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12/08/2024 alle 16:17

I santi di oggi 12 agosto:

I santi di oggi 12 agosto:

nome Santa Giovanna Francesca de Chantal- titolo Religiosa- nome di battesimo Jeanne-Françoise Frémyot- nascita 23 gennaio 1572, Dijon, Francia- morte 13 dicembre 1641, Moulins, Francia- ricorrenza 12 agosto, 21 agosto messa tridentina- Beatificazione 21 novembre 1751- Canonizzazione 16 luglio 1767- La nobile Giovanna di Chantal, figlia di Benigno Fremiot, presidente al Parlamento di Borgogna, nacque il 23 gennaio 1572 a Dijon. Il presidente Fremiot, rimasto vedovo quando i figli erano ancora in tenera età, si prese cura personalmente della loro educazione: li allevò con tenerezza paterna nei principi di una soda pietà. Giovanna fu quella che corrispose meglio di tutti alle sue cure. Giunta all'età di 20 anni, si sposò col barone di Chantal, un ufficiale di 27 anni che si trovava al servizio di Enrico IV. Sua prima cura fu quella di vegliare sui servi, di far loro praticare i doveri della religione cristiana e di obbligarli a partecipare alla preghiera che tutte le sere si faceva in comune. Nei giorni di festa li mandava alla S. Messa in parrocchia, mentre nei giorni feriali dovevano assistere alla Messa nella cappella gentilizia. Iddio però bramava di regnare solo nel cuore di Giovanna e per questo la provò col più duro dei sacrifici. Un giorno il barone di Chantal venne invitato da un amico ad una partita di caccia ed egli, come al solito, vi aderì. Ma nel rincorrere la selvaggina che si era internata nella macchia, il barone, senza avvedersene, si era portato al tiro dell'amico: questi che al rumore della canizza si teneva pronto, come vide muovere gli sterpi di fronte scaricò il suo archibugio che colpì mortalmente il povero barone. La Santa rimase così vedova all'età di 28 anni. Ella aveva avuto sei figli, di cui quattro viventi. Sopportò il suo dolore per quanto fosse acuto, con rassegnazione e con fortezza. Amava di ripetere queste parole: Voi avete spezzato, o Signore, i miei vincoli: io posso ora presentarvi una vittima di lode. D'allora in poi desiderò maggiormente di essere unicamente del Signore, di vivere sola e di non avere più nulla di comune col mondo. La realizzazione di questa aspirazione però le era impedita dal dovere di assistere ed educare i suoi quattro figli, e d'altra parte le mancava un direttore il quale potesse condurla nelle vie in cui Dio la voleva. Ma un giorno, durante l'orazione, il Signore glielo fece vedere: incontratasi poi con San Francesco di Sales, riconobbe in lui l'uomo della visione e gli aprì la sua anima. Questo gran Santo la guidò per le vie mirabili della Provvidenza, ed aiutandola a compiere i suoi doveri di madre, la costituì pietra fondamentale dell'Istituto che egli stava per fondare. Prima di partire per il chiostro, avendo ella chiesto la benedizione paterna, il presidente Fremiot, trafitto dal dolore e bagnato di lagrime, gridò: - O Mio Dio, non mi è dato di oppormi all'esecuzione dei vostri disegni, quantunque ciò mi debba costare la vita; io vi offro, o Signore, questa cara figliuola; degnatevi di riceverla e farne la mia consolazione. Sotto la sua guida, l'Ordine della Visitazione fece grandi progressi, diventando un'aiuola di elette virtù. S. Giovanna era così accesa di amor di Dio, che soleva esclamare: Amore, amore, io non voglio parlare che di amore. Morì il 13 dicembre 1641. PRATICA. Grande onore e grande gloria è servire Dio, disprezzando tutto quello che non ci conduce a lui. (Imitazione di Cristo). PREGHIERA. O Dio onnipotente e misericordioso, che alla beata Giovanna Francesca, accesa del tuo amore, donasti un'ammirabile forza di spirito per seguire nei diversi stati della vita la via della perfezione e che per lei volesti arricchire la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedi per i suoi meriti e preghiere che noi vinciamo con l'aiuto della grazia celeste tutte le difficoltà del nostro cammino. MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, religiosa: dal suo matrimonio cristiano ebbe sei figli, che educò alla pietà; rimasta vedova, percorse alacremente sotto la guida di san Francesco di Sales la via della perfezione, dedicandosi alle opere di carità soprattutto verso i poveri e i malati; diede inizio all’Ordine della Visitazione di Santa Maria, che diresse pure con saggezza. Il suo transito avvenuto a Moulins sulle rive dell’Allier vicino a Nevers in Francia ricorre il 13 dicembre.

