@Vitupero

29/01/2024 alle 09:39

I santi di oggi 29 gennaio:

I santi di oggi 29 gennaio:

nome San Costanzo di Perugia- titolo Vescovo e martire- nascita II secolo, Perugia- morte II secolo, Perugia- ricorrenza 29 gennaio- Santuario principale Chiesa di San Costanzo, Perugia- Patrono di Perugia, Torrita di Siena- Costanzo visse nel II secolo, era un giovane cristiano che si distingueva fin da subito nella Chiesa perugina per il suo zelo e per la sua generosità verso i poveri unita ad una grande severità verso se stesso. Venne perciò eletto Vescovo molto giovane, quando aveva appena trent'anni. Era però già prudente, saggio nell'apostolato, maturo nella carità, saldo nell'autorità, e si dimostrò un Vescovo provvidenziale, specialmente negli anni difficili della persecuzione di Marco Aurelio. Non tardò infatti l'imperatore ad arrestarlo e processarlo con l'accusa di aver abbracciato la fede nel Signore e se era trovato colpevole, cioè se confermava la propria fede rifiutando di sacrificare, doveva essere condannato alla pena capitale. Non si sa chi denunziò l'attivo e benefico Vescovo di Perugia. Probabilmente, come in molti altri casi, qualcuno sperò di metter le mani sulle ricchezze della Chiesa, avute in consegna dai fedeli e destinate ai poveri. Forse proprio per questo, per strappargli cioè vantaggiose informazioni, il Vescovo Costanzo venne torturato a lungo e crudelmente, insieme con diversi altri compagni di fede. Venne rinchiuso nel calidarium delle Terme romane, dove i cittadini rispettabili e raffinati facevano il bagno di vapore. Quella volta però il calidarium venne scaldato alla temperatura di un forno, ma San Costanzo uscì incolume dal bagno mortale. Ebbe la grazia di convertire i suoi guardiani, e poté scappare una prima volta. Chiamato di nuovo in giudizio, venne condannato a camminare sui carboni ardenti. Ma né questo né altri supplizi ebbero potere su di lui. Liberato miracolosamente e arrestato una terza volta fu decapitato con la spada, verso l'anno 178. MARTIROLOGIO ROMANO. A Perugia san Costanzo, Vescovo e Martire, il quale, insieme con i Compagni, sotto l'Imperatore Marco Aurélio, per la difesa della fede ricevette la corona del martirio.

nome Santi Papia e Mauro- titolo Martiri- ricorrenza 29 gennaio- La tradizione narra che Papia e Mauro erano soldati pagani, che si presentarono alla presenza della testimonianza dei martiri Saturnino e Sisinio, e cominciarono a gridare "Il vero Dio è il Signore Gesù Cristo". Furono arrestati, poi battezzati da papa san Marcello, e infine diedero la loro sanguinosa testimonianza della fede.<br /> Probabilmente furono martirizzati a Roma, durante la persecuzione di Diocleziano. Quando comparvero davanti al prefetto Laodicio si confessarono a Cristo, le loro bocche furono picchiate con pietre, poi furono gettati in un carcere e infine picchiate con bastoni, poi frustate fino alla morte.<br /> Furono sepolti nel Coemeterium Maius sulla via Nomentana a Roma fino a quando nel 1590 le loro spoglie furono trasferite nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, posta sull'altare maggiore insieme alle spoglie di Santa Domitilla, San Nereo e Achilleo, alcune reliquie furono trasferite nel 1725 per la consacrazione della cappella di San Felipe Neri che aveva costruito con tanto amore e dedizione e nella quale aveva accolto i corpi di questi santi con tanta unzione. In questo contesto si colloca quella preghiera in cui San Filippo Neri andò in estasi e per uscire da quel momento mistico e nascondere il suo fervore iniziò a tirare la barba alla guardia svizzera che era di turno. Il suo rapporto con San Mauro di Roma sembra essere dovuto a un dipinto di Rubens. Da allora la Congregazione dell'Oratorio li ha avuti come patroni.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma sulla via Nomentana nel cimitero Maggiore, santi martiri Pápia e Mauro, soldati.

