@FromSovietRussiaWithLove
oggi non è stata una bella giornata, ma non perché sia successo qualcosa di brutto. semplicemente non è successo nulla di bello
di solito il mio modo di capire il mio umore è lo scrollare, se sto male finisco tutta la giornata a farlo.
in questi giorni sto facendo un sacco di cose in preparazione per riprendere l'anno accademico, stupidaggini che però prendono tanto tempo, come sistemare spotify, pulire il profilo su Instagram, lavare la bici, e mi trovo sempre a riflettere l'anno che è passato.
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è indubbiamente volato, un anno fa ero tornato da new york e mi stavo preparando per andare in interrail, eppure nella mia mente sono ancora al belvedere di brooklyn o in quel parco sul dabubio a vienna.
quest'anno, il primo dopo la scuola, il primo di università, è stato solitario. emotivamente solitario. io, la musica, il treno e il percorso per andare in università. niente uscite, nessun nuovo amico vero oltre meri rapporti di cortesia e alcuni tentativi andati a male per incompatibilità. e se n'è andata anche l'unica persona davvero importante per me.
in realtà mi sono anche divertito, sono contento di ciò che ho fatto, delle esperienze, delle cose che ho imparato. però mi pesa il fatto che ci sia una persona con cui le ho condivise, che non ci sia una persona a cui penso quando ricordo quest'anno e viceversa, che non ci sia qualcuno da incontrare fra anni e ridere di questi anni.
adesso a settembre ricomincio da capo, ma credo che il problema sia la pochissima compatibilità tra me e la maggioranza delle persone. non riesco a stare con qualcuno che non ha obbiettivi, che vive alla giornata, con qualcuno che non riflette sulla vita, che non faccia discorsi profondi. non riesco a stare con persone che non abbiano dentro il fuoco di conquistare i loro obbiettivi. e finché io vedrò accanto a me persone vuote non mi ci vorrò legare, nonostante mi pesi. spero solo di trovare qualcuno come me, che capisca il mio modo di pensare e di vivere, e che non pensi io sia un personaggio o un montato, come pensano molti.
ed il problema delle relazioni è un costante dubbio che si ripropone costantemente. non voglio persone superficiali ma poi sono solo. non voglio fidanzarmi se non con una persona davvero per me ma ogni sera nel letto abbraccio il cuscino immaginando una ragazza ideale. non voglio uscire in locali ma non ho nessuno che abbia il mio stesso senso del divertimento. c'è quella vocina dentro di me, in sottofondo, che mi dice di accontentarmi. di uscire anche con quelli che non mi stanno proprio simpatici, di mettermi con la prima che si interessa a me, di frequentare chi posso e non chi voglio. e io questa voce la respingo, ma lei c'è sempre e di persone con cui sto bene sempre meno.
poi il telefono, lo sto odiando. ci sono giorni, come oggi, che passo l'intera giornata sullo schermo, e non esagero. ok, oggi l'ho anche usato per sistemare alcune cose, ma mi sento risucchiato dentro, mi sento senza voglia di fare nulla, e infatti l'unica cosa che faccio per uscirne è dormire e ricominciare un altro giorno. ma giorni come questo non devono più esistere.
poi in questi giorni, stando anche un po' da solo, stavo riflettendo sulla mia sessualità. ho quasi 20 anni e sono vergine, e la cosa di per sé non è che mi pesi più di tanto, ho un ottimo rapporto col mio corpo e masturbandomi riesco a soddisfarmi a pieno, quindi non ho necessità di sesso. né ho necessità di amore, come ho detto prima dipende prima dal trovare una persona adatta a me -e di tutte le ragazze che ho conosciuto nella mia intera vita, solo 1 ora è-. la cosa che mi pesa è forse il possibile rimorso che avrò nei confronti dell'intimità. cioè, vedo tutti che scopano, che si fidanzano, che amoreggiano. e se il non farlo per me non è un problema, credo lo sia il fatto che fra molti anni, quando ripenseró alla mia -ormai passata- adolescenza e alla mia giovinezza, questa parte verrà totalmente a mancare, e non so se sarà una cosa da nulla o un peso che mi porterò dietro. mi sento un passo indietro agli altri, ancora acerbo sotto questo punto di vista, e ho invidia delle sensazioni, delle emozioni e dei ricordi creati che i miei coetanei vivono ed io no. e la cosa che più mi indispettisce è che non è che io scelgo di tirarmene fuori, ma non ho la minima idea di dove questo mondo inizi. tutti quelli con cui né parlo me la raccontano come la cosa più facile del mondo, come si sono guardati con l'altro ed è stato tutto automatico. forse sarà anche così, stando con gli altri per forza scatta la chimica, ma il problema che tutto ciò avviene in momenti -come feste, uscite, momenti di svago- a cui io non arrivo a partecipare perché me ne tiro fuori molto prima. so che la chiave è stare con le persone, e da settembre lo farò all'università, ma non sono poi così tanto fiducioso. ho paura di perdere solo tempo, oltre al fatto che trovare delle persone compatibili è solo questione di culo. magari il primo giorno ti siedi nel posto sbagliato e non conoscerai mai un'altra persona, seduta ad un altro posto, che è perfetta per me. questa cosa mi inquieta.
divagazioni a parte, per adesso affronto il problema ignorandolo, dicendomi che il momento giusto arriverà, che le persone giuste arriveranno. ma sotto sotto non è che ci creda più di tanto, conosco troppe persone rimaste sole tutta la vita per crederci.
ecco, questa è una mia paura. forse l'unica, o una di tre.
la vita sta scorrendo veloce, e ho ancora tantissime cose da sistemare