nome Santa Lelia- titolo Vergine- nascita VI secolo, Irlanda- morte VI secolo, Irlanda- ricorrenza 12 agosto- La diocesi di Limerick e altre diocesi irlandesi ricordano S. Lelia in questa data. È stata inclusa nella nuova edizione del Martirologio Romano, anche se non era presente in quella precedente. Non si sa con certezza né dove né quando visse, anche se pare doversi attribuire a lei la fondazione di alcune case religiose nella provincia di Miinster. È stata anche identificata con la S. Liadhain di Dalcassia, pronipote del principe Cairthenn, battezzato da S. Patrizio a Singland. Ha dato il nome a Killeely (Cill Liadaini), nella contea di Limerick. MARTIROLOGIO ROMANO. Sempre in Irlanda, in una cella che porta il suo nome, santa Lelia, vergine.

nome Beato Innocenzo XI- titolo 240º papa della Chiesa cattolica- nome di battesimo Benedetto Odescalchi- nascita 19 maggio 1611, Como- Ordinazione sacerdotale 20 novembre 1650- Nomina a vescovo 4 aprile 1650 da papa Innocenzo X- Consacrazione a vescovo 29 gennaio 1651 dal cardinale Francesco Maria Macchiavelli- Creazione a cardinale 6 marzo 1645 da papa Innocenzo X- Elezione 21 settembre 1676- Incoronazione 4 ottobre 1676- Fine pontificato 12 agosto 1689 (12 anni e 325 giorni)- Motto Avarus non implebitur- morte 12 agosto 1689, Roma- ricorrenza 12 agosto- Beatificazione 7 ottobre 1956 da papa Pio XII- Benedetto Odescalchi nacque nel 1611 a Como da una ricca famiglia di mercanti. Venne nominato papa il 21 settembre 1676 all'età di sessantacinque anni, e prese il nome di Innocenzo. Era un uomo di grande fermezza e integrità morale ed è l'unico papa a essere stato canonizzato e beatificato tra S. Pio V nel XVI secolo e S. Pio X nel XX secolo. Benedetto divenne cardinale nel 1645 e vescovo di Novara nel 1650. Quand'era legato papale a Ferrara si guadagnò la reputazione di uomo pio, austero ma gentile, con un'attenzione particolare ai poveri. Era un amministratore coscienzioso degli affari papali, tuttavia si oppose sempre al nepotismo e alla pratica delle sinecure (benefici ecclesiastici svincolati da un ministero effettivo) così comuni a Roma. Come papa non esitò ad agire in maniera risoluta nonché, ai nostri occhi moderni, severa e un po' miope contro opinioni che egli riteneva negative e pericolose per l'ordine stabilito. Come spesso accade, è difficile, se non impossibile, presentare correttamente l'operato di una personalità così complessa e geniale. Innocenzo non aveva buona cognizione della natura umana, le sue basi teologiche erano inadeguate e non conosceva nessun paese straniero, tuttavia era in grado di influenzare le discussioni politiche, le correnti di pensiero e le opere filosofiche, spirituali, scientifiche e culturali con ragionamenti raffinatissimi, anche se non lineari e quasi paradossali. Innocenzo era già stato candidato al papato nel 1669, incontrando l'opposizione del re francese, ma nel 1676 la sua elezione fu accolta. Come papa si impegnò in un lungo conflitto con Luigi XIV riguardante il diritto del re francese di assegnare le chiese appartenenti a diocesi vacanti e di riceverne le rendite ("diritto dei regalia"). Innocenzo revocò il diritto di asilo delle ambasciate a Roma e il loro esonero dai dazi doganali e dai controlli. Scomunicò l'ambasciatore francese e condannò le interferenze assolutiste di Luigi XIV negli affari della Chiesa, la revoca dell'editto di Nantes (che portò ad annullare anche l'ultimo spazio di tolleranza verso le attività protestanti, editoriali e cultuali) e il conseguente massacro e bando degli ugonotti (che diede origine a una grande emigrazione di ogni ceto sociale dalla Francia). «La gente deve essere guidata e non trascinata nel tempio», faceva notare Innocenzo. In generale al sorgere di movimenti nazionali separatisti, Innocenzo contrappose una politica di persecuzioni e l'uso della forza per combattere l'eresia. In seguito alla chiusura di diversi conventi da parte di Luigi, Innocenzo minacciò il re di severe pene. Questo episodio diede luogo alla pubblicazione da parte di Bossuet, il grande predicatore e raffinato scrittore, e di altri ecclesiastici francesi degli Articoli Gallicani (redatti da Bossuet stesso); in essi si sosteneva che il pontefice non potesse esercitare alcun potere temporale sui monarchi, che il concilio ecumenico dovesse avere un ruolo di preminenza sul papato, che di fronte a un'opposizione conciliare i decreti papali dovessero essere revocati e che il papa dovesse riconoscere i decreti e i privilegi gallicani e delle altre chiese locali. Innocenzo condannò il gallicanesimo respingendo gli articoli e rifiutò di approvare due nomine regali di vescovi gallicani. Egli scelse poi, per la sede di Colonia, un arcivescovo che non favoriva gli interessi politici della Francia, e questo causò l'occupazione da parte di Luigi XIV del territorio papale di Avignone e l'arresto del nunzio apostolico. Uno dei maggiori successi di Innocenzo, la salvaguardia della Lega Santa contro i turchi, fu quasi vanificato dalle guerre francesi e dalla mancanza di collaborazione di Luigi XIV; la politica espansionistica della Francia ne fu responsabile ma, secondo alcuni, Innocenzo influì su questo atteggiamento, rifiutando anche le concessioni di secondaria importanza. Innocenzo criticò parimenti l'operato di Giacomo II d'Inghilterra, in modo particolare la sua dichiarazione d'indulgenza del 1687, quando questi tentò di restaurare sconside-ratamente il cattolicesimo in