@Pali

21/07/2024 alle 20:22

L'anno in cui sono nata accadde il più spaventoso incidente aereo nella storia dell'aviazione civile italiana.

L'anno in cui sono nata accadde il più spaventoso incidente aereo nella storia dell'aviazione civile italiana.

Chiamarlo incidente è del tutto improprio, perché il disastro aereo di Linate fu una vera e propria strage di stato.

La mattina dell'8 ottobre 2001 l'aeroporto di Milano Linate entrò in categoria III: significa scarsa visibilità e massima allerta. La causa è la nebbia, una nebbia così fitta che a Milano non si vedeva da anni.

Nella notte gli Stati Uniti avevano bombardato l'Afghanistan, in risposta agli attentati del 11 settembre e al fallimento delle trattative con i talebani. Ciò comportava un clima irreale per viaggiare in aereo e al deposito bagagli dell'aeroporto si lavorava a pieno ritmo con la massima allerta.

Nonostante questo clima, ll McDonnell Douglas MD-87 686 della Scandinavian Airlines era pieno di passeggeri diretti a Copenaghen. A bordo ci sono tanti giovanissimi, tra i 104 passeggeri molti italiani in viaggio per lavoro.

Alle ore 8:10 l'MD-87 della SAS, in fase di decollo travolge un Cessna 525 Citation CJ2 che in quel momento attraversava la pista da una via di rullaggio non autorizzata. Per evitare lo schianto a fondo pista, il pilota del MD-87 prova comunque a fare decollare l'aereo, ma i gravi danni rendono il tentativo del tutto vano.

L'aereo ritocca terra, privo di carrello e pieno di carburante, slittando fino al fondo della pista, dove si trova il deposito dei bagagli, che in pochi istanti si trasforma in una palla di fuoco.

Dalla torre di controllo nessuno si è accorto di nulla. Furono i piloti dell'aereo in partenza dopo a segnalare l'accaduto. La torre di controllo suona l'allarme generale, tutti i voli in partenza vengono bloccati e tornano alle rispettive postazioni di sosta, i voli in arrivo sono dirottati agli altri aeroporti. I vigili del fuoco trovano i resti del piccolo Cesena in mezzo alla pista, e solo dopo, accorgendosi che l'aereo scandinavo non è rientrato, iniziano le ricerche.

Con colpevole ritardo, i soccorsi giungono al deposito bagagli quando ormai non c'è più niente da fare. L'8 ottobre 2001 all'aeroporto di Linate morirono 118 persone.

Com'è potuto accadere? Un mix di negligenze gravissime che all'insaputa dei viaggiatori rendevano l'aeroporto milanese pericolosissimo. Segnaletica sbiadita, cartelli nascosti dalla vegetazione e, cosa più grave il radar... in quel momento Linate non aveva occhi. Il radar di terra dell'aeroporto di Linate non funziona da diversi mesi, dev'essere sostituito e uno di nuova generazione, è ancora imballato nel deposito dell'aeroporto. Ancora più assurdo è che le piste hanno sensori che segnalano invasioni di pista, ma sono stati disattivati per evitare falsi allarmi. Eppure, 24 ore prima dall'incidente si sfiorò un incidente molto simile con la stessa dinamica, evitato perché in quel momento la visibilità era buona.

A questo si aggiunge l'imbarazzante comportamento nei confronti di parenti delle vittime, che man mano nelle ore seguenti accorsero all'aeroporto. Solitamente viene comunicata la lista dei passeggeri imbarcati, ma in questo caso... silenzio. Furono lasciati all'oscuro di tutto in una saletta dell'aeroporto e portati in un hangar per riconoscere le vittime, senza neanche una parola, tutto completamente alla cieca. Eppure quella sera il presidente dell'ENAV (l'ente che governa l'aviazione civile in Italia) di parole ne aveva molte, pronto al classico scaricabarile, bello sorridente in TV da Bruno Vespa.

Ma all'assurdo non c'è mai fine... il processo, tra patteggiamenti e prescrizioni fatte ad hoc, fecero crollare l'impianto accusatorio. I responsabili ebbero pochi mesi di reclusione, convertiti perlopiù a sanzioni amministrative. A tal proposito, i risarcimenti furono concordati dalle parti in via extragiudiziale. SEA, ENAV, SAS e tutti gli altri misero ciascuno sul piatto 25 milioni. L'Enav all'epoca non aveva un fondo d'assicurazione e quindi i soldi furono messi sul piatto dal Ministero del Tesoro, soldi pubblici quindi.

C'era una clausola: se anche uno solo dei vertici di ENAV fosse stato assolto i soldi sarebbero stati ritirati.

Dunque, ENAV, che rappresenta lo Stato nel settore dell'aviazione civile, quel giorno non garantì la sicurezza di uno degli aeroporti più importanti d'Italia. E in tutto ciò, non solo non c'è un colpevole, ma sulla pelle di 118 persone che non ci sono più... ENAV ci ha pure guadagnato.

Una nota positiva però c'è... Linate fu chiuso e riportato a standard di sicurezza adeguati. Oggi in caso di nebbia, devono essere rispettate le cosiddette procedure in bassa visibilità. E se oggi si può viaggiare più sicure in aereo lo dobbiamo anche a questi 118 martiri del caso.

A pochi metri dallo aeroscalo di Linate oggi sorge il Bosco dei Faggi, un luogo di memoria che ricorda le 118 vittime con 118 alberi. Nulla però ripaga le persone che quel giorno persero un loro caro.

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6 commenti

@eliminato

6 mesi fa

complimenti davvero, sempre bello leggere questi pezzi di storia italiana qui. Ci vidi un documentario una volta e rimasi spiazzato da questo tragico evento dettato da superficialità e incompetenza

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