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I santi di oggi 9 settembre:
nome San Pietro Claver- titolo Sacerdote- nome di battesimo Pietro Claver- nascita 25 luglio 1580, Verdù, Spagna- morte 8 settembre 1654, Cartagena, Colombia- ricorrenza 9 settembre- Beatificazione 16 luglio 1850 da papa Pio IX- Canonizzazione 15 gennaio 1888 da papa Leone XIII- Patrono di Colombia, missioni tra i popoli dell'Africa nera e afroamericani- Nato da Pietro ed Anna Claver l'anno 1585 a Verdù in Spagna, il nostro Santo fin dai primi anni fu educato cristianamente. Inviato a Barcellona per gli studi fu ammesso dal Vescovo fra i suoi chierici. Ma un più vivo desiderio nutriva Pietro: essere sacerdote religioso della Compagnia di Gesù. I suoi genitori non sapevano come staccarsi da un sì caro figliuolo, perciò gli negarono il consenso. Pietro, non potendo convincere i genitori con le parole, si rivolse con tutto l'animo alla SS. Vergine. Ottenuta la sospirata grazia, entrò in religione. A Maiorca conobbe il B. Alfonso Rodriguez che lo incitò ad andare in America. Approdato a Cartagena si recò a Santa Fè per compiervi la sua formazione, e l'anno 1616 a Cartagena ricevette l'ordinazione sacerdotale. Di qui comincia la sua nuova vita feconda d'apostolato e di abnegazione per le anime. Nel 1622 Pietro emise la professione religiosa solenne aggiungendo la promessa di spendere tutta la sua vita a servizio degli schiavi: lavorò tanto per' essi che se non ebbe la corona del martirio cruento ebbe quella di un martirio diurno, martirio di preghiera, di lotta, di sacrifici, d'un intenso apostolato. Un giorno, dopo aver radunati tanti "negri" da riempire la chiesa, e mentre questi ascoltavano la parola divina, il demonio destò un sì improvviso e spaventevole turbine che tutti cercarono la salvezza nella fuga e Pietro che stava alla porta, fu travolto. Tutti rimasero illesi: solo Pietro fu trovato più tardi, pesto e ferito, in orazione nella cappella della SS. Vergine. Nella contagiosa pestilenza che poco dopo infierì in quelle regioni, Pietro mostrò la sua eroica carità. Ai piedi dei malati prestava loro i più umili servizi e assieme al pane materiale dava loro il pane spirituale, il pane della fede cristiana. Ma presto la fibra di questo coraggioso apostolo di Cristo venne a consumarsi. Il suo corpo più non resse alle fatiche e cadde sfinito contraendo il terribile morbo che sopportò eroicamente per ben quattro anni. Finalmente la sua corona era pronta: dopo un'agonia di un giorno, circondato dai suoi neri, il Santo Apostolo rendeva la bell'anima a Dio l'8 settembre 1654. PRATICA. Preghiamo oggi e facciamo un'offerta per i missionari. PREGHIERA. O Signore, che hai salvato tante anime per mezzo del beato Pietro, ti chiediamo per la sua intercessione che uniti a te in terra possiamo eternamente godere la tua gloria celeste. MARTIROLOGIO ROMANO. San Pietro Claver, sacerdote della Compagnia di Gesù, che, a Cartagena in Colombia si adoperò per oltre quarant’anni con mirabile abnegazione e insigne carità per i neri ridotti in schiavitù, rigenerando di sua mano nel battesimo di Cristo circa trecentomila di loro.
nome Beata Maria (Emma) Euthymia Uffing- nome di battesimo Emma Üffing- nascita 8 aprile 1914, Halverde, Germania- morte 9 settembre 1955, Münster, Germania- ricorrenza 9 settembre- Nacque l'8 aprile 1914 a Halverde, nel distretto di Steinfurt. Mentre era apprendista di economia domestica nel vicino ospedale di Sant'Anna, fece la conoscenza delle suore misericordiose di Miinster. Nel marzo del 1934, con il consenso di sua madre, chiese alla casa madre di Miinster di essere ammessa nella congregazione delle Suore della Misericordia. Il 30 ottobre 1936 fu trasferita all'ospedale San Vincenzo di Dinslaken. Nel 1941, le fu affidata l'assistenza dei prigionieri di guerra malati e dei lavoratori stranieri. Dopo la guerra, diresse la lavanderia della Casa Madre e della clinica San Raffaele a Miinster. Nonostante amasse tanto l'assistenza ai malati, si adeguò a questo nuovo incarico. Morì il 9 settembre 1955. È stata beatificata il 7 ottobre 2001. MARTIROLOGIO ROMANO. A Münster in Germania, beata Maria Eutimia (Emma) Üffing, vergine della Congregazione delle Suore della Compassione, che servì Dio tra i malati con insigne pietà, bontà e noncuranza di sé.
