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I santi di oggi 1 febbraio:
nome Santa Brigida d'Irlanda- titolo Badessa- nascita V Secolo, Irlanda (Faughart)-morte 1 febbraio 523, Kildare, Irlanda-ricorrenza 1 febbraio- Canonizzazione Precanonizzazione- Santuario principale Cattedrale di Kildare- Attributi Croce di Santa Brigida, bastone pastorale, mucca, monastero in miniatura, lucerna accesa, spada, fuoco- Patrona di Belgio, Irlanda, bambini, fabbri, figli non riconosciuti, lavoratori di cereali, pollai, ostetriche, viaggiatori, naviganti, scolari, suore, lattai, poeti, guaritori, mucche e animali da cortile- La devozione per Brigida in Irlanda è seconda solo a quella per S. Patrizio (17 mar.). Per molti aspetti essa appartiene a quel genere di figure senza dubbio storicamente esistite, ma la cui vita è stata tramandata in forme che miravano esclusivamente ad aumentarne la fama piuttosto che a ricordarne gli atti. Per altri elementi più specifici della sua venerazione, la sua figura si collega, poi, alle credenze dell'Irlanda precristiana. La data di nascita è da fissarsi probabilmente intorno alla metà del v secolo, e una tradizione ne fissa il luogo in Fochairt, nei pressi di Dundalk. Secondo le datazioni tradizionali riferite alla santa e a S. Patrizio, Brigida avrebbe avuto sei anni al momento della morte del santo; è probabile che, seguendo un'usanza allora comune, si sia consacrata a Dio in tenera età. Secondo numerose narrazioni avrebbe ricevuto il velo dalle mani di altri santi, sarebbe stata addirittura consacrata vescovo, o avrebbe ricevuto il pallium, ma i primi due episodi sono puramente convenzionali, mentre l'ultimo è un ulteriore esempio del desiderio di tributare alla santa, o piuttosto alla sua chiesa di Kildare, il massimo degli onori. È conosciuta come badessa di Kildare, un monastero situato a circa sessanta chilometri a sud ovest di Dublino, che ospitava sia uomini che donne, del tipo di quelli che sorsero in Francia, Spagna e Inghilterra e anche in Irlanda nel v secolo, dopo la morte di S. Patrizio. Tale era l'abbazia di Whitby nello Yorkshire, di cui fu badessa S. Ilda (17 nov.). Era abbastanza comune che la badessa fosse superiora di entrambi i rami: questo dato, più che un'interessante indicazione della condizione delle donne nella Chiesa celtica, è riflesso del più alto rango sociale delle monache, che comportava, per esempio, l'avere dei monaci che facessero i lavori manuali per fornire loro il cibo e che attendessero ai servizi liturgici. Non c'è quindi niente di straordinario nel fatto che Brigida fosse superiora del monastero doppio di Kildare, la cui esistenza (anche se non si può fissare la data esatta della fondazione) può comunque essere accettata come fatto storico e come opera significativa della santa: è infatti trattata come tale nella più antica e più "biografica" delle sue Vite, quella del Cogitosus scritta nel VII secolo; non è così invece in altri e più fantasiosi racconti. Secondo antiche Vite, Brigida esercitò una peculiare influenza sulle chiese celtiche, le quali ripresero le strutture tribali pagane e rimasero così maggiormente refrattarie all'influenza delle culture mediterranee e mediorientali che, allora come oggi, condizionarono le strutture della Chiesa occidentale e furono più riluttanti ad accordare posizioni di prestigio alle donne. Nelle province dell'impero romano (che non si estese mai all'Irlanda), la Chiesa tendeva ancor più a imitare e a ereditare la pompa e la cerimonia della vita imperiale di corte, cosicché le biografie dei suoi campioni ne esaltavano la ricchezza e il potere, laddove le Vite di santi celtici miravano a metterne in risalto le qualità pastorali. Il racconto che dipinge Brigida mentre dona la spada del padre a un lebbroso sottolinea che la sua autorità spirituale risiedeva non nel potere e nell'aggressività ma nella misericordia e nella compassione. La proporzione delle donne sante rispetto agli uomini è notevolmente maggiore nei primi martirologi irlandesi (come quello di Gorman) che in quelli di altri paesi. Le donne erano inoltre associate al ministero sacerdotale a un livello che scandalizzava i vescovi continentali del VII secolo, i quali giudicavano il fatto che delle donne «prendessero il calice e amministrassero il sangue di Cristo alla gente un'innovazione e un'inaudita superstizione». I racconti della vita della santa tendono, come fanno del resto molte Vite celtiche e altre medievali, a seguire un modello ricavato dai racconti evangelici della vita di Gesù: la sua nascita fu preannunciata da un druido ed ella ebbe venerabili guide nelle persone di S. Maccaille e S. Mel, proprio come Gesù, che fu annunciato da Giovanni Battista e guidato dallo Spirito Santo e dagli angeli; la santa divenne essa stessa consigliera spirituale e guida per altri, radunando discepoli intorno a sé, in modo corrispondente al ministero pastorale di Gesù; le sono attribuiti miracoli che, come nel caso di Gesù, sono in notevole misura risposte ai bisogni dell'uomo piuttosto che dimostrazioni di potenza divina. Le sono state attribuite anche personali "nozze di Cana", naturalmente in termini locali, quando nel Meath «spillò birra da un