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09/07/2024 alle 14:49

I santi di oggi 9 luglio:

I santi di oggi 9 luglio:

nome Santa Veronica Giuliani- titolo Religiosa, badessa dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine, mistica e vergine- nome di battesimo Orsola Giuliani- nascita 27 dicembre 1660, Mercatello Sul Metauro- morte 9 luglio 1727, Città di Castello- ricorrenza 9 luglio- Beatificazione 18 giugno 1804 da papa Pio VII- Canonizzazione Basilica Vaticana, 26 maggio 1839 da papa Gregorio XVI- Santuario principale Duomo di Città di Castello- Attributi cuore, stigmate, corona di spine- Patrona di Mercatello sul Metauro- Nacque a Mercatello (Marche) nel 1660, e nel battesimo le fu imposto il nome di Orsola. Giovanetta, fu posta dalla sua madre moribonda sotto la protezione del Salvatore ed ella ne concepì subito una grande devozione, che le fu sorgente di molte grazie. Desiderava sempre di soffrire qualche cosa per Gesù; si diede all'acquisto delle virtù dell'umiltà e dell'ubbidienza che adornarono la sua fanciullezza. Colla pazienza e colle preghiere vinse l'ostinato suo padre che la voleva sposare a qualche nobile, ed entrò nel convento delle Cappuccine di Città di Castello. A diciassette anni fu ammessa con grande suo giubilo alla professione dei voti religiosi e prese il nome di Veronica. Da vera religiosa ella non pensava ad altro che a piacere a Gesù, sensa curarsi delle speranze e fallaci attrattive che il mondo presenta all'età giovanile. Tale rinuncia a se stessa e al mondo ed una dedizione generosa al Signore, furono in principio di quella perfezione che la condusse alla santità. Veronica era giunta all'età di 33 anni quando ebbe più volte la visione di un calice ripieno; d'un liquore che le provocava un'indicibile ripugnanza. Al tempo stesso subì l'incoronazione di spine che lasciò apparire attorno al suo capo profonde ed acute trafitture. I dolori furono ancora aumentati dai medici che dopo aver tentato invano di guarirla, si dichiararono impotenti. Fra tanti spasmi si manteneva sempre completamente sottomessa al volere di Dio. Con licenza dei superiori, incominciò un digiuno a pane ed acqua che durò tre anni. Nel Venerdì Santo del 1697, mentre domandava a Dio umilmente e di cuore perdono dei suoi peccati, le apparve Gesù Crocifisso e le impresse le sacre stimmate. Il Vescovo, informato di tal prodigio, venne a visitare la suora e si accertò del miracolo; il sangue fluiva dalle ferite dei piedi, delle mani e del costato. Veronica, lungi dal voler ingannare chi la circondava, si mostrava timorosa che ciò che avveniva in lei fosse opera del demonio. Anche i superiori vollero accertarsi dell'origine del fatto, e a tal fine posero alla prova la virtù della serva di Dio. Fu deposta dalla carica di maestra delle novizie e la chiusero in una cella dell'infermeria; fu trattata da strega, derisa, maltrattata, privata della Comunione, scomunicata. Ma la pace del cuore non l'abbandonò mai; si rammaricava soltanto di non poter ricevere Gesù ed assistere alla S. Messa. Cessata la dura prova le consorelle mutarono il loro disprezzo in alta stima, avendo conosciuto la sola virtù di suor Veronica. Gesù però voleva partecipare alla sua serva altri dei suoi dolori. Tutti gli strumenti della passione del Signore furono impressi in modo sensibile nel cuore di Veronica. Nel 1716 ella veniva eletta badessa e vi rimase fino alla sua morte che avvenne il 9 luglio 1727, dopo cinquant'anni di vita claustrale. All’autopsia risultò che il cuore era trafitto da parte a parte. Dopo aver ricevuto le piaghe della Passione di Cristo, infatti – rivela nel diario spirituale – «piansi molto e con tutto il mio cuore pregai il Signore di volerle nascondere agli occhi di tutti». Nulla sapremmo delle esperienze di Veronica, se il direttore spirituale non le avesse ordinato di trascriverle. Lo fece per 30 anni e il risultato è il «Tesoro nascosto», pubblicato in 10 volumi di 22.000 pagine dal 1825 al 1928. Morì nel 1727, dopo 33 giorni di malattia. È santa dal 1839 e il suo corpo giace nel Monastero di Santa Veronica Giuliani, Città