@IlDrago
Parità uomo donna di fronte alla legge.
Di solito bollo chi se viene fuori con "Le donne sono privilegiate perché la selezione naturale... e le nazifemministe hanno ottenuto troppi diritti..." con un vabbè incel/frustrato e sto a posto così.
Ma c'è una questione nella legislatura italiana che mi perplime:
Il diritto al non riconoscimento.
Questo è un diritto riconosciuto solo lato materno.
Il padre non può non riconoscere il figlio, solo disconoscere uno, dimostrando ad esempio che non sia il suo, tramite un analisi del DNA.
Ora al di là del fatto che affrontare la paternità può essere complesso e la complessità non è solo nella maternità,
nel caso di una madre si concede il diritto al non riconoscimento in tutela dell' eventuale figlio, onde scoraggiare l' aborto come unica opzione in determinate situazioni .
Si tutela quindi il diritto del potenziale nascituro.
Io argomenterei che anche evitare un padre di merda, tale perché non vuole/ né ha mai voluto un figlio, è tutelare il diritto del nascituro.
Spesso è meglio non avere un padre, che un pessimo padre, e ritenere che un buon padre sia tale finché rispetta gli obblighi di legge è ovviamente quantomeno stolto.
Data questa premessa, come è dimostrabile che un padre non abbia mai desiderato un figlio che ha avuto?
In realtà questo in alcune situazioni è semplice .
Le persone godono di libertà sessuale e consumare un rapporto intimo non implica né la volontà, né la necessità di avere o desiderare figli, né per l' uomo , né per la donna.
Poniamo il caso seguente:
un uomo ha avuto uno o più rapporti con una donna, la quale gli ha giurato di star prendendo la pillola, e l' ha fatto anche davanti a lui. In realtà al posto della finta pillola prendeva caramelle.
"Eh, ma è l' uomo a dover prendere maggiore precauzioni !"
Questo sembra fin troppo victim blaming e anche così, dato un uomo super prudente ci può essere una donna folle che ha compromesso i preservativi, inibendone di nascosto il lubrificante ad esempio o fatto di peggio.
Ora ammettiamo che sia la donna stessa ad aver ammesso questo comportamento in sede giuridica, fugando ogni dubbio a riguardo.
Il padre è traumatizzato da un paternità non voluta, non si sente pronto né capace di essere un padre e magari ha pure ragione sul fatto che non sarebbe capace di essere un buon padre.
In questo caso non sarebbe ammissibile alcun disconoscimento perché il figlio è certamente suo, ma dovrebbe essergli concesso il diritto a non riconoscerlo e conseguentemente lasciarlo in adozione o alle cure materne senza obblighi economici o genitoriali di sorta, che ne pensate?