nome San Gorgonio di Roma- titolo Martire- nascita IV secolo- morte IV secolo, Roma- ricorrenza 9 settembre- Santuario principale Duomo di Minden- Attributi palma del martirio, corazza e spada- Patrono di Civitella d'Agliano- Secondo il Martirologio Romano, Gorgonio era un ufficiale dell'imperatore Diocleziano a Nicomedia, che, insieme con un collega di nome Doroteo, fu condannato a morte per aver espresso la sua protesta contro le torture inflitte a un cristiano chiamato Pietro. Il corpo di Gorgonio fu alla fine portato a Roma e seppellito sulla via Labicana «tra i due allori» (il Martirologio afferma che si trattava di Latina, ma è un errore). Questo racconto, infatti, che si attribuisce quasi certamente allo scrittore di martirologi S. Adone (16 dic.), seguito da Usuardo e Baronio, confonde i due differenti martiri. Quel Gorgonio, il cui corpo fu trasportato a Roma e che è commemorato in data odierna, fu venerato come martire relativamente presto, ma è tutto ciò che si sa di lui. Il primo documento in cui è citato è la Depositio Martyrum, che parla di Gorgoni in Lavicana, ma non dà ulteriori informazioni. Tutti i riferimenti successivi sono d'accordo che fu seppellito «a Roma, sulla via Labicana, tra i due allori». Fu certamente venerato almeno fino alla fine del iv secolo, poiché papa S. Damaso (366-384; 11 dic.) scrisse alcuni versi in suo onore. La confusione (ed è facile scoprire il modo in cui nacque) riguarda un altro martire noto come Gorgonio di Nicomedia, che fu martirizzato assieme con molti altri, inclusi probabilmente Doroteo e Pietro, e che compare in un certo numero di calendari, sia orientali che occidentali, al 12 marzo. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma nel cimitero ad Duas Lauros sulla via Labicana, san Gorgonio, martire.
nome Beata Maria de la Cabeza- titolo Moglie di s. Isidoro l'agricoltore- nome di battesimo Maria Toribia- morte 1175 circa, Castiglia, Spagna- ricorrenza 9 settembre- Beatificazione 11 agosto 1697 (conferma) da papa Innocenzo XII- Attributi candela e oliera- Maria de la Cabeza è il nome dato alla moglie di S. Isidoro l'Agricoltore (15 mag.), che viveva fuori Madrid durante il XII secolo. La Vita di Isidoro scritta da Juan Egidio de Zamora nella seconda metà del XII secolo afferma che aveva una moglie e un figlio, ma non li descrive. La prima documentazione scritta su Maria risale alla fine del XVI secolo, quando il corpo fu trovato all'esterno di un eremo dedicato alla Madonna, sul fiume Jarama, e cominciò il processo di beatificazione. Il culto, tuttavia, che è molto più antico, risale al momento in cui fu ritrovato il cranio, venerato come la reliquia di un santo presso lo stesso eremo. Il suo nome è in riferimento alla Madonna e al fatto che la sua testa (cabeza in spagnolo) era venerata come reliquia. Non si conosce con sicurezza il suo nome, anche se in base a una tradizione popolare sopravvissuta almeno fino alla fine del XVI secolo si chiamava Torbia. La tradizione popolare è in modo simile la sola (in gran parte inattendibile) fonte d'informazioni sulla sua vita e le sue virtù; durante la causa di beatificazione, che iniziò nel 1615, Maria fu descritta come una controparte perfetta del marito, e nello stesso anno le spoglie furono trasferite a Torrelaguna. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Castiglia in Spagna, beata Maria de la Cabeza, che, moglie del contadino sant’Isidoro, condusse vita eremitica umile e laboriosa.