di Castello. ''Facendo orazione la notte, racconta santa Veronica Giuliani, ho avuto una visione particolare di nostro Signore, coperto da un sudore di sangue, proprio come nel Giardino del Getsemani. Il Signore mi fece comprendere quale grande dolore provò nel Cuore nel vedere la perfida ostinazione di tanti peccatori induriti e come non si fece neanche caso al suo Preziosissimo Sangue. Egli mi disse: « Chiunque si unirà a queste intime pene che io indurrò, riceverà da me qualsiasi grazia mi verrà a chiedere ». Mi disse ancora: « Mia beneamata, ho sofferto molto portando la Croce sul cammino del Calvario; e ho sofferto di più ancora nell'intimo del mio Cuore quando ho incontrato la mia Santa Madre. Eppure, più grande fu il tormento che mi causò la vista continua di tutti quei miei pargoli, che non davano alcun valore a quel dolore così atroce » (Giorno di Venerdì Santo 1694) « ….non posso dire altro: Dio è pazzo, fa pazzie d’amore; resto anch’io impazzita, attonita per tanto bene. » PRATICA L'unione con Dio suppone la morte completa ad ogni ombra di vizio, ed una dedizione senza riserva a Dio. PREGHIERA Signore Gesù Cristo, che la beata Veronica vergine rendesti mirabile per le stimmate della tua passione, concedi, propizio, che crocifiggendo la carne, meritiamo di giungere ai grandi eterni. MARTIROLOGIO ROMANO A Città di Castèllo, in Umbria, santa Verònica Giuliani Vergine, nativa di Mercatéllo, terra della diocesi di Urbània, Monaca del Second'Ordine di san Francésco e Abbadessa del monastero di Città di Castèllo: illustre per l'intenso desiderio di patire, e per le altre virtù e grazie celesti, dal Papa Gregòrio decimosesto fu iscritta nel numero delle sante Vergini.

nome Santi Martiri Cinesi (Agostino Zhao Rong e 119 Compagni)- titolo Martiri- ricorrenza 9 luglio- Canonizzato il primo ottobre del 2000, Zhao è uno dei 120 martiri cinesi che dette il suo sangue nel bel mezzo di una delle tante ondate di persecuzione della Chiesa nel fiume Impe Center. Il cristianesimo venne in Cina, attraverso la Siria, nell'anno 600. Nel corso della storia, il cristianesimo in Cina fu attraversato da momenti di libertà e da tempi di persecuzione. Gli ottimi rapporti esistenti fra alcuni missionari e l'imperatore K'ang Hsi e grazie ai suoi servizi per ristabilire la pace tra la "zar" della Russia e il "Figlio del Cielo", che è l'imperatore, fu emesso il primo decreto di libertà religiosa nel 1692, in base al quale tutti i suoi sudditi potevano seguire la religione cristiana e tutti i missionari potevano predicare nei suoi vasti domini. Di conseguenza, l'attività missionaria e la diffusione del messaggio evangelico si sviluppò in modo significativo e ci furono molti cinesi che, attratti dalla luce di Cristo, chiesero di essere battezzati. Ma purtroppo la spinosa questione di "riti cinesi" irritò il Empera dor Kang Hsi che preparò la persecuzione (fortemente influenzato dal vicino Giappone) dove furono distrutte molte chiese ed uccisi fedeli e missionari. I 120 martiri vissero tra il 1648 e il 1930. La maggior parte di loro (87) nacque in Cina. C'erano bambini, catechisti, genitori, lavoratori ... tra nove e 72 anni. Tra di loro c'erano quattro sacerdoti cinesi. Uno è Sant'Agostino Zhao Rong, sacerdote diocesano cinese, essendo prima uno dei soldati che scortavano Mons Dufresse da Chengdu hastaBeijin, era stato colpito dalla sua pazienza e chiese di essere annoverato tra i neofiti. Una volta battezzato, fu inviato al seminario e più tardi divenne prete. Successivamente, Exer ciendo il suo ministero sacerdotale, fu arrestato, subì torture crudeli e morì nel 1815. Zhao fu il primo custode della prigione di Stato, dove incontrò i missionari. Il suo stile di vita fu da esempio per tutti. MARTIROLOGIO ROMANO. Santi Agostino Zhao Rong, sacerdote, Pietro Sans i Jordá, vescovo, e compagni18, martiri, che in varie epoche e luoghi della Cina testimoniarono coraggiosamente il Vangelo di Cristo con la parola e con la vita e, caduti vittime di persecuzioni per aver predicato o professato la fede, furono ristorati al glorioso banchetto del cielo.