nome Beata Villana Delle Botti- titolo Madre di famiglia e terziaria- nome di battesimo Villana delle Botti- nascita 1332 circa, Firenze- morte 29 gennaio 1361, Firenze-ricorrenza 29 gennaio- Beatificazione 1824 da papa Leone XII (conferma del culto)- Villana, figlia del mercante fiorentino Andrea de' Botti, fuggì da casa a tredici anni per entrare in convento, ma suo padre riuscì a riprenderla e dopo qualche tempo la diede in sposa a Rosso di Piero. Dopo il matrimonio si diede a una vita mondana, anzi addirittura dissoluta, fino a quando un'improvvisa conversione, a quanto pare dovuta alla visione della sua anima impura riflessa in uno specchio, la portò a entrare nel Terz'ordine di S. Domenico. Pur restando fedele ai suoi doveri coniugali passava tutto il tempo libero in preghiera e in letture spirituali, studiando in particolare le Lettere di S. Paolo e le Vite dei santi; provò anche a chiedere elemosine in strada per i poveri, ma i parenti scandalizzati le proibirono questa pratica. Sembra che godesse di visioni ed estasi e che, nonostante l'opposizione di certi ambienti, venisse venerata come santa prima ancora della morte che la colse mentre su sua richiesta le venivano lette le parole della passione: «Chinò il capo e spirò». Il corpo venne portato nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze e per un mese venne assediato dalla folla di fedeli che cercavano di impossessarsi di pezzi del suo abito, impedendo di fatto la celebrazione del funerale. Il suo culto venne approvato nel 1824 e la sua festività fu inizialmente collocata al 28 febbraio; il nuovo Martirologio Romano invece la sposta alla data di oggi. MARTIROLOGIO ROMANO. A Firenze, beata Villana de Bottis, madre di famiglia, che, abbandonata la vita mondana, prese l’abito delle Suore della Penitenza di San Domenico e rifulse nella meditazione sulla passione di Cristo e nell’austera condotta di vita, mendicando anche per le strade l’elemosina per i poveri.

nome Beatałava Maria Lament- titolo Fondatrice- nome di battesimo Boleslawa Lament-nascita 3 luglio 1862, Lowicz, Polonia-morte 29 gennaio 1946, Bialystok, Polonia- ricorrenza 29 gennaio- Beatificazione 5 giugno 1991 da papa Giovanni Paolo II- Nacque in una famiglia numerosa, circa 60 chilometri a ovest di Varsavia, il 3 luglio 1862. A ventidue anni entrò nella congregazione della Famiglia di Maria, una delle tante fondate, guidate e ispirate dal B. Onorato Kozminsky (13 ott.). Il padre Onorato le chiese di trasferirsi nella Russia bianca, a Mogilev sul Dneiper, come missionaria fra gruppi scismatici ortodossi. Nello sforzo di portarli alla Chiesa cattolica, fondò una congregazione (Suore missionarie della Sacra Famiglia) nel 1905. Dopo due anni la trasferì a S. Pietroburgo, dove le religiose intrapresero un intenso apostolato. Nel 1913 la missione era già estesa alla Finlandia, dove suor Boleslawa aprì una scuola femminile.<br /> Nel 1917 la Rivoluzione d'ottobre pose fine a ogni attività e le suore dovettero fuggire in Polonia, abbandonando le notevoli opere già realizzate e i progetti di espansione. Suor Boleslawa accettò questo fallimento come volontà di Dio, ma nel 1922 fondò una casa a Chelmno, nella Polonia settentrionale, confermando il carisma della congregazione in favore dei più poveri degli ortodossi della Polonia orientale. Questa missione doveva ispirarsi ai principi ecumenici, più per migliorare le condizioni della gente che per convertire. La congregazione crebbe tanto che fu possibile aprire nuove case nella diocesi di Vilna (che allora era in Polonia, attualmente Vilnius, capitale della Lituania) e di Pinsk. Seguirono fondazioni a Varsavia e a Roma e nel 1935 la casa madre fu trasferita a Bialystok, nel nord est della Polonia, dove suor Boleslawa aprì case per fanciulli e una scuola. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, diverse province della Polonia orientale furono invase dai sovietici e annesse alla Russia. Ancora una volta la madre vide distrutte le proprie realizzazioni e ancora una volta si sottomise alla volontà di Dio. Intanto era stata colpita da paralisi progressiva, ma volle che le sue suore portassero avanti la missione in un clima che ella definì Passio catholica per la sua congregazione, per la Chiesa e per la cultura cristiana. Madre Boleslawa morì a Bialystok il 29 gennaio 1946. Qui è stata beatificata il 5 giugno 1991 dal proprio connazionale Giovanni Paolo II. Egli ricordò il suo abbandono nella sofferenza di fronte ai due grandi sconvolgimenti che la congregazione aveva subito.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Bialystok in Polonia, beata Boleslava Maria Lament, vergine, che in mezzo ai rivolgimenti politici fondò la Congregazione delle Suore Missionarie della Sacra Famiglia per promuovere l’unità dei cristiani, aiutare i derelitti e formare le ragazze alla vita cristiana.

