@Pali

14/09/2024 alle 10:52

Quel surreale Roma-Real Madrid del 11 settembre 2001.

Quel surreale Roma-Real Madrid del 11 settembre 2001.

Quando stavo scrivendo i post relativi al Gran Premio d'Italia, affrontando l'edizione del 2001, mi sono andata a documentare sulle cronache del 11 settembre 2001. Il Gran Premio si svolse a pochi giorni dai terribili attentati di quel giorno e ho raccontato il clima surreale vissuto in autodromo quell'anno. Anche i quotidiani sportivi non poterono restare in disparte... La Gazzetta dello Sport del 11 settembre 2001 aveva come titolo: "Champions: apertura di gala all'Olimpico - Roma-Real al bacio", ma il giorno seguente, la Gazzetta titola "Guerra agli Usa. Il mondo trema".

Io, come molte/i di voi non ho memoria di quel giorno, avevo pochi mesi di vita, però immaginatevi cosa significavano quelle immagini per chi ha vissuto quei giorni spaventosi... lo spettro di una guerra alle porte, la minaccia del terrorismo anche sui paesi alleati degli Stati Uniti, tra cui l'Italia. Paura e incertezza erano sicuramente i sentimenti che dominavano nelle ore successive all'attacco terroristico di New York.

In quel giorno era impossibile pensare ad altro, eppure il pallone continuò a rotolare anche la sera di quell'11 settembre. La Champions League non si fermò. I vertici dell'UEFA spinsero per continuare secondo il cronoprogramma già definito.

La Roma debuttò in Champions contro un'avversaria di prim'ordine. Il Real dei Galacticos, secondo gli esperti una delle migliori squadre della storia assieme al Milan di Sacchi... Casillas, Hierro, Roberto Carlos, Figo, Raul, e tanti altri nomi eccellenti del calcio internazionale. Non c'è Zidane, passato alla Juventus qualche settimana prima per la cifra record di 150 miliardi di lire.

La Roma di Fabio Capello si preparava al big match, quando alle ore 15:00, poche ore dal fischio d'inizio, il mondo si ferma davanti alle immagini del World Trade Center di New York, colpito da due aerei di linea.

I tifosi di Roma e Real Madrid iniziano a dirigersi verso l'Olimpico, con la testa invasa da mille pensieri, nessuno di questi legato alla partita. Lo stadio si trova a pochi metri dalla Farnesina. Alcuni tifosi decidono di non andare alla partita per paura di altri attentati, altri non vogliono farsi intimorire dalla situazione, altri ancora ci vanno proprio con l'intenzione di scacciare quelle preoccupazioni dalla mente per qualche ora. Sulle tribune dell'Olimpico c'è un clima surreale. Prima del fischio d'inizio, un minuto di raccoglimento, coperto interamente da applausi. I tifosi giallorossi intonano l'Inno di Mameli, come segno di unità. Segue la partita: pochissimi cori, che via via vanno a spegnersi nel corso del match, lasciando il posto ad un silenzio assordante.

La Roma riesce a contenere i Galacticos per tutto il primo tempo, cede a nei primi minuti del secondo tempo, con Luìs Figo che buca la difesa e mette la palla in rete superando Pelizzoli. Guti raddoppia al 63'. La partita sembra chiusa, ma Totti rimette tutto in discussione concretizzando un rigore al 73'. La Roma tenta l'assalto nei minuti finali, sfiorando pure il pareggio. Il match però termina 2-1 per i Blancos.

Il giorno seguente, poche righe sui giornali descrivono questa strana partita. La Lazio, impegnata in trasferta con il Galatasaray si ritrovò ad affrontare qualcosa di ancor più surreale, perché durante il minuto di silenzio in memoria delle vittime di New York fu interamente sommerso da fischi da parte dei tifosi turchi. Le polemiche dilagano, secondo molti quelle partite non dovevano essere giocate. La Uefa fa marcia indietro, e rinvia le partite del 12 settembre al mese successivo.

Di fronte alle tragedie c'è sempre l'interrogativo se lo sport si debba o no fermare. Sono cose più grandi di noi, è difficile reagire in maniera unanime. Per alcuni bisogna rispettare le vittime fermandosi a riflettere, per altri lo sport e lo spettacolo può essere il miglior modo per proseguire... "The show must go on". Io credo che di fronte ad atti di terrorismo continuare sia la soluzione più giusta, specialmente perché atti del genere, e mi riferisco anche a episodi più recenti, come gli attacchi di Parigi, sono fatti volutamente per far crollare le nostre sicurezze, insinuando il dubbio nella nostra quotidianità.

Le vittime di New York, come tante altre vittime di altri attacchi terroristici, erano persone semplicissime, che stavano semplicemente lavorando... tra tanti di loro ci saranno stati anche appassionati di sport. I "martiri della quotidianità"... il miglior modo per rendergli omaggio è vivere la nostra vita con serenità, e non farci terrorizzare dal terrorismo, oggi più che mai, vista l'incertezza del mondo che ci circonda.

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13 commenti

@Roday

4 mesi fa

Ricordo bene quella partita, ma mi sa che hai sbagliato una cosa

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