nome Santa Paolina del Cuore Agonizzante di Gesù- titolo Religiosa, fondatrice- nome di battesimo Amabile Lucia Wisinteiner- nascita 6 dicembre 1865, Vigolo Vattaro, Trentino- morte 9 luglio 1942, San Paolo, Brasile- ricorrenza 9 luglio- Beatificazione Florianópolis il 18 ottobre 1991 da Papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione Roma, 19 maggio 2002 da Papa Giovanni Paolo II- Amabile Wisentainer nacque il 16 dicembre 1865 a Vigolo Vattaro, nell'attuale Trentino, che a quel tempo faceva parte del Sud Tirolo ed era governato dall'Austria. Nel 1875 la famiglia emigrò in Brasile insieme a molta altra gente del Sud Tirolo, nello stato di S. Caterina, in una zona assegnata dal governo locale. La famiglia di Amabile era povera, ed ella lavorava a casa e nei campi per aiutare i suoi genitori a mantenere la loro numerosa famiglia. Trovò il tempo di insegnare il catechismo alle ragazze giovani e di far visita ai malati, con un'amica della vicina città di Nova Trento. Fu incoraggiata dai missionari gesuiti della zona a prendere in considerazione la vita religiosa, così nel 1890 lasciò la sua casa, assieme all'amica, per andare a vivere in una casupola vicino alla cappella di S. Giorgio di Vigolo, dove entrambe accudivano una donna ammalata di tumore. Cominciò così la loro nuova vita dedicata alla cura degli ammalati e alla fondazione delle Piccole Suore dell'Immacolata Concezione. Nel 1895 Amabile si trasferì a Nova Trento e ricevette l'approvazione del vescovo per l'istituzione della nascente congregazione, pronunciando i voti religiosi e prendendo il nome di Paolina del Cuore Agonizzante di Gesù. Quando, nel 1903, il gesuita incaricato della loro guida spirituale fu trasferito a San Paolo, Paolína lo seguì, e la congregazione aumentò in modo sorprendente, al punto che furono fondate diverse case. Rimase superiora fino al 1909 quando, a causa di un fraintendimento dell'arcivescovo locale, le fu chiesto di dimettersi; da allora fino alla morte, avvenuta il 9 luglio 1942, visse umilmente come una semplice suora, assistendo i vecchi poveri. Nel 1933, la sua congregazione ricevette l'approvazione pontificia, e al tempo della sua morte esistevano quarantacinque fondazioni in tutto il Brasile; verso il 1980 il numero era salito a centocinque, con più di seicento membri. Il suo fu un esempio perfetto di vita dedita al servizio del Vangelo. La sua vita spirituale si basava sui principi di S. Ignazio di Loyola. È stata beatificata nel 1991 e proclamata santa il 19 maggio 2002. MARTIROLOGIO ROMANO. A San Paolo in Brasile, santa Paolina del Cuore di Gesù Agonizzante (Amabile) Visintainer, vergine, che, emigrata ragazza dall’Italia, fondò al servizio dei malati e dei poveri la Congregazione delle Piccole Sorelle dell’Immacolata Concezione, alla quale, dopo molte difficoltà, prestò in massima umiltà e in assidua preghiera il suo servizio.

