importanza. Alla fine i cattolici furono sufficientemente provocati e reagirono contro gli eretici, ma nel 1200 il conte albigese Raimondo VI di Tolosa marciò attraverso la Linguadoca saccheggiando i monasteri ortodossi (si dice che uno di questi sia stato salvato dalla distruzione grazie alla prontezza di un apicoltore, che aprì gli alveari in faccia ai soldati). I cistercensi, predicatori ufficiali contro l'eresia, divennero i bersagli principali di quest'offensiva. Bertrando, pur non essendo un cistercense, era già sacerdote, e in questo momento si unì alla missione cistercense come predicatore. La questione giunse al termine nel 1208, quando il nunzio apostolico, Pietro da Castelnau (15 gen.) fu ucciso nel territorio del conte Raimondo. Papa Innocenzo III (1198-1216) rispose prendendo una decisione di cui più tardi dovette pentirsi: approvò una crociata contro gli albigesi, che partì guidata da Simone di Montfort. Fu probabilmente qualche tempo dopo quest'evento, che Bertrando incontrò per la prima volta S. Domenico (8 ago.), che stava tentando, con la preghiera e la predicazione, di limitare il danno provocato dalla crociata, in particolare dalla brutalità di Simone, e di riconciliarsi con gli albigesi. Bertrando riconobbe uno spirito gemello in S. Domenico e cominciò a lavorare con lui.<br /> Nel 1215 erano già stati raggiunti da altri cinque predicatori, e l'anno successivo, il loro numero era cresciuto fino a sedici. Con la guida di Domenico, il gruppo s'incontrò a Prouille, dove aveva già istituito una congregazione di monache, per fondare l'Ordine dei Predicatori, che vissero per un anno in comunità a Tolosa. Poi, all'inizio del 1216, quando Domenico fece il coraggioso passo di disperdere i monaci, Bertrando fu inviato con altri sei a Parigi, dove fondarono una casa vicino all'università, ma Bertrando non si fermò a lungo: Domenico lo chiamò a Roma, poi lo mandò a Bologna, con Giovanni di Navarra, a istituire un convento dell'ordine. I primi scrittori domenicani descrivono Bertrando come un compagno amato e fidato di Domenico, con cui condivise non solo i viaggi, ma, cosa più importante, il pensiero e gli ideali. Nel 1219, partiti da Tolosa, passando dal santuario di Rocamadour, giunsero insieme a Parigi, unica volta che Domenico si recò in quella città, e dove fu piacevolmente e umilmente sorpreso di scoprire che trenta giovani uomini si erano uniti all'ordine e gli avevano tributato obbedienza, pur senza conoscerlo. In occasione del secondo capitolo generale dell'ordine, che avvenne nel 1221, anno della morte di Domenico, Bertrando fu nominato priore provinciale in Provenza. Per i restanti nove anni di vita, svolse il ministero della predicazione attivamente nella Francia meridionale, dove fondò il priorato di Marsiglia e, in generale, estese le attività dell'ordine. Uno dei frati affermò di lui che «riusciva a essere così simile al suo amato padre che si sarebbe potuto affermare passandogli accanto: "Il discepolo è davvero come il maestro; ecco che passa la vera immagine del benedetto Domenico"». Bertrando morì nell'abbazia di Bouchet, vicino a Orange, nel 1230 circa. Non si conosce la data esatta, ma sembra che nel 1229 fosse ancora vivo, poiché in quell'anno insieme ai confratelli donò parte delle terre per estendere il convento di Saint-Romain a Tolosa. Il culto ebbe inizio limitatamente a Bouchet, e quando il monastero cominciò a declinare durante lo scisma occidentale (1309-1378), seguì la stessa sorte. Inizialmente le reliquie furono conservate dai frati a Orange, ma bruciate nel 1561, durante le guerre religiose. Il culto fu nonostante tutto approvato dal vescovo di Valenza nel 1870, mentre Bertrando fu beatificato nel 1881. MARTIROLOGIO ROMANO. Mel monastero cistercense di Bouchet vicino a Orange nella Provenza in Francia, commemorazione di san Bertrando de Garrigues, sacerdote, che fu tra i primi discepoli di san Domenico e cercò sempre di imitare l’esempio del maestro.