solo barile per diciotto chiese, in quantità tale che bastò dal Giovedì Santo alla fine del tempo pasquale» (Breviario di Aberdeen). Questo episodio si riflette nella deliziosa "preghiera di Brigida": Vorrei un lago di birra per il Re dei Re. Vorrei che la famiglia celeste fosse qui a berne per l'eternità [...] Vorrei che ci fosse allegria nel berne. Vorrei anche Gesù qui. Questi episodi, così come sono narrati nelle Vite, rivelano una certa affinità con la vita di Gesù: se da un punto di vista formale essi paiono convenzionali, lo scopo che vi sta sotto è invece ricco di significato. Per sottolineare questo messaggio vengono anche utilizzati dei simboli: l'associazione della santa col fuoco significa che ella visse alla presenza di Dio (si narra che dal luogo in cui la santa dormiva da bambina si levasse un fuoco verso il cielo). Il suo emblema contiene una fiamma, che riflette la tradizione del fuoco perpetuo coltivata nella clausura dell'abbazia da lei e dalle sue suore a Kildare: dopo la morte, così prosegue la leggenda, la santa tornava ogni venti notti a prendere il proprio posto nel turno di veglia. Gerardo del Galles nel m secolo ne parla così: «Sebbene ai tempi di Brigida vi fossero li venti serve di Dio, dalla sua morte in poi ve ne furono sempre solo diciannove, essendo Brigida stessa la ventesima. Ciascuna ha il proprio turno, ogni notte, nel controllare il fuoco. Quando giunge la ventesima notte, la diciannovesima suora mette il ceppo vicino al fuoco e dice: "Brigida, controlla il fuoco. Questa è la tua notte". In questo modo il fuoco viene lasciato li, e il mattino successivo il legno è arso come al solito e il fuoco è ancora acceso». Numeri particolari sono associati a Brigida (come pure ad altri santi celtici): tre angeli apparvero al suo battesimo, a rappresentare forza speciale e intimità con Dio e quattro furono i malati guariti da lei in una chiesa, a rappresentare la pienezza, come le quattro stagioni o i quattro punti cardinali. Nelle sue leggende compaiono anche animali così come si trovano nel folklore celtico: nell'episodio probabilmente meglio conosciuto, un racconto tradizionale che coinvolge una volpe — simbolo di intelligenza e ingenuità — viene utilizzato per mostrare la bontà e la compassione della santa. Un pazzo uccide la volpe addomesticata del re; il re minaccia di mettere a morte il colpevole e di ridurre in schiavitù la sua famiglia se la volpe non gli viene sostituita con un'altra altrettanto intelligente. La vicenda giunge alle orecchie di Brigida che, recandosi in fretta a corte, incontra sulla strada una volpe che balza nel suo carro e si sistema tra i suoi abiti. Giunta a corte, la volpe si mostra in possesso delle stesse abilità di quella morta e il re, addolcitosi, risparmia la vita dell'uomo. Il tema della bontà si estende felicemente anche alla volpe, che può tornare nella foresta venendo risparmiata da altre artificiose esibizioni. La gentilezza e la bontà della santa mitigarono anche il suo atteggiamento verso le regole, un tratto che la rende simile a S. Patrizio. Cogitosus narra che quando Brigida si recò a far visita al vescovo Ibar, costui «pur essendo molto contento dell'arrivo della santa, non aveva cibo da offrire all'ospite se non pane secco e carne di maiale. Così il vescovo Ibar e S. Brigida mangiarono pane e bacon durante il digiuno quaresimale prima della Pasqua». Egli inoltre riferisce che quando due monache di Brigida si rifiutarono di mangiare carne durante il digiuno quaresimale, subito le loro porzioni si trasformarono in serpenti come monito per il loro atteggiamento eccessivamente rigido. L'aiuto della santa era richiesto anche per migliorare le relazioni matrimoniali: «Giunse là un uomo sposato che desiderava dalla santa una benedizione dell'acqua con cui egli intendeva aspergere la moglie, dalla quale era odiato. Brigida benedisse l'acqua e dopo che, assente la sposa, il marito asperse la casa, il cibo, le bevande e il letto, proprio da quel giorno la moglie lo amò profondamente per tutta la vita». La benedizione della santa era anche una potente protezione contro i pericoli: un vescovo che stava conducendo con grande velocità il suo carro, «guardando in basso verso le ruote, vide che mancavano gli acciarini. Si precipitò giù dal carro e, toccata terra, ringraziò Dio e benedisse S. Brigida, essendosi ricordato che la santa aveva benedetto il veicolo». La fiamma perpetua, che le monache di Kildare conservarono per molti secoli in onore del fuoco che si levò dal luogo in cui Brigida dormiva, ha probabilmente la sua origine nella dea Brigida, il cui culto era praticato in quel medesimo luogo da sacerdotesse (la cui superiora prendeva il nome della divinità) molto prima che Brigida nascesse. La dea Brigida era la divinità della conoscenza e della vita, ma anche del fuoco, della saggezza e del focolare, ed era rinomata come madre dei poeti; aveva due sorelle, anch'esse chiamate Brigida, che erano le patrone della salute e della metallurgia. Tutti questi attributi finirono per essere associati alla badessa Brigida, la cui festa è celebrata lo stesso giorno in cui cadeva quella della dea, cioè nella data di Imbolg, la festa pagana di primavera.
