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1984: LV Gran Premio d'Italia - Il nuovo Lauda
- Data: 09/09/1984 ☀️
- Circuito: Monza
- Percorso: 5,8 chilometri
- Distanza: 51 giri, 295,8 chilometri
- Pole position: 🇧🇷 Nelson Piquet (Brabham)
- Giro Veloce: 🇦🇹 Niki Lauda (McLaren) in 1'31"912
- Vincitore: 🇦🇹 Niki Lauda (McLaren)
- Vettura: 🇬🇧 McLaren MP4/2
GP d’Italia 1984, quattordicesima prova del campionato mondiale di F1, vede apparire sul circuito la nuova monoposto della Ferrari, la M2…
La scuderia di Maranello, per risollevare le sorti di una stagione ben al di sotto delle aspettative, aveva infatti deciso di portare sul circuito brianzolo una monoposto sensibilmente modificata, la M2 appunto.
La macchina presentava delle ance laterali allungate e delle modifiche alle prese d’aria del motore.
La monoposto venne affidata ad Alboreto che, però, la utilizzò solo durante le prove, prediligendo per la gara il modello precedente, ritenuto più affidabile.
Il folto pubblico accorso sul circuito brianzolo venne colto di sorpresa non solo dalla modifica alla Ferrari, ma anche dall’assenza di Senna!
Toleman, il team del brasiliano, aveva deciso di sospendere il brasiliano perché, a loro dire, il pilota era colpevole di aver reso noto anzitempo i suoi accordi con la Lotus, creando una situazione d’imbarazzo con gli sponsor della sua attuale scuderia.
Senna, in realtà, aveva pagato la penale prevista per liberarsi di 100.000 dollari e quindi non fece a nessuno una scorrettezza, come ebbe modo di dire a sua difesa.
Il posto di Senna venne preso da Johansson che, inconsapevolmente, gli permetterà una svolta inaspettata della sua carriera.
Nelle prime prove a spiccare con il miglior tempo fu la Lotus di Deangelis.
Il romano riuscì a realizzare anche il record della pista.
Al secondo e al terzo posto il tandem della Brabham con Piquet più veloce di Fabi per un’inezia.
I due sfidanti per il titolo si accontentarono della terza fila, mentre Alboreto con la Ferrari fu alle prese con diversi problemi che lo relegarono in una posizione di rincalzo.
Andò anche peggio ad Arnoux che, durante le prove, si dovette fermare due volte a bordo pista col motore rotto…
Al sabato è Piquet a stupire portando la sua Brabham ad ottenere la pole ed il record del circuito davanti ad un chirurgico Prost, autore di giri perfetti tutti nello stesso decimo, e a De Angelis, bloccato nella sua corsa alla pole da gomme poco performanti.
Il pilota romano sembra essere in grado di vincere il Gran Premio, sta vivendo un momento di forma fantastico, tanto che in Ferrari, molti lo vorrebbero al posto di Arnoux, da sempre mal visto dalla squadra e oltretutto reo di essersi lasciato a dichiarazioni poco felici in merito alla C4…
Il francese ha, infatti, dichiarato che la C4 è una macchina ingestibile, poco sensibile alle regolazioni ed è poco fiducioso che in gara si possano raccogliere dei risultati di rilievo.
Le dichiarazioni di Arnoux, in realtà, sono suffragate dal risultato delle prove: Alboreto si classifica undicesimo e lo stesso Arnoux quattordicesimo!
L’opaca prestazione della Ferrari è evidenziata dal risultato dell’Alfa che, dal 1951, si classifica per la prima volta davanti alle macchine emiliane.
Il giorno della gara il pubblico spera in una vittoria di De Angelis, ma è pronto a spingere Alboreto in un’insperata rimonta.
Piquet, alla partenza, tiene la testa davanti a De Angelis e Prost.
Lauda, partito male, si trova sesto e si tiene lontano dalle insidie della prima chicane.
Alboreto, pilota di casa, comincia a rimontare posizioni con una Ferrari finalmente a proprio agio sul tracciato brianzolo.
Per contro, il compagno di squadra Arnoux comincia ad avere dei problemi alle trasmissioni che, in pochi giri, ne decideranno il ritiro.
La gara al quarto giro vive il primo colpo di scena: Prost, dopo aver cercato di mettere pressione al leader Piquet si deve ritirare col motore rotto!
La Ferrari n. 27 prosegue nella sua rimonta esaltando i tifosi della Ferrari.
Si mette in scia alla Lotus di De Angelis e la passa.
Anche Lauda si sta avvicinando ai primi con giri sempre uguali.
Al sedicesimo giro, Tambay supera Piquet.
Il brasiliano è in difficoltà col motore Bmw della sua Brabham, tanto che poco dopo si deve fermare ai box e ritirarsi.
Le speranze del team inglese sono riversate su Fabi che, giunto al secondo posto, ma con Lauda subito dietro, sta pressando la Renault di testa, già in difficoltà col pedale dell’acceleratore.
Fabi, abile a gestire il mezzo meccanico, rallenta il suo ritmo per sferrare l’attacco nel finale di gara, ma permette a Lauda di avvicinarsi tanto da provare ad attaccare la Brabham.
La lotta tra i due piloti è esaltante e senza esclusioni di colpi. Alla frenata della parabolica l’austriaco passa l’italiano e si mette in scia a Tambay sempre più in difficoltà con l’acceleratore e lo passa.
Al 44 giro gli unici che possono insidiare il successo di Lauda si devono ritirare: Fabi per una perdita d’olio e Tambay con l’acceleratore definitivamente rotto.
L’austriaco guida la corsa con ampio margine su Alboreto, grande a rimontare fino al secondo posto, e all’ Alfa di Patrese brava a conquistare quello che sarà l’ultimo podio per la casa milanese.
Il pubblico italiano si riconcilia con l’odiato Austriaco con uno scroscio di applausi che commuove il pilota tanto che, sul podio, ricambia l’affetto con delle manifestazioni di gioia.
Al suo fianco Alboreto soddisfatto della sua prestazione, ma anche speranzoso che la M2 gli possa dare quelle soddisfazioni che a Maranello stanno tardando ad arrivare.
Alla festa del podio fa da contraltare Prost che, con il ritiro, teme di essere sprofondato nel 1983 anno in cui gli venne affibbiata la nomea di eterno secondo.
🇬🇧 McLaren MP4/2 - Progettista: John Barnard; Telaio: monoscocca in alluminio/fibra di carbonio; Motore: TAG Porsche TTE PO1 1.5 V6T; Potenza: 600 CV (800 CV in qualifica); Trasmissione: Hewland a 5 rapporti manuale; trazione: posteriore; Lunghezza: - mm; Larghezza: - mm; Passo: 2.920 mm; Peso: 540 kg; Gomme: Michelin; Carburante: Royal Dutch Shell; Risultato: 01 h 20'29".065