Gran Bretagna; Giacomo era un sostenitore di Luigi di Francia e, come lui, si era convinto che fosse necessario usare la forza per convertire l'Inghilterra al cattolicesimo. Innocenzo condannò sessantacinque affermazioni eccessivamente tolleranti su questioni di teologia morale nella bolla Sanctissimus Dominus (1687). Condannò anche il presunto quietismo nelle opere del prete spagnolo Michele de Molinos, la cui popolarissima Guida Spirituale negava ogni efficacia della volontà nello sforzo umano per raggiungere la perfezione e raccomandava la fiducia nella presenza divina come atto di pura fede; egli incoraggiava uno stato di immobilismo quasi mistico, ritenuto superiore a ogni pratica religiosa, dalla partecipazione alla Messa a tutte le forme di mortificazione. Le opere di Molinos ebbero molta influenza, soprattutto in Italia, dove vennero pubblicate per la prima volta, e produssero sia effetti positivi, come sul pensiero di Madame Guyon e su altri mistici contemporanei, sia negativi, come sull'obbedienza religiosa (un numero crescente di suore ribelli rinnegarono la confessione e tutte le forme esteriori di devozione). Nel 1685 Innocenzo aveva ordinato l'arresto di Molinos, che, sebbene avesse origini spagnole, viveva a Roma dal 1663 ed era un direttore spirituale molto rispettato. L'atto fu la conseguenza di pesanti accuse mosse sulla base della vasta corrispondenza: gli ufficiali dell'Inquisizione raccolsero dodicimila sue lettere e compilarono un elenco di idee pericolose. Molinos aveva molti seguaci, tra cui importanti ecclesiastici quali il cardinale Petrucci, che era stato amico di Innocenzo prima della sua elezione, ma il papa aveva già mostrato ogni contrarietà ai favoritismi e gli appoggi dello spagnolo risultarono ininfluenti. Con mezzi che oggi potrebbero sembrare impropri, Molinos fu persuaso a ritrattare. Nel 1687 fu giudicato per le sue idee e condannato all'ergastolo con l'accusa di condotta immorale. Innocenzo condannò anche trentaquattro affermazioni presenti nelle opere di Petrucci, ma il cardinale finì per fare una ritrattazione semi privata e non venne arrestato. Gli fu permesso di mantenere il suo ufficio, ma i suoi scritti rimasero all'Indice dei libri proibiti fino al xx secolo. A quanto risulta è stato l'unico cardinale i cui scritti siano stati condannati mentre era ancora vivo. La condanna del quietismo nella bolla Coelestis Pastor (1689) fu di fatto un formale rinnegamento degli insegnamenti di Molinos e delle sessantotto dichiarazioni più radicali. Sfortunatamente questi fatti e la campagna generale contro il quietismo trasformarono la meditazione e il misticismo in pratiche sospette per quasi un secolo e mezzo, tanto che anche gli scritti di S. Giovanni della Croce vennero pubblicati in versioni rigorosamente censurate. Gli oppositori di Innocenzo, a motivo della sua intransigenza, lo accusarono di giansenismo, eppure egli fu favorevole alla comunione quotidiana e ad altre pratiche molto lontane da quel pensiero. Egli aveva risparmiato i giansenisti solamente perché sperava di trovare una riconciliazione con i più rigidi sostenitori della setta. L'accusa si rivolgeva in primo luogo al perdurante conflitto con la Francia e, secondariamente, all'abolizione di diverse sinecure a Roma e a quelle misure locali eccessivamente scrupolose quali le leggi contro il gioco d'azzardo e l'abbigliamento poco decoroso e le frequenti proibizioni al carnevale. Anche le sue severe misure economiche non erano state accolte favorevolmente, ma durante il suo papato Innocenzo riuscì a sanare il bilancio e a sovvenzionare largamente la campagna cristiana contro i turchi, che culminò con la vittoria di Giovanni II Sobieski di Polonia a Vienna (12 set. 1683). Durante il suo incarico Innocenzo rimase un uomo di abitudini semplici e di natura generosa, fermo e sicuro nel combattere contro l'eresia e contro lo sfarzo e gli abusi del clero. La sua figura asciutta e decisa è ben ritratta nella statua sulla sua tomba monumentale (un sarcofago di bronzo nero) a S. Pietro, opera di Pietro Monnot su disegno di Carlo Maratta (1625-1713). Innocenzo morì il 12 aprile 1689 e fu beatificato nel 1956. Se non fosse stato per l'opposizione francese e per il sospetto di giansenismo, probabilmente sarebbe stato beatificato duecento anni prima: gli abitanti di Roma, infatti, pur avendolo prima osteggiato, avevano iniziato a venerarlo già subito dopo la morte. La causa, iniziata nel 1714 durante il regno di Luigi XIV, fu poi sospesa sotto papa Benedetto XIV. Fu riaperta solo nel 1944, probabilmente perché veicolava l'immagine di un fiero difensore della libertà della Chiesa (questione molto attuale durante la seconda guerra mondiale) e per il sostegno dato alla Lega Santa contro i turchi. Il ritorno d'interesse fu forse legato alle minacce, reali o supposte, di tedeschi e alleati contro Roma, oppure all'intenzione di sostenere la campagna, prima, contro la rinascita del comunismo in Italia e Francia dopo la Liberazione e, poi, contro l'erosione dei diritti della Chiesa nel blocco sovietico. La storia del processo di beatificazione di Innocenzo ripresenta, dunque, in forma differente, lo stesso irrisolto ma affascinante problema che tormenta e arricchisce ogni discussione sul suo operato e su quello dei suoi contemporanei. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, beato Innocenzo XI, papa, che resse saggiamente la Chiesa, sebbene provato da forti dolori e tribolazioni.