Una sorgente situata in luogo ameno fuori dalla città di Kildare, ora arricchito con le stazioni della Via Crucis, conosciuta come la Fonte di S. Brigida, era probabilmente un luogo sacro ai druidi. Sotto molti aspetti quindi la santa segna un punto di transizione tra paganesimo e cristianesimo, riprendendo molto dell'antica religione senza intolleranza o persecuzione e affondando le proprie radici nella terra e nelle stagioni. Si è ipotizzato che le "monache e le sante" di Kildare si ricolleghino a un collegio di donne che prima attendeva al santuario della dea Brigida ivi situato. Kildare, Cill Dara, significa «cella della quercia»; in essa infatti vi è un altare che poggia su una trave di legno massiccio a cui furono attribuiti poteri miracolosi; il Cogitosus la descrive come «attualmente fresca e verde». Altri elementi delle leggende associate alla santa la vogliono partecipe delle sconosciute origini del cristianesimo d'Irlanda, alla pari dei saggi irlandesi presenti sul Golgota "in spirito", sicché non ci fu mai un periodo in cui il cristianesimo non abbia fatto parte della cultura dell'isola. Si racconta che Brigida sia stata allevata da druidi. Un giorno una colomba bianca la condusse in un luogo desertico, dove assistette come levatrice alla nascita del Santo Bambino e pose sulla sua fronte tre gocce d'acqua per unirlo alla terra. In questa storia compaiono anche animali: siccome le mucche, arse dalla sete, non potevano produrre latte, Brigida cantò loro le "poesie del paradiso" e il latte cominciò a scorrere copiosamente per il Bambino. Per questo episodio ella è stata paragonata in parte alla dea Artemide, che fu levatrice a Leto alla nascita di Apollo, in parte alla dea nordica Briganzia e in parte alla celtica Brigida. Si tramanda inoltre che S. Brigida godrà di una seconda vita in cui, unica tra i santi, ritornerà per legare i capelli di Cristo e lavarne i piedi, e forse addirittura per esserne la sposa. In tutto ciò pare che abbia ripreso le caratteristiche della gnostica Sophia, la Sapienza, mentre per altri aspetti è vista come una reincarnazione della Vergine Maria: col titolo di "Madre del gaelico", è lodata nei termini suggestivi della donna vestita di sole di Ap 12, comunemente intesa come un'allusione a Maria: «Brigida donna sempre eccelsa/ scintillante fiamma dorata/ guidaci al regno eterno/ il sole abbagliante e scintillante». Nel suo emblema ella appare di fianco all'immagine del fuoco, con una croce a quattro braccia intrecciata con fili di paglia, che si riteneva proteggesse gli edifici dal fuoco. Anche la vicenda sottostante a questo particolare enfatizza la bontà e la compassione della santa: ella infatti fece la croce con paglia presa dal pavimento mentre stava accudendo un capo pagano malato. Quando il malato si svegliò e le chiese la ragione di quella croce, ella gli narrò la storia del Calvario ed egli ne fu talmente colpito che contemporaneamente si convertì e riacquistò la salute. Le Croci di S. Brigida sono ancora prodotte in tutta l'Irlanda e alla vigilia della sua festa vengono collocate nelle case e in altri edifici. Alla metà del IX secolo Donato, il vescovo irlandese di Fiesole (ca. 826ca. 877) scrisse una Vita di Brigida in esametri latini. Egli era uno dei molti pellegrini irlandesi che si stabilirono in uno dei santuari situati sulla strada per Roma; donò una chiesa a Piacenza per il monastero di Bobbio, facendovi costruire in seguito un ricovero per pellegrini irlandesi, antecedente della famosa chiesa di S. Brigida. A giudicare dai manoscritti, il circolo di Sedulio "Scoto" di Liegi (ix sec.), che veniva dall'Irlanda, nutriva una particolare devozione per la santa di oggi. Chiese a lei dedicate erano conosciute a Fosses, Liegi, Colonia, Henndorf (vicino a Salisburgo), in tutta la Bretagna e a Piacenza. Esistono ancora pellegrinaggi in suo onore a Fosses e Amay in Bretagna. Scrivendo alla fine del mx secolo, mons. Guérin afferma che a Fosses, nella diocesi di Namur, i contadini erano soliti prendere, il primo giorno di febbraio, baguettes benedette e toccare con esse gli ammalati. Il Liber hymnorum irlandese contiene due inni latini e due irlandesi in suo onore; nel Black Book of Camarthen del MI secolo si legge un'invocazione in gallese: «S. Brigida, custodiscici nel nostro viaggio». Engo il Culdeo ha il seguente distico (citato in The Irish Saints): «Brigida: gentile, forte, degna di lode, casto capo delle monache d'Irlanda». MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Kildare, in Irlanda, santa Brigida Vergine, che in prova della sua verginità, avendo toccato il legno dell'altare, lo fece diventare subito verde.