nome Beata Giovanna Scopelli- titolo Vergine Carmelitana- nome di battesimo Giovanna Scopelli- nascita 1428, Reggio Emilia- morte 9 luglio 1491, Reggio Emilia- ricorrenza 9 luglio- Beatificazione 24 agosto 1771 (approvazione del culto)- Giovanna Scopelli, nata a Reggio Emilia nel 1428, desiderava diventare monaca, ma i suoi genitori glielo proibirono, perciò condusse una vita austera in casa, indossando un abito da religiosa. Alla morte dei genitori, cominciò a occuparsi della fondazione di un convento carmelitano in città, ma rifiutò di usare il denaro che aveva ereditato, preferendo invece affidarsi alla divina provvidenza. Una vedova le offrì una casa e andò a vivere con lei assieme alle due figlie, così tutte e quattro vissero insieme per i quattro anni che furono necessari a raccogliere i fondi, grazie a donazioni e lasciti. Nel 1485 iniziò la costruzione del nuovo monastero, S. Maria del Popolo, con circa venti religiose sotto la guida di Giovanna, e affidato alla cura della Congregazione mantovana dei carmelitani. Giovanna trascorreva lunghi momenti di preghiera solitaria durante la giornata, digiunava tutto l'anno, mangiando solo pane e acqua da settembre fino a Pasqua e infliggendosi mortificazioni estreme. Era assai devota, in particolare, alla Madonna, e molte guarigioni miracolose furono attribuite alle sue preghiere, inoltre si guadagnò la fama di efficace guaritrice e guida spirituale, Avvennero altri miracoli, per esempio la dispensa vuota del convento si riempì, mentre pregava implorando cibo per le monache che avevano fame. Giovanna morì il 9 luglio 1491, incitando le monache a osservare rigidamente fino alla fine la regola di amare Dio e nessun altro. Il culto nacque l'anno seguente in occasione della riesumazione del corpo per la venerazione pubblica, e fu approvato nel 1771. Subito dopo la chiusura del convento carmelitano nel 1797, i resti furono traslati nella cattedrale cittadina. MARTIROLOGIO ROMANO. A Reggio Emilia, beata Giovanna Scopelli, vergine dell’Ordine delle carmelitane, che con le offerte dei suoi concittadini fondò un monastero e con la preghiera riuscì a procurare il pane nel refettorio per le consorelle.

nome San Nicola Pieck e compagni- titolo Martiri di Gorcum- ricorrenza 9 luglio- Beatificazione 14 novembre 1675 da papa Clemente X- Canonizzazione 29 giugno 1867 da papa Pio IX- Santuario principale Chiesa di Saint Nicolas di Bruxelles-Attributi Palma del martirio- Patroni di Provincia francescana d'Olanda- Nel giugno del 1572, nei primi anni della lunga lotta per l'indipendenza dell'Olanda dalla Spagna, i cosiddetti "Pezzenti", ferocemente anti-spagnoli e calvinisti, occuparono le città di Dordrecht e Gorcum, catturando il clero cattolico del luogo, secolare e regolare, che aveva guidato la resistenza durante il loro assedio. A Gorcum torturarono i religiosi per scoprire dove erano stati nascosti i tesori della Chiesa, e per odio verso il cattolicesimo. l sacerdoti furono poi portati a Brielle, accolti e scherniti dal feroce capo dei "Pezzenti", che li sottopose a interrogatori e lunghe dispute con pastori calvinisti sulla presenza reale di Cristo nell'eucarestia e sulla questione della supremazia del papa. Fu loro offerta la libertà se avessero rinnegato la fede, ma i sacerdoti opposero un fermo rifiuto; nel frattempo i magistrati di Gorcum si lamentarono ufficialmente della loro detenzione illegale, e il principe Guglielmo d'Orange, capo delle forze antispagnole, inviò una lettera che raccomandava di non molestare sacerdoti e religiosi. Vennero anche fatti tentativi non ufficiali da parte di due fratelli di Nicola Pieck, il guardiano dei francescani, per fargli cambiare idea e unirsi ai calvinisti. Il capo dei "Pezzenti", contravvenendo agli ordini del principe, li fece portare al monastero abbandonato di Ruggen, alla periferia di Brielle per impiccarli; quattro sacerdoti rinnegarono la loro fede e furono rilasciati. Gli altri diciannove, dopo l'impiccagione, furono sepolti in due fosse nelle vicinanze, ma nel 1616 i resti furono riesumati e trasferiti nella chiesa francescana