nome Beato Giacomo Desiderio Laval- titolo Sacerdote- nome di battesimo Jacques-Désiré Laval- nascita 18 settembre 1803, Croth,(Évreux), Normandia- morte 9 settembre 1864, Port-Louis, Isola Maurizio- ricorrenza 9 settembre- Beatificazione 29 aprile 1979 da papa Giovanni Paolo II- Nel 1803, la Francia stava ancora scontando le conseguenze della Rivoluzione; erano trascorsi solo dieci anni da quando moltissimi cattolici, specialmente sacerdoti, erano stati massacrati. Era stato firmato un concordato con il Vaticano nel 1802, ma la Chiesa si sentiva a disagio, e nell'aria aleggiava uno spirito ateistico e liberale, specialmente nei centri urbani, che si estendeva persino nelle zone rurali, dove per tradizione il cattolicesimo era profondamente radicato. Il 18 settembre 1803 nacquero due gemelli, Giacomo e Michele, a Croth, nella diocesi di Evreux in Normandia, figli di Giacomo Laval, sindaco del luogo, e della moglie, Susanna Déle rablée. I Laval, che avevano già tre figlie, espressero la loro gioia nell'avere un erede maschio, dando a Giacomo il secondo nome Désiré. Ebbero poi altri due figli, e quando Giacomo aveva solo otto anni, Susanna morì, lasciando il marito con sci figli (Michele era morto all'età di soli dieci anni). Laval si risposò, e anche se i dettagli di questa prima parte della vita di Giacomo sono difficili da esaminare, sembra che, nonostante la perdita affettiva e il suo carattere introspettivo, i successivi sei anni costituissero per lui un periodo felice. All'età di quattordici anni, fu mandato a Tourville-la-Campagne, dove suo zio, Nicola Laval, sacerdote, gli diede un'istruzione basilare; da qui, si recò al seminario minore a Evreux, che era anche una scuola secondaria, ma non ottenne buoni risultati, perciò tornò a casa, e riprese gli studi, questa volta al collegio Stanislao a Parigi. Su consiglio dello zio, al quale aveva confidato l'intenzione di diventa-re o un sacerdote o un dottore, si recò all'università di Parigi per studiare medicina. Si laureò nel 1830, ma la rivoluzione scoppiata quell'anno mise fine alla sua idea di continuare gli studi, e prima di poter tornare a casa, dovette compiere il suo dovere come cittadino, aiutando a presidiare le barricate. A settembre tornò in Normandia e cominciò a svolgere la profes-sione, prima a Saint-André-de-l'Eure e poi, dopo essere stato vittima di una campagna diffamatoria, a Ivry-la-Battaille. È descritto, in questo periodo, come alto e magro, con una spalla più alta dell'altra, un difetto che aveva sin dalla nascita, camuffato da un vestito appropriato; amava cavalcare, conduceva una vita sociale intensa e gradualmente la sua osservanza delle pratiche religiose diminuì. Come dottore era molto stimato dai suoi pazienti per la gentilezza e la serietà. Una brutta caduta da cavallo, che lo tramortì ma che gli lasciò solo qualche cicatrice sulle gambe, lo indusse a riesaminare tutta la sua vita. 11 15 giugno 1835, dopo un periodo di ricerca interiore, entrò nel seminario di Saint-Sulpice a Parigi e fu ordinato tre anni e mezzo dopo, il 2 dicembre 1838. Fu inviato nella parrocchia di Pinterville, dove, come risultato di anni di negligenza, vi era una diffusa apatia. Per i successivi due anni, più con la preghiera e l'esempio che con la predicazione, lottò per riavvicinare il popolo all'osservanza della religione. Apri una scuola, che gli valse l'appoggio di molti genitori; la sua casa era sempre aperta, cosa che induceva i poveri ad aver fiducia in lui; inoltre iniziò a impartire lezioni serali, dando a molti giovani agricoltori l'opportunità di imparare a leggere e a scrivere, ricevendo anche le basi di un'istruzione religiosa. Al tempo in cui gli giunse la notizia, nel 1840, che Francesco Libermann si era recato a Roma per proporre una nuova organizzazione missionaria al papa, Pinterville aveva una comunità parrocchiale vivace e attiva. La sensazione di Giacomo che il suo momento fosse arrivato fu confermata nel gennaio 