nome Santa Verdiana- titolo Vergine e reclusa- nascita 1182, Castelfiorentino- morte 1 febbraio 1242, Castelfiorentino-ricorrenza 1 febbraio- Canonizzazione 1533 da papa Clemente VII- Santuario principale Santuario di Santa Verdiana-Attributi giglio, abito monacale, vipere-Patrona di Castelfiorentino- Nata da famiglia nobile, da giovane venne tenuta come amministratrice presso un parente facoltoso. Al ritorno da un pellegrinaggio a Santiago de Compostela e Roma si fece costruire una cella in riva al fiume Elsa a fianco di un oratorio dedicato a S. Antonio e vi si rinchiuse. Verdiana rimase reclusa nella celletta per 34 anni. Da una piccola finestra assisteva alla messa e riceveva il cibo. Nel 1221 Francesco d'Assisi l'ammise al terzo Ordine francescano.<br /> Non tardò a farsi reputazione di santa e la gente veniva a consultarla portando offerte che ella distribuiva ai poveri. Le imprese ascetiche di questa reclusa, che in seguito venne rivendicata da diversi ordini monastici ma che in realtà non appartenne a nessuno di essi, le valsero una visita del vescovo Ardingo di Firenze. Nel XIV secolo le fu dedicata una chiesa a Castelfiorentino. La sua vita venne redatta da un chierico fiorentino nel XIII secolo e verso il 1420 questo testo fu rimaneggiato da un prelato domenicano. Il culto è stato approvato nel 1533 dal papa Clemente VII.Secondo la tradizione, durante il suo incarico di amministratrice presso uno zio facoltoso, spesso Verdiana coglieva occasione per donare ai poveri quello che giaceva nei magazzini. In una di queste circostanze vennero a mancare delle derrate che un compratore stava aspettando. Verdiana, che aveva donato quel cibo ai poveri, pregò lo zio di pazientare per un giorno e miracolosamente l'indomani il magazzino fu di nuovo fornito di quanto mancava. Secondo un'altra leggenda tramandata dalla tradizione devozionale, negli ultimi anni della sua vita avrebbe condiviso la celletta con due vipere, che avrebbero cercato invano di farla uscire all'aperto, ma non ne uscì se non dopo la morte. Sempre secondo la tradizione, alla sua morte le campane di Castelfiorentino si sarebbero messe a suonare tutte insieme. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Castel Fiorentino, in Toscàna, la beata Verdiana, Vergine reclusa, dell'Ordine di Vallombròsa.
nome Sant'Orso di Aosta- titolo Sacerdote- nascita V secolo- morte 529 circa, Aosta- ricorrenza 1 febbraio- Santuario principale Collegiata di Sant'Orso- Attributi Bastone pastorale da priore e uccellino sulla spalla- Patrono di Cogne, Jovençan e Derby invocato contro la siccità, le malattie del bestiame, le intemperie, le alluvioni, i soprusi dei potenti, i parti difficili, i reumatismi e il mal di schiena- Di origine irlandese. Infiammò la fede degli abitanti di Digna e d'Aosta contro l'arianesimo. Arcidiacono ad Aosta, era un uomo semplice, pacifico e misericordioso; dedito al lavoro manuale per procurarsi cibo e aiutare i bisognosi.<br /> L'ignoto autore della "Vita" lo descrive come semplice, dolce, umile, pacifico e altruista, un uomo di Dio che unì la preghiera continua alle opere di carità, visitando i malati, aiutando i poveri, confortando gli afflitti e sostenendo gli oppressi, vedove e orfani. Dedicato al lavoro del suo giardino per procurarsi il necessario, Urso divise il prodotto in tre parti: per sé, per i poveri, e per gli uccelli, che, secondo la leggenda, in segno di gratitudine gli si appollaiarono sulla testa, sulla spalla e nelle tue mani. Aveva anche una piccola vigna, il cui vino aveva la virtù di curare i malati. Il giorno della sua morte fu sicuramente il primo febbraio, perché in questa data si celebra il suo culto immemorabile, anche se l'anno ci è del tutto sconosciuto. La tradizione gli attribuisce una moltitudine di miracoli. Uno di questi era che in un periodo di grande siccità, quando l'acqua scarseggiava non solo per i campi ma anche per i fedeli stessi, Urso aprì un pendio in una roccia con il suo bastone; quella sorgente esiste ancora, è la "Fontana di Sant'Orso", le cui acque erano considerate miracolose, per cui fu costruita una cappella per ospitarla nel 1649, restaurata nell'Ottocento.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Aosta, sant’Orso, sacerdote.
nome San Raimondo di Fitero- titolo Abate- nascita XII secolo, Spagna- morte 1163, Ciruelos, Spagna-ricorrenza 1 febbraio- Canonizzazione culto approvato nel 1719- Raimondo è venerato in Spagna come eroe delle guerre di riconquista e come fondatore dell'ordine militare di Calatrava. Egli era l'abate cistercense di Fitero, nella regione di Toledo, allora capitale della Spagna cristiana, quando, verso la fine del 1157 o agli inizi del 1159, il re Sancio I di Castiglia si trovava a Toledo. Gli arabi stavano allora minacciando la città avamposto di Calatrava, difesa dai Templari, i quali mandarono a dire al re che disponevano di forze troppo esigue per conservare la città, supplicandolo quindi di inviare rinforzi. Al seguito di Raimondo vi era un monaco, Diego Velazquez, ex cavaliere, che convinse il re, contro il consiglio dei suoi ministri, ad affidare la città all'abbazia di Fitero.<br /> La difesa di Calatrava divenne pertanto una questione ecclesiastica: Raimondo chiese aiuto all'arcivescovo di Toledo, il quale gli promise i rinforzi necessari, indicendo una crociata. Vi fu una tale mobilitazione di uomini e materiali a Toledo che i musulmani si astennero dall'attaccare Calatrava. Raimondo colse l'occasione di questo aumento di reclute a vantaggio del nuovo possesso della sua abbazia, cioè la città, e tenne il fior fiore dei volontari come nucleo di ciò che sarebbe divenuto l'ordine militare di Calatrava, impegnato in azioni militari contro gli arabi. Il culto di Raimondo fu approvato in Spagna nel 1719. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Ciruelos nella Nuova Castiglia in Spagna, san Raimondo, abate di Fitero, fondatore dell’Ordine di Calatráva e insigne sostenitore del cristianesimo.