nome Sant'Euplo- titolo Diacono e martire- nascita III secolo, Catania- morte 12 agosto 304, Catania- ricorrenza 12 agosto- Patrono di Catania, Francavilla di Sicilia e Trevico- Euplo, citato nella nuova edizione del Martirologio Romano, è ricordato per il tumulto creato davanti al palazzo del governatore di Catania durante la persecuzione di Diocleziano. Si dice che abbia gridato: «Sono un cristiano e sono pronto a morire per questo». Calvisiano, il governatore, ordinò che lo portassero al suo cospetto, ed egli si presentò portando un Vangelo. Alcuni fecero notare che era un libro proibito, così Calvisiano prese a interrogarlo. Euplo rispose a ogni domanda con una sorta di santa sfrontatezza e il dialogo riportato negli Atti eli Euplo (e forse il personaggio stesso) è chiaramente costruito per divertire e istruire, grazie alle sue risposte argute e impertinenti. Quando Calvisiano gli domandò se il libro fosse suo, Euplo rispose: «Come puoi vedere». Quando il governatore gli chiese chi gli avesse insegnato quanto andava dicendo, egli rispose: «Ho imparato tutto da Nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio». Euplo venne imprigionato e interrogato tre mesi dopo. Calvisiano gli chiese se aveva ancora gli scritti proibiti, e Euplo rispose: «Certo». Il governatore gli domandò dove li tenesse, ed Euplo replicò: «Dentro!». Calvisiano continuò: «Se li hai ancora, portali qui», al che Euplo ripeté: «Sono dentro!», indicando il suo cuore e mostrando in qual modo egli li custodisse e consultasse. Il governatore esasperato ordinò che fosse torturato lino a quando non avesse acconsentito a offrire sacrifici agli idoli, ma senza successo. Gli venne offerta un'altra opportunità, in cambio della vita, ma egli rifiutò di rinnegare la fede e fu condannato alla decapitazione. MARTIROLOGIO ROMANO. Catania, sant’Euplo, martire: secondo la tradizione, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, fu gettato in carcere dal governatore Calvisiano perché trovato con il libro dei Vangeli tra le mani; interrogato più volte, fu battuto a morte per aver risposto di serbare con vanto il Vangelo nel suo cuore.

