@FromSovietRussiaWithLove
finalmente scrivo sui miei problemi con la sessualità. le tette con scollature mi mettono a disagio. non posso uscire la sera senza sentirmi male
e oggi sono finito, dopo una serata di continue tette, cosce, minigonne, culi, ad urlare nella strada principale della città al mio amico che non ce la potevo fare ad andare avanti così, a vedere tutte quelle tette. al che il mio amico mi ha guardato e mi ha detto "eh sì, anche a me piacciono, ma non lo urlare". e li forse per la prima volta l'ho ammesso e l'ho detto ad alta voce. "non l'ho detto perché mi piacciono, perché mi mettono a disagio"
.
la sessualità è l'unica tassello di vita su cui non sono cresciuto. sono cresciuto nello studio, nel lavoro, nelle relazioni, nelle amicizie, nei sentimenti, negli hobby. in tutto, tranne nella sessualità. l'unico contatto dal vivo con una ragazza è stato succhiare una tetta, a 16 anni. poi più nulla, zero totale.
certe volte mi chiedo come abbiano fatto chi, più piccolo di me, la vive già. forse è perché ho pochi amici, forse perché non frequento discoteche. eppure io mi impegno sempre a conoscere persone nuove, ad essere aperto. eppure per me come raggiungere la sessualità è e resta sempre un mistero. a parte da fidanzati, ed è logico, non ne ho idea.
.
e mi ritrovo quindi ad uscire la sera ed essere travolto da questo carico di erotismo, sempre più accentuato nel modo di vestire di oggi, che quasi sembra di stare in uno strip club a cielo aperto, in cui io, né posso "avere" (inteso come avere a che fare) col corpo femminile, né posso essere oggetto dell'analogo effetto che io subisco. paradossalmente sapere di essere apprezzato mi farebbe sentire bene, ma come può il mio corpo essere apprezzato in maglietta e pantaloni? le ragazze hanno milioni di modi diversi di vestirsi e di attrarre, io no.
.
e la questione che forse crea il vero paradosso, è che di solito problemi di questo tipo li hanno persone un po' bruttine, introverse, considerate sfigati. eppure credo di potermi dire bello, sono estroverso, e agli occhi degli altri, l'ho saputo attraverso conversazioni che ho avuto, sembro uno che scopa regolarmente.
quasi sorrido quando ricordo la volta in cui in università erano venuti quelli della durex a fare delle interviste, e un mio compagno scherzando fa "vai tu". e alla mia faccia stranita mi fa "come? non usi il preservativo?". e io che lo guardavo con una faccia del tipo "mah, beato te che scopi, sono contento che almeno sembra che io scopi".
.
e nulla, mi sento terribilmente a disagio a sapere che la persona che magari ho di fronte nel treno o che incontro per strada ha già provato un piacere e un mondo a me totalmente sconosciuti. mi mette a disagio che ci sono 14enni che ne sanno più di me. mi sento a disagio a vedere tette e cosce scoperte che mi ricordano costantemente che non ho ciò che desidererei.
.
il primo che mi dice che arriva quando arriva e che non bisogna fissarsi lo mando a fanculo.
.
per inciso, io non voglio scopare per il piacere sessuale in sé, se per quello sto benissimo come sto. lo voglio fare perché mi manca non essere incluso in quel mondo, perché mi sento indietro, perché mi voglio togliere questo immenso peso che mi porto dentro.
non. per. il. piacere. in. sé.
.
per favore distinguete i miei problemi da quelli di un morto di figa. sono due cose diverse