nome San Giovanni della Graticola- titolo Vescovo- nascita XII secolo, Bretagna-vmorte 1170 circa, Saint-Malo, Bretagna-ricorrenza 1 febbraio- Nato in Bretagna da genitori relativamente poveri, Giovanni riuscì tuttavia a ricevere una buona istruzione.<br /> Attratto fin da giovane dall'ordine cistercense, che era allora nel suo primo tempo dí grande espansione, si recò a conoscere S. Bernardo (20 ago.), il quale lo accolse personalmente nella comunità di Clairvaux. Quando un conte bretone, Stefano de Pentièvre, e sua moglie, desiderosi di fondare un monastero nella loro proprietà, si rivolsero a Bernardo, questi inviò Giovanni a occuparsi della fondazione a Bégard, nella diocesi di Tréguier (su un estuario nella costa settentrionale del dipartimento di Cotes d'Armor della Bretagna centrale). Egli fondò in seguito un altro monastero nella vicina Buzay, che resse come abate per qualche anno; lo governò evidentemente bene, se è vero che i suoi monaci furono molto addolorati quando Giovanni fu eletto vescovo di Aleth, situata a circa quarantacinque chilometri verso est.<br /> Vedendo poi che la popolazione sull'isola di Aaron alla foce dell'estuario maggiore era in aumento, Giovanni vi trasferì la propria sede e ribattezzò il luogo Saint-Malo (oggi è un attivo porto dedito alla pesca e ai trasporti). Dispute ecclesiastiche amareggiarono il suo episcopato. Seguendo l'uso del tempo egli aveva sostituito i monaci che in origine prestavano servizio nella cattedrale, provenienti dall'abbazia di Marmoutier a Tours, con canonici regolari. I monaci però si opposero, appellandosi ai vescovi francesi, i quali accolsero le loro obiezioni e ne ordinarono il reinsediamento. Giovanni si appellò a sua volta a Bernardo, che gli consigliò di rivolgersi direttamente al papa. Giovanni quindi si recò a Roma, dove sottopose il suo caso al papa, che decise in suo favore. I monaci tuttavia continuarono a trovare pretesti legali per ulteriori dispute, sicché la questione si trascinò per diciotto anni, costringendo Giovanni a compiere altri viaggi a Roma. Durante tutto questo tempo egli si distinse per la personale austerità di vita e il modo amorevole di trattare col prossimo, monaci inclusi; anche se le dispute in cui fu coinvolto sembrano riflettere una sua insufficiente capacità amministrativa, egli fu fondatore e riformatore di diversi monasteri della Bretagna. Giovanni morì intorno al 1170 e fu sepolto nella cattedrale di Saint-Malo. Il suo appellativo "della graticola" (de craticula) si deve alle inferriate che ne circondano la tomba. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Saint-Malo in Bretagna, san Giovanni, vescovo: uomo di mirabile austerità e giustizia, trasferì in questo luogo la sede episcopale di Aleth; a lui san Bernardo raccomandò di comportarsi da vescovo povero, amico dei poveri e amante della povertà.<br />
nome Beato Andrea Conti- titolo Sacerdote Francescano- nome di battesimo Andrea Conti-nascita 1240 circa, Anagni, Frosinone- morte 1 febbraio 1302, Piglio, Frosinone- ricorrenza 1 febbraio- Beatificazione<br /> 11 dicembre 1724 da papa Innocenzo XIII- Nato da nobile famiglia, Andrea dei Conti di Segni (conosciuto anche come Andrea d'Anagni, dal suo luogo di nascita, oppure, come si trova nel supplemento francescano al Martirologio Romano, che lo commemora il 17 febbraio, semplicemente come Andrea "dei Conti"), era nipote (di Rinaldo Conti, futuro papa Alessandro IV (1254-1261), a sua volta nipote di papa Gregorio IX (1227-1241), e parente stretto di un altro nativo di Anagni, Benedetto Caetani, anch'egli papa con il nome di Bonifacio VIII (1294-1303). Con tali legami Andrea avrebbe potuto tranquillamente intraprendere una carriera ecclesiastica straordinaria, ma egli rinunciò a tutte le ambizioni di questo genere ed entrò nell'Ordine dei Frati Minori, dove rimase un semplice fratello converso per tutto il resto della sua vita. Entrato nel monastero di San Lorenzo fondato da S. Francesco stesso (4 ott.), ottenne l'autorizzazione a vivere come eremita. I suoi distinti parenti mostrarono una certa riluttanza ad accettare la scelta di Andrea: nel 1295 suo zio, Alessandro IV, andò a trovarlo c gli pose sul capo un copricapo da cardinale ma «il nostro santo se lo tolse immediatamente, affermando che rifiutava quella carica». Suo nipote, Bonifacio VIII, gli inviò in seguito le insegne cardinalizie, ma di nuovo egli si rifiutò di accettare l'onore di cui veniva insignito. Uomo di lettere dotato, scrisse un libro sulla Vergine Maria che si dice «sia stato apprezzato dai dottori della Chiesa», ma che è andato perduto. Oltre a ciò, ben poco si sa della sua vita, eccetto che fu tenuto in grande considerazione per la sua santità e per i miracoli compiuti sia in vita sia dopo la morte, e che «tormentato in vita da demoni, fu invocato per l'assistenza a coloro che chiedevano aiuto contro di essi». Morì 1'1 febbraio 1302; il suo culto fu confermato nel 1724. MARTIROLOGIO ROMANO. A Piglio nel Lazio, beato Andrea dei Conti di Segni, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, rifiutata ogni più alta dignità, preferì servire Cristo in umiltà e semplicità.