nome San Porcario abate e compagni- titolo Monaci martiri a Lérins- ricorrenza 12 agosto- La storia di S. Porcario nei suoi Atti (ritenuti tardi) è abbastanza pittoresca e fantasiosa, tuttavia il racconto non è stato tolto dalla nuova edizione del Martirologio Romano. All'inizio del V secolo S. Onorato di Arles (16 gen.) fondò l'abbazia di Lérins su un'isola della costa provenzale, di fronte a Cannes. Con l'viii secolo la comunità arrivò a contare più di cinquecento monaci. Nel 732 circa un messaggero angelico portò la notizia che alcuni predoni saraceni si stavano dirigendo verso l'isola. L'abate Porcario prestò fede al messaggio sovrannaturale e cercò di evacuare l'isola, ma le barche disponibili non erano sufficienti e si privilegiarono i ragazzi che studiavano nel convento e trentasei giovani religiosi. Essi riuscirono così a portarsi in salvo, stipati sulle imbarcazioni, mentre Porcario esortava i rimanenti cinquecento monaci a soffrire coraggiosamente per la fede di Cristo. I pirati li uccisero tutti, lasciandone vivi solo quattro che fecero schiavi. Simili incursioni da parte di corsari dell'Africa settentrionale o della Spagna erano frequenti, e un'abbazia, presumibilmente indifesa, era una prospettiva allettante. Probabilmente i pirati furono avvistati da pescatori o da una barca al largo dell'isola troppo tardi per chiamare aiuto dalla terraferma. Tuttavia un massacro di queste dimensioni è poco credibile. MARTIROLOGIO ROMANO. Nell’isola di Lérins nella Provenza in Francia, santi martiri Porcario, abate, e molti altri monaci, che si tramanda siano stati uccisi dai Saraceni.

nome Beato Carlo Meehan- titolo Martire- nascita Irlanda- morte 1679, Ruthin, Galles- ricorrenza 12 agosto- Carlo nacque in Irlanda. Entrato nei frati minori, aveva circa trentanove anni quando morì a Ruthin, nel Galles del nord e fu uno degli ultimi martiri dell'epoca di Cromwell, sotto Riccardo, il figlio di Oliver. È stato beatificato il 22 novembre 1987. MARTIROLOGIO ROMANO. A Ruthin nel Galles settentrionale, beato Carlo Meehan, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, irlandese di origine, fu arrestato mentre era in viaggio attraverso questa regione verso la patria e, condannato a morte per essere entrato nei domini del re Carlo II, ottenne la palma del martirio subendo l’impiccagione e lo sventramento.

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