di Bruxelles. I martiri di Gorcum furono canonizzati nel 1867. I martiri erano diciannove: undici francescani minori, guidati da Nicola Pieck, frate guardiano, Girolamo da Weert, vicario, due altri frati, Antony van Willehad, novantenne, e Nicasio van Heeze, che ebbe una lunga agonia. Gli altri francescani erano: Teodoro van der Eel, Antonio da Weert, Antonio da Hoornaert, Francesco da Roye, Goffredo da Melveren, Pietro da Assche (fratello laico), e Cornelio da Wijk Bij Duurstede (fratello laico), oltre a quattro sacerdoti secolari: Leonardo Vechel, parroco di Gorcum, Nicola Poppel, Goffredo van Duynen, e Andrea Wouters; quest'ultimo aveva condotto una vita assai sregolata fino al momento della cattura. Giovanni Lenaerts van Oosterwyk era un canonico regolare di S. Agostino e vecchissimo al tempo del suo martirio; anche un domenicano accorso per amministrare loro i sacramenti fu arrestato e ucciso con loro. Infine c'erano due premonstratensi, Adriano da Hilvarenbeek e Giacomo Lacops che non aveva osservato coerentemente la regola, ed era stato causa di alcuni scandali. MARTIROLOGIO ROMANO. A Brielle sulla Mosa in Olanda, passione dei santi martiri Nicola Pieck, sacerdote, e dieci compagni dell’Ordine dei Frati Minori e otto del clero diocesano o regolare19, che per difendere dai calvinisti la dottrina della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia e l’autorità della Chiesa di Roma, patirono scherni e torture di vario genere, concludendo il loro martirio con l’impiccagione.

nome Beato Adriano Fortescue- titolo Cavaliere di Malta, terziario domenicano, martire- nascita 1476 circa, Devon, Inghilterra- morte 1539, Londra- ricorrenza 9 luglio- Adriano nacque da un'antica famiglia del Devon; per parte di madre era cugino di Anna Bolena. La sua data di nascita è stata fissata secondo la tradizione al 1476, ma probabilmente non era nato prima del 1480. Si sposò due volte, prima con Anna Stonor di Stonor e, dodici anni dopo la sua morte, con Anna Rede di Boarstall: ebbe due figlie dal primo matrimonio e tre maschi e due femmine dal secondo. Condusse una vita consona a un gentiluomo con buone relazioni, diventando giudice di pace per la contea di Oxford, frequentando la corte, e combattendo nelle campagne del re in Francia nel 1513, e poi nel 1523. Fece parte del seguito della regina Caterina di Aragona, che visitò la Francia per il famoso "campo del drappo d'oro"; assistette all'incoronazione di Anna Balena nel 1533, e fu nominato cavaliere di Bath. Le fonti esistenti «ci mostrano un uomo dalla pietà esemplare anche se totalmente convenzionale» (Rex); faceva regolarmente donazioni a favore dei poveri e di altre cause, divenne terziario domenicano a Oxford, raccolse brani dagli scritti devozionali inglesi, e scrisse attentamente alcuni appunti sulla sua copia di Pilgrimage of the Life of Perfection (che dimostrano che, almeno a un certo livello, credeva fermamente nella supremazia del papato). Sembra che Adriano abbia accettato, almeno apparentemente, la proclamazione della supremazia reale all'inizio del 1530, e che abbia evitato di prendere una posizione in merito al divorzio del re: infatti pronunciò il giuramento di successione, che includeva il riconoscimento del matrimonio di Enrico con Anna Bolena. Fu rinchiuso nella prigione di Marshalsea nell'agosto del 1534, senza nessuna ragione religiosa, ma quasi certamente a causa del legame della sua famiglia con i conti irlandesi di Kildare (Frances, sua figlia, aveva sposato il decimo conte che aveva guidato la rivolta contro l'Inghilterra nel 1534). Adriano fu rilasciato durante il 1535, probabilmente dopo la resa del conte in agosto, e nel 1536 gli fu chiesto di raccogliere truppe per la soppressione del Pellegrinaggio della Grazia, segno sicuro della sua lealtà alla Corona. Adriano rimase in libertà fino al nuovo arresto nel febbraio del 1539, quando fu rinchiuso nella Torre di Londra. Il Parlamento approvò un atto di confisca dei suoi beni, con l'accusa «di aver proditoriamente rifiutato il giuramento di fedeltà al re in materia religiosa e commesso altri