nome San Sigeberto III- titolo Re d'Austrasia- nascita 630 circa, Metz, Francia- morte 1 febbraio 656, Metz, Francia-ricorrenza 1 febbraio- Canonizzazione 1070- Sigeberto, fratello di Clodoveo, era figlio del re merovingio Dagoberto I, che aveva condotto una vita dissoluta fino a quando, in coincidenza con la nascita del bambino, si senti spinto a correggere la propria condotta. Il re, desiderando che Sigeberto fosse battezzato dall'uomo più santo del regno franco, mandò a chiamare S. Amando (6 feb.), precedentemente bandito a causa dei rimproveri che rivolgeva al re per la sua condotta: questi si intenerì per il gesto del sovrano e battezzò il ragazzo in una grande celebrazione a Orléans. L'educazione di Sigeberto fu affidata a Pipino di Landen, maestro di palazzo ed effettivo reggente. Alla morte di Dagoberto nel 638, Sigeberto, che aveva sei o sette anni, ereditò la parte orientale del regno, l'Austrasia, e regnò per il resto della vita col nome di Sigeberto III. A Clodoveo fu assegnata invece la parte occidentale. Sotto la guida di Pipino i due fratelli regnarono in armonia: il regno di. Sigeberto fu caratterizzato in generale da un tempo di pace, segnata soltanto da una rivolta in Turingia, Famoso come uomo di preghiera e per la beneficenza fatta a ospedali, monasteri e chiese, fondò dodici monasteri (o venti, secondo Sigeberto di Gembloux), i più importanti dei quali erano a Cugnon e a Stave-lot-Malmédy. Morì a soli ventiquattro anni, ma «una vita piena di opere buone e dedicata a Dio non può mai essere definita breve» (B.T.A.). MARTIROLOGIO ROMANO. A Metz in Austrasia, oggi in Francia, san Sigisberto III, re, che costruì i monasteri di Stavelot, Malmédy e molti altri e distribuì con generosità elemosine alle chiese e ai poveri.
nome Beata Giovanna Francesca della Visitazione- titolo Fondatrice delle visitandine- nascita 29 agosto 1834, Annecy, Francia- morte 1 febbraio 1888, Torino- ricorrenza 1 febbraio- Beatificazione da papa Paolo VI il 1º novembre 1975- Anna Michelotti nacque ad Annecy in Francia il 29 agosto 1843 da padre piemontese e madre francese. Fin dalla più tenera età diede mostra di una profonda devozione per l'eucarestia e del desiderio di aiutare i malati più poveri. Entrata nelle suore salesiane fondate da S. Giovanni Bosco (31 gen.), le Figlie di Maria Ausiliatrice, prese il nome di Giovanna Francesca della Visitazione. La sua amorevole preoccupazione per i poveri la portò nel 1874 alla fondazione a Torino della congregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore, il cui scopo era quello di prendersi cura dei settori più bisognosi ed emarginati della popolazione. Grande devota di don Bosco, si augurava sempre d'incontrarlo in paradiso. Pare che durante la sua breve vita consacrata abbia patito incomprensioni e persino calunnie; morì 1'1 febbraio 1888, a quarantaquattro anni, e fu beatificata da papa Paolo VI 1'1 novembre 1975. MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino, beata Giovanna Francesca della Visitazione (Anna) Michelotti, vergine, che fondò l’Istituto delle Piccole Suore del Sacro Cuore di Gesù per servire gratuitamente nel Signore gli ammalati poveri.
nome Sant'Enrico Morse- titolo Sacerdote gesuita, martire-nascita 1595, Brome, Inghilterra- morte 1645, Tyburn, Londra, Inghilterra-ricorrenza 1 febbraio- Beatificazione 15 dicembre 1929 da papa Pio XI- Canonizzazione 25 ottobre 1970 da papa Paolo VI- Enrico nacque a Brome nel Suffolk nel 1595, sesto dei nove figli di Roberto, un proprietario terriero protestante proveniente da Tivetshall St Mary nel Norfolk, e di Margherita Collinson. Il padre morì nel 1612, lasciandogli una rendita annuale. Si dice che Enrico abbia deciso di diventare cattolico nel periodo in cui studiava legge al collegio Bernard di Londra, ma non esistono documenti che dimostrino che sia mai appartenuto ad alcuno dei collegi degli avvocati: esiste però una prova scritta dell'ammissione del fratello maggiore Roberto al collegio Gray nel 1617.<br /> Nel giugno del 1614 Enrico si recò a Douai, dove intraprese gli studi per il sacerdozio che pare abbia interrotto per tornare in Inghilterra, dal momento che nel giugno del 1618 si trovava nelle prigioni di Ncwgate in attesa dell'esilio. Tornato a Douai l'agosto successivo, si recò in dicembre presso il Collegio inglese a Roma; fu ordinato diacono nel luglio del 1620 ma non si è a conoscenza della sua ordinazione presbiterale, Da Douai fu successivamente inviato in una missione inglese nel settembre del 1620, venendo però arrestato appena giunto a Newcastle. Imprigionato nel castello di York, ebbe come compagno di prigionia il gesuita Giovanni Robinson. Dal momento che già a Roma aveva espresso la propria intenzione di entrare nella Compagnia di Gesù e i suoi superiori si erano dichiarati d'accordo, Enrico dedicò i tre anni trascorsi in prigione a compiere il noviziato gesuita, al