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08/07/2024 alle 21:48

1971: XLII Gran Premio d'Italia - Un centesimo di secondo per la vittoria, Gethin e la vittoria più entusiasmante di sempre.

1971: XLII Gran Premio d'Italia - Un centesimo di secondo per la vittoria, Gethin e la vittoria più entusiasmante di sempre.

- Data: 05/09/1971 ☀️

- Circuito: Monza

- Percorso: 5,750 chilometri

- Distanza: 55 giri, 316,250 chilometri

- Pole position: 🇳🇿 Chris Amon (Matra)

- Giro Veloce: 🇫🇷​ Henri Pescarolo (March) in 1'23"8

- Vincitore: 🇬🇧​ Peter Gethin (BRM)

- Vettura: 🇬🇧 BRM P160

Un centesimo di secondo, un nulla, decisamente meno del tempo per un battito di ciglia. Eppure un centesimo di secondo, il 5 settembre 1971, ha fatto un enorme differenza tra una vittoria e una sconfitta. Per la prima volta i giudici di gara dovettero ricorrere al fotofinish per determinare il vincitore del 42° Gran Premio d'Italia, perché all'arrivo il primo e il secondo classificato si contesero la vittoria nei metri finali del rettilineo principale dell'Autodromo Nazionale di Monza. Pochissimi centimetri che fecero entrare nella storia della Formula 1 questa gara, il Gran Premio con il distacco più breve della storia.

Al nono appuntamento della stagione Jackie Stewart su Tyrrell comandava comodamente il campionato, dopo aver conquistato matematicamente il titolo iridato nel GP d’Austria. Dalla scomparsa di Jochen Rindt era passato giusto un anno e la causa legale tra la Lotus e gli organizzatori dell’evento era ancora in atto. Secondo il manager del pilota austriaco, Bernie Eccleston, Rindt si sarebbe potuto salvare, ma una serie di errori nelle operazioni di soccorso e di trasporto del pilota in ospedale sarebbero state determinanti. Il team nero e oro si presentò sotto le insegne della squadra “World Wide Racing”, in segno di protesta. Colpevoli o non colpevoli, per l'autodromo di Monza inizia una serie di nuovi aggiornamenti per la scurezza della pista. I lunghi rettilinei del tracciato brianzolo vennero modificati nell'inverno del 1971, con la realizzazioni della prima chicane per rallentare le vetture a metà del rettilineo principale, e con la seconda chicane tra la curva del serraglio e il rettifilo centrale per rallentarle all'ingresso della parabolica.

Tornando al Gran Premio: la McLaren portò in pista una sola vettura affidata a Jackie Oliver, poiché Denny Hulme era impegnato negli Stati Uniti per una gara USAC in California. Stessa situazione per la scuderia francese della Matra, che portò una sola vettura perché Jean-Pierre Beltoise, era ancora sospeso dopo il ritiro della licenza, che causò l’incidente dove perse la vita Ignazio Giunti, nel gennaio scorso a Buenos Aires. Il team di “Big John“, gasato dopo aver vinto la Gold Cup a Oulton Park, pochi giorni prima, convocò anche Mike Hailwood, portando in griglia ben tre vetture.

Sui veloci rettilinei di Monza le vetture V12 erano molto competitive, dando la possibilità a Chris Amon con l’unica Matra di conquistare la pole position davanti a Jacky Ickx con la Ferrari. In seconda fila si posizionarono le due BRM di Jo Siffert e Howden Ganley.La prima vettura motorizzata con un V8 fu la Tyrrell di Francois Cévert, quinto in griglia e affiancato dalla March di Ronnie Peterson. Dietro arrivarono Jackie Stewart e Clay Regazzoni con la seconda monoposto del Cavallino Rampante.

Chiusero la top 10, Tim Schenken su Brabham e Henri Pescarolo con la March di Frank Williams.

Al via del GP d’Italia 1971, Regazzoni partì a razzo conquistando il comando, ma la gara della Ferrari numero 4 si rivelò deludente: infatti dopo qualche giro in testa, il pilota ticinese fu costretto al ritiro con il motore fumante. Problema simile anche, due tornate prima, per l’altra rossa di Ickx. Davanti, il gruppo di testa proseguiva alternandosi nelle posizioni e con Peterson e Cévert tra i più assidui al comando, mentre dietro si accodarono Siffert, Ganley e Gethin.

Al 37° passaggio, passò in testa il poleman, Chris Amon; ma la leadership del pilota neozelandese durò per dieci giri finché, nel rimuovere una visiera sporca d’olio, restò con il viso esposto a altre 250 km/h, rallentando d’istinto e finendo per perdere ogni possibilità di vittoria.

La 42° edizione del Gran Premio d’Italia era ancora tutto da decidere con 5 piloti a giocarsi il gradino più alto del podio e con Peterson che precedeva Cévert, Hailwood, Gethin e Ganley, quest’ultimo però finì per perdere il contatto con il gruppo.

All’ingresso della Parabolica, Gethin prese la scia beffando tutti, prendendo il comando e passando per primo sotto la bandiera a scacchi. Dietro al pilota inglese arrivarono Peterson, battuto di un centesimo Cévert. Punti iridati anche per Hailwood, Ganley e Amon.

🇬🇧 BRM P160 - Progettista: Tony Southgate; Telaio: Semimonoscocca in alluminio, con telaio motore parzialmente portante; Motore: BRM V12 da 2998 cm³; Potenza: 450 CV a 11.000 giri/min; Trasmissione: Cambio manuale a 5 rapporti, trazione: posteriore; Lunghezza: 4.051 mm; Larghezza: 1.880 mm; Passo: 2.464 mm; Peso: 550 kg; Gomme: Firestone; Carburante: Shell; Risultato: 01 h 18'12".60

+3 punti

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