1841, quando il vescovo Guglielmo Collier, un benedettino inglese che era vicario generale per l'isola Mauritius, giunse in Francia, cercando sacerdoti di lingua francese che potessero recarsi sul posto come missionari. Alla fine si decise che Giacomo si sarebbe recato a Mauritius come primo missionario della nuova Congregazione del Sacro Cuore di Maria, fondata da Francesco. Il 4 giugno 1841, s'imbarcò con il vescovo Guglielmo Collier e altri quattro sacerdoti per Mauritius. L'isola, originariamente disabitata, fu esplorata per la prima volta nel 1510 dai portoghesi, e poi nel 1598 dagli olandesi, e non vi furono insediamenti permanenti fino all'arrivo dei francesi nel 1721, che portarono con loro gli schiavi provenienti dall'Africa orientale, per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero che avevano intenzione di creare. I britannici, che avevano tolto l'isola ai francesi nel 1810, fecero lavorare i loro servi inglesi nelle piantagioni, perciò quando Giacomo sbarcò a Port-Louis il 14 settembre 1841, gli ottantamila negri presenti sull'isola avevano solo recentemente ottenuto la libertà (nel 1839, per la precisione). Vide in loro gli effetti degradanti di anni di schiavitù, e le difficoltà che incontravano nell'adattarsi alla libertà appena trovata. Partendo dalla realtà che si trovò davanti, cominciò a dedicarsi esclusivamente al loro benessere spirituale per i restanti ventitré anni della sua vita. Superando il pregiudizio del governatore poiché era d'origine francese, la mancanza totale di supporto da parte dei sacerdoti generalmente deboli già presenti sull'isola, e il risentimento di una minoranza costituita dalla popolazione bianca per i suoi tentativi di sostentare i neri, Giacomo cercò il modo di mettere in grado questi ultimi a creder nella loro dignità. Cominciò con il sistemarsi non nel presbiterio, ma in un piccolo capanno di due stanze dietro la cattedrale, di cui lasciava sempre aperta la porta; il più velocemente possibile, imparò il dialetto locale, così da poterli istruire parlando la loro lingua; tutti i sermoni e i servizi religiosi erano più semplici possibile; scrisse un catechismo semplice per loro, e presto cominciò a istruire dei catechisti che lo aiutassero nel suo lavoro; inoltre, come a Pinterville, insegnò soprattutto con la preghiera e l'esempio. Gradualmente l'entusiasmo della popolazione di colore per ciò che stava facendo si estese al di fuori di Port-Louis, e non pochi bianchi ritennero che valeva la pena di andare ad aiutarlo, così alla fine riuscì a istituire centri di preghiera e di catechismo in tutta l'isola. Si stima che alla fine sia riuscito a convertire circa sessantamila negri. Alcuni bianchi non lo perdonarono mai perché, secondo loro, la sua attività minava la struttura sociale, ma le autorità lo stimavano molto. Dimenticando il loro pregiudizio contro i francesi, lo nominarono cappellano della prigione e dell'ospedale a Port-Louis, e gli furono grati quando, durante le epidemie di colera del 1854, 1857 e 1862, organizzò vari ospedali. Consumato prematuramente da questo duro e tenace lavoro, morì il 9 settembre 1864, all'età di sessantuno anni. Dopo il funerale, 111 settembre, a cui parteciparono quarantamila persone, fu seppellito temporaneamente in una volta della chiesa della S. Croce, distrutta da un ciclone nel 1960; durante la ricostruzione, tuttavia, i resti di Giacomo furono collocati in una nuova volta nelle fondamenta, che è visitata da centinaia di persone ogni giorno. Giacomo Laval è stato beatificato durante la prima cerimonia di questo tipo presieduta da papa Giovanni Paolo II, il 29 aprile 1979.<br /> MARTIROLOGIO ROMANO. A Port-Louis nell’isola Mauritius nell’Oceano Indiano, beato Giacomo Desiderato Laval, sacerdote, che, dopo alcuni anni di esercizio della professione medica, si fece missionario nella Congregazione dello Spirito Santo e condusse i neri da poco liberati dalla schiavitù alla libertà dei figli di Dio.