termine del quale poté pronunciare i voti semplici. Una volta rilasciato e mandato in esilio, Enrico si recò nelle Fiandre, dove servì come cappellano dei mercenari cattolici inglesi che combattevano a fianco della Spagna. Nel maggio del 1624 era certamente prete. Tornato nuovamente in Inghilterra alla fine del 1633 sotto le spoglie di Cutberto Claxton, portò avanti il proprio ministero a Londra, Nel 1636-1637 un'epidemia di peste colpì la capitale: con gravi rischi per la sua salute, Enrico portava conforto spirituale e materiale a quattrocento famiglie. Nel 1641 un decreto reale ordinò che tutti i preti lasciassero il paese ed Enrico, per amore di coloro che avevano raccolto il denaro per la cauzione, obbedì e tornò a servire i soldati inglesi nelle Fiandre.<br /> Inviato nuovamente in Inghilterra, due anni dopo, operò per diciotto mesi nel nord del paese, finché non fu arrestato ai confini del Cumberland. Durante il viaggio verso Durham, mentre trascorreva la notte a casa di uno di coloro che l'avevano catturato, la moglie di questi, cattolica, riuscì a liberarlo. Nuovamente arrestato dopo circa sei settimane, fu condotto nella prigione di Durham e da qui a Londra, dove fu condannato a morte in forza della sua stessa qualifica di prete, da lui stesso confessata al processo svolto anni prima. Fu giustiziato l'1 febbraio 1645 a Tyburn. Beatificato nel 1929, Enrico fu tra i Quaranta martiri di Inghilterra e Galles canonizzati il 25 ottobre 1970. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, sant’Enrico Morse, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire: catturato a più riprese e scacciato per due volte in esilio, sotto il re Carlo I fu infine gettato in carcere a causa del suo sacerdozio e, dopo avervi celebrato la Messa, fu impiccato a Tyburn e rese lo spirito a Dio.
nome Beato Luigi Variara- titolo Sacerdote salesiano, missionario e fondatore- nome di battesimo Luigi Variara- nascita 15 gennaio 1875, Viarigi, Asti-morte 1 febbraio 1923, Cucuta, Colombia- ricorrenza 1 febbraio- Luigi Variara nacque il 15 gennaio 1875 a Viarigi (Asti). Chiese di farsi salesiano: entrò in noviziato il 17 agosto 1891 e lo concluse il 2 ottobre 1892 con i voti perpetui. Inviato in missione, giunse al lazzaretto di Agua de Dios il. 6 agosto 1894. Il lazzaretto ospitava 2000 persone di cui 800 lebbrosi. Luigi si immerse totalmente nella sua missione. Il 24 aprile 1898 fu ordinato sacerdote e si rivelò presto un ottimo direttore spirituale. Il giovane sacerdote scoprì che non poche fra le donne malate di lebbra si sarebbero volentieri consacrate al Signore. Ma ciò era irrealizzabile perché nessuna congregazione accettava una lebbrosa. Fu questa constatazione che fece nascere in lui la prima idea di una congregazione che accogliesse anche le lebbrose. La congregazione delle Figlie dei SS. Cuori di Gesù e di Maria venne fondata il 7 maggio 1905. Luigi morì il primo febbraio 1923; è stato beatificato il 14 aprile 2002. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Cúcuta in Colombia, beato Luigi Variara, sacerdote della Società di San Francesco di Sales, che si dedicò con ogni mezzo e premura ai lebbrosi, fondando le Suore Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
nome Beato Antonio Manzoni- titolo Pellegrino- nascita Padova- morte 1267 circa, Padova- ricorrenza 1 febbraio- Antonio Manzi proveniva da una distinta famiglia di Padova e rimase orfano in giovane età. Alla morte del padre, Antonio donò immediatamente l'intera eredità ai poveri, suscitando l'indignazione dei concittadini e della sua famiglia, in particolare delle due so-relle che, a causa di questo atto di estrema generosità, rimanevano private della loro dote. Insultato per le strade di Padova, Antonio abbandonò la città vesti-to da pellegrino, finendo per stabilirsi a Bassano, in provincia di Bologna, per prendersi cura di un anziano sacerdote malato. Trascorsero lì tre anni, vivendo entrambi grazie alle elemosine raccolte da Antonio, ma alla morte del prete il beato intraprese una serie di pellegrinaggi in tutti i principali centri d'Europa: Roma, Loreto, San Giacomo di Compostella, Colonia e Gerusalemme. Tornato infine a Padova scoprì di non essere stato dimenticato e di essere impopolare quanto prima, soprattutto presso le sorelle che nel frattempo si erano fatte entrambe suore. Costretto a trovare riparo sotto il colonnato di una chiesa fuori le mura della città, ben presto morì. Sulla sua tomba cominciarono immediatamente a verificarsi fenomeni miracolosi e gli stessi cittadini che lo avevano maltrattato cercavano ora di ottenerne la canonizzazione; il papa però si rifiutò, affermando che la città di Padova aveva già un S. Antonio (13 giu.) e che questi era sufficiente. Il suo culto tuttavia perdurò, ma il fatto che sia noto come "beato", qualifica inusuale nel Medio Evo, conferma che la venerazione non era stata resa ufficiale.
