@Weltanschauung
INTROSPEZIONE
Mettendo a confronto la nostra generazione con quella dei nostri genitori o dei nostri nonni, notiamo subito una cosa: oggi ci sono molti più introversi.
Eppure l'essere umano è rimasto sempre lo stesso, come mai questa trasformazione così improvvisa?
Il motivo è semplice: l'estroversione fa parte di tutti noi, ma non se ci viene imposta.
L'uomo contemporaneo è spinto ad un'estrema estroversione.
Non è considerato "da fighi" essere sé stessi.
Fra canzoncine, balletti, tonnellate di video insulsi, gossip, influencer e così via, gli individui si intrattengono dal momento in cui li desta la sveglia a quello in cui si addormentano con lo smartphone in mano, o guardando netflix.
Meditazione? "Tempo perso".
Riflessione? "Che noia".
Introspezione? "Che strana parola".
Contemplazione? "Lasciamola ai monaci".
Al motto di "il tempo è denaro", l'essere umano è divenuto un ingranaggio paradossale: un semplice numerino, senza individualità, estraneo a sé stesso, cui apparenza vince sempre sull'essenza.
Fate che la vostra sveglia sia il sole, il buio la vostra ninna nanna.
Non definite "tempi morti" quei preziosi lassi di tempo fra una distrazione e un'altra.
È in quei momenti che rischiate davvero di incontrare voi stessi.
Come dite?
Avete una vita troppo frenetica per dedicare del tempo al silenzio, all'immobilità, alla vostra coscienza, ai vostri demoni interiori?
Appunto.