nome Beato Francesco Garate- titolo Professo gesuita- nome di battesimo Francisco Gárate Aranguren- nascita 3 febbraio 1857, Recarte, Azpeitia, Spagna- morte 9 settembre 1929, Deusto, Bilbao- ricorrenza 9 settembre- Beatificazione Roma, 6 ottobre 1985 da papa Giovanni Paolo II- Francesco, secondo di sette figli, nacque il 3 febbraio 1857 ad Azpeitia, sulle colline dietro S. Sebastiano nei Paesi Baschi in Spagna. I genitori erano poveri, così all'età di quattordici anni andò a lavorare presso i gesuiti, nel loro collegio a Odufia. Tre anni dopo, decise di entrare nella Compagnia di Gesù; in circostanze normali il noviziato si sarebbe svolto a Azpeitia, tuttavia, dato che i gesuiti furono espulsi dalla Spagna nel 1868, all'inizio di un nuovo periodo di agitazioni, era stato trasferito al paese di Poyanne, subito oltre il confine francese. Dopo la professione dei voti come fratello laico il 2 febbraio 1876, ritornò in Spagna e trascorse dieci anni prendendosi cura dei tre collegi, uno di proprietà della Compagnia, e gli altri due in gestione, a La Guardia, sulla costa galiziana a sud di Vigo. Si dedicò così totalmente al suo lavoro che alla fine la sua salute cominciò a risentirne. Nel 1888, perciò, fu mandato all'università gesuita di Deusto, fuori Bilbao, dove lavorò come custode per i restanti quarantun'anni di vita. Come il suo patrono, l'altro grande padre portinaio gesuita, S. Alfonso Rodriguez (30 ott.), si occupò costantemente delle necessità altrui, tuttavia, come Alfonso, era sempre allegro, ospitale e paziente. Un cardinale in visita gli chiese come riuscisse a rimanere calmo quando aveva così tante cose cui pensare. «Faccio quello che posso», rispose «e il Signore, che è onnipotente, provvede al resto.» Francesco morì il 9 settembre 1929. La causa della sua beatificazione è stata introdotta nel 1950, e conclusa da papa Giovanni Paolo II il 6 ottobre 1985. MARTIROLOGIO ROMANO. A Bilbao nella Guascogna in Spagna, beato Francesco Gárate Aranguren, religioso della Compagnia di Gesù, che svolse per quarantadue anni con cristiana umiltà l’ufficio di portinaio.
nome San Ciarano il Giovane- titolo Abate e vescovo di Clonmacnoise- nascita 510 circa, Irlanda- morte 549 circa, Irlanda- ricorrenza 9 settembre- Attributi Raffigurato in compagnia di una volpe o di una mucca- Patrono di Clonmacnoise- Questo Kieran (Ciaràn, Quéan), talvolta chiamato "il Giovane" per distinguerlo da S. Kieran di Saigir (5 mar.), era uno dei sette figli di Beóit, un falegname (e carpentiere secondo la leggenda, ma questo potrebbe essere uno dei diversi modi di creare dei paralleli tra la vita di Kieran e quella di Cristo) e della moglie, Darcrca. Kieran nacque tra il 510 e il 520 a Connaught, dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire all'oppressione dei governanti di Antrim. Dopo aver ricevuto una certa istruzione preparatoria, si recò, a quindici anni, a studiare presso S. Finnian (12 dic.) a Clonard, portando con lui, come afferma la leggenda, una mucca che gli forniva il latte. Finnian aveva un'alta stima per lui e quando dovette lasciare Clonard, sembra che abbia dato le dimissioni in suo favore, ma Kieran rifiutò, affermando che Finnian non avrebbe dovuto lasciare il monastero per nessun altro al di fuori di Dio, che l'aveva preferito su tutti loro. Da Clonard, Kieran si trasferì a Inis Mór nelle isole Aran, dove trascorse sette anni come monaco sotto S. Enda (21 mar.) e fu ordinato sacerdote, poi nel 541 circa, si recò a sud verso le isole Scattery, alla foce dello Shannon, per far visita a S. Sennan (1 mar.), che là aveva fondato un monastero. Secondo una delle molte leggende e degli episodi miracolosi associati a Kieran, Sennan donò a Kieran un mantello nuovo, e quest'ultimo contraccambiò successivamente la gentilezza affidandone uno alla corrente dello Shannon, che