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I santi di oggi 28 febbraio:
nome Santo Volto di Gesù- titolo Apparizione- ricorrenza 28 febbraio (variabile), ogni martedì- La venerazione dell'immagine del Santo Volto di Gesù Cristo parte probabilmente da quella impressa nella Sacra Sindone, il lenzuolo col quale fu avvolto il corpo morto del Figlio di Dio. Una delle persone che contribuirono a questo culto di adorazione è stata la Beata Maria Pierina de Micheli la quale nel 1938, mentre era raccolta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, vide in un'apparizione la Madonna che le diede uno scapolare (una parte dell'abito dei monaci che copriva spalle e ventre) formato da due lembi di stoffa. Essi raffiguravano uno il Santo Volto di Gesù circondato dalla scritta “Domine, vultum tuum super nos” ovvero “Signore, guardaci con misericordia” e l'altro l'Eucarestia circondata da raggi e dalla scritta “Mane nobiscum, Domine”, cioè “Resta con noi, Signore”. La madre di Gesù disse pressappoco così: “Questo scapolare è un pegno d'amore e di misericordia che Gesù vuole dare al mondo in questi tempi di odio contro Dio e la Chiesa. È necessario un rimedio divino, e questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno uno scapolare come questo e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Santissimo Sacramento per riparare gli oltraggi ricevuti dal Santo Volto di mio Figlio durante la sua Passione verranno fortificati nella fede, saranno pronti a difenderla superando le difficoltà e avranno una morte serena sotto l'amabile sguardo del mio Divin Figlio.” In seguito lo scapolare fu sostituito, per comodità, con una medaglia il cui culto fu approvato il 9 agosto 1940 e iniziò la sua diffusione in Italia, America, Asia e Australia. La celebrazione è sancita ogni martedì, soprattutto il martedì grasso, quello che precede il mercoledì delle ceneri che dà inizio alla quaresima, e può essere un mezzo per avvicinarsi al Signore durante questo periodo particolare dell'anno liturgico.
nome San Romano di Condat- titolo Abate- nascita 390, Francia- morte 463, Francia- ricorrenza 28 febbraio- Canonizzazione pre-canonizzazione- Patrono di malati di mente e di coloro che stanno per annegare- Il monachesimo fu uno dei più larghi e fecondi movimenti religiosi, che producessero effetti di spirituale perfezione e insieme di civile progresso. Per questo la schiera dei Santi monaci è quasi sterminata. Riempie di luce i secoli più bui del Medioevo; lievita la vita di quella società che sembrava oppressa dalla più torva barbarie. San Romano fa parte della grande famiglia dei monaci francesi, perché la Francia, subito dopo l'Italia, fu la terra propizia al monachesimo. E ciò si spiega col fatto che il monachesimo, per quanto movimento squisitamente cristiano, s'innestava sulla parte migliore della romanità, accogliendo quegli elementi di civiltà latina, che i barbari distruggevano ovunque, ma che non riuscivano a cancellare nell'ambito di quella grande casa romana costituita dal monastero. Ecco perché il monachesimo si propagò e attecchì facilmente nei paesi più fedeli alla tradizione romana. Il Santo di oggi, per quanto francese, fu Romano di nome e di spirito. Entrò giovane nell'abbazia d'Ainay, presso Lione, ma poco dopo ne uscì, con l'autorizzazione dell'Abate. Non che gettasse, come si suol dire, il saio all'ortiche. Uscì dal monastero per desiderio di maggiore perfezione spirituale. Infatti si ritirò solitario sui monti del Giura, dove sperò di passare i suoi giorni nella penitenza e nella preghiera. Ma la luce fa lume, e la fama del monaco Romano condusse a lui altre anime aspiranti alla perfezione. Il primo fu suo fratello Lupicino, che lo raggiunse sui monti. A lui si unirono altri fuggiaschi dal monda, ma non dalla vita spirituale. Nacque così la celebre abbazia di Condat, che presto s'empì di monaci. San Romano fu costretto a fondare un altro monastero, a Leucone, poi un terzo, che prese il nome di Saint Romain de la Roche. In questi monasteri si ebbe la novità di una specie di diarchia, perché San Romano volle dividere il governo dell'Abbazia col fratello Lupicino. Egli era troppo dolce, per reggere con fermezza il pastorale dell'Abate. Aveva bisogno del soccorso del fratello Lupicino, più severo e rigoroso. La devozione dei due Santi fratelli, oltre che nell'istruzione e formazione dei discepoli e nella fondazione di nuovi monasteri, si manifestava nei