@Pali
Ecco la guerra: 80 anni fa Milano fu distrutta dai bombardamenti. A Gorla una bomba fu sganciata "per errore" su una scuola elementare.
Era un Italia spezzata in due, con il nord del nostro paese schiacciato dall'occupazione nazifascista. Le fabbriche, convertite da tempo nella produzione bellica, dovevano essere distrutte per mettere all'angolo l’invasore tedesco.
il mattino del 20 ottobre 1944, dall'aeroporto di Castelluccio dei Sauri, vicino a Foggia, decollarono i 36 bombardieri "B-24" del 451º Bomb Group, al comando del colonnello James B. Knapp (1915-1999), con il compito di distruggere gli stabilimenti della Breda di Sesto San Giovanni. Nella stessa giornata furono già distrutti altri importanti impianti come l’Alfa Romeo e la Isotta Fraschini.
Un’errata trascrizione della rotta comportò il fallimento della seconda ondata. Non essendo possibile per l’epoca rientrare con bombardieri già armati, il comandante James B. Knapp, fu costretto ad annullare la missione e scaricare le bombe. Anziché scaricare le 342 bombe da 500 libbre durante il viaggio di ritorno sulla campagna cremonese o nel Mar Adriatico, decise di disfarsene immediatamente, facendole cadere sul centro abitato sottostante.
Alle ore 11:29 gli abitati di Gorla e Precotto furono investiti da quasi 80 tonnellate di esplosivo.
Uno di questi ordigni colpi la tromba delle scale della Scuola Elementare Francesco Crispi, a Gorla. L’ordigno uccise 184 bambini, 19 docenti, la direttrice e 5 membri del personale.
Al rientro in patria James B. Knapp fu premiato con la medaglia al valore militare. La storia fu cancellata dai libri, ma Gorla non ha dimenticato. Nel 2019, a una settimana esatta dalla commemorazione dei 75 anni della strage, la console americana a Milano, Elizabeth Lee Martinez, inviò una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala con le condoglianze alle famiglie delle vittime della strage di Gorla. Dopo 75 anni di silenzio, gli Stati Uniti hanno chiesto scusa per questo clamoroso errore.
Dove sorgeva la scuola, oggi sorge una scultura: una donna incappucciata, che porge a chi guarda il proprio figlio defunto per mostrarci l’orrore della guerra… sopra la scritta che rimarca il concetto: Ecco la guerra.