nome San Gildas di Rhuys- titolo Abate- nascita Scozia- morte 570 circa, Houat, Bretagna, Francia- ricorrenza 29 gennaio- Patrono di storici gallesi, fabbricatori di campane- Incarichi ricoperti Abate dell'Abbazia di Saint-Gildas di Rhuys (565 - 570)- Era nato probabilmente nella zona della valle inferiore del Clydc in Scozia e ancora giovane si era trasferito in Galles, entrando come monaco a Llanilltud Fawr, il monastero fondato un secolo prima da S. Iltud (6 nov.) sulla costa meridionale del Glamorgan. possibile anche che sia stato dapprima sposato e che sia poi rimasto vedovo. Noto con l'appellativo "il Saggio", divenne un elemento importante nella vita monastica gallese annoverando tra i suoi discepoli alcuni importanti monaci irlandesi, tra i quali probabilmente anche S. Finniàn di Clonard (12 dic.). Sembra che abbia visitato l'Irlanda, mantenendo successivamente una corrispondenza con alcuni monasteri irlandesi che chiedevano il suo consiglio. Visse anche sull'isola di Flatholm nel canale di Bristol, dove potrebbe aver scritto il suo De Excidio et Conquestu Britanniae come pure avervi copiato un messale per S. Cadoc (21 set.), il maestro di Finnin. Trascorse i suoi ultimi anni di vita in Bretagna, vivendo per un po' come eremita su un'isola nella baia del Morbihan (a sud della costa bretone, a est della penisola di Quiberon). Qui aveva fondato un monastero che divenne poi il centro del suo culto; l'isola è ancora conosciuta come l'Ile aux Moines. In questo periodo Gildas percorse la Bretagna e si fa risalire a quegli anni anche il suo viaggio in Irlanda. La data della sua morte è collocata al 554, anche se generalmente si preferisce una data successiva, intorno al 570; la cronologia è complicata dall'ipotesi di omonimia con un altro personaggio, avanzata da alcuni. Il De Ext.:* dio Britanniae è un atto di accusa contro la decadenza di governanti ed ecclesiastici, e attribuisce la colpa della vittoria degli invasori anglosassoni alla vita scandalosa condotta dai bretoni. Definita da Beda (25 mag.) un sermo flebilis, una "storia lacrimevole", e accusata di essere una mera "geremiade", questa opera rivela invece una vera forza retorica, ispirata ai testi di denuncia dell'Antico e Nuovo Testamento: non fu scritta come opera storica ma per far conoscere «le miserie, gli errori e la rovina della Britannia». Il nuovo Martirologio Romano dice che Gildas scrisse, plorans populi sui calamitates, increpansque principum et cleri pravitatem ("piangendo sulle calamità abbattutesi sul suo popolo, e accusando i governanti e il clero per la loro depravazione"). Gildas mostra di essere un uomo molto colto, esperto di Virgilio, di Ignazio di Antiochia e delle Scritture, e anche un moralista di grande forza. I suoi scritti erano noti nell'xi secolo all'arcivescovo Wulfstan di York, che se ne servì nel suo Sermone del lupo, in cui deplorava le disgrazie abbattutesi sul regno di Etelredo l'Indeciso. Un'edizione dei suoi scritti, curata da Polydore Vergil nel 1525, fu il primo tentativo di edizione critica di un testo storico in Inghilterra. Gildas viene commemorato il 29 gennaio in alcuni antichi martirologi irlandesi, nel messale di Leofric (t ca. 1050) e in altri antichi calendari, ma la sua memoria è più viva in Bretagna, dove la diocesi di Vannes celebra in questo giorno la sua festività.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. In Bretagna, san Gilda, detto il Sapiente, abate: scrisse sullo sterminio della Bretagna, deplorando le sventure del suo popolo e rimproverando la malvagità dei principi e del clero; si tramanda che abbia fondato il monastero di Rhuys di fronte al mare e che sia morto nell’isola di Houat.