nome Beate Maria Anna Vaillot e quarantasei compagne- titolo Martiri- nome di battesimo Maria Ana Vaillot-nascita 1734 circa, Fontainebleau, Francia- morte 1 febbraio 1794, Avrillé, Francia-ricorrenza 1 febbraio- Maria Ana Vaillot nacque a Fontainebleau, in Francia, nel 1734. Suo padre morì pochi mesi dopo la sua nascita. Ana Maria conosceva la sofferenza fin dalla tenera età. All'età di 27 anni iniziò il postulato con le Figlie della Carità e il 25 settembre 1761 entrò in Seminario a Parigi. Era destinata a Saint-Louis-en-I'Ile, Fontenay-le-Comte, Vandreé, Longué e Saint-Pierre Montlimart. La data in cui arrivò ad Angers, destinata al Saint John Hospital, è sconosciuta. Al momento del suo arresto, era responsabile della dispensa dell'ospedale San Juan de Angers.<br /> Otilia Baumgarten nacque a Gondrexange, in Francia. Odile fu una grande gioia per la sua famiglia. A 24 anni lasciò il mulino di famiglia per il postulato nelle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli che svolse a Metz. Entrò nel seminario delle Figlie della Carità nel 1775. Destinata a Brest nel 1776, partì per Angers all'inizio dell'anno successivo. Ben presto gli fu affidata la responsabilità della farmacia dell'ospedale San Juan. Le spararono nel Campo de los Mártires ad Avrillé.<br /> Insieme a suor Otilia Baumgarten, il 1° febbraio 1794, furono fucilate quarantasei donne ad Angers per essersi rifiutate di prestare il giuramento scismatico. In un campo situato alla periferia della città furono giustiziate insieme ad altre novantasette persone. La lunga processione dei condannati fu preceduta da un gruppo di soggetti dubbiosi, vestiti di stracci e molti dei quali ubriachi, e anche da una banda musicale che suonava canzoni rivoluzionarie. I condannati erano allineati davanti a grandi fosse, nelle quali dovevano cadere i loro cadaveri. Le suore alla fine della catena si fecero avanti. Vedendole, si udì un grido: Grazia alle suore! Il movimento sollevato fu così irresistibile che il comandante cedette. Spontaneamente si avvicinò alle suore e disse: "Cittadini: avete ancora tempo per sfuggire alla morte... Tornate alle vostre case. Non fate giuramento, perché ve lo direi, mi assumo la responsabilità di dirlo voi avete preso in prestito e vi do la mia parola che non accadrà nulla di male a voi o ai vostri compagni che sono in prigione ". "Grazie, rispose suor Maria Ana," per la tua generosa offerta. La nostra coscienza non ci permette di prestare giuramento. L'ufficiale tacque e poi, con un gesto di disperata impotenza, alzò la sciabola, segnalando l'inizio della sparatoria. Insieme a loro molte altre donne morirono, sposate, single e vedove, legate in un modo o nell'altro ai Vincenziani, 45 delle quali beatificate insieme a suor María Ana e suor Odilia. Il gruppo comprende età molto diverse, dai 65 anni della vedova Simone Chauvigné, ai 23 anni della giovane laica Marie Leroy; molte di loro sono parenti di sangue l'una dell'altra come le sorelle D'Epinatz. Ci sono resti di intere famiglie, i cui uomini erano morti nella rivolta contro la Rivoluzione. Il gruppo è stato beatificato il 19 febbraio 1984 dal SS Giovanni Paolo II.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Avrillé presso Angers in Francia, passione delle beate Maria Vaillot e quarantasei compagne, martiri, che, nell’epoca del terrore durante la rivoluzione francese, conseguirono la corona del martirio.
nome Beato Reginaldo di Orleans- titolo Domenicano- nascita 1180 circa, Saint-Gilles, Francia-morte 1 febbraio 1220, Parigi, Francia-ricorrenza 1 febbraio- Attributi abito domenicano- Nato a Saint-Gilles, situata vicino ad Arles in Linguadoca (Francia meridionale), Reginaldo intraprese una straordinaria carriera accademica. Dopo aver insegnato diritto canonico all'università di Parigi dal 1206 al 1211 fu nominato decano della collegiata di Saint-Aignan a Orléans. Nel 1218, recatosi a Roma in pellegrinaggio, incontrò S. Domenico (8 ago.), in cui riconobbe la guida spirituale che gli era stata rivelata in una visione dalla Madonna. Chiese pertanto di potersi unire all'ordine dei frati predicatori, fondato da Domenico due anni prima. Il santo lo accolse immediatamente, nominandolo suo vicario in occasione dei viaggi intrapresi in Spagna per visitare le fondazioni in quelle terre. Impegnato a costituire una importante presenza domenicana all'interno delle grandi università che stavano nascendo in Europa, Domenico affidò a Reginaldo il compito di sovrintendere la fondazione di una casa di studi a Bologna. L'anno successivo fu inviato a Parigi con lo stesso incarico; in entrambi i casi si guadagnò una vasta stima per la sua predicazione e riuscì ad attirare nel nuovo ordine un gran numero di vocazioni. Questa promettente carriera fu interrotta dalla morte prematura, avvenuta a Parigi l'anno successivo (1 febbraio 1220). Fu sepolto nel cimitero benedettino di Notre-Dame-des-Champs, e il suo culto confermato solo nel 1875. MARTIROLOGIO ROMANO. A Parigi in Francia, beato Reginaldo di Orléans, sacerdote, che, di passaggio da Roma, conquistato nell’animo dalle parole di san Domenico, entrò nell’Ordine dei Predicatori, al quale attrasse molti con l’esempio delle sue virtù e la sua ardente eloquenza.