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17/07/2024 alle 21:57

1980: LI Gran Premio d'Italia - Da Monza a Imola, il compromesso nel segno di Piquet

1980: LI Gran Premio d'Italia - Da Monza a Imola, il compromesso nel segno di Piquet

- Data: 14/09/1980 ☀️

- Circuito: Monza

- Percorso: 5 chilometri

- Distanza: 60 giri, 300 chilometri

- Pole position: 🇫🇷 René Arnoux (Renault)

- Giro Veloce: 🇦🇺 Alan Jones (Williams) in 1'36"089

- Vincitore: 🇧🇷 Nelson Piquet (Brabham)

- Vettura: 🇬🇧 Brabham BT49

Nel 1980 il Gran Premio d'Italia venne spostato a Imola. Alla luce dei drammatici fatti del 1978, Bernie Ecclestone, capo della FOCA, strinse un accordo con l'Automobile Club di Bologna per tre stagioni. L'annuncio venne criticato dall'ACI, che si considerava l'unico soggetto intitolato per chiudere un tale accordo, così come dalla Commissione Sportiva Internazionale, unico ente predisposto per l'omologazione dei circuiti. Ecclestone giustificò la scelta, che avrebbe eliminato il Circuito di Monza dal calendario, non essendo previsti due Gran Premi in Italia, con la scarsa qualità delle strutture del tracciato brianzolo e dalla mancata progettazione dei lavori richiesti. ACI e FOCA trovarono un accordo per riportare a Monza il Gran Premio nel 1981, concedendo a Imola l'organizzazione del 1980. Dal 1981 il circuito di Imola sarebbe rimasto in calendario come Gran Premio di San Marino.

La dodicesima prova del campionato del mondo di F1 edizione 1980, si tenne dunque a Imola.

Prendendo la denominazione di GP d’Italia, venne rispettato un accordo preso l’anno prima e nonostante i diversi premi conquistati dall’Autodromo di Monza, I’impianto romagnolo potra’ vantarsi della denominazione di gran premio nazionale per quella stagione.

Come l’anno prima, quando si corse un gran premio non valido per il campionato, il pubblico accorse in massa, assiepandosi lungo la striscia d’asfalto e in ogni posto libero.

L’unica assente è una Ferrari competitiva infatti, la 312 t5 relega la rossa a pura comparsa.

Jody Scheckter, campione del mondo in carica, ma di fatto pensionato, non può che soccombere alla pochezza della vettura, mentre Villeneuve si esalta con prestazioni eccezionali ma poco redditizie in termini di risultato.

Durante le prime prove, la Ferrari decide di far debuttare la prima monoposto a motore turbo, che nelle mani del canadese si trasforma in un stallone indomabile dal futuro promettente.

Gilles mette alla frusta la 126-C – questa è la denominazione della monoposto – arrivando a compiere sovrasterzi di potenza con conseguenti testacoda che mandano in visibilio il pubblico ma nello sconforto il box di Maranello in affanno a capire l’effettivo valore della vettura.

Chi scrive era presente alle prove. Ricordo benissimo che Gilles, alla Variante Alta, mal digeriva la potenza del turbo tutt’altro che progressiva, arrivando a danzare in pista fino a mandare a noi spettatori tanti frammenti di gomma.

Nonostante lo spettacolo offerto dal canadese, i migliori tempi sono spiccati delle Renault e dall’ Alfa Romeo (quella vera!) con Giacomelli che conquista un incoraggiante terzo posto. mentre Gilles, con la superata 312-T5, il settimo.

Al sabato le prove furono un successo in termini di spettacolo e di pubblico, Gilles con la Ferrari turbo riesce a strappare dei tempi incoraggianti ma i migliori crono sono sempre della Renault. Questa volta, però, di Arnoux, che a pochi minuti dal termine della sessione relega il compagno al secondo posto e, allo stesso tempo, Carlos Reutemann con la Williams conquista il terzo posto ai danni dell’Alfa che finisce quarta.

Alla partenza Reutemann rimane quasi fermo per un problema al cambio mentre in testa Arnoux comanda davanti al compagno e via via tutti gli altri.

Qualche giro dopo Jabouille con la renault n 15 passa il proprio compagno che alla splendida Acque Minerali viene passato anche da Piquet. Villeneuve scatenato passa Giacomelli alla Tosa, e si butta all’inseguimento dei primi. La T5 sembra reagire bene nelle mani del canadese che quel giorno, sembra tenere un passo ai livelli dei primi.

Al sesto giro il pubblico alla Tosa, me compreso, è testimone di un incidente da far fermare il cuore.

L’improvvisa esplosione di un pneumatico posteriore della Ferrari numero 2 porta la monoposto a sbattere contro il muretto esterno della semicurva prima della Tosa. La macchina, nell’impatto, si distrugge perdendo ruote e pezzi e rimbalzando in pista.

Col rottame della Ferrari in mezzo alla pista e Gilles immobile nell’abitacolo. Il silenzio cala sul autodromo

Si teme il peggio. Poi, quasi come un raggio di sole in un giorno d pioggia ecco il canadese muoversi e uscire dall’abitacolo seppur visibilmente scioccato dall’incidente. Il canadese ha subito un colpo di frusta laterale, che gli ha salvato la vita ma lo ha lasciato frastornato al punto da essere portato al centro medico per controlli preventivi.

Nonostante il dramma sfiorato la corsa continua con le Renault in testa ma troppo fragili, prima Jabouille poi Arnoux devono soccombere alla debolezza delle proprie vetture lasciando a Nelson Piquet il successo finale.

Dietro al brasiliano, ancora in corsa per il titolo mondiale, si classificano Jones e il rimontante Reutemann con le Williams.

Il doppio podio permette alla scuderia di Grove di conquistare il primo titolo costruttori della sua storia e mettere un’opzione seria sul titolo mondiale piloti.

La corsa si chiude con uno sbiadito Scheckter che termina ottavo, doppiato ma col pubblico soddisfatto per lo spettacolo offerto in pista.

🇬🇧 Brabham BT49 - Progettista: Gordon Murray; Telaio: monoscocca in alluminio; Motore: Ford Cosworth DFV 3.0 V8; Potenza: 492 CV a 7600 giri/min; Trasmissione: Hewland/Alfa Romeo FGA 400; trazione: posteriore; Lunghezza: - mm; Larghezza: - mm; Passo: 2.337 mm; Peso: 518 kg; Gomme: Goodyear; Carburante: ELF; Risultato: 01 h 38'07".52

+3 punti

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