nome San Sulpizio Severo- titolo Vescovo di Bourges- nascita Aquitania, Francia- morte Bourges, Francia- ricorrenza 29 gennaio- Questo Sulpizio, vescovo di Bourges, potrebbe essere stato chiamato "Severo", per distinguerlo da un successivo vescovo di Bourges, anch'egli chiamato Sulpizio e conosciuto come il "Pio" (t 647, Sulpizio II, 17 gen.). Questo fatto potrebbe aver portato a confonderlo, in antichi martirologi, con lo scrittore Sulpizio Severo, che invece non ha avuto gli onori degli altari, sebbene sia stato inserito anche da Alban Butler nell'edizione originale di quest'opera. Gregorio di Tours (17 nov.) parla di Sulpizio I con grande rispetto, «elogiando la sua saggezza, la sua attenzione pastorale e il suo zelo nell'infondere la disciplina» (M.R.), sottolineando che la sua elezione nel 584 alla sede di Bourges lo aveva fatto preferire ad altri candidati simoniaci.<br /> Convocò un concilio provinciale dell'Alvernia e partecipò al concilio di Macon nel 585. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Bourges in Aquitania, in Francia, san Sulpicio Severo, vescovo, senatore delle Gallie, di cui san Gregorio di Tours lodò la saggezza, la cura pastorale e lo zelo nel restaurare la disciplina.

nome Sant'Afraate- titolo Anacoreta- nascita 270 circa- morte 345 circa- ricorrenza 29 gennaio- Afraate, noto anche come Farhad, è l'autore di una raccolta di omelie giunta fino a noi, risalente al periodo 336-345. Teodoreto di Ciro, uno degli storici della Chiesa che ha continuato il lavoro di Eusebio, descrivendo gli anni dal 323 al 428 ha lasciato tra l'altro un resoconto della vita di Afraate, che compare sia nel suo Filoteus che nella sua Ilistoria Ecclesiastica. Queste opere vennero pubblicate in Occidente nell'originale greco, nel 1544, e i bollandisti se ne servirono per il proprio lavoro: il resoconto della vita di Afraate da essi redatto è basato su queste fonti ed è, a grandi linee, il medesimo seguito da Alban Butler. Teodoreto sostiene di aver ricevuto la benedizione del grande scrittore, ma sappiamo che nel 386 lo storico non era ancora nato; la difficoltà di identificazione dei due è tutta cronologica: l'Afraate commemorato sulla base della sua vita, come ci dice Teodoreto, «difese la fede cattolica contro gli ariani sotto il regno di Valente» (M.R.). Valente fu imperatore d'Oriente dal 364 al 378, quindi, se la datazione delle omelie è esatta, diventa difficile credere che i due siano la stessa persona. Teodoreto ci dice che Afraate era di famiglia persiana e che, imitando i Magi, si era recato a Betlemme, dove si era convertito. I passi successivi furono quelli tradizionali: la solitudine e l'austerità di un monaco eremita seguito da discepoli. Uscì dal suo eremo per assistere i vescovi cattolici che si occupavano della sede del vescovo di Antiochia, S. Melezio (12 feb.), esiliato dall'imperatore ariano Valente. Pare che a Valente che gli chiedeva cosa ci facesse un monaco così lontano dalla sua cella, avesse risposto con una parabola: «Se io fossi una vergine segregata nella casa del padre e questa prendesse fuoco, mi suggeriresti di restare seduta e lasciarla bruciare? Non sono io che devo essere biasimato ma tu piuttosto che hai acceso quel fuoco, che io sto sforzandomi di spegnere. Quando raduniamo e rafforziamo i seguaci della vera fede non facciamo nulla che sia contro la nostra professione». I imperatore non ribatté nulla. L'Afraate autore delle omelie pare abbia occupato una posizione ecclesiastica di rilievo. La commemorazione di Afraate il Siro, in precedenti edizioni del Martirologio Romano, era il 7 aprile; nell'ultima revisione invece è stata spostata alla data di oggi. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant’Afraate, anacoreta, che, nato ed educato tra i Persiani, seguendo le orme dei magi, a Betlemme si convertì al Signore e, raggiunta Edessa, si ritirò in una piccola abitazione fuori le mura; ad Antiochia, infine, difese la fede cattolica dagli ariani con la predicazione e con gli scritti.

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4 commenti

@Raining

un anno fa

Mi taggheresti per questa rubrica? Thanks

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