loro frequenti pellegrinaggi verso i santuari dei Martiri. Una volta, recandosi insieme ad Agaunio, per pregare sulla tomba di San Maurizio e dei suoi militi dell'eroica Legione Tebea, giunti nel territorio di Ginevra, si fermarono, per trascorrere la notte, in una capanna abbandonata. Dopo poco però, giunsero due poveri lebbrosi, che erano stati a raccogliere la legna. La capanna era il rifugio di quegli infelici, reietti dal mondo e schivati da tutti. Passata la prima, reciproca sorpresa, si vide il monaco Romano abbracciare con affettuoso trasporto i due sofferenti, fratelli in Cristo. E accanto a loro, Romano e Lupicino trascorsero la notte. Solo quando si furono allontanati, la mattina dopo, i due lebbrosi si accorsero con gioia di essere stati mondati dal loro male, e tutta la città di Ginevra, quando il fatto venne risaputo, tributò commossi onori ai due pellegrini. La diarchia, cioè la collaborazione tra i due fratelli nel governo dei monasteri da loro fondati, si sciolse soltanto con la morte di San Romano, avvenuta alla fine del V secolo, quando egli aveva settant'anni, e quando ormai le montagne del Giura erano letteralmente cosparse di Abbazie nelle quali, insieme con la fede, si salvava la civiltà occidentale. MARTIROLOGIO ROMANO. Sul massiccio del Giura in Francia, deposizione di san Romano, abate, che, seguendo il modello degli antichi monaci, per primo condusse in quel luogo vita eremitica, divenendo poi padre di moltissimi monaci.
nome Beato Daniele Alessio Brottier- titolo Sacerdote spiritano- nome di battesimo Daniel Brottier- nascita 1876 circa, La Ferté Saint-Cyr- morte 28 febbraio 1936, Parigi, Francia- ricorrenza 28 febbraio- Beatificazione 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II- Nato a La Ferté Saint-Cyr nella diocesi di Blois, sul fiume Loira tra Orléans e Tours, Daniele mostrò già in giovane età il desiderio di diventare sacerdote, venendo incoraggiato anche dai genitori e da un prete che ne favorì l'ingresso nel seminario diocesano. Ordinato sacerdote il 22 settembre 1899, insegnò per i successivi tre anni nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy. Aspirando tuttavia a più vasti orizzonti, Daniele entrò nella congregazione missionaria dello Spirito Santo e, inviato in Senegal (Africa occidentale), vi lavorò per otto anni compromettendo la propria salute. Con grande rammarico fu perciò costretto a fare ritorno in Francia, ma questo non gli impedì di continuare l'opera missionaria raccogliendo fondi per la costruzione della nuova cattedrale di Dakar, capitale del Senegal. Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, benché in Francia i preti dovessero prestare servizio nell'esercito, Daniele fu esonerato a causa della salute cagionevole: fu però uno dei primi sacerdoti ad arruolarsi come cappellano volontario, trascorrendo quattro anni al fronte. Esponendosi alle situazioni più pericolose, amministrò i sacramenti ai sofferenti e ai moribondi ogni volta che ne aveva la possibilità. Sopravvissuto quasi miracolosamente in luoghi in cui il tempo di sopravvivenza si misurava in settimane piuttosto che in mesi e mai preoccupato della propria sicurezza personale, Daniele attribuì la propria salvezza alla protezione di S. Teresa di Lisieux (1 ott.), verso la quale nutriva una grande devozione e sotto la cui particolare protezione lo aveva posto il vicario apostolico del Senegal. Trascorse cinquantadue mesi al fronte senza riportare ferite. Nel 1923 il cardinale di Parigi chiese ai superiori della congregazione dello Spirito Santo che p. Brottier lo affiancasse nel progetto di ricostruzione dell'Opera degli orfani apprendisti nel quartiere parigino di Auteuil. Dopo aver portato a termine l'opera con successo, Daniele trascorse gli ultimi tredici anni di vita servendo gli orfani e i bambini abbandonati (ponendo anch'essi sotto la protezione di S. Teresa) con la stessa devozione che egli aveva precedentemente mostrato nella missione africana e in trincea. Morì il 28 febbraio 1936 ed è stato beatificato da Giovanni Paolo II a Parigi il 25 novembre 1984: il suo orfanotrofio di Auteuil continua tuttora a prosperare, come pure la cattedrale di Dakar completata nel 1916, vent'anni prima della sua morte. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Parigi in Francia, beato Daniele Brottier, sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo, che si dedicò alla realizzazione di un’opera per gli orfani.