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I santi di oggi 5 novembre:
nome San Guido Maria Conforti- titolo Vescovo e Fondatore dei Miss
Saveriani- nascita 30 marzo 1865, Casalora di Ravadese- Ordinato presbitero 22 settembre 1888 dal vescovo Giovanni Andrea Miotti- Consacrato arcivescovo 11 giugno 1902 dal cardinale Lucido Maria Parocchi- morte 5 novembre 1931, Parma- ricorrenza 5 novembre- Incarichi ricoperti Arcivescovo di Ravenna (1902-1904), Arcivescovo titolare di Stauropoli (1904-1907), Vescovo coadiutore di Parma (1907-1907), Arcivescovo-vescovo di Parma (1907-1931)- Beatificazione 17 marzo 1996 da papa Giovanni Paolo II- Canonizzazione 23 ottobre 2011 da papa Benedetto XVI- Dalla sua aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Nelle sue condizioni soffriva di epilessia e sonnambulismo chiunque sarebbe rimasto ai blocchi di partenza; lui invece s'è lanciato con foga e tenacia, giungendo dove sognava di arrivare, cioè a riprendere l'evangelizzazione della Cina dal punto in cui il grande missionario gesuita, san Francesco Saverio, era stato costretto a fermarsi dalla morte, che l'aveva colto nel 1552. Non lo farà di persona, perché la malattia continuerà a segnare e a porre limiti alla sua vita, ma attraverso i confratelli della congregazione missionaria cui darà vita. Non solo, ma riuscirà a reintrodurre nella vita della chiesa lo spirito evangelico della missione ad gentes, per diversi motivi fortemente appannato. Guido Conforti nasce il 30 marzo 1865 a Casalora di Ravadese, nel parmense. È l'ottavo dei dieci figli di Rinaldo e Antonia Adorni. Dopo aver studiato dai Fratelli delle scuole cristiane e superato le perplessità del papà, non troppo felice per la sua scelta, Guido entra nel seminario di Parma. La sua vocazione è legata a un episodio che, diventato vescovo, ricorderà spesso. Nella chiesa della Pace in Borgo delle Colonne, sulla strada che percorre per andare a scuola, c'è un Crocifisso davanti al quale si ferma spesso a pregare: «Io lo guardavo e lui guardava me e mi pareva che dicesse tante cose», racconterà assicurando che la sua vocazione sacerdotale è nata lì. A diciassette anni, i primi sintomi della malattia, che potrebbe sbarrargli la strada verso il sacerdozio, ma il rettore, monsignor Andrea Ferrari (futuro arcivescovo di Milano e santo) lo rincuora e lo guida fino all'ordinazione sacerdotale, che avviene nel santuario di Fontanellato (Parma) il 22 settembre 1888. Dopo l'ordinazione, don Guido ritorna in seminario a proseguire nell'incarico di vicerettore, che monsignor Ferrari gli ha affidato da chierico e che ha svolto con intelligenza e cuore dimostrando di essere un buon educatore. A ventotto anni è eletto vicario generale della diocesi parmense. In seminario, il giovane Conforti ha letto una biografia di san Francesco Saverio e rimane affascinato dal suo spirito e dalle sue imprese missionarie. La prematura conclusione della missione dell'eroico gesuita accende il lui il sogno di riprenderla e proseguirla. Si sente missionario e vuole fare il missionario, ma con la malattia che si ritrova nessun istituto dedito alla missione è disposto ad accettarlo. E allora che cosa fa? Il 3 dicembre 1895 (festa di san Franceso Saverio) ne fonda uno per conto suo, che chiama Istituto emiliano per le missioni estere, tre anni dopo ufficialmente riconosciuto come Congregazione di san Francesco Saverio per le missioni estere. All'inizio ha pochi alunni e un solo prete che lo aiuta, ma assai presto può consegnare la croce ai primi due missionari saveriani diretti in Cina, Gaio Rastelli e Odoardo Mainini. Conforti a questo punto è in una situazione delicata: mentre è vicario generale della diocesi di Parma, prepara preti da mandare in missione, e questo in un momento storico in cui la missione è vista come una sottrazione di elementi al clero locale, e lui ha il suo bel daffare per convincere i confratelli che la chiesa è per la sua stessa natura missionaria. Intanto nel 1902, a trentasette anni, è nominato arcivescovo di Ravenna, ma sulla cattedra di Sant'Apollinare resta un solo anno, costretto al ritiro dall'acuirsi della sua malattia. Nel frattempo, uno dei suoi missionari in Cina muore e l'altro ritorna in Italia. In questo periodo Conforti si dedica alla formazione dei giovani aspiranti missionari. Un periodo beve, perché Pio X lo nomina coadiutore del vescovo di Parma e nel 1907 successore del presule defunto. Reggerà la diocesi parmense per quasi venticinque anni, sempre attivissimo: indìce due sinodi, visita per cinque volte ciascuna delle trecento parrocchie, avendo al vertice delle sue preoccupazioni pastorali l'istruzione religiosa dei fedeli. Istituisce e promuove l'Azione cattolica, soprattutto tra i giovani. Intanto i suoi missionari saveriani fanno ritorno in Cina e nel 1912 uno di loro, padre Luigi Calza, è nominato vescovo di ChengChow e a consacrarlo nella cattedrale di Parma è monsignor Conforti. Nello stesso anno, assieme a don Giuseppe Allamano, fondatore a Torino dei Missionari della Consolata, si fa promotore di una campagna per ridestare nella chiesa la sua connaturata vocazione missionaria. I due lanciano un appello al papa, che non cade nel vuoto: la Giornata missionaria mondiale, che sarà istituita poi nel 1926 da papa Pio XI, è frutto anche dell'interesse suscitato dall'appello. Ecco altre due date importanti nella vita di monsignor Conforti e del suo istituto: 1921 e 1928. Il 15 agosto 1921 sono definitivamente approvate dal papa le costituzioni dell'Istituto saveriano che regolano la vita delle comunità. Nel 1928 Conforti è in Cina a far visita ai suoi missionari e a consolidare il legame di comunione fra la comunità cattolica di Parma e la giovane chiesa dell'Honan occidentale, il sogno di Francesco Saverio avverato... Monsignor Conforti trova nella missione ottimi motivi per essere un eccellente pastore della sua diocesi, che rievangelizza attraverso la catechesi e la carità, vissuta in tutte le direzioni, in particolar modo nell'assistere le famiglie colpite dai lutti e dai disagi della prima guerra mondiale, impegno riconosciuto anche dal governo italiano che gli conferisce un'alta onorificenza.
Tornato dalla Cina, monsignor Conforti riprende la sua attività, ma il suo fisico tanto provato, pur sorretto da un'indomita volontà, cede irrimediabilmente. Il 5 novembre 1931, accompagnato dai confratelli e confortato dal sacramento degli infermi, si addormenta nel Signore. Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclama beato, mentre Benedetto XVI il 23 ottobre 2011 lo cinge dell'aureola dei santi. PRATICA. I dolori di Gesù e di Maria si imprimano nel nostro cuore, vi rimangano profondamente scolpiti, ci ispirino ripugnanza al peccato e siano indelebile sigillo di amore. PREGHIERA O Dio, che ti sei degnato di rendere mirabile San Guido Maria nel predicare la passione del tuo Unigenito e nel superare tutte le avversità, concedici per la sua intercessione che, muniti contro le subdole insidie dei nemici, godiamo pienamente del frutto del divino Sangue. MARTIROLOGIO ROMANO. A Parma, San Guido Maria Conforti, vescovo, che, da buon pastore, sempre vegliò in difesa della Chiesa e della fede del suo popolo e, spinto dalla sollecitudine per l'evangelizzazione dei popoli, fondò la Pia Società di San Francesco Saverio.
nome Santa Comasia- titolo Vergine e martire- nascita II e IV secolo, Roma- morte II e IV secolo, Roma- ricorrenza 5 novembre- Attributi Palma del martirio- Patrono di Martina Franca- Santa Comasia è stata una martire romana, presumibilmente vissuta tra il II e IV secolo. Patrona con San Martino della città di Martina Franca. Per quanto della sua vita non si abbia alcuna notizia, con tutta probabilità si tratta di una donna cristiana dei primissimi secoli del Cristianesimo, morta martire, sepolta nelle catacombe e la cui memoria è stata preservata dai cristiani del tempo indicandone il luogo della sepoltura. Il suo corpo, rinvenuto nelle catacombe di Sant'Agnese, sulla via Nomentana a Roma, fu donato nel 1646 dal cardinale Sacrati, custode dei cimiteri dei Santi Martiri, con il permesso di Papa Innocenzo X, al popolo di Martina Franca. La bolla che accompagna il dono è datata 10 settembre 1645 ed è custodita nella Basilica di San Martino della stessa città, dove riposano anche le spoglie mortali della martire. In un passato non molto lontano, nei periodi di siccità il popolo martinese, che viveva quasi esclusivamente grazie alla produzione agricola, soleva esporre in venerazione l'urna con le sue ossa o portarla in processione; questo perché si narra che la traslazione del suo corpo avvenne da Roma sotto una pioggia ininterrotta, così come la sua statua argentea arrivò da Napoli nel novembre del 1714 sotto una pioggia ininterrotta. Sino a qualche decennio fa il nome Comasia era molto diffuso tra le donne a Martina Franca.
nome San Donnino- titolo Martire a Cesarea di Palestina- nascita IV secolo, Cesarea di Palestina- morte IV secolo, Cesarea di Palestina- ricorrenza 5 novembre- Fu un giovane medico. Martire a Cesarea di Palestina, che, quando iniziò la persecuzione di Diocleziano, fu esiliato in Fenicia, nelle miniere di rame del Feno, ma come dice Eusebio: Domnino fu condannato alla tortura del fuoco era "un uomo che mille volte si era distinto dalle sue confessioni di fede che tutta la Palestina conosceva per la sua straordinaria libertà ".<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Cesarea in Palestina, san Donnino, martire, che, giovane medico, agli inizi della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, condannato alle miniere, fu relegato a Mismiy, dove patì atroci sofferenze, e, al quinto anno di persecuzione, fu dato al rogo su ordine del prefetto Urbano per aver conservato fermamente la sua fede.
nome Beata Maria Carmela Viel Ferrando- titolo Vergine e martire- nome di battesimo María del Carmen Viel Ferrando- nascita 27 novembre 1893, Sueca, Valencia- morte 5 novembre 1936, El Saler, Valencia- ricorrenza 5 novembre- Maria nacque a Sueca in Valencia fin da piccola voleva essere una religiosa, ma poi scelse di essere una laica impegnata nell'apostolato laicale. Ebbe sempre una chiara coscienza sociale e sostenne la gioventù lavoratrice. Fu una degli iniziatori dell'opera Catholic Interests in Svezia. Apparteneva all'Azione Cattolica e lavorò attivamente nei sindacati cattolici, promosse la fondazione dell'Unione del taglio e del cucito. Insistette molto perché i Salesiani aprissero una scuola nella sua città. Quando scoppiò la guerra civile, sentendo che la sua vita era in pericolo, si trasferì a Valencia, ma una donna della sua città la denunciò nonostante fosse in debito con i suoi favori. Fu arrestata e dopo pochi giorni le spararono a El Saler de Valencia, dopo aver mostrato grande serenità e aver creduto nella Provvidenza. È stata beatificata l'11 marzo 2001.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. In località detta El Saler vicino a Valencia sempre in Spagna, beata Maria Carmela Viel Ferrando, vergine e martire, che nella stessa persecuzione portò a termine la gloriosa prova per Cristo.
nome Santa Bertilla- titolo Badessa di Chelles- nascita VII secolo, Francia- morte 705 circa, Chelles, Francia- ricorrenza 5 novembre- Questa Bertilla è di tra le vergini prudenti una di quelle che seppe tener sempre fornita di olio la sua lampada per essere pronta a ricevere il mistico Sposo in qualunque ora venisse. Discese da illustre casato nel Soissons e fu circondata di tutte le sollecitudini, affinché ricevesse una speciale educazione conforme alla nobiltà del casato, ma basata sui principi inconcussi del cristianesimo. Primeggiava in lei l'amore alle cose sante, e perciò preferì sempre ai trastulli e alle frivolezze il ritiro e la pietà, ed amava ornare l'anima di virtù più che di vesti appariscenti il corpo.<br /> Comprese la giovinetta essere più facile serbare intemerato il cuore vivendo nella beata ignoranza di tutto ciò, che è vizio, che astenersene dopo aver bevuto alle avvelenate sue tazze. Sentiva perciò supremo impulso a divenire sposa fervente dell'Agnello Immacolato, e dichiarò di volersi consacrare interamente a Lui. Alla divina chiamata si oppose la volontà dei parenti, ma l'opposizione fu vinta dalla irremovibile volontà di quell'anima privilegiata. Anzi gli stessi parenti compresero in buon punto l'errore della loro resistenza e finirono per accompagnarla essi stessi al monastero di Jouarre, dove la vergine prudente potè accendere allo Sposo celeste la lampada di quel puro amore, che più non si estinse. Rinunziò a tutte le pretese, a tutte le vane lusinghe ed eziandio a se stessa con una perfetta immolazione al suo Gesù, per indi spendere tutta la vita in preghiere, cantici, vigilie e macerazioni. Fu eletta badessa, e fu come tale che provò quali rare virtù ornassero il suo animo. Era dolce, umile, sapeva compatire e redarguire a tempo, e la pace del Signore regnò sempre in quella comunità. Memorie non meno gloriose lasciò nel monastero di Chelles, eretto appositamente dalla regina Bertilde, che vi chiamò Bertilla a governarlo, sapendola più che capace non solo di reggerlo, ma ancora di santificarlo e di attirare dal cielo le più copiose ed elette benedizioni sul popolo e sulla regal famiglia. E infatti la Santa lo resse per quaranta anni nella pace e nella carità più luminosa. Gli ultimi momenti di Santa Bertilla furono veramente solenni. Le numerose suore circondavano il letto della morente, pregando e piangendo, quando la Santa raccogliendo le sue ultime forze, le benedisse e fece loro ripetere per tre volte: Jesus, Maria, Joseph, e lieta spirò, il 5 ottobre 692.<br /> PRATICA. Chi non apprese ad obbedire, non saprà ben comandare. PREGHIERA. O Sal vator nostro Gesù Cristo, corona dei vergini, fate che la verginità sia fiore perenne e ubertoso nella vostra chiesa, onde spanda per ogni dove i suoi profumi e sia freno ed argine contro la fiumana delle dissolutezze dei mondani. Per Voi, o Agnello senza macchia, fonte di ogni santità e giustizia. Amen. MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Calais presso Meaux nella Gallia lugdunense, sempre in Francia, santa Bertilla, prima badessa di questo cenobio.
nome San Domenico Mau- titolo Martire- nascita Vietnam- morte 1858, Vietnam- ricorrenza 5 novembre- Domenico fu un sacerdote domenicano che durante la persecuzione dell'imperatore Tu Duc lungo il fiume Hung Yen, in Vietnam fu martirizzato per aver indossato un rosario ed esortato i cristiani a professare la fede, fu condotto con le mani tese, come se stesse andando all'altare, al luogo di la sua decapitazione. MARTIROLOGIO ROMANO. Vicino al fiume H ng Yên nel Tonchino, ora Viet Nam, san Domenico M u, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, al tempo della persecuzione perpetrata dall’imperatore T D c, fu condotto a mani giunte, come se si stesse recando all’altare, al martirio della decapitazione per Cristo, con l’accusa di aver portato in pubblico la corona del Rosario ed esortato i cristiani a testimoniare la fede.
nome Beato Gregorio Lakota- titolo Vescovo e martire- nome di battesimo Hryhorij Lakota- nascita 31 gennaio 1883, Holodivka, Ucraina- Ordinato diacono 23 agosto 1908 dal vescovo Kostjantyn Čechovyč- Ordinato presbitero 30 agosto 1908 dal vescovo Kostjantyn Čechovyč- Nominato vescovo 10 febbraio 1926 da papa Pio XI- Consacrato vescovo 16 maggio 1926 dal vescovo Andrej Szeptycki, O.S.B.M.- morte 5 novembre 1950, Abez, Siberia, Russia- ricorrenza 5 novembre- Incarichi ricoperti Vescovo titolare di Daonio, Vescovo ausiliare di Przemyśl, Sambor e Sanok- Beatificazione 27 giugno 2001 da papa Giovanni Paolo II- Nacque a Holodivka, ora Zadnistriany in Ucraina. Fu ordinato sacerdote nel 1908 e svolse il ministero pastorale nella diocesi di Przemysl in Polonia. Terminati gli studi a Vienna, intraprese la carriera di insegnante dal 1913 al 1918 anno in cui fu eletto rettore del seminario Przemysl. Nel 1926 fu consacrato vescovo ausiliare di Przemyl e proprio in quest'anno le autorità lo deportarono in Ucraina. Fu condannato a 10 anni di prigione nel campo di concentramento di Abez, vicino a Vorkuta (Siberia), e di fronte alle vessazioni della patria da parte dei comunisti russi, subì tormenti fisici per Cristo e morì in questo luogo.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nel campo di prigionia della città di Abez nella Siberia in Russia, beato Gregorio Lakota, vescovo di Przemysl e martire, che, durante l’oppressione della patria da parte dei persecutori della fede, vinse le sofferenze del corpo con una intrepida morte in nome di Cristo.
nome Beato Bernardo Lichtenberg- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Bernhard Lichtenberg- nascita 3 dicembre 1875, Ohlau, Slesia- morte 5 novembre 1943, Hof, Baviera- ricorrenza 5 novembre- Beatificazione 23 giugno 1996 da papa Giovanni Paolo II- Bernardo Lichtenberg nacque a Ohlau, in Slesia (oggi Polonia), in una famiglia borghese, studiò teologia a Innsbruck e fu ordinato sacerdote a ventiquattro anni; fu poi mandato a Berlino, dove trascorse gran parte della sua vita come parroco, e alla fine venne eletto al capitolo della cattedrale di S. Helwig.<br /> Era un conservatore tedesco tipico della sua generazione, con opinioni rigorose sulla morale e sull'obbedienza, convinto sostenitore della gerarchia e dell'obbedienza al papa; dopo la prima guerra mondiale, sedette nel parlamento regionale di Berlino, come membro del partito cattolico di centro. Allo stesso tempo era anche fervente sostenitore della giustizia e carità, appoggiando i pacifisti della "Lega per la Pace dei Cattolici Tedeschi" nel 1931; questa e altre azioni attirarono la collera del giornale nazista Der Angriff, poi pubblicato da Josef Goebbels.<br /> Quando Hitler sali al potere nel 1933, Bernardo tentò invano di persuadere il cardinale Bertram, presidente temporaneo della conferenza dei vescovi tedeschi, a protestare contro il boicottaggio nei confronti dei negozi ebrei. Nel 1935, si lamentò con Hermann Goering per il trattamento degli ebrei nei campi di concentramento: Goering negò tutto e chiese che fosse tenuto in custodia cautelare con l'accusa di aver diffuso false informazioni sullo stato tedesco. Il concordato stipulato tra la Germania e la Santa Sede nel 1935 privò effettivamente i cattolici di una vera organizzazione all'interno del Terzo Reich e la resistenza divenne un fatto individuale. Bernardo contribuì a distribuire copie clandestine dell'enciclica Mit hrennender Sorge, di papa Pio XII, proibita in Germania. Dopo la Kristallnacht del 10 novembre 1938, si rivolse alla sua congregazione, affermando che stava bruciando un tempio «e che anche quella è la casa di Dio»), e chiese di pregare per gli ebrei. Fu eccezionale nel condannare la persecuzione degli ebrei da parte di Hitler e per questo fu imprigionato nel 1941 e, al suo rilascio due anni dopo, consegnato alla Gestapo per la "rieducazione", quando ormai era vecchio e malato. La Gestapo lo mandò a Dachau, ma Bernardo ebbe un collasso durante il viaggio e fu portato all'ospedale di Hof in Baviera, dove morì il 5 novembre 1943. Il corpo fu trasportato a Berlino per la sepoltura e una folla di quattromila persone partecipò alla processione, nonostante le continue incursioni aeree. Un astante affermò: «Mi chiedo se sanno di aver sepolto un santo». È stato beatificato con un altro oppositore del nazismo, p. Karl Leisner, da papa Giovanni Paolo II, durante la sua seconda visita in Germania nel giugno del 1996.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Hof in Germania, beato Bernardo Lichtenberg, sacerdote e martire, che, dopo aver preso coscienza dei gravi atti che venivano compiuti contro la dignità di Dio e degli uomini, fu arrestato per avere pubblicamente pregato per gli Ebrei vessati in modo disumano e incarcerati e, destinato al campo di prigionia di Dachau, morì durante il viaggio, provato dai maltrattamenti, ma impavido in Cristo.
nome Santi Teotimo, Filoteo, Timoteo e Aussenzio- titolo Martiri- ricorrenza 5 novembre- Furono dei martiri siriani, che, essendo giovani, vennero assegnati ai giochi del circo per il divertimento del popolo, e poi insieme al vecchio Auxencio, furono consegnati alle bestie in Palestina, durante la persecuzione di Maximiano.<br /> MARTIROLGIO ROMANO. Nello stesso luogo, commemorazione dei santi Teotimo, Filóteo e Timoteo, martiri, i quali, giovani, furono destinati ai giochi circensi per il divertimento del popolo, e di sant’Aussenzio, anziano, dato in pasto alle fiere.
nome Beato Gomidas Kaumurdjian (Keumurgian)- titolo Sacerdote e martire- nome di battesimo Gomidas Keumurdjian- nascita 1656 circa, Costantinopoli, Turchia- morte 1707, Costantinopoli, Turchia- 5 novembre- Alla fine del XVII secolo, la Costantinopoli islamica subì uno sconvolgimento: la città era un focolaio di lotte ecclesiastiche e secolari e il movimento all'interno dei gruppi cristiani a favore della riunione con Roma era fortissimo, ad ogni modo, in parte grazie alla fervente attività dell'ambasciatore francese, ciò che iniziò come reazione anticattolica si trasformò in breve in persecuzione, di cui fu vittima Gomidas. Nato a Costantinopoli nel 1656 ca., figlio di un sacerdote armeno, Gomidas fu istruito da un sacerdote della stessa religione, a vent'anni circa si sposò, e più tardi, completati gli studi, fu ordinato e designato alla parrocchia di S. Giorgio a sud della città, dove si fece conoscere, non solo per l'eloquenza, ma anche per l'autentica spiritualità e altruismo. Divenne presto un membro importante nel movimento di riunione, e all'età di quarant'anni si convertì con la sua famiglia alla Chiesa cattolica romana. Come consuetudine in quel periodo, continuò a svolgere il suo ministero a S. Giorgio, e in pochi anni, cinque dei dodici sacerdoti armeni seguirono il suo esempio; dopo il 1695, la situazione diventò più difficile per i cattolici e Gomidas si recò in esilio nel monastero armeno di S. Giacomo, a Gerusalemme, dove appoggiò il partito cattolico, attirando l'odio di un certo Giovanni di Smirne. Ritornato a Costantinopoli nel 1702, alla morte del patriarca armeno persecutore, Gomidas apprese che il nuovo patriarca aveva scelto Giovanni di Smirne come vicario e si nascose fino a quando il nuovo patriarca non fu esiliato per ragioni politiche nove mesi dopo; ma non passò molto tempo che il patriarca ritornò accusandolo di essere un "franco" (cattolico latino o straniero), deportandolo a Cipro, prima che l'ambasciatore francese riuscisse a farlo rapire e portare in Francia. Questa mossa insensata risvegliò il sentimento anticattolico a Costantinopoli e le autorità turche presero provvedimenti contro i cattolici: Gomidas, fisicamente imponente e audace, fu arrestato durante la Quaresima del 1707 e processato davanti ad Ali Pasha, che lo fece imprigionare. Gli amici gli procurarono un breve periodo di libertà, ma il 3 novembre di quell'anno fu arrestato nuovamente e processato in base all'accusa di essere un franco e di aver provocato tumulti nella nazione armena all'interno del regno turco. Il caso fu riferito al capo kadi, Mustafa Kamal, il quale, come canonico musulmano, era incline a giudicare innocente Gomidas, ma, alla fine, costretto dalle pressioni degli armeni e guidato dal loro patriarca, permise loro di imprigionarlo; dopo aver salutato la moglie e i figli, pregò fino al giorno successivo, quando fu portato all'Antico Serraglio di Costantinopoli, dove, dopo un vano tentativo di persuaderlo a convertirsi all'islam, Ali Pasha lo condannò a morte. Condotto al luogo dell'esecuzione (tutta la sequenza degli eventi è straordinariamente simile a quella della passione di Cristo) e dopo aver rifiutato l'ultima offerta di salvezza, fu decapitato. Dato che nessun sacerdote cattolico si fece avanti per seppellirlo, questo compito fu svolto da sacerdoti greco-ortodossi; tuttavia, nel tempo, il suo coraggio ebbe un profondo effetto e un secolo dopo vi erano così tanti cattolici armeni a Costantinopoli che il termine "cattolico" era considerato ortodosso. Gomidas fu beatificato nel 1929 (in quanto martire più illustre dal tempo della persecuzione iconoclasta e probabilmente primo sacerdote martire di cui si ha notizia, accompagnato dalla moglie e dai figli fino al luogo dell'esecuzione). Uno dei figli, Gomidas, entrò al servizio del regno di Napoli, con il nome di Cosimo di Carbognano, che viene talvolta attribuito al padre. MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, beato Gomidas Keumurdjan (Cosma da Carboniano), sacerdote e martire, che, padre di famiglia, nato e ordinato nella Chiesa armena, patì molto per aver mantenuto e propagato con fermezza la fede cattolica professata dal Concilio di Calcedonia e morì, infine, decapitato mentre recitava il Credo niceno.