vari e detestabili e abominevoli tradimenti, oltre a suscitare ribellioni nel regno». Questa era un'accusa insolitamente vaga, che non aveva consistenza e non si riferiva ad alcun evento specifico. Il cardinale Pole era incluso nell'atto; non risiedeva in Inghilterra, ma era stato certamente coinvolto nel "tradimento" sostenendo il Pellegrinaggio della Grazia nel 1537, e poi ancora nel 1539, quando aveva tentato di sollevare Francia e Spagna contro Enrico. Non c'è nessuna prova, a ogni modo, che Adriano l'avesse appoggiato, o neanche che fosse stato d'accordo con i suoi intenti. Non è del tutto chiaro di che tipo di tradimento si trattasse o perché il suddetto atto fosse stato emesso dal parlamento così velocemente. Tra coloro che erano con lui, oltre al cardinale Pole, c'erano Tommaso Goldwell (successivamente vescovo durante il regno della regina Maria, e in Italia con Pole in questo periodo) e Pietro (un futuro cardinale, anch'egli legato a Pole e all'estero in quel periodo), e questo ha spinto i curatori di B.T.A. a sostenere che il problema era rappresentato dalle sue convinzioni religiose; lo studioso più recente di questo argomento è d'accordo «che la ragione o il motivo sotteso era in verità religioso» (Rex). È assai probabile che sia stata la sua relazione con la famiglia Polc a causare la caduta di Adriano, dato che era il principale bersaglio di questo atto, ed Enrico era deciso a distruggerli, inclusa l'anziana contessa di Salisbury, madre del cardinale Pole, con cui Adriano era imparentato per via del matrimonio; ciò spiegherebbe l'assenza di qualsiasi accusa specifica di tradimento contro Adriano. C'è un'altra possibilità: la notizia della scomunica di Enrico da parte del papa nel dicembre del 1538 giunse in Inghilterra verso la metà di gennaio del 1539, e questa precisa azione del papa potrebbe aver convinto Adriano di non poter nascondere più a lungo le sue opinioni sulla supremazia del re. Un pubblico commento sull'impossibilità da parte sua di accettare la supremazia del re potrebbe senza alcun dubbio aver portato al suo arresto in febbraio (Rex), anche se, in tal caso, avrebbe dovuto essere accusato anche di aver rinnegato la supremazia del re, il modo più semplice di giustificare la sua esecuzione. Adriano fu decapitato nella Torre il 9 luglio, insieme a Tommaso Dinglcy. Non esisteva un culto tra i primi dissidenti cattolici inglesi, ma era venerato come martire dai Cavalieri di Malta, e ciò costituì il fondamento della sua beatificazione avvenuta nel 1895. La tradizione ha sostenuto energicamente dal XVII secolo in poi la sua appartenenza a quest'ordine, anche se, essendo sposato, avrebbe potuto essere solo un "cavaliere della devozione", e non un membro a tutti gli effetti. Alcuni studi recenti, a ogni modo, non sono riusciti a trovare nessuna prova della sua adesione a questo ordine, inoltre i "cavalieri della devozione" non erano accettati negli statuti secenteschi dell'ordine. Esisteva una sorta di "confraternita" o "associazione", ma, ancora una volta, non c'è alcuna testimonianza che Adriano vi abbia aderito. «Diventa perciò molto difficile credere che Adriano si sia mai affiliato, nella sua vita, all'Ordine dei Cavalieri di Malta di S. Giovanni di Gerusalemme» (cfr. Rex). Il figlio maggiore di Adriano, Giovanni, occupò un posto importante durante il regno di Elisabetta I e di re Giacomo, e conobbe il fondatore della Biblioteca Bodleiana di Oxford; tra i libri che diede a Bodley c'era un manoscritto di Adriano che conteneva parte di Piers Ploughman, un trattato intitolato Absolute and Limited Monarchy, e un insieme di massime e detti. Suo figlio più giovane, Antonio, fu coinvolto in un complotto cattolico contro Elisabetta I, nel 1561, ma riuscì a fuggire e a lasciare il paese. MARTIROLOGIO ROMANO. A Londra in Inghilterra, beato Adriano Fortescue, martire, che, padre di famiglia e cavaliere, falsamente accusato di tradimento sotto il re Enrico VIII e due volte detenuto in carcere, portò infine a termine il martirio con la decapitazione.

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