giunse fino a Sennan. Dopo quest'episodio, Kieran viaggiò nell'entroterra, fermandosi, come si suppone, in alcuni monasteri, prima in un luogo chiamato 'sei, che fu costretto a lasciare quando i monaci si lamentarono della sua eccessiva generosità verso i poveri, e poi a Inis Aingin nel Lough Ree, da cui ripartì nuovamente, con otto compagni, per giungere alla fine su una verde riva dello Shannon, dove, tra il 544 e il 548, fondò e contribuì alla costruzione dei primi edifici del grande monastero di Clonmacnois, che sarebbe diventato in seguito uno dei grandi centri irlandesi di cultura. È stata tramandata una regola monastica, di cui si pensava fosse l'autore ma, sebbene illustri accuratamente lo spirito austero che prevalse nel suo e in altri monasteri irlandesi del tempo, non è stata scritta da lui. Tutte le versioni della Vita (tre in latino, una in irlandese) concordano che Kieran morì soltanto sette mesi dopo aver ricevuto l'incarico di abate di Clonmacnois (non è chiaro se avesse realmente trentatré anni, o se questo fosse un altro tentativo di farlo assomigliare a Cristo). Rifiutando fino alla fine le comodità materiali, si racconta che abbia chiesto ai monaci di essere portato a morire sulla Little Hill. Quando gli chiesero che cosa avrebbero dovuto fare durante la persecuzione che certo sarebbe scoppiata, li spronò a conservare il suo spirito, anche se ciò avrebbe significato l'abbandono delle reliquie «Alzatevi e lasciate le mie ossa come quelle di un cervo al sole, poiché è meglio per voi vivere con me in cielo, che restare qui con le mie reliquie». Infatti, sebbene successivamente il monastero fosse depredato dai vichinghi e saccheggiato dagli eserciti irlandesi e anglonormanni, Clonmacnois sopravvisse come suo monumento vivente fino al 1552. Anche il sepolcro di Kieran, fu saccheggiato in diverse occasioni fino al Medio Evo, ma si ritiene che il cosiddetto pastorale di Clonmacnois conservato al Museo Nazionale di Dublino provenga da quel luogo. Kieran è uno dei cosiddetti Dodici Apostoli d'Irlanda, che si pensa siano stati istruiti da S. Finnian a Clonard. In realtà alcuni vissero prima di Finnian, e certamente non tutti si formarono a Clonard. Gli altri undici sono Brénainn di Biror (29 nov.), Brandano il Navigatore (16 mag.), Cainnech (11 ott.), Kieran di Saigir, Columba (9 giu.), Columba di Tir da Glas (13 dic.), Laserian (18 apr.), Mobi di Glasnevin (12 ott.), Ninnid di Inis Maige Sam (16 gen.), Ruadan di Lothra (15 apr.) e Sinchell di Clóen Inis (12 nov.). MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Clonmacnois sulla riva del fiume Shannon in Irlanda, san Ciarano, sacerdote e abate, fondatore di questo cenobio.
nome Beato Pierre Bonhomme- titolo Sacerdote- nome di battesimo Pierre Bonhomme- nascita 4 luglio 1803, Gramat, Cahors- morte 9 settembre 1861, Gramat- ricorrenza 9 settembre- Beatificazione 23 marzo 2003 da papa Giovanni Paolo II- Pierre Bonhomme nacque a Gramat, nella diocesi di Cahors, il 4 luglio 1803. Il 23 dicembre 1827 venne ordinato sacerdote. Dal suo zelo apostolico nacquero molte opere: quando era titolare della parrocchia di Notre-Dame fondò l'Istituto di Nostra Signora del Calvario che aveva come scopi principali l'educazione dei bambini, l'assistenza ai poveri, agli anziani, ai sordomuti, agli alienati mentali ed altre categorie di disabili gravi. Concluse il suo cammino terreno il 9 settembre del 1861 a Gramat. È stato beatificato il 23 marzo 2003. MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Gramat nel territorio di Cahors in Francia, beato Pietro Bonhomme, sacerdote, che si adoperò mirabilmente per le missioni al popolo e l’evangelizzazione delle campagne e fondò la Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Monte Calvario, a cui affidò la cura delle necessità